15 - ADDIO ...
La serata finale del festival arrivò velocemente.
Nei giorni precedenti Akito fu molto impegnati tra prove, interviste e trasmissioni varie e anche Yuri aveva molte cose di cui occuparsi per aiutare sua madre a riprendere in mano le redini della società.
Così non riuscendo a trovare il tempo per vedersi si diedero appuntamento dopo la fine del concerto. Sarebbe stata anche la loro ultima notte insieme, perché la mattina dopo Akito sarebbe ripartito per gli Stati Uniti.
Il concorso fu vinto dal gruppo di Hiro.
Akito ne fu molto contento come se lo avesse vinto lui stesso. Non poté andare da lui a complimentarsi perché dovevano esibirsi subito dopo, così dovette limitarsi ad abbracciarlo e fargli le sue congratulazioni velocemente mentre si incrociavano vicino al palco.
Il concerto degli Skeezer fu un grandissimo successo.
Akito cantò come non succedeva da mesi. Si sentiva nuovamente libero, si era vendicato di Matsuta e soprattutto non sentiva più il peso di dover avere nuovamente a che fare con lui per la realizzazione del loro secondo album.
Finalmente poteva impegnarsi nuovamente a creare le sue amate canzoni. L'idea di lavorare per Matsuta gli toglieva ogni desiderio di scrivere e la qualità del suo lavoro ne risentiva.
Adesso grazie a Yuri tutto aveva assunto una prospettiva diversa.
Non avrebbe mai immaginato che quel viaggio che tanto aveva odiato si rivelasse così importante e soprattutto che un incontro casuale potesse cambiare così la sua vita.
Erano giorni che non sentiva il bisogno di distruggersi, di annullarsi completamente, il peso che aveva sulla coscienza si stava allentando e stava forse iniziando a perdonarsi. Anche se sapeva bene che il percorso per uscire da quel tunnel era ancora lungo e non sarebbe stato facile.
Al termine del concerto Akito salutò i suoi compagni e si diresse immediatamente all'uscita di sicurezza dove aveva appuntamento con Yuri.
Come fu in strada notò un fuoristrada nera parcheggiato lì vicino che gli stava facendo dei segnali luminosi.
Era sicuramente Yuri.
Allora quel deficiente aveva anche una macchina meno appariscente!
Si avvicinò piano, prima di salire attese fosse Yuri a farsi riconoscere, una piccola vendetta, sapeva che il moro si irritava per niente a volte.
Yuri abbassò il finestrino e lo guardò male "Imbecille ti vuoi muovere prima che i tuoi fans si accorgano della tua fuga?"
Akito sorrise e salì in auto.
Il biondo lo guardò perplesso, credeva che Yuri lo portasse a casa sua che si trovava in una zona residenziale, e invece si diresse verso il centro della città. Yuri sorrise "È una sorpresa."
Scesero dalla macchina ed entrarono in un grattacielo ultramoderno salendo all'ultimo piano.
L'appartamento era lussuoso e le pareti esterne era fatte da immense vetrate. La vista era mozzafiato, da quella altezza si poteva vedere tutta Tokyo.
Akito si avvicinò e guardò ammirato quello spettacolo.
Yuri lo abbracciò da dietro appoggiando il mento sulla sua spalla "Questo è il mio regalo d'addio. Volevo darti la vista più bella di Tokyo."
"A chi appartiene questo appartamento?"
"È di mia madre. Un regalo che le ha fatto mio padre poco prima di morire, ma lei non ci è mai voluta venire. Il ricordo è troppo doloroso. Se vuoi è tuo."
Akito si sentiva lusingato "Non posso accettare ..."
"Voglio darti un posto in cui tornare."
Akito non rispose, ma sentì il suo cuore riempirsi di felicità. Girò la testa di lato per dare un bacio a Yuri che ricambiò.
Quando si staccarono, senza farlo girare, Yuri gli sfilò la maglietta e gli slacciò i pantaloni, poi lo spinse contro il vetro freddo. Akito sentì dei brividi percorrerlo non sapeva se per il contatto del suo torace nudo con la vetrata o per quello che stava per succedere.
Il moro gli baciò il collo e liberando il membro del biondo dai boxer iniziò a massaggiarlo.
Akito stava per protestare, ma fu interrotto da Yuri "Non preoccuparti da questa altezza nessuno ti potrà vedere. Voglio farti godere mentre ammiri questo panorama."
Akito inclinò la testa all'indietro contro la spalla di Yuri e si lasciò andare alle sensazioni che la mano del moro gli stava facendo provare. Era sicuro che Tokyo con le sue luci gli sarebbe rimasta nel cuore per il resto della sua vita.
Mentre Yuri lo stava portando inesorabilemnte all'orgasmo masturbandolo e torturandogli il collo Akito fu assalito da un nuovo desiderio, un desiderio che non avrebbe mai creduto di provare. Donarsi completamente a Yuri.
Voleva che il moro cancellasse per sempre il ricordo di Matsuta, lui era l'unico in grado di farlo.
Inoltre quella era l'ultima notte che passavano insieme e gli avrebbe concesso tutto se stesso.
Non per ringraziarlo per ciò che aveva fatto, ma per portare impresso per sempre nella sua anima quei giorni passati insieme.
Aveva fatto sesso con tantissimi partner diversi, ma mai a nessuno aveva concesso di possederlo, Yuri sarebbe stato il solo.
