Capitolo XXVII:



Barty fu letteralmente attonito per un momento. Nessuno sapeva dire se fosse felice triste o arrabbiato, ma di sicuro era confuso. Fissò e basta la ragazza che gli aveva appena detto di essere sua figlia per un lungo momento, senza sbattere le palpebre nemmeno una volta.
Il resto della stanza sembrava così quieto, che era quasi dolosamente poco confortevole. Finché Bellatrix si decise a rompere il silenzio.


"Barty?" disse con cautela. "Sta mentendo. Dev'essere così."

Lui strinse gli occhi, probabilmente valutando quella possibilità.

"Quanti anni hai?" domandò, i suoi occhi che scavavano in quelli della ragazza.

"Diciassette."

Lui la derise.

"Elora allora avrebbe avuto diciassette anni se fosse stata incinta di te. Io me ne sarei accorto, non credi?"


"Lei mi diede alla luce e poi morì subito dopo," sbottò la ragazza. "In prigione. Il che fu colpa tua!"

"Non mia, di mio padre. Qual è il tuo nome."

"Skye. Skye Dawson."

Barty era di nuovo silenzioso. Fece un passo in avanti verso di lei ancora sospettoso, ma sembrò crederle.

Estese la mano, ma non la toccò ancora.

"Quello era il suo nome. Il nome di Elora. Elora Dawson. Perché sei qui adesso? Perché non ho saputo di te?"

Skye sospirò.

"Perché mio nonno non voleva che io ti conoscessi. Ti hanno tenuto segreto. Non mi avrebbero detto che tu eri mio padre. Ma li ho sentiti che parlavano di te quando sei apparso sulla Gazzetta del Profeta, ed ecco come ti ho trovato. E sul motivo per cui sono qui, ero curiosa. Ora che ho diciassette anni, non mi possono fermare più. Quindi mi sono messa alla tua ricerca. Perché, dopotutto, sei mio padre."

Lei non mostrava alcuna emozione, non stava esprimendo se fosse felice di vederlo o no. Era venuta lì solo per curiosità.

"Che Casa?" la interrogò Barty.

"Come, prego?"

"In che Casa ti hanno messoi? A Hogwarts?" aggiunse lui.

"Io- io non sono mai stata ad Hogwarts. Mio nonno mi ha insegnato tutto ciò che conosceva, ma non sono mai andata a una scuola magica. Ho frequentato una scuola Babbana."

Barty strinse gli occhi, chiaramente scontento di ciò che aveva udito.

"Cosa?" ringhiò. "Non sei mai andata a Hogwarts? Perché? Come ci si aspetta che tu possa diventare una strega senza l'adeguata educazione?!"

"I miei nonni non volevano che ci andassi. Avevano paura che io seguissi il tuo stesso sentiero. Avevano paura che Hogwarts avrebbe avuto una cattiva influenza su di me. E posso immaginare perché. E se fossi finita nella Casa Serpeverde?" disse Skye.

Barty aprì la bocca e poi la richiuse ancora, era chiaramente a corto di parole.

Poi si voltò verso Bellatrix.

"Dà alla ragazza la sua bacchetta." le disse.

"Cosa?" lo sbeffeggiò Bellatrix. "Lei appartiene a un gruppo di traditori, lei non si merita una bacchetta."

"Dagliela e basta," ringhiò Barty.

Bellatrix sollevò le sopracciglia, ma tirò la bacchetta alla ragazza nientemeno.

Skye la prese, ma non la sollevò. Barty però lo fece.

"Ti mostrerò cosa succede quando tu ti affidi agli insegnamenti di tuo nonno." sibilò. "Difenditi."

Lui le scagliò una maledizione, che lei bloccò con successo. Skye riuscì a bloccare anche una seconda maledizione altrettanto bene. Ma quando Barty cominci a lanciarle incantesimi più velocemente, lei perse il controllo e fu colpita da una maledizione che la portò a cadere a terra. La sua bacchetta rotolò via da lei, lasciandola indifesa.

