Capitolo 14
Prima di tutto: Buon Compleanno Levi! Ah vero è anche Natale. Come promesso sono riuscita a scrivere il nuovo capitolo per giorno del compleanno del nostro nano preferito, comunque ringrazio la mia amica Carolina (@carol-urie) che mi ha aiutato a correggere il capitolo (è nuova nel mondo dell'ereri quindi consigliate delle storie) se ci sono errori lamentatevi con lei (no scherzo XD) comunque vi lascio al capitolo...
Vengo trascinato per un lungo corridoio, illuminato soltanto dalle pochi lampade appese alla parete e dalla fievole luce della luna che fa capolino dalla fila di finestre alla mia destra.
Davanti a me c'è Zeke che cammina lentamente senza prestarmi nessuna attenzione, attaccato al braccio ho quel ragazzo biondo, che se non mi sbaglio si fa chiamare Reiner, che continua a spingermi inutilmente visto che non oppongo nessuna resistenza. Finalmente arriviamo all'ascensore che ci porta nella sala in cui probabilmente rivedrò il moccioso.
Le porte dell'ascensore si aprono e mi ritrovo in una sala buia, con un solo tavolo da gioco al centro illuminato da una piccola lampadina sopra di esso. I miei occhi si illuminano quando notano la presenza di Eren, seduto su una sedia davanti al banco. Lui si volta e, senza degnarmi di uno sguardo, saluta con un cenno del capo suo fratello che chiude immediatamente la telefonata e gli va incontro.
-Eren! Da quanto tempo! Quale buon vento ti porta qui?- afferma ironicamente abbracciando il fratello, che invece si irrigidisce e lo guarda con odio non proferendo parola.
Finalmente prendiamo posto intorno al tavolo, Zeke difronte a Eren, io a fianco a Zeke e Reiner in piedi, dietro tutti di me.
-Allora?- inizia innocentemente Zeke -Come va la vita da universitario?-
-Lo sapresti se ci fossi andato anche tu- afferma con rabbia Eren. -Non sono venuto qui per avere una conversazione con te, voglio solo riprendermi Levi-
-Come siamo protettivi! Sicuro che sei qui solo per questo? Non è che ti mancavo?-
Sta cercando di farlo innervosire e credo proprio ci stia riuscendo. -Sì sono qui solo per questo- afferma deciso fissando intensamente suo fratello.
-Allora non ti resta che accettare le mie condizioni- rileva tranquillamente prendendo tra le dita un'altra sigaretta e espirandone il fumo -Voglio soltanto che tu ritorni da me, fratellino-
Gli occhi di Eren si spalancano dalla sorpresa, ma tornano ad essere neutri in pochi secondi.
-Io non accetterò mai una cosa del genere!- afferma con sicurezza -Chiedimi di tutto, ma questo non posso accettarlo-
-Allora la contrattazione è conclusa, perché io non voglio altro- a quel punto Zeke si alza in piedi e mi trascina con se verso la porta dell'ascensore.
Fisso Eren con sguardo carico di interrogativi e di apprensione allo stesso tempo, ma lui continua a guardare fisso difronte a se e non sembra ne preoccupato ne tranquillo, come se sapesse già cosa sarebbe accaduto da qui a breve.
Mentre ero ancora assorto dai miei pensieri noto che le porte dell'ascensore si aprono rivelando all'interno il gruppo di Eren al completo.
Il primo ad uscire è Jean che si lancia inferocito contro Reiner e iniziando così una lotta corpo a corpo contro di lui. Jean tira un forte calcio allo stomaco dell'avversario, mentre l'altro cerca di difendersi inutilmente, cade a terra ma in pochi secondi si riprende contrattaccando colpendo il cavallo con forte pugno alla mascella. Dopo poco Marco corre in suo aiuto, riuscendo velocemente a bloccare le braccia del proprio avversario, rendendo così possibile all'amico di assestare diversi pugni che in poco tempo lo fatto finire KO.
Dopo aver assistito a questa scena, Mikasa mi strattona portandomi all'interno dell'ascensore, mentre Sasha si butta come un bufalo inferocito contro Zeke, che preso alla sprovvista cade a terra, Connie invece cerca in vano di placare la sua ira.
Noto che Eren si alzato e che si stava avvicinando al fratello, ma non riesco a vedere altro visto che le porte si erano richiuse.
Ancora intontito per quello che era appena successo mi poggio a uno dei lati dell'ascensore. Una mano si poggia sulla mia spalla, così alzo velocemente lo sguardo.
-Va tutto bene- mi rassicura Armin con un sorriso. Io scanso la sua mano, facendogli capire che non ho bisogno di essere rassicurato ma solo che mi lascino in pace.
-Posso sapere cos'è successo di così grave tra quei due da avere un così bel rapporto?- domando con ironia. Dopo pochi secondi di silenzio, è Mikasa a rispondere.
