6 - SFIDA ALLETTANTE

Yuri si svegliò di malumore. La sua nottata era stata costellata di strani sogni, tutti avevano come comune denominatore gli occhi colmi di odio di Demon.

Non riusciva proprio a dimenticarli.

Erano molto diversi da quelli irriverenti del loro primo incontro o quelli carichi di lussuria visti in quel video.

D'accordo, quei ragazzi avevano cercato di possederlo contro la sua volontà, ma non doveva essere una novità per lui.

Sembrava nascondesse un odio profondo e ben radicato.

Si alzò di malavoglia, quella giornata sarebbe stata carica di impegni.

Prima l'intervista in tv e poi la festa organizzata dalla compagnia diretta da suo zio.

Mentre faceva colazione ebbe una rivelazione: avrebbe sicuramente rivisto il bel biondino.

Gli Skeezer erano gli ospiti della manifestazione non potevano mancare, né in tv né alla festa.

Un sorriso gli increspò le labbra.

Il manager King concesse agli Skeezer la mattinata libera, così ne approfittarono per rimanere a letto e cercare di riprendersi dalla differenza di fuso orario.

Akito però non scese nemmeno per pranzo, rimase nella sua stanza fino all'ora del rendez-vous per dirigersi alla TBS.

Non era dell'umore giusto, temeva fosse arrivato il momento fatidico del suo incontro con Hiro.

Non lo aveva ancora chiamato per informarlo del suo arrivo e sicuramente non gliel'avrebbe perdonato tanto facilmente, ma pensandoci bene quello era niente confronto a cosa avrebbe significato rivederlo.

Come lo avrebbe accolto? Cosa gli avrebbe detto?

Sicuramente niente di tutto quello che gli era successo...

Non poteva essere una giustificazione sufficiente e lui certamente non voleva nascondersi dietro a quel terribile episodio.

Lui non voleva sconti né tanto meno compassione.

In fondo era stata una sua scelta e quello che aveva fatto in seguito era solo frutto della sua volontà.

Quello che era diventato era merito o colpa sua e di nessun altro.

Troppo semplice nascondersi dietro a quella delirante proposta, che lui tra l'altro aveva accettato, per giustificare il suo modo di vivere.

Sarebbe stato solo un ipocrita. Rivide per un attimo quel sorriso sadico ...

Fu tentato di farsi una striscia per non pensaci, ma poi decise di rimanere lucido almeno gli doveva quello al suo amico Hiro.

Mentre era ancora immerso nei suoi pensieri sentì bussare alla porta.

Sorrise sapendo già chi fosse. Sicuramente Keita non avendolo visto a pranzo era venuto a controllare.

Infatti lo vide entrare con un'espressione preoccupata sul suo bel viso.

"Ciao Aki come stai?"

"Bene perché?" Non riuscì a decifrare quel tono triste.

"Ieri sera sei uscito e hai avuto dei problemi con due ragazzi?"

Akito era stupito "Come fai a saperlo?"

"L'hanno detto adesso in tv e la notizia gira anche su internet..."

"Cosa dicono?"

"Che hai picchiato due ragazzi senza motivo e che sembravi fatto. Hanno anche sporto denuncia."

Il biondo strinse forte i pugni per evitare di colpire qualcosa "Stronzi! Dovrei essere io a sporgere denuncia per tentato stupro."

Keita sentì la rabbia assalirlo, si avvicinò e strinse l'amico a sé "Mi dispiace. Ma perché non mi hai detto che volevi uscire? Sarei venuto volentieri con te. Non passi inosservato, lo sai ... non è la prima volta..."

Akito si irrigidì e girò il viso dall'altra parte, non voleva sembrare debole e nemmeno mostrargli quanto la cosa l'avesse toccato. "Non ce n'era bisogno."

L'amico sbuffò e lo lasciò andare, era troppo orgoglioso per ammettere di aver bisogno d'aiuto.

"Va bene. Però ti avviso che King è infuriato per questa storia."

Akito alzò le spalle "Non è una novità. Peggio per lui."

Keita sorrise "Adesso andiamo se non vogliamo arrivare in ritardo."

"Un minuto e andiamo" e così dicendo si sedette sulla poltroncina.