"Vedi? Nessuna educazione adeguata." la derise Barty, guardandola dall'alto.

Skye gli gettò un'occhiataccia.


"Ma io te lo posso insegnare... tu sei mia figlia, dopotutto." fece un sorrisone.

"Ad ogni modo, quello che hanno fatto la tua vecchia nonna Babbana e il tuo nonno Mezzo Sangue è imperdonabile. Questo è tradimento. Tenermi la mia stessa figlia segreta e non lasciarle nemmeno avere un'educazione completa."

"Io non ti sto chiedendo un'educazione. Non ne ho bisogno. Tutto quello che volevo era vederti. E l'ho fatto. E ho visto abbastanza." ringhiò Skye, rialzandosi e recuperando la sua bacchetta.

"Oh, andiamo, ci siamo appena incontrati! Non è eccitante? Ho trovato un'erede alla famiglia Crouch."

"Dawson. Non sono una Crouch e non lo sarò mai."


"Ma tu lo sei. Che ti piaccia o meno. Tu le assomigli pure."

"Non t'azzardare a parlare di mia madre. Tu non hai mai provato a salvarla. Tu non hai mai provato a cercarmi."

"Io non sapevo che tu esistessi! Altrimenti mi sarei messo alla tua ricerca. Io ti avrei allevato. Lo avrei fatto, per Elora. Ti avrei reso una strega potente," sbottò Barty una punta di emozione nella voce. "Ma grazie ai tuoi nonni, non ne ho mai avuto l'opportunità."

"E magari avevano ragione loro!" replicò acida Skye.

Barty mosse un altro passo nella sua direzione, colmando la distanza fra loro.

"Dove vivono?" le chiese in modo soft, la sua espressione pericolosamente calma.
"E non farmi ripetere, posso sempre forzarti a darmi quelle informazioni. Dubito che il tuo vecchio ti abbia insegnato l'Occlumanzia."

"Non t'azzardesti..."

"Lo farei. Dove vivono?"

"Perchè lo vuoi sapere?"

"Voglio fare loro visita. Voglio chiedere loro di persona perchè hanno pensato che nasconderti a me sarebbe stata una buona idea,"

Hermione sapeva che Barty avrebbe estratto le informazioni dalla ragazza prima o poi. Anche se avesse dovuto usare la forza per ottenerle. Ad ogni modo, non si aspettava che Skye gli desse quelle informazioni senza nemmeno iniziare una battaglia. Ma lei lo fece.

"A due condizioni," disse lei, fermamente. "Io vengo con te e tu non li ucciderai."

"Ma certo che tu verrai con me e non stavo pianificando di ucciderli." fece un sorrisetto Barty. "Ti sai smaterializzare?"

"No."

"Buono a sapersi. Granger, anche tu verrai con noi. Non ti posso lasciare nella stessa casa con Bellatrix." disse lui.

In qualche modo Hermione provò sollievo quando sentì che sarebbe andata con loro. Ovviamente, non voleva essere testimone di qualsiasi piano deviato avesse Barty, ma qualsiasi cosa era meglio di un'altra tortura dalla donna pazza che si chiamava Bellatrix. Almeno Barty aveva cominciato a trattarla in un modo relativamente normale.

Lei doveva sempre comunque fare attenzione in sua presenza, ma almeno lui non l'attaccava più senza avere una ragione. E dopo che lui le aveva dato quel vestito... lei aveva come la sensazione che lei stesse cominciando a piacergli.

Anche quando i tre si incamminarono verso il punto dove potevano smaterializzarsi, lei poteva sentire la sua mano sulla propria schiena in una sorta di maniera protettiva. Le dava i brividi, ma nemmeno sentiva la necessità di schiaffeggiargli via la mano. Almeno era meglio di quando lui la minacciava.