-Non sta a noi raccontarlo, chiedilo ad Eren non appena tutta questa storia finirà- risponde freddamente.
***
Dopo il mio "salvataggio" quei ragazzini mi hanno riportato a casa -ancora mi chiedo come facessero a sapere dove abito -. Ormai sono passati diversi giorni ma del moccioso ancora nessuna traccia, non ostante ciò sono tornato al lavoro normalmente e finalmente sono stato riassegnato al mio banco.
Poi come se nulla fosse si presenta una sera al mio banco con un sorriso smagliante.
-Salve, punto tutto- afferma posando tutte le sue fiches sul banco e in più un bicchiere di Big Apple*
-Cosa stai facendo?- urlo con rabbia, per quando si possa urlare bisbigliando.
-Voglio solo giocare, cosa c'è di sbagliato?-
-Con il tuo metodo è sicuro che vinci, quindi non ha senso, vai a prendere in giro qualcun altro- dico ancora con tono basso.
-Allora che ne dici di scommettere? Questa volta senza trucchi- domanda con un sorriso malizioso.
Resto in silenzio per vari minuti, considerando veramente la proposta. Se non conta le carte -anche se questo non è possibile provarlo- forse potrei vincere, inoltre ho qualcosa che vorrei.
-Accetto- rispondo con sicurezza.
-Perfetto, se vinco io avrò la stessa cosa dell'altra sera- dice con un sorriso maligno stampato in volto.
-D'accordo- acconsento subito, sorprendendolo -Ma, se invece sarà io a vincere, mi racconterai cos'è successo tra te e tuo fratello- rivelo incoraggiando le braccia al petto e guardandolo in segno di sfida.
Lui mi fissa sospettoso, per poi sospirare e dice piano <Zeke non sa proprio quando tenere la bocca chiusa>
-Affare fatto- conferma dopo aver bevuto in un solo sorso il contenuto del bicchiere.
***
Appoggio sul tavolo l'ultima carta, rivelando un sette. Ormai è un ora che giochiamo e non si sa come il risultato è sempre parità ma finalmente potrei aver vinto. Il moccioso ha un diciannove, mentre io ho un dieci e una carta coperta. Guardo il moccioso aspettando che decisa se lasciare così o rischiare la sorte e chiamare un'altra carta.
-Gira- afferma deciso dopo un tempo che pare infinito.
Faccio come dice e lentamente volto la mia carta ed è un... altro dieci! La vittoria è mia!
Un piccolo applauso mi risveglia dalla mia felicità interiore e mi fa tornare alla realtà.
-E bravo il mio piccolo nano- si complimenta con ironia Eren -Questa volta ho perso e manterrò la mia promessa- a questo punto si sporge verso di me, nonostante il banco, e sussurra piano al mio orecchio -Dopo che finisci il turno vieni nella stanza numero 2512 dell'albergo, parleremo lì-
Lo continuo a guardare mentre si dirige ai ascensori fino a quando non lo perdo a causa della folla.
***
Busso con incertezza alla porta segnata con il numero 2512. Ormai sono le due di notte e non sono certo che il moccioso sia sveglio, probabilmente è già arrivata l'ora della "nanna". Ma in meno di pochi secondi che la porta viene già aperta e una mano mi trascina dentro per poi richiudere in fretta la porta alle mie spalle.
Non ho neanche il tempo di capire cosa stia succedendo che delle morbide labbra si poggiano sulle mie. È un bacio semplice che dura pochi secondi, ma che a me sembrano essere infiniti.
-Mi sei mancato- rivela dolcemente la voce di Eren a pochi millimetri dal mio volto. Resto a fissarlo per alcuni minuti senza proferire parola, ma poi un dolore improvviso sul sedere mi fa allontanare di colpo e dandogli un pugno nello stomaco.
-Non osare toccare il mio culo- affermo con decisione con le guance lievemente arrossate.
-Scusa ma non ho resistito- spiega ridacchiando.
Io lo ignoro e mi vado a sedere sul letto di fronte a me.
-Allora? Inizia a parlare- lo incoraggio incrociando le braccia al petto.
-Sei sempre così di retto- borbotta il moccioso rimettendosi in piedi -Sentiamo, fino a dove ti ha raccontato?-
-Fino a quando siete venuti qui a lavorare come agenti di sicurezza al MGM Grand- affermo fissandolo incuriosito.
-Allora quello che vorrai sapere è solo una cosa: perché me ne sono andato? È semplice ho scoperto la verità sul mio "adorabile fratello"- racconta avvicinandosi lentamente a un tavolino da cui prende un pacchetto di sigarette e se ne porta una alle labbra. Dopo aver fatto ciò si volta verso di me con area malinconica -Mia madre non è morta in un incidente, come mi fu raccontato, ma la uccise lui- rileva.
*Big Apple= bevanda a base di mela, contenente sciroppo di granatina, ghiaccio, succo di mela e acqua.
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