7 - VIOLENZA
La festa si teneva nella grandissima villa della famiglia Kimura.
Erano state invitate, oltre ai partecipanti al festival, anche le persone più ricchi e più in vista di Tokyo. C'erano produttori discografici e cinematografici, personaggi importati della televisione.
Come aveva previsto, appena arrivato alla festa Akito si ritrovò circondato da persone di ogni genere.
Era, nel bene e nel male, il personaggio del momento ed ognuno voleva avere la possibilità di parlargli e scoprire se quello che si diceva di lui corrispondesse a verità.
Fortunatamente dopo un po' l'interesse attorno a lui scemò, lasciandogli così la possibilità di rilassarsi e godersi la serata.
Dopo aver preso da bere cercò con lo sguardo Hiro, ma non riuscì a vederlo in mezzo a tutta quella folla. Stava per dirigersi da Keita quando gli si parò davanti un bel ragazzo dai lunghi capelli castani, aveva un viso conosciuto, ma non riusciva ad identificalo.
"Così tu saresti Demon"
Akito assottigliò gli occhi davanti a quel tono strafottente "E allora?"
Il ragazzo ghignò "Questa volta la mia cara sorellina ha scelto proprio uno splendido fidanzato, anche se non credo riesca a soddisfarti visto tutti quelli che ti porti a letto"
Questo tizio iniziava proprio a stargli sulle palle, però adesso gli era chiaro perché gli sembrava di conoscerlo.
Era Niles il fratello di Isabel, la sua pseudo fidanzata. La somiglianza era indiscutibile.
Lei gli aveva raccontato di lui e di quanto fosse bravo a suonare il pianoforte, doveva essere anche lui a Tokyo per il festival.
Ne parlava con una tale ammirazione che si era fatto un'immagine completamente diversa dallo stronzo che si trovava davanti.
Se voleva giocare l'avrebbe accontentato.
"Tu ne saresti capace?"
Niles sorrise "Non mi attirano i ragazzi, ma per te potrei fare un'eccezione."
Akito gli si avvicinò maggiormente.
Possibile che tutti gli etero che incontrava non pensassero ad altro che a sfondare il suo culo?
Poi gli aveva dato veramente fastidio sentirlo parlare male di Isabel, anche se non stavano effettivamente insieme, era una ragazza molto dolce. Si meritava una lezione.
"Pensa bene a cosa desideri... Se non parli solo per dar aria alla bocca e hai coraggio seguimi."
Detto questo si avviò verso il bagno.
Niles si leccò le labbra, non pensava sarebbe stato così facile convincerlo. Lo seguì pregustando già cosa lo attendeva.
Nessuno dei due ragazzi si accorse di essere osservato.
Quando Niles entrò in bagno si sentì sbattere con violenza contro il muro e un corpo premuto contro il suo gli impedì ogni movimento. Era stato preso di sorpresa e adesso si ritrovava immobilizzato con le braccia bloccate dietro la schiena.
Akito con la mano libera iniziò a sbottonargli i pantaloni e gli sibilò all'orecchio "Vediamo allora di muoverci. E' molto che non sfondo un culo vergine."
Niles sgranò gli occhi. Non era così che l'aveva immaginato. Cercò di protestare "Io non ti ho mai detto che potevi farlo..."
Akito ghignò "Non mi serve il tuo consenso ... Te l'avevo detto di valutare bene cosa desiderare ..."
Quando Niles sentì la mano di Akito insinuarsi fra le sue natiche fu colto dal panico e iniziò ad agitarsi maggiormente cercando di liberarsi. "Fermati! Bastardo!"
Akito scoppiò in una sonora risata, tolse la mano e gli afferrò i capelli tirandoli per fargli piegare la testa all'indietro. "Per questa volta mi accontento di lasciarti un mio ricordino." E detto questo gli affondò i denti nel collo.
Niles gridò per il dolore e per il panico.
Quando Akito lo lasciò andare si appoggiò al muro ancora scosso guardandolo uscire dal bagno senza aggiungere altro, si toccò il punto dolorante, quello stronzo l'aveva morso "Cazzo!"