"Aspetta, fermo lì, nemmeno la tortura, okay?" aggiunse Skye all'improvviso. "Voglio dire io non lo so cosa fate di solito voi Mangiamorte , ma... non usare le Imperdonabili con loro, lo farai?"

Questo fece capire a Hermione che la ragazza non aveva idea di che cosa fosse capace suo padre. Di come lui fosse davvero. Lei dubitava che Skye sapesse perfino che cosa fosse un Mangiamorte. Probabilmente lei sapeva che erano seguaci di Voldemort e che erano malvagi ma forse non lo sapeva che cosa facevano alle persone innocenti. Magari non aveva idea di in che guaio avesse messo quel gruppo di nati-da-Babbani, perché senza dubbio i quel momento li stava torturando Bellatrix.
Barty fece quella domanda per Hermione, chiaramente pensando la stessa cosa.

"Cosa pensi che faccia un Mangiamorte, se posso chiedere?" gli domandò con un ghigno divertito.
"Voi volete che il mondo Magico sia dominato dai Purosangue. Voi uccidete i Babbani e le persone innocenti. Voi uccidereste chiunque non è dalla parte di Tu-sai-chi." rispose Skye.

"Ah, allora lo sai. Eppure eri così notevolmente calma per qualcuno che non è dalla parte di Tu-sai-chi."

"Non ho mai detto che io non lo fossi."

"Ma non hai mai nemmeno detto che tu lo fossi." replicò Barty. "Lo sei?"

"Io non scelgo schieramenti. Non lo so davvero da che parte sono. Volevo solo imparare di più su di te. Ma.. tu non faresti del male alla tua stessa famiglia... vero?" chiese Skye insicura.

Barty fece spallucce.

"Dipende dall'impressione che mi fanno."

Detto ciò afferrò il braccio di Hermione e di Skye e si smaterialllizzò con loro.

Comparirono nel giardino di una piccola casa una casa davvero piccola. Se era quella la casa dove Elora aveva dovuto vivere coi suoi genitori, allora lei comprendeva perché avesse rubato nella casa dei Crouch in primo luogo.
Se lì era dove dovevano vivere, allora non avevano letteralmente soldi da spendere.

Barty sembrava pensare la stessa cosa di Hermione, stava fissando la piccola casa incredulo. Quella era anche la prima volta che vedeva la casa, probabilmente.

Ma la sua espressione si scurì di nuovo piuttosto velocemente , non appena sorpassò il vecchio e rovinato esterno della casa.


"Lascia che parli io," ringhiò Barty, mentre avanzava impettito verso la porta.

Estrasse la sua bacchetta, ma invece di aprire la porta la sradicò dai serramenti. Cosa che non è era affatto necessaria, ma evidentemente voleva lasciare un messaggio o qualcosa del genere. E poi sollevò la bacchetta di nuovo, questa volta per un incantesimo meno distruttivo.


"Homenum Revelio" borbottò e apparve un cursore indicando che c'erano persone dentro la casa, probabilmente si nascondevano di sopra.

Barty fece un sorrisone mentre si invitava nel salotto.

"VENITE DI SOTTO, VOI DUE, LO SO CHE CI SIETE!" gridò.

Hermione poteva sentire delle persone camminare al primo piano il soffitto era così sottile che praticamente potevi sentire tutto. Le due persone che scesero sembravano trasandate come la casa. La prima cosa che videro fu ovviamente la nipotina. La Signora Dawson l'accolse immediatamente fra le sue braccia.

"Skye! Eravamo così in pensiero," disse, prima di alzare lo sguardo e guardare Barty dritto negli occhi.

"Tu chi sei?"

Il ghigno di Barty si allargò soltanto e il suo sguardo andarono dalla donna all'uomo, che aveva estratto la propria bacchetta.

Il Signor Dawson dava l'impressione di sapere già cosa stesse succedendo.

"Lieto di conoscerla, Signora Dawson," disse alla donna che ora aveva lasciato andare Skye e le faceva scudo con il proprio corpo. "O dovrei dire lieto di conoscerla, madre?"

Gli occhi della Signora Dawson si spalancarono e lei fece un passo indietro. mentre Barty fece solo un passo in avanti.

"Del resto... io ero solito stare insieme a sua figlia. E apparentemente tu hai allevato mia figlia per me," ringhiò Barty.

"Fa un passo indietro o ti maledico," disse il signor Dawson, puntando la sua bacchetta contro il Mangiamorte.

"Tsk-Tsk, è questo il modo di accogliere il vostro genero?" sbuffò Barty, senza seguire il comando.

"Non saresti dovuta andare a cercarlo." bisbigliò il signor Dawson a Skye.

"Ti sto avvertendo. Fa' un passo indietro!" disse ad alta voce il Signor Dawson.

Barty fece solo un altro passo avanti.


"Tu provi a maledirmi e io ti prometto... che le cose si faranno molto brutte."

Il Signor Dawson iniziò a tremare nervosamente, ma non mise via la bacchetta comunque. La teneva ancora in stand-by, pronta da usare, se fosse il caso. Barty camminò intorno al salotto osservando l'arredamento interno che era in condizioni ancora peggiori dell'esterno.
Diede alla coppia uno sguardo di disapprovazione.

"Sapete... avreste potuto dirmi di lei. Io l'avrei potuta allevare. Lei avrebbe potuto essere ricca, potevate essere ricchi anche voi allo stesso modo... tutto quello che dovevate fare era chiedere. Lei sarebbe andata a Hogwarts, avrebbe ottenuto l'educazione adeguata. Avrebbe portato il nome di una famiglia Purosangue. Ma voi avete deciso che fosse meglio nascondermela, tenermela segreta. E io voglio che voi mi diciate perché. Datemi un buon motivo e io cercherò di rimanere calmo." disse Barty sedendosi su una poltrona.
"Beh, sto ascoltando."

"Non c'era modo alcuno che noi permettessimo a un Mangiamorte di entrare nella nostra famiglia," disse il Signor Dawson. "Saresti stato una disgrazia per il nome della nostra famiglia. Tu sei il responsabile della sua morte."

Barty alzò solo le sue sopracciglia.

"Come potrebbe un Mago Purosangue essere una disgrazia per qualsiasi famiglia? Io credo che tu dovresti chiudere la tua insolente bocca ora, prima che io decida di farti del male. Per caso alla mia suocera Babbana piacerebbe spiegarmi la situazione?"

"Cara no. Lui è uno dei seguaci di Tu-sai-chi." cercò di impedire alla moglie di parlare il Signor Dawson.

"Non è che uccida qualsiasi cosa su cui io posi i miei occhi. Voi siete la mia famiglia, giusto?" sogghignò Barty. "Voi non dovete avere paura di me... nonostanti io mi senta un pochino poco benvenuto qui."

"Tu non sei il benvenuto qui. Lasciaci in pace e basta. Non vogliamo avere nulla a che fare con te."

Barty si alzò velocemente e prima che chiunque potesse accorgersi di cosa stesse succedendo lui aveva il Signor Dawson contro il muro con la bacchetta pressata contro la gola.

"Un po' troppo tardi per questo, no? Voi non avreste dovuto nascondermi mia figlia. Perché, per essere franchi, sono davvero furioso con voi adesso. E non molte persone sopravvivono quando io sono furioso con loro," sibilò Barty, pressando la bacchetta più forte contro la gola del pover'uomo.
"Pertanto credo che voi abbiate voglia di smetterla di provocarmi, a meno che tu non voglia che io ti cruci. Non sono io il maleducato qui."

Avendolo detto, Barty lasciò andare l'uomo, con grande sorpresa di Hermione.
Non si sarebbe aspettata che lui avesse così tanta pietà tutto a un tratto.