Aveva bisogno di rilassarsi, il ricordo della sera prima l'aveva proprio fatto incazzare. Il proposito di rimanere lucido era andato già a farsi benedire, ma d'altronde una canna poteva anche permettersela.

Prese il piccolo extra che gli aveva dato il pusher la sera prima, era un po' di fumo e iniziò a scaldarlo.

Keita si sedette sull'altra poltrona e attese.

Quando ebbe concluso la preparazione uscì sul balcone facendo cenno a Keita di seguirlo. Dopo averne fumata un po' gliela passò. Rimasero in silenzio tutto il tempo, a volte non avevano bisogno di parole.

Lungo il tragitto per arrivare alla TBS il manager non fece che rimproverare Akito per come si era comportato la sera prima.

Lui non si scompose, preferì fare come sempre l'indifferente, senza neanche tentare di spiegare la situazione.

L'unico che si meritava di conoscere la verità era Keita, gli altri potevano andare a farsi fottere.

Quando arrivarono agli studi televisivi incrociarono i gruppi che prendevano parte al festival, erano già stati intervistati nella prima parte del programma, la seconda parte era dedicata solo agli ospiti.

Passando fra tutti quei ragazzi che lo guardavano quasi intimoriti Akito si sentì chiamare "Akichan".

Conosceva perfettamente quella voce, si girò sapendo già chi si sarebbe ritrovato davanti

"Tamiko quanto tempo"

La ragazza lo abbracciò stretto "Perché non mi hai chiamato per dirmi che arrivavi a Tokyo? Ho saputo dalla tv della tua partecipazione al festival."

Akito cercò di sembrare sincero "Scusami, ma siamo stati molto impegnati con la tournée."

La ragazza sorrise facendogli l'occhiolino "Adesso che sei famoso non hai più tempo per i tuoi vecchi amici"

Akito stava per rinfacciarle che erano stati loro ad andarsene, ma si trattenne. "Non dire cazzate."

"Hiro, tu non dici niente"

Lasciò Akito e si girò per avere manforte dal fratello, ma non lo vide da nessuna parte.

Allora si rivolse al ragazzo moro dietro di lei. "Shu, dov'è finito Hiro?"

"Cosa vuoi che ne sappia! Era qui fino un attimo fa, devo andare a cercarlo?"

Tamiko gli diede un leggero bacio sulle labbra "Lascia stare non preoccuparti."

Akito si sentì da un lato sollevato di non dovere affrontare l'amico lì davanti a tutti, ma dall'altro triste al pensiero che Hiro se ne fosse andato per non incontrarlo.

Forse anche lui aveva valutato più saggio parlarsi in un luogo più appartato.

Sicuramente era in arrivo una sfuriata.

Hiro non era il tipo da mostrare in pubblico i suoi sentimenti e poteva sembrare una persona fredda e distaccata, ma in realtà era molto passionale e se una cosa lo faceva arrabbiare era capace di diventare una furia.

Sentì Tamiko esclamare "Ah eccolo! È laggiù con Yuri."

Akito si girò nella direzione indicata dalla ragazza e lo vide.

Era in fondo al corridoio e stava parlando con un ragazzo moro, che gli sembrava famigliare.

Per un attimo incrociò lo sguardo di Hiro e si sentì gelare. Era veramente infuriato su questo non c'erano dubbi, il suo sguardo era terrificante.

Tamiko lo riscosse dai suoi pensieri "Certo che sei cresciuto molto, ti sei fatto ancora più bello Kurt."

Akito notando lo sguardo irritato del ragazzo moro vicino a lei sorrise "Tranquillo per me è come una sorella maggiore."

Tamiko rimase sorpresa da quella frase, poi capì che era rivolta al ragazzo che la stava aspettando a pochi passi.

"O scusa Shu non vi ho ancora presentati. Lui è Shusaku, il mio ragazzo e chitarrista del nostro gruppo."

Si strinsero la mano e si presentarono, ma un attimo dopo Keita lo chiamò "Aki è ora di andare. Ci hanno chiamato"

"Ok arrivo. Ciao ci rivedremo sicuramente al festival"

"Forse anche questa sera alla festa."

Tamiko gli diede un bacio su una guancia e poi se ne andò tenendo per mano il suo ragazzo.