Questo era il suo regalo d'addio, il suo modo per mantenere la sua promessa di essere suo e di nessun altro.
Era certo infatti che nessuno dei due sarebbe riuscito a restare fedele con così tanti chilometri a dividerli e senza la possibilità di vedersi.
Però questo l'avrebbe mantenuto: solo a lui si sarebbe concesso.
Voleva credere che questa volta sarebbe riuscito a farsi possedere da Yuri senza rivivere quei terribili momenti, si sentiva finalmente libero e quella sarebbe stata la conferma.
Akito gli fermò la mano e gli disse semplicemente "Hai vinto. Sarò tuo."
Yuri sentì un brivido attraversarlo capendo a pieno il significato di quelle parole.
Si sentì riempire di gioia finalmente Akito aveva deciso di concedergli non solo il suo corpo, ma anche il suo cuore.
Yuri non attese oltre, lo prese in braccio, lo portò nella camera e lo depositò sul letto.
Si spogliarono completamente e Yuri rimase un attimo ad ammirare il suo amante.
Era semplicemente la cosa più bella che avesse mai visto e finalmente sarebbe stato tutto suo.
Sapeva che per Akito non era stata una decisione facile quindi doveva fare tutto nel miglior modo possibile. Doveva farlo sentire amato e non sfruttato.
Akito si lasciò portare in camera senza dire niente. Aveva deciso di fidarsi di lui fino in fondo.
Fermarlo prima di arrivare all'apice era voluto, il mancato orgasmo lo avrebbe lasciato fremente di desiderio tanto da non fargli pensare ad altro che non fosse godere.
Yuri prese del lubrificante dal comodino e salì sul letto posizionandosi fra le gambe del biondo "Aki se non vuoi ... fermarmi adesso ..."
Akito lo guardò sicuro "Non preoccuparti ormai ho deciso e non torno indietro."
Yuri passò la sua lingua sulla piccola apertura del biondo andandola a stimolare e forzare con quel muscolo caldo.
Akito sentì l'eccitazione arrivare alle stelle da quel gesto inatteso.
Nel frattempo il moro si era cosparso le dita di lubrificante e quando si spostò ad occuparsi nuovamente del sesso di Akito iniziò a penetrarlo con un dito.
Akito si irrigidì a quella intrusione e la sua mente fece riaffiorare dalla memoria le immagini e le sensazioni della violenza subita, ma questa volta Akito riuscì a contrastarle e a non farsi sopraffare.
Aprì gli occhi che non si era accorto di aver chiuso e guardò il ragazzo moro che in quel momento stava leccando la sua asta.
Anche se sentiva un po' di fastidio quello era Yuri. Ricordò a se stesso che era stato lui stesso a concedersi. Era sesso non violenza.
Quando poi lo vide prendere completamente in bocca la sua erezione trattenne il fiato per la sensazione che provò e per quella visione estremamente eccitante e la sua mente ritornò al presente.
Yuri intanto aveva inserito anche il secondo dito e il fastidio fu surclassato della bocca che si muoveva piano sul suo membro.
Quando Yuri pompò più forte e inserì il terzo dito Akito gemette forte lasciando cadere la testa sul cuscino.
Il passato era ormai completamente scacciato.
C'erano solo loro due e la loro voglia di dare e ricevere piacere.
Yuri sentendo che ormai Akito era pronto si fermò e dopo aver tolto le dita si posizionò davanti all'apertura. Il biondo mugugnò infastidito per quella seconda interruzione.
Yuri era estremamente eccitato e temeva di essere troppo irruento Akito gli arrivava al cervello facendolo andare completamente in tilt.
Lo penetrò poco alla volta e, per cercare di non farsi prendere dalla foga e dalle sensazioni forti date dal trovarsi in quel antro caldo e stretto, si morse forte l'interno della guancia.
Quando arrivò in fondo si fermò per attendere che Akito si abituasse a quella intrusione.
Non era facile, si sentiva stritolare e vedere sotto di sé Akito e rendersi conto di essere dentro di lui gli dava le vertigini.
Akito sentì un dolore fortissimo, ma non si fece prendere dal panico. Sapeva per esperienza indiretta che dopo poco quel fastidio sarebbe piano piano diminuito.
Yuri prese a masturbarlo per distrarlo e riportare la sua attenzione al bisogno di venire. Akito sentì il dolore diminuire e per far sapere a Yuri che andava tutto bene gli disse "Forza, fammi godere!"
Yuri sorrise "Ti farò annegare nel piacere" poi prese a muoversi affondando in lui con forza sempre maggiore.
Akito sentì il dolore tramutarsi in piacere. Un piacere inebriante e sconosciuto. Si lasciò travolgere da quelle sensazioni gemendo forte quando Yuri toccò un punto particolarmente sensibile.
Il moro era completamente assuefatto da quel suono e ne voleva di più, aumentò il ritmo con la mano che lo stava masturbando e uscendo da lui riaffondò con forza strappando a Akito un gemito forte.
Era entrambi completamente rapiti da quella danza fatta di affondi sempre più forti e inebrianti, da gemiti e scariche di piacere, da morsi e baci, da tutto ciò che erano uno per l'altro.
Dopo altre potenti spinte raggiunsero entrambi l'orgasmo.
Akito lo abbracciò e disse "Tu sei e sarai l'unico assumiti le tue responