Capitolo 6

Quel dannato cuore che batteva ogni volta che vedeva quegli occhi dorati, gli faceva male il petto ogni volta che pensava a essi o quando Jean non era presente lì con lui.
Era una sensazione strana... l'amore.
Una sensazione che non riusciva a comprendere con le sole parole.
Il biondo era stato fidanzato in passato e, come Eren, aveva chiuso il cuore alle emozioni.
Non lo biasimava, ma lo avevano fatto per motivi diversi.
I due erano ancora lì, si stavano guardando. Lo sguardo dell'uno incollato in quello dell'altro.
Eren si alzò e si avvicinò alle sbarre, guardandolo da dietro di esse. Non riusciva a non togliere lo sguardo dal suo, ne era come incantato.

"Jean..."
Sussurrò, sfiorando con le dita le sbarre fredde e in ferro, poi le strinse intorno a esse.
"...qual è il tuo più grande desiderio ?"
Gli chiese, l'altro fece uno sguardo confuso, non riusciva a capire cosa intendesse con quelle parole, non avevano senso.

Rispose comunque:"non voglio che tu vada da quello. Sto facendo di tutto pur di prolungare la permanenza qui, ma non posso nemmeno liberarti."
Jean fece lo stesso anche lui: appoggiò una mano sulla sbarra di ferro, andando a sfiorare con le dita quelle del castano e i due erano così vicini che i loro respiri sembravano quasi fondersi. Un brivido corse lungo la schiena di Eren, lo guardo non lo osava distogliere nemmeno per sbaglio.

"E perché ?"
Gli chiese ancora, quasi con insistenza.

"Perché penso di provare qualcosa per te, Eren."
Era stato diretto. Cosa che lo fece sussultare lievemente, ma cercò di non darlo a veder al biondo. I suoi smeraldi saettarono lungo la stanza, fino a fermarsi nuovamente sugli occhi color grano dell'altro.

"Ne sei proprio sicuro ? Oppure sei affascinato solamente dall'alone di mistero che mi avvolge e pensi che sia amore ?"
Sussurrò Eren, facendo scivolare le dita lungo le mani di Jean. Queste erano calde e morbide, l'altro se lo lasciò fare senza distogliere quello sguardo che lo stava facendo così tanto impazzire.

"No. Ne sono sicuro."

Un altro sussulto scosse il cuore del castano.

"Jean."

"Eren, domani quell'uomo verrà a prelevarti, è impaziente e io ho finito qualsiasi scusa pur di temporeggiare."

Eren sgranò gli occhi, non si mosse e sembrava pietrificato. Non era colpa di Jean, dopotutto lui era stato commissionato per quella missione. E non poteva prendersela con lui.
Rimase con la schiena rigida e il petto all'infuori, mentre continuava a far vagare lo sguardo lungo il corpo sottile, ma ben piazzato del biondo.

"Va bene. Tu. Vuoi farmi compagnia stanotte, qui nella mia cella ? Giuro che non cercherò di ammazzarti."

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