Parlare con lei gli aveva fatto provare una forte nostalgia sembrava che il tempo non fosse mai passato.

Prima di seguire Keita Akito guardò nuovamente nella direzione di Hiro, ma il suo amico se ne era andato, in compenso la persona con cui stava parlando poco prima si stava avvicinando.

Riconobbe, senza ombra di dubbio, il ragazzo moro del giorno prima. Era proprio destino!

Yuri dopo poco essere arrivato agli studi incontrò Hiro il quale si mise a raccontargli della trasmissione e dell'idiozia del conduttore. Ad un certo punto Yuri vide Hiro fissare un punto davanti a sé e irrigidirsi.

"È qui"

« Chi ? »

"Akito"

In un primo momento non capì, poi seguendo il suo sguardo tutto gli fu chiaro.

A pochi metri di distanza, all'inizio del corridoio c'era il suo biondino, Demon.

"Non hai intenzione di salutarlo?"

"Non qui. Sarebbe un grosso errore. Ci sono troppi testimoni e soprattutto troppe telecamere e giornalisti."

"Hai ragione. Ma io non mi faccio certi problemi."

Hiro scosse la testa "Normalmente neanche io, ma oggi potrei non essere in grado di controllarmi"

Detto questo sentirono l'assistente di studio chiamare gli ospiti e dire loro di affrettarsi, stavano per andare in onda.

Si salutarono e il moro decise di andare allo studio passando però davanti al bel biondino.

Quando gli fu di fianco "Ci si vede di nuovo... Così avrai l'occasione di sdebitarti..."

Akito sorrise "Contaci."

Il conduttore li presentò a uno a uno prima di farli accomodare.

Akito sobbalzò sentendo il nome del moro.

Era un Kimura come quel grandissimo bastardo. Un sentimento di odio iniziò a pervaderlo.

Non l'avrebbero avuto nuovamente.

Erano già passati due anni, ma non poteva assolutamente dimenticare né tanto meno perdonare.

Guardò Yuri negli occhi facendo trasparire tutto il suo rancore e la sua rabbia.

Yuri si accorse immediatamente dello strano sguardo che gli stava rivolgendo il biondo.

Aveva visto la sua espressione cambiare in una frazione di secondo, e adesso i suoi occhi da strafottenti era diventati infuocati, carichi dello stesso odio che aveva visto la sera prima fuori dal locale.

Chissà cosa aveva causato quel cambiamento?

Quel ragazzo era un vero mistero. I suoi occhi erano come l'oceano, un momento calmo e tranquillo e l'attimo dopo scosso da una tempesta implacabile che non lasciava via di scampo.

Akito si riscosse dai suoi pensieri quando sentì il conduttore rivolgergli la prima domanda: "Demon, mi sembra doveroso chiederti come prima cosa se vuoi commentare la notizia uscita questa mattina. Cosa rispondi all'accusa di aggressione?"

Yuri fu colto di sorpresa. Che storia era?

Lui non aveva saputo niente.

Era rimasto tutto il giorno in casa a leggere il copione che finalmente il suo manager gli aveva mandato e non aveva prestato attenzione ad altro.

Akito fece uno strano sorriso e guardando il moro negli occhi rispose. "Non c'è molto da dire. Loro volevano qualcosa che io non ero intenzionato a dargli e hanno avuto la peggio. Nessuno può più costringermi a fare qualcosa che non voglio."

Yuri sentì chiaramente che quell'ultima frase era rivolta a lui, ma non ne capiva il motivo.

Akito ghignò davanti all'espressione interrogativa di Yuri.

Non avrebbe più permesso a nessuno di approfittare di lui. E tanto meno a un bastardo Kimura.

L'intervista continuò in modo tranquillo con le domande di rito sul momento attuale e sui progetti futuri.

A Yuri fu chiesto del suo imminente sbarco a Hollywood e agli Skeezer del loro secondo album.

Akito preferì fossero gli altri a rispondere.

Lui era ancora arrabbiato e frustrato. Non era un argomento di cui parlava volentieri.

Aveva cercato in tutti i modi di convincere King a cambiare casa discografica, ma lui non aveva voluto sentire ragioni.