"Dimmi, signora Dawson, perchè non mi hai detto della sua esistenza?" pressò Barty.

"Io-noi .. credevamo che tu fossi morto ad Azkaban."


"Cazzate. Sareste potuti venirmi a cercare prima che andassi ad Azkaban, perché non lo avete fatto?"

"Perché ti eri unito ai Mangiamorte. Abbiamo sentito che tu eri legato a quel gruppo che combatteva per Tu-sai-chi. Quindi abbiamo deciso di non contattarti. Fu per il meglio. Tu avresti allevato nostra nipote per farla diventare una Mangiamorte," rispose la Signora Dawson. "E non è quello che Elora avrebbe voluto." aggiunse quieta.


"Oh, è così?" ghignò Barty. "Noi non scopriremo mai cosa avrebbe voluto lei. Fatto sta che vi siete presi qualcosa da me che è mio. Cioè mia figlia. Io ho il diritto di allevarla."

"No, non ce l'hai. Noi siamo i suoi custodi." lo interruppe la Signora Dawson.

"E io l'avrei resa una strega potente. L'educazione di Hogwarts combinata alle mie conoscenze delle Arti Oscure.

"Tu l'avresti resa una Mangiamorte."

"Quella sarebbe stata solo una sua decisione no?"

"Non avresti accettato un no come risposta."

"Il punto è che io mi sento davvero offeso da questo. Voi avete deciso di ignorare me, il suo vero padre, anche se avrei potuto prendermi cura di lei."

"Non mentre eri ad Azkaban," sbottò la signora Dawson.

"Non mi piace il tuo tono, i Babbani non dovrebbero parlare così ai Purosangue" ringhiò Barty, estraendo di nuovo la bacchetta.

"Fermo! Basta così!" urlò il signor Dawson, puntando la sua bacchetta contro Barty di nuovo. "Lei non si può difendere, ti prego..."

"Io stavo cercando di essere ragionevole..." sibilò Barty, ora puntando la bacchetta al Signor Dawson avanzando verso lui come un predatore con la sua preda. "Ma voi non sembrate voler capire. Mi avete fatto arrabbiare, avete reso molto chiaro che non volete essere la mia famiglia, quindi cosa mi dovrebbe fermare?"

Quel commento rese chiaramente il signore e la signora Dawson nervosi.

"Non lo faresti, noi siamo i genitori di Elora!" provò la signora Dawson.

"E voi lo sapete che è l'unica cosa che vi tiene ancora vivi in questo momento?" disse velenoso Barty il suo braccio che tremava con una rabbia controllata a stento.

"Allora che cosa vuoi da noi?'" chiese la signora Dawson, perdendo i colori sul suo volto.

"Ad essere onesti... vi vorrei spellare vivi per non avermi detto di mia figlia. Ma lascerò correre, assieme alla vostra insolenza, al fatto che mia suocera è una Babbana e al fatto che mi abbiate minacciato," replicò Barty, calmo. "Soltanto perché voi siete i suoi genitori. Ma va bene, ci sono altri modi per punirvi."

Seguì un lungo momento di silenzio un silenzio minaccioso. C'era solo il suono delle scarpe di Barty, che si muoveva intorno alla stanza. I suoi occhi studiavano gli interni nel frattempo e lasciò le sue mani scorrere sul tessuto del divano. Solo questa cosa era già di per sé spaventosa, ma combinata allo sguardo che stava rivolgendo alla coppia più anziana. Era lui quello con la bacchetta, il che lo rendeva capace di qualsiasi cosa in quel momento. Era un uomo di parola, non li avrebbe uccisi. Ma avrebbe di sicuro fatto loro del male in altri modi, probabilmente a suo stesso beneficio.

"Vedete, la mia casa è sorvegliata. Auror, incantesimi di difesa, la più avanzata protezione contro i camuffamenti come la Pozione Polisucco e altre cose simili. Loro decisamente lo noterebbero se io entrassi in casa o se facessi entrare qualcuno sotto la Maledizione Imperius. Quindi ecco che entrate in gioco voi..."

