Capitolo 3
Come potevo immaginarmi da un moccioso del calibro di Eren, ora mi ritrovo con i suoi amichetti in una macchina nera. Come se non bastasse, questi ragazzini sono davvero irritanti. Non la smettono di fissarmi e io odio essere osservato. Ma dove sono finito? Avranno al massimo vent'anni! Tra i mocciosi riconosco quel tizio che giocava al tavolo da gioco con Eren... se non sbaglio il suo nome era Armin. Con sguardo più che incazzato scruto i presenti con le braccia incrociate al petto, cercando qualche spiegazione dal moccioso seduto accanto a me, che invece di rispondermi continua a seguire con lo sguardo i diversi locali che superiamo con la macchina. Dopo la decima gomitata, rinuncio all'idea di ottenere la sua attenzione e mi concentro sul gruppo di ragazzi seduti davanti a me. In tutto sono sei, quattro ragazzi e due ragazze. Ognuno di loro ha uno sguardo che lo contraddistingue da tutti gli altri. Finalmente l'imbarazzante silenzio che andava avanti da più di mezz'ora viene interrotto da un ragazzo alto con un taglio di capelli piuttosto simile al mio. La sua nuca è rasata però i suoi capelli dorati sono coperti da un cappello nero. Indossa un paio di jeans strappati e una maglietta nera a maniche corte - nonostante le basse temperature. Alla vita ha legata una camicia rossa a righe. Non so perché ma la sua faccia mi ricordava un cavallo.
-Allora, Eren" inizia lui. -Questo nanerottolo chi sarebbe?- Aspetta... perché anche lui mi chiama così? Quanto vorrei picchiarlo!
-Lui è in mio nuovo animaletto, si chiama Levi, resterà con noi per tutta la serata-spiega Eren senza degnare di uno sguardo il suo presunto amico. Il silenzio imbarazzante cala di nuovo nella macchina. Passano altri minuti ma nessuno si decide a parlare, così decido di essere io a rompere il ghiaccio. Tossisco abbastanza forte da attirare l'attenzione di tutti su di me. Accavallo rapidamente le gambe e li fulmino con lo sguardo, uno ad uno.
-Cosa siete? Muti? Parlate, cazzo!- esclamo. Poi mi rivolgo al moccioso seduto accanto a me -Oppure- sottolineo -Io scendo qui e lascio perdere la nostra scommessa-. Dopo altri attimi di silenzio, finalmente qualcuno prende la parola. Per la precisione si tratta del ragazzo seduto accanto al "cavallo". Indossa uno smoking a righe e, sopra a una camicia nera, porta una cravatta bianca. A differenza degli altri, il suo volto è ricoperto di lentiggini.
-Hai ragione, ci dispiace, ma non siamo abituati a vedere il capo portare persone con sé... comunque io sono Marco!- spiega il ragazzo, ancora scosso dalla mia iniziativa per "rompere il ghiaccio". Capo? Questo moccioso altamente irritante e dalla risata facile sarebbe il loro capo? Ma non fatemi ridere! Guardo Eren, ma non sembra per niente interessato alla conversazione.
-Lui non è il mio capo! Io non lo accetto come tale!- afferma il ragazzo dalla faccia di cavallo, mettendo in mostra un broncio che farebbe a gara con quello di un bambino di due anni.
-Jean, anche se tu non lo consideri il nostro capo, è stato lui che ha messo insieme questo gruppo- ribatte la ragazza seduta accanto a lui. Quella ragazza ha davvero un aspetto misterioso. Forse è a causa dei suoi occhi neri a mandorla il suo sguardo è freddo e, con quei suoi capelli spettinati, ha un aspetto più maturo ed elegante del resto del gruppo. Indossa un vestito grigio molto corto che le mette in mostra delle belle gambe.
-Dai, ragazzi! Non iniziate, qui abbiamo il nuovo acquisto di Eren, quindi non fate subito una brutta impressione- li rimprovera l'altra ragazza, molto più semplice e vestita in modo moderno.
-Comunque io sono Sasha Blouse e adoro giocare a Blakjack! In ogni caso la mia più grande passione è mangiare. Il mio partner di gioco è lui- spiega afferrando per il collo un ragazzo con i capelli rasati.
-Si chiama Connie Springer, è un ottimo amico ed è anche molto divertente, ma lo scoprirai meglio non appena avrete più confidenza!- mi informa con un enorme sorriso. Una sola cosa è certa: non ci sto capendo un cazzo. Cosa intendono con "nuovo acquisto", "avrete più confidenza"? Io mica resto con loro, se non ha sentito il suo "capo" resterò solo per questa sera. -Invece Jean e Marco giocano insieme- continuò. -Il ragazzo con i capelli biondi è Armin e gioca con la bella del gruppo, Mikasa... anche se è fredda e insensibile certe volte. Invece lui è Eren- afferma, indicando il ragazzino dagli occhi verdi -ma già lo conosci. È un vero brontolone e perfettino... ma devi vedere com'è veramente, è sconvolgente!- esclama Sasha. Credo che lei e Hanji andrebbero molto d'accordo: entrambe non seguono un vero e proprio filo logico quando parlano. Credo di aver capito che tutto il gruppo gioca nei casinò, ma non ho capito questa cosa delle squadre. Bene o male penso giochino in coppia, ma non mi sembra esista un gioco d'azzardo dove si può giocare in questo modo.
-Non devi raccontargli tutto, Sasha!- la rimprovera Jean, -E se ne parlasse con i suoi superiori? Se ho capito bene lavora in un casinò, se lo fa potremmo non essere più in grado di tornare qui- afferma il ragazzo con la rasatura sulla nuca.
-Dai Jaen! Di che ti lamenti? Anche Marco lavorava in un casinò, ma non mi sembra che avessi fatto tutte queste storie per lui... Forse l'hai accettato solo per ciò che avete fatto quella sera in hotel?- chiede con un sorriso malizioso Sasha, facendo arrossire di colpo Marco. Il lentigginoso si porta velocemente una mano sul volto come per nascondersi.
-In realtà- inizio con voce seccata, facendo fermare quella stupida discussione tra bambini -hai fatto capire più tu che lei. Dopo quello che hai detto posso aspettarmi che state facendo qualcosa di illegale. Sei bravo a criticare, ma non capisci quanto sei stato coglione, faccia da cavallo- risposi guardandomi le unghie. Prima che me ne accorgessi, il veicolo fu riempito dalla risata fragorosa del moccioso seduto accanto a me. Lo guardo interrogativo, cosa ho detto di tanto strano?
-Visto, Jean?- dice, ridendo, indicando l'amico con il dito -Non sono l'unico che crede tu sia stato un cavallo nella tua vita precedente!-, afferma ancora ridendo. La macchina si ferma davanti a tre palazzi altissimi. Credo si tratti del "The Palms", un casinò abbastanza famoso. A quel punto scendono tutti e, sistemandosi i vestiti, se ne vanno in direzioni diverse: due persone per palazzo. Io rimango immobile per alcuni secondi. Infine mi decido ed inizio a seguire Eren, che cammina a passo spedito verso l'entrata. Vediamo cosa succede, forse riuscirò a ottenere alcune informazioni mentre gioca.
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