Yuri era furioso quel maledetto biondo si era appartato in bagno con un ragazzo.
La gelosia gli gridava di entrare e spaccare la faccia a entrambi, ma si riprese subito vedendo Akito uscire poco dopo.
Aveva frainteso, non potevano aver fatto qualcosa diversa dal parlare in così poco tempo. Quel ragazzo lo mandava completamente fuori di testa.
Gli andò incontro e quando gli fu davanti gli disse con uno strano sorriso "E' stata una cosa veloce. Quel tipo non ti ha soddisfatto presumo."
Akito ghignò "Credeva di poter fare ciò che voleva, ma alla fine mi ha pregato di non fotterlo."
Si avvicinò a Yuri e a pochi centimetri dal suo orecchio, proseguì "A giocare con il fuoco ci si scotta. E io sono l'inferno. Ricordatelo caro Kimura."
Yuri non si scompose però sentì l'eccitazione scorrergli nelle vene "Io adoro le cose bollenti."
Stava per aggiungere qualcos'altro quando vide Akito irrigidirsi e scostarsi da lui.
Lo guardò e vide il suo viso cambiare in modo repentino, da strafottente e irriverente diventare freddo e carico di odio.
Si voltò per vedere cosa avesse causato quel brusco cambiamento.
Era appena entrato nella sala suo zio Matsuta seguito da Bunzo Okamoto, il responsabile della Kimura Record e Vice Presidente della Kimura Group, nonché suo braccio destro.
Cosa avevano a che fare loro con il suo bel biondino?
Ad Akito sembrò che il tempo si fosse fermato. Sentì tutto il suo corpo irrigidirsi e immagini di quella terribile notte gli riaffiorarono alla mente. Fu pervaso da un odio potente e devastante capace di fargli perdere la ragione.
Dopo aver avuto molto successo in giro per locali come cover band, erano pronti per incidere il loro primo album.
Avevano già tutti i pezzi e avevano solo bisogno di una casa discografica per farsi conoscere dal grande pubblico.
Dexter insieme a King, che era appena diventato il loro manager, avevano preso accordi con la Kimura Records.
Avevano incontrato direttamente il Direttore Bunzo Okamoto che si era dimostrato molto interessato al loro gruppo e soprattutto a lui.
A suo dire Akito aveva molto carisma e un grande potenziale.
Anche il Presidente della Kimura Group Matsuta Kimura ne era rimasto affascinato e prima di firmare il contratto lo voleva incontrare di persona.
Ad Akito la cosa non piaceva, ma King aveva insistito dicendo che era la loro grande occasione per legarsi alla più grande casa discografica del mondo. Con loro il successo era assicurato.
Akito aveva sentito sulle spalle tutto il peso dei sogni dei suoi tre compagni. Se non fosse andato avrebbe messo in crisi non solo la sua carriera, ma anche quella degli altri.
Dexter gli aveva assicurato che erano dei professionisti e che non aveva niente da temere, la cena si sarebbe svolta in un hotel esclusivo non nella tana del lupo cattivo.
Lo aveva anche preso in giro chiamandolo verginella con la dote da preservare.
Keita si era offerto di accompagnarlo, ma King si era opposto dicendo che il Direttore Okamoto era stato chiaro a tal proposito, il Presidente Kimura lo voleva incontrare da solo per valutare bene le potenzialità del ragazzo.
Così alla fine Akito si era presentato all'appuntamento come gli era stato detto.
Una ragazza lo accompagnò immediatamente in una saletta riservata, molto elegante e confortevole.
In breve arrivarono anche Okamoto e Kimura.
Dopo aver fatto le presentazioni passarono subito a parlare dei loro progetti futuri e dell'importanza della collaborazione con la loro società, mentre un cameriere gli serviva le portate.
Verso metà cena Akito iniziò a sentire uno strano calore corrergli nelle vene.
La cosa gli sembrò molto strana visto che aveva bevuto solo un bicchiere di vino, perciò decise di affrontare subito l'argomento contratto così da potersi defilarsi in fretta.
"Quindi per quanto riguarda il contratto siamo d'accordo?"
