⭐️ 51 [last V2]

[finale alternativo]
[Riprende dal capitolo 42]

-alwayswinter ti ha detto:
Ti prego dimmi dove abiti, voglio vederti.

ownmywings hai risposto:
74 Puritan Ave, Flushing, NY 11375
E poi non dire che non ti avevo avvertito.

Mark fece i suoi controlli su internet e scoprì che prendendo il treno ci avrebbe messo il triplo del tempo, quindi decise di usare la macchina. Sua madre gli aveva dato il consenso per andare a New York e per usare la macchina, a patto che si facesse sentire durante il tragitto.

Buttò in valigia le prime cose che trovava sotto mano mentre il batticuore incominciava a farsi sempre più forte nel suo petto. Era in ansia. Non vedeva l'ora di vedere Winter e di poterla abbracciare.

Salutò sua madre, dandogli un bacio sulla guancia e promettendole che avrebbe fatto il bravo e che avrebbe guidato con prudenza.

«Tornerò fra un paio di giorni, ma ti terrò comunque aggiornata. Ciao mamma.» fu l'ultima cosa che disse a sua madre, prima di salire in macchina e partire per New York.

Il viaggio fu lungo e pieno di ansia. Tre ore e mezza gli erano sembrate venti per via del nervosismo. Aveva sbagliato un paio di volta la strada, nonostante avesse anche impostato il navigatore, ma alla fine era entrato a New York. Ora doveva solamente trovare la via in cui abitava Winter e presentarsi davanti a casa. A quel pensiero, Mark deglutì rumorosamente. E se gli aprisse suo padre o sua madre? Che cosa avrebbe dovuto rispondere?

«Salve, sono Mark, un amico di vostra figlia. Sa, ci siamo conosciuti su internet.» Oh cielo, no, meglio di no. Potrebbero pensare che sono uno stalker o chissà cos'altro.

«Salve, sono Mark, un amico di vostra figlia. Winter è in casa?» Questa è decisamente meglio.

Con quei pensieri in testa, Mark arrivò davanti alla casa della ragazza. Il suo cuore tornò a battere con violenza nella scatola toracica, facendogli sentire i battiti rimbombare nelle orecchie. Sentì lo stomaco contorcersi dall'ansia e la guance diventare bollenti.

Il ragazzo si passò una mano sul viso, cercando di scacciare via l'ansia poi, dopo aver fatto dei profondi respiri scese dall'auto e si avviò verso il vialetto della casa di Winter.

Man mano che si avvicinava alla casa sentiva il cuore battere sempre più forte e lo stomaco contorcersi ancor di più. L'ansia gli stava stritolando le viscere.

Esalò un profondo respiro poi suonò al campanello e attese l'arrivo di qualcuno, che sperò trattarsi di Winter.

«Arrivo.» strillò una voce femminile, fiacca e rauca. Mark deglutì rumorosamente poi si passò una mano tra i capelli per aggiustarseli mentre faceva profondi respiri, cercando di calmare la sua ansia.

Quando la portò venne aperta, anche gli occhi della ragazza si spalancarono mentre il ragazzo le sorrise teneramente, «Ciao Winnie».

Il ragazzo guardò con attenzione la ragazza davanti a sé e a vederla in quello stato, si rattristò. Aveva i capelli biondo cenere raccolti in uno chignon disordinato; la pelle era pallida come un lenzuolo; aveva delle orribili occhiaie nere a contornarle gli occhi azzurri e spenti ed era fin troppo magra.

Il sole cocente di luglio andò ad illuminarle il viso pallido e scarno, sembrava avere unicamente un sottile strato di pelle attaccata alle ossa, trasformandola quasi in uno scheletro vivente e mettendole in risalto le labbra martoriate e secche.

«Non pensavo saresti venuto davvero.» biascicò stordita la ragazza, incominciando a tremare quando si soffermò a scrutare il viso dai lineamenti asiatici del ragazzo.

Aveva gli inconfondibili occhi a mandorla, quasi neri, degli asiatici, la pelle sembrava dorata mentre i capelli erano stati tinti di un biondo platino e avevano un accenno di ricrescita. Le labbra erano tonde e sembravano davvero morbide; quando sorrideva diventano più fini, mettendo in risalto i denti dai canini appuntiti.

Era bellissimo, più bello di quanto potesse immaginare.

Mark era davvero venuto a trovarla. Era davvero davanti a lei. Era venuto per lei, per farla felice.

«Ora mi dirai cos'hai?»

Winter deglutì poi annuì, spostandosi di lato per poterlo fare entra in casa, «Sono anni che combatto contro l'anoressia e anche se è difficile, sto lottando con le poche forze che mi rimangono».

Il ragazzo senza preavviso coinvolse la ragazza in un abbraccio caloroso, conficcando la sua testa nell'incavo del collo secco della ragazza che a quel gesto sussultò poi scoppiò a piangere. Finalmente aveva trovato qualcuno che non era scappato a gambe levate non appena aveva scoperto la sua drammatica situazione.

Winter portò le sue braccia scheletriche alla schiena di lui e strinse nei suoi pugni la sua maglietta e si lasciò andare in quell'abbraccio che stava trasmettendo più delle parole stesse. "Non ti lascerò" diceva quell'abbraccio; "Ti starò vicino" continuava, facendo scoppiare di gioia il cuore della ragazza.

«Sono felice di essere qui.» sussurrò Mark all'orecchio della ragazza per poi depositarle un bacio sulla guancia scarna e pallida, facendogliele inevitabilmente tingere di rosso.

«Anche io sono felice che tu sia qui.» mormorò lei in risposta, arricciando il suo piccolo naso leggermente rivolto verso l'alto.

Il ragazzo si staccò dalla ragazza e prendendole il viso magro tra le sue grandi mani calde, gli sorrise dolcemente per poi strofinare il suo naso contro quello di lei.

«Quanto tempo starai qui?» soffiò lei sulle labbra di lui, per poi mordicchiarsi il labbro inferiore pieno di taglietti e rossastro.

Mark si mordicchiò l'interno della guancia per reprimere la sua voglia di baciare quelle labbra piene, «Fin quando vorrai.» sussurrò lui con voce addolcita.

La ragazza perse un battito poi sorrise calorosamente, affondando la testa nel petto di lui, «Rimani per sempre».

«Per sempre, piccola Winnie».

Fine.

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