3 - ARRIVO
Si sentiva stanco, era tanto che non lo sognava.
Rimise il sedile in posizione e allacciò la cintura attendendo l'atterraggio.
Guardò i suoi compagni soffermandosi su Keita che gli fece subito un gran sorriso, chissà cosa li attendeva?
Sicuramente prima del concerto avrebbero dovuto sorbirsi interviste e apparizioni in tv.
Il loro manager amava la pubblicità, era convinto che la performance artistica era solo una piccola parte del successo, era più importante essere sempre in prima pagina.
Temeva avesse riempito di impegni ogni minuto della loro permanenza in Giappone.
Ad atterraggio avvenuto attesero che fosse dato loro il permesso di scendere, accese il cellulare e le prime scritte in giapponese gli fecero provare un senso di nostalgia, sua madre aveva cercato invano di insegnargli qualche Kanji.
Non aveva imparato nemmeno quello che indicava il suo nome. E adesso non lo avrebbe più fatto.
Doveva smettere di tornare continuamente ai pensieri tristi. Non era il momento. Forse gli faceva male l'aria nipponica.
"Ok ragazzi potete scendere"
King era più allegro del solito. Forse aveva avuto un'idea per guadagnare soldi oppure aveva programmato qualcosa a loro insaputa.
Keita gli si accostò "Stai meglio Aki?"
Cercò di sorridere "Sì grazie. Però ho un favore da chiederti"
Il suo amico sapeva già cosa stava per dirgli così lo anticipò "Fuga?"
Annuii, questa volta con un sorriso sincero.
"Però dovremo aspettare di arrivare in albergo per sfuggire al carceriere..."
Akito scoppiò a ridere "Penserò a un piano d'evasione con i fiocchi"
Keita si unì alla sua risata "Già tremo. Spero non abbia come risultato il nostro ricovero in ospedale..."
Come arrivarono al gate d'uscita videro una folla immensa ad attenderli.
"Cazzo chi può aver dato la notizia?" Mentre finiva la frase Dexter si girò verso il loro manager. Anche gli altri lo guardarono, non avevano dubbi, per lui non esisteva la frase "passare inosservati".
King sorrise "Di cosa vi lamentate la pubblicità è l'anima del commercio."
Appena i fan li videro iniziarono a chiamare i loro nomi e a spingere per cercare di entrare nella zona di sbarco.
C'erano anche molti giornalisti, sia televisivi che della carta stampata.
King si avvicinò per primo "Salve, che caloroso benvenuto! Gli Skeezer sono molto felici di essere qui in Giappone"
Quella dichiarazione invece di tranquillizzare la folla ebbe l'effetto opposto, infatti se qualcuno poteva ancora avere dei dubbi sulla loro identità, lui li aveva dissipati tutti.
Iniziarono a spingere per cercare di entrare; le grida dei fan sovrastarono qualunque altra cosa volesse dire.
In poco tempo si trovarono circondati.
Diverse ragazze saltarono addosso ad Akito cercando di abbracciarlo. Lui non si scompose, era abituato a tutto questo. Ne scelse una e la baciò provocando ulteriore eccitazione della folla.
Andy rise "Demon sei sempre il solito."
Kelly si mise davanti a Dexter per difenderlo dall'assalto.
Anche le ammiratrici di Keita erano molto intraprendenti e dovette faticare non poco per difendersi da loro.
Fortunatamente King aveva avuto la cortezza di ingaggiare degli agenti di sicurezza che riportarono la situazione sotto controllo scortandoli fino alle loro auto.
Davanti all'hotel però lo scenario era anche peggiore, le guardie dovettero aiutarli a farsi largo fra la folla per entrare, anche rendere noto il luogo del loro alloggio doveva essere stata una trovata pubblicitaria del loro manager.
Prima di lasciarli salire nelle rispettive camere King li avvertì che avevano due ore di relax e poi li attendeva una conferenza stampa in una sala dell'hotel per salutare e ringraziare la città di Tokyo per l'accoglienza.