Il Presidente Kimura lo guardò con occhi carichi di una strana luce. Sembravano quelli di un predatore che si appresta a sbranare la sua preda.
"Sì, c'è solo una piccola clausola."
Akito davanti a quello sguardo iniziò a preoccuparsi "E sarebbe?"
"Tu dammi il tuo corpo e io ti darò il mondo"
Akito sgranò gli occhi "Cosa? E' fuori discussione!"
Matsuta non si scompose davanti al suo rifiuto "Non mi sembra di chiederti troppo. Un po' di sesso in cambio dell'immortalità"
Akito non poteva credere alle sue orecchie, i suoi timori si stavano rivelando fondati "Io adesso me ne vado".
Cercò di alzarsi, ma gli girò la testa e dovette risedersi.
Il Direttore Okamoto gli si accostò "Pensa bene a quello che fai. Non vorrai buttare all'aria tutto il lavoro che avete fatto. Dalla tua decisione dipendono anche le vite dei tuoi amici."
Akito lo guardò con astio "Troveremo un'altra casa discografica"
Bunzo sorrise perfido "Ne sei proprio sicuro? La Kimura Group è molto potente ed ha agganci ovunque. Se ti schieri contro di noi ti assicuro che nessuno vi farà mai un contratto o vi darà la possibilità di lavorare. Le vostre carriere saranno finite ancora prima di cominciare. Sei sicuro di volere questo ragazzo?"
Akito non riusciva a ragionare, sentiva la sua testa leggera come se si stesse separando dal corpo, come se si vedesse da fuori, come se il ragazzo seduto a quel tavolo e coinvolto in quel pasticcio non fosse lui.
Avrebbe potuto anche accettare tanto non era lui e sembrava che nessuno se ne fosse accorto.
Guardava se stesso da fuori, la guancia che quel viscido di Okamoto stava accarezzando non era la sua, lui non sentiva niente.
Sentì Kimura chiedergli "Allora siamo d'accordo? Vuoi diventare una star?"
Akito si sentiva leggero e non riusciva a capire bene la situazione, nella sua mente c'era solo quell'ultima domanda "Vuoi diventare una star?"
Era la cosa che aveva desiderato da sempre. Perché gli faceva quella domanda assurda?
"Certo" si sentì rispondere con una voce che non riconobbe nemmeno come la propria.
Matsuta sorrise e gli si avvicinò "Allora andiamo che sono impaziente."
Okamoto vedendo che Akito non accennava a muoversi si lasciò sfuggire una risata sadica "Mi sa che ho esagerato con la droga"
Matsuta lo guardò divertito "Cosa gli hai dato?"
Bunzo gongolò "Un mix perfetto per l'occasione: della Ketamina unita ad un potente eccitante chimico."
"Perfetto. Conducilo nella mia camera"
Da quel momento i ricordi di Akito si facevano molto confusi.
Era stato condotto in una stanza molto grande probabilmente una suite.
Si ricordava la sensazione delle mani di Okamoto che lo spogliavano sotto lo sguardo famelico di Kimura.
Le risate dei due di fronte alla sua evidente erezione "Anche l'eccitante sta facendo effetto."
Matsuta aveva detto qualcosa e Bunzo aveva preso in bocca il suo membro e aveva iniziato a pompare.
Gli faceva schifo e voleva scacciarlo, ma il suo corpo non gli rispondeva anzi reagiva a quella stimolazione.
La sua mente urlava disperata ad un corpo che non sentiva più suo, era la sensazione peggiore che avesse mai provato.
Okamoto prese anche a penetrarlo con le dita per prepararlo.
Akito non sentiva niente e la sua mente cercava di ingannarlo dicendogli che quelle cose non stavano succedendo a lui.
Vide Matsuta slacciarsi i pantaloni e massaggiandosi il membro bramoso disse "La tua espressione è magnifica. Mi piace come godi e a breve ti farò godere ancora di più"
Quando alla fine Akito venne Bunzo inghiottì leccandosi le labbra "Adesso viene il bello"
Lo girò e tirandolo per le gambe lo fece mettere al bordo del letto in modo da trovarsi praticamente a 90. Poi si spostò per lasciare il posto all'altro.