Stava camminando in circolo attorno a loro parlando molto lentamente, come se parlasse a dei bambini.


"Voi entrerete in casa mia, voi tre e fingerete di vivere lì, come una famiglia Babbana. Loro eventualmente solleveranno gli incantesimi di difesa e se ne andranno dalla mia proprietà, pensando che io non ci sia più," spiegò Barty.

Cadde un altro momento di silenzio.

"E naturalmente io prendo la tua bacchetta, signor Dawson. Perché ci si aspetta che tu sia un Babbano, per tutto il tempo," aggiunse Barty chiaramente aspettando una reazione.

"E tu pensi di poterci constringere a farlo? A rinunciare alla nostra casa? A rinunciare alla nostra libertà?" sbottò il signor Dawson.

"Sì lo penso a dire il vero. Vedete, questa è una parte della vostra punizione. Non vi lascerò alcuna scelta." ghignò Barty, un segno che qualcosa di davvero brutto stava per accadere.

"Ch-che intendi dire?" chiese il signor Dawson.

"Io ho bisogno di poter essere totalmente sicuro che voi starete lì, con il mio elfo domestico che vi terrà d'occhio per esser certi che voi non toccate niente che io non gradirei. Nel frattempo, io devo fare un'altra visita a Hogwarts, assieme alla signorina Granger qui. Ma vi controllerò d'ora in poi quindi ritenetevi avvisati. E, Skye," cominciò Barty. "D'ora in poi, io ti insegnerò la magia. Otterrai un'educazione adeguata. Come dovresti. Non pesare che ti lascerò portare ancora il nome dei Dawson. Presto sarai una Crouch. Tu sarai come me..."

Skye lo fissò, sussultando. Non c'era modo di dire se lei davvero non avesse idea di quello che stava succedendo o se era eccitata all'idea di aver finalmente incontrato suo padre. Perché Hermione poteva scorgere una punta di stupore ed esaltazione nei suoi occhi che non era davvero un buon segno.

"Non ci farai uscire di qui tanto facilmente," ringhiò il signor Dawson.

"Oh, ma è naturale che lo farò. Vi suggerisco di tenervi l'un l'altro adesso." consigliò Barty.

Hermione sapeva che quello era segno che lui stesse per smaterializzarli tutti e cinque quindi afferrò il suo braccio e quello di Skye.

"Perché presto non avrete più una casa dove far ritorno," finì la sua frase con un perfido sorriso.

Ci fu uno sguardo scioccato sui volti dei Dawson, quando Barty puntò la sua bacchetta al soffitto. Il momento dopo l'intera casa cominciò a tremare violentemente e il soffitto minacciò di cadere.
Giusto in tempo, si smaterializzarono tutti, tornando alla strada vicino la Tenuta Crouch.

Una signora Dawson singhiozzante e col cuore in pezzi si alzò vicino al gruppo con un marito spaccato fra le sue braccia. L'uomo non si muoveva più, c'era solo sangue sul suo corpo.

TBC

Uomo spaccato a parte (suvvia non è la fine del mondo, si era spaccato pure Ron XDD ) , in questo capitolo Barty è di una bontà che a me ha commosso... anche se gli danno tutti contro, sigh e sob, povero Patatino Oscuro.

Hermione poi che è contenta che non l'attacchi più senza motivo... heelllo?? E quando mai lo avrebbe fatto? Lui è sempre stato di parola, è lei che gliene ha combinate di ogni.

Poi sembra che sia sempre di parte ma, no, ci sono anche dei capitoli in cui prenderei a badilate Barty, di certo non in questo <3
aaww la mano sulla schiena, avevo gli occhi a cuoricino.. e un po' anche Hermione mi sa .. sotto sotto...

Allora, vi piace Skye? ;)

alla prossima ^^

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