Tutti sbuffarono era un vero carceriere a lui del jet lag non fregava niente.
Akito si buttò sul letto sfinito, tutta quella tensione accumulata l'aveva praticamente distrutto.
Accese la tv e al notiziario vide le immagini del loro arrivo in aeroporto, anche se il suo giapponese era un po' arrugginito non ci voleva molto a capire che parlavano di loro.
Le immagini cambiarono, la giornalista inquadrata si trovava davanti al loro hotel.
Si alzò per andare a controllare dalla finestra e in effetti vide il furgone della tv.
Sbuffò, sarebbe stato difficile scappare senza essere visti.
Sentì bussare alla porta "Sono io"
Andò ad aprire e si trovò davanti Keita vestito in modo veramente insolito, sembrava una divisa scolastica.
Non riuscì a trattenere una risata "Come ti sei conciato?"
Keita fece l'offeso "Non sembro un liceale di qualche scuola giapponese?"
Akito rise ancora "Se non avessi 20 anni ..."
Keita gli si buttò addosso facendo finire entrambi sul letto, poi gli salì sopra e bloccandogli entrambe le braccia sopra la testa gli disse a pochi centimetri dal suo viso "19 per essere precisi e comunque vorresti insinuare che non ti piaccio?" e senza attendere una risposta lo baciò.
L'altro rispose al bacio trasformandolo subito in qualcosa di più profondo.
Appena si staccarono Akito lo guardò con occhi famelici "Vuoi giocare?"
Keita sorrise "Se vuoi scappare ... dobbiamo rimandare."
"Allora non stuzzicarmi se non vuoi pentirtene" e si passò la lingua sulle labbra per enfatizzare le sue intenzioni.
Keita vide una strana luce nei suoi occhi e ripensò a quella stramaledetta notte ...
Si sentiva responsabile per quello che era successo. Era stato lui ad introdurlo in quel mondo, perché voleva vederlo sorridere e ascoltare la sua musica, invece non era stato capace di proteggerlo.
Akito lo ridestò dai suoi pensieri "Non sarà facile scappare senza essere visti."
"Non preoccuparti. In fondo al corridoio c'è una scala antincendio che da direttamente sulla via dietro l'hotel. Tu pensa a metterti qualcosa per passare inosservato."
"Come te?" E scoppiò in una sonora risata.
Keita si infilò un cappello e un paio di occhiali "Così sono perfetto."
"Se lo dici tu..."
Akito indossò dei semplici jeans e una maglietta a maniche corte, poi imitò il suo amico mettendosi in testa un cappello in cui raccolse i suoi capelli biondi e un paio di occhiali scuri.
Uscirono dalla camera cercando di non essere visti e passando per l'uscita di sicurezza si ritrovarono sulla scala antincendio.
Scesero veloci e ad una rampa dalla fine Akito decise di saltare. Non si accorse del ragazzo che stava passando proprio in quel momento.
Fortunatamente quest'ultimo riuscì a spostarsi ed evitare il biondo piombato dall'alto.
"Ma sei deficiente? Guarda dove vai Baka!"
Akito si raddrizzò e guardò il nuovo arrivato con astio.
"Fatti i cazzi tuoi!"
Anche se stronzo, doveva ammettere che il primo giapponese che incontrava era proprio un gran figo. Non male come inizio ...
Il nuovo arrivato lo strattonò per la maglietta, il movimento repentino fece cadere il cappello e gli occhiali a Akito.
"Sono cazzi miei! Mi sei quasi finito addosso!"
"Lasciami bastardo. Se non vuoi che ti spacchi questa faccia da cazzo!" e dandogli una spinta si liberò dalla sua stretta continuando a guardarlo in cagnesco.
Sentì Keita chiamarlo "Aki muoviti se non vuoi che ci becchino."
"Arrivo." E senza aggiungere altro scappò via lasciando il moro ad urlargli contro "Dove vai deficente!?".