Matsuta dopo averlo afferrato per i fianchi per portarlo all'altezza giusta prese a penetrarlo con forza.
Akito cercò di divincolarsi, ma con pochi risultati, perché Okamoto gli bloccava la faccia e le braccia contro il letto. Sentiva le gambe molli, ma Matsuta non mollava la presa. Poi era stato afferrato anche per i capelli e costretto a prendere in bocca il sesso di Bunzo. Non era riuscito ad opporsi a niente la droga ormai era completamente in circolo.
Non ricordava quanto era andato avanti quel supplizio. Il tempo aveva perso il suo reale valore, sembrava dilatarsi e al tempo stesso restringersi.
Quando Matsuta raggiunse finalmente l'orgasmo gli disse "La migliore scopata dell'ultimo periodo. Il contratto te lo sei proprio meritato" e dopo essersi sistemato uscì dalla stanza.
Non ricordava minimamente se a quel punto Bunzo avesse continuato ad approfittarsi di lui, oppure se avesse rinunciato vedendolo privo di conoscenza.
Quando si era svegliato, diverse ore dopo, era ancora completamente nudo e sporco con il contratto firmato accanto a lui.
Aveva chiamato Keita per farsi venire a prendere perché non era in condizione di arrivare a casa da solo.
Si era vestito con qualche difficoltà ed era sceso nella hall ad attendere l'arrivo del suo amico.
Quando Keita l'aveva visto aveva capito immediatamente che cosa era successo.
Akito non era riuscito a nascondere il suo dolore e la sua disperazione. Si sentiva devastato nel corpo e nello spirito. In quel momento avrebbe voluto morire.
Si faceva schifo era stato violentato, ma alla fine aveva accettato quel contratto.
Non aveva avuto la forza per strapparlo. Significava troppo per loro.
Era stata quella la cosa peggiore con cui convivere.
Si sentiva sporco, una vera puttana, aveva barattato il suo corpo e la sua anima per la sua carriera. Aveva venduto la sua anima al diavolo.
Keita era l'unico a conoscenza di quello che gli era accaduto e gli aveva fatto promettere di mantenere il segreto.
Il suo amico era stato riluttante, lui voleva denunciarli, tra l'altro Akito era ancora minorenne, ma Akito non aveva voluto sentire ragioni.
Voleva solo dimenticare tutto e far finta che niente di tutto quello fosse mai accaduto.
Keita lo portò a casa sua e lo tenne stretto fra le sue braccia tutta la notte per dargli conforto.
Da quel momento era completamente cambiato, gli altri davano la colpa al successo che secondo alcuni gli aveva dato alla testa, ma il vero motivo era che non riusciva in nessun modo a perdonarsi per ciò che era successo.
Riteneva di aver ormai perduto la sua anima e quindi tanto valeva affondare fino in fondo.
Non era da lui compatirsi e darsi delle facili giustificazioni.
Nel momento in cui aveva accettato quel contratto aveva fatto la sua scelta. La via dell'oscurità e della distruzione.
Oramai era impossibile tornare indietro, meglio affogare la mente e la coscienza nel piacere e nel peccato per non pensare...
Yuri lo riscosse dai suoi ricordi "Cosa ti succede?"
"Niente. Non sono affari tuoi." E se ne andò senza aggiungere altro.
Anche il Presidente Kimura aveva notato Akito e girandosi verso il suo vice gli disse "Il biondino è diventato ancora più bello. Lo voglio. Portamelo."
Okamoto sorrise "Sarà un vero piacere, anch'io non vedo l'ora di assaggiarlo nuovamente"
Yuri lo guardò allontanarsi, poi notò lo sguardo che suo zio stava rivolgendo a Akito.
Si sentì invadere dalla rabbia.
Non sapeva perché, ma sentiva che qualcosa di brutto era accaduto fra Matsuta e Akito e voleva scoprirla a tutti i costi.
Nessuno doveva intromettersi nel loro piccolo gioco.
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