Anche perché Akito aveva dovuto dargli delle motivazioni alternative non potendo rivelargli il vero motivo.

Solo Keita ne era a conoscenza e aveva cercato di dargli man forte, ma inutilmente.

Anche il secondo dischi sarebbe stato prodotto dalla Kimura Records.

Al termine della trasmissione Akito si infilò in bagno. Aveva bisogno di un attimo da solo per calmarsi e riuscire a sopravvivere alla festa.

Molto probabilmente avrebbe dovuto affrontare Hiro e tutto ciò che comportava, per non parlare di quel dannato Kimura, doveva mettere in chiaro come stavano le cose.

Senza dimenticare tutte quelle inutili conversazioni con persone che pensavano solo a portarselo a letto. Donne e uomini ricchi e annoiati che cercavano un po' di fuoco per ravvivare le loro noiose vite. Ragazzini e ragazzine che lo vedevano come un idolo e cercavano di avere qualcosa di lui.

Ed infine quelli convinti di essere in grado di redimerlo o domarlo.

Sentì la porta alle sue spalle aprirsi e attraverso lo specchio vide entrare proprio il moro.

Bene, una questione l'avrebbe risolta subito.

Rimase in attese per sentire cosa voleva poi avrebbe messo ben in chiaro le cose.

Yuri lo aveva seguito per due ragioni. Primo, sapere cosa aveva in mente di fare davanti a quella denuncia. Lui era pronto a testimoniare in suo favore. Secondo, il motivo di quello sguardo carico di odio. Decise di partire da quella più semplice.

"Farai una contro denuncia?"

Akito lo guardò stupito, non si aspettava l'avesse seguito solo per una cosa così futile.

"A cosa servirebbe? Ci sarebbero solo ulteriori polemiche. Direbbero semplicemente che me la sono cercata. Che con il mio comportamento provoco soltanto. E quindi è normale che qualcuno fraintenda pensando che io sia sempre pronto a farmelo mettere nel culo!"

Si avvicinò a Yuri e a pochi centimetri da lui prosegui. "Non è lo stesso che pensi anche tu?"

E senza attendere una risposta eliminò la distanza che li separava e lo baciò in modo violento insinuando immediatamente la lingua nella bocca dell'altro.

Yuri superato il primo momento di stupore rispose al bacio portando le mani fra i suoi capelli aumentando il contatto.

Akito abbassò le sue mani sul sedere di Yuri facendo toccare i loro bacini. Succhiò la sua lingua e prima di interrompere il bacio gli morse il labbro inferiore, poi scese ad occuparsi del suo collo, mordendolo e leccandolo.

Yuri buttò la testa indietro per concedergli maggiore spazio.

Quando Akito sentì il moro eccitarsi si staccò ghignando.

"Sappi mio caro Kimura che io non mi faccio sottomettere da nessuno e se vuoi venire a letto con me devi essere pronto a ciò che significa."

Per enfatizzare le sue parole gli strinse forte una natica.

Yuri dopo un primo momento di smarrimento lo guardò negli occhi.

Quell'idiota lo stava facendo incazzare nuovamente, ma più la preda era difficile più la caccia era eccitante.

"Ti piacciono le sfide baka? Ti posso assicurare che prima della fine di questa settimana sarai tu a pregarmi di scoparti."

E passando una mano sul cavallo dei pantaloni del biondo proseguì "Non sono il solo ad essersi eccitato"

Akito gli scacciò la mano e assottigliò gli occhi "Non contarci. L'unico modo che hai per avere il mio culo è con la forza. Hai visto con i tuoi occhi che non è facile battermi".

Purtroppo era vero, si era eccitato, c'era qualcosa in quel ragazzo moro che lo attirava, ma non per questo si sarebbe rimangiato la promessa che aveva fatto a se stesso due anni prima.

Yuri si sentiva elettrizzato quel biondino non solo era bello e lo eccitava da morire, ma aveva anche un carattere forte e indomabile e soprattutto aveva avuto il coraggio di sfidarlo.

In vita sua non gli era mai successo di non ottenesse ciò che voleva. E la cosa che voleva di più al mondo era sentirlo gemere e implorare di avere di più mentre lo scopava.

Akito uscì dal bagno più teso di prima.

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