Quello stronzo lo aveva proprio fatto incavolare. Non gli era finito addosso solo per un soffio e invece di chiedergli scusa gli inveiva contro. Se per caso lo avesse rincontrato gliel'avrebbe fatta pagare cara. Eppure era certo di averlo già visto da qualche parte, non era un ragazzo che passava inosservato ... ma non riusciva proprio a ricordare dove.
Il moro arrivò al ristorante dove aveva appuntamento con suo fratello maggiore con ancora un diavolo per capello.
Il più grande non potè non accorgersene.
"Yu ti è successo qualcosa? Sembri incavolato nero."
"Non sembro, lo sono! Un deficiente mi è quasi finito addosso e poi ha avuto il coraggio di urlarmi contro. Infine ne s'è andato come niente fosse."
"Ti ha proprio colpito, non è da te infuriati per così poco"
Le parole del fratello, se possibile, lo fecero irritare ancora di più "Poco? Non hai sentito cosa ti ho detto? Comunque è solo un deficiente biondo."
Gli ritornarono alla mente quei bellissimi occhi blu. Se doveva essere sincero, anche il resto del viso non era niente male.
"Se dici così ..." soffocò una risata e decise di cambiare discorso "Allora sei pronto? Non hai cambiato idea vero?"
Yuri sbuffò "Se ti ho detto che parteciperò allora parteciperò, non sono un idiota che cambia idea ogni cinque minuti."
"Meglio così perché oggi con l'arrivo degli Skeezer tutti i giornali parlano del festival."
Yoichi era tra gli organizzatori dell'evento e sapeva che tutto doveva andare nel modo migliore soprattutto ora che erano riusciti ad avere l'attenzione dei media.
E così dicendo gli mostro una rivista che aveva appena comprato.
Yuri la guardò distrattamente, ma poi sgranò gli occhi e la prese dalle mani del fratello.
In copertina campeggiava la foto del suo assalitore. Non era possibile, ecco perché gli sembrava di conoscerlo.
Yoichi lo guardò divertito, anche se conosceva perfettamente le preferenze sessuali del fratello era raro che si interessasse veramente a qualcuno "Bello vero? E' Demon il cantante degli Skeezer"
Anche se gli sembrava che l'altro ragazzo l'avesse chiamato in modo diverso, non aveva dubbi era decisamente lui.
"E' il Baka che ho incontrato."
Yoichi sorrise "Sei stato fortunato, oltre ad essere molto bello dicono che a letto sia una forza della natura."
Yuri lo guardò malissimo "Ti ripeto che non mi interessa, mi ha fatto solo incazzare e nient'altro."
"Comunque se ti interessa puoi chiedere sue notizie al tuo amico Hiro, so che una volta erano intimi."
Lo guardò sorpreso "E tu come fai a saperlo?"
"Io ho le mie fonti lo sai e poi noi otteniamo sempre ciò che vogliamo."
Yuri sbuffò, a lui non fregava niente se la loro famiglia era molto importante in Giappone.
Suo padre era riuscito a creare un grande gruppo finanziario che aveva interessi in moltissimi settori, a comunicare da quello bancario, fino a quello della musica, passando per il cinema.
Ora, dopo la morte di suo padre, la società era diretta da suo zio Matsuta.
Yoichi non aveva voluto saperne di impegnarsi in prima persona in qualcosa di così grosso e aveva preferito dirigere solo il settore che si occupava dell'organizzazione di eventi mediatici.
Yuri era ancora meno interessato agli affari di famiglia.
Lui aveva la sua carriera di attore, a soli 20 anni aveva già girato diversi film, e adesso finalmente era in procinto di partire per gli Stati Uniti per lavorare ad Hollywood.
Tornando verso casa, Yuri ripensò allo strano incontro di quella mattina e a quel ciclone biondo. Possibile fosse davvero così famoso?
Mentre erano al ristorante aveva visto alla tv le immagini della folla di fan che aveva assalito gli Skeezer al loro arrivo in aeroporto e quelli attorno al loro hotel, forse era per quello che era scappato dalla finestra.
Chissà se Hiro era stato veramente con uno così.
Da lui poteva benissimo aspettarselo. Bastava dire che la loro amicizia era nata da una scopata.
Era stato contattato dal manager dei Dirty Hearts per prendere parte al video del loro nuovo singolo. Volevano attirare l'attenzione sulla loro nuova canzone facendo apparire un attore famoso, idolo di molte teenager nipponiche.
Normalmente la vocalist era Tamiko, ma in quella occasione avrebbe preso il suo posto suo fratello Hiro.
La canzone parlava di un amore contrastato dalla società. Seppur nel testo non venisse specificato perché questo rapporto era considerato sbagliato e illegittimo, nel video era messo ben in evidenza che si trattava dell'amore fra due ragazzi.
I protagonisti erano lui e il cantante.
Non c'era nessuna scena esplicita, però per tutta la durate delle riprese Hiro non aveva fatto altro che stuzzicarlo con gesti e frasi provocanti.
Appena terminato il lavoro il cantante era andato immediatamente nel camerino e lui l'aveva seguito a ruota.
Quel rossino l'aveva proprio stuzzicato e lui voleva fargli capire che non si può scherzare con il fuoco senza scottarsi.
Come entrò trovò Hiro intento a spogliarsi. Era di schiena e si era appena tolto la maglietta, gli si avvicinò piano e passandogli le mani sul torace, gli disse: "Mi hai provocato e adesso devi essere pronto a pagarne le conseguenze."
Hiro non si mosse e rispose freddo "Io valuto sempre quello che faccio"
"Vuoi dire che l'hai fatto di proposito per arrivare a questo?" E così dicendo passò la mano sul suo membro stringendolo.
Anche questa volta l'altro non si scompose "Dimostrami che non è stato tempo sprecato"
Questo suo atteggiamento unito a tutte le provocazioni di prima, fece eccitare Yuri "L'hai voluto tu. Però sappi che in questo momento non sono in vena di preliminari." E per enfatizzare le sue parole lo strinse a sé facendogli sentire la sua erezione fra le natiche.
"E chi te li ha chiesti? Adesso muoviti"
Non se lo fece ripetere, slacciò i pantaloni al rosso e li abbassò insieme all'intimo e poi lo fece piegare sul tavolo che aveva davanti.
Mentre con una mano prese a masturbarlo con l'altra, dopo aver utilizzato il lubrificante che l'altro gli aveva passato, iniziò a penetrarlo.
Sentì Hiro andare incontro ai suoi movimenti così si abbassò e gli disse all'orecchio "Ti piace?"
"Non sono una verginella. Smetti di giocare."
Yuri ghignò "Come vuoi."
Tolse le dita e dopo essersi messo un preservativo iniziò a penetrarlo poco alla volta tenendolo per i fianchi.
Arrivato in fondo attese un attimo per farlo abituare, ma sentì Hiro dirgli "Ti ho già detto che non ho bisogno di queste delicatezze", così prese a muoversi con foga, affondando fino in fondo senza indugi, facendosi guidare solo dal proprio piacere.
Raggiunto l'orgasmo Yuri attese un attimo per riprendersi poi, siccome Hiro non era ancora venuto, lo fece girare e, dopo essersi inginocchiato prese in bocca la sua erezione.
Bastarono poche pompate decise perché il rosso venne riversandosi nella sua bocca.
Yuri si alzò e pulendosi le labbra con una mano guardò l'altro che ancora ansimava per l'orgasmo. "Allora sei soddisfatto?"
Hiro sorrise "Sei stato un bel diversivo. Sei riuscito a farmi passare l'incazzatura."
Quella era stata la prima e unica volta.
Entrambi sapevano che il sesso tra loro non avrebbe portato a niente di buono. Poteva essere solo sesso violento.
Archiviato quell'episodio era diventati buoni amici.
Ripensandoci adesso un pensiero lo fece sorridere "Chissà se quel giorno Hiro aveva cercato quel modo insolito per sfogarsi perché era incazzato con quell'idiota biondo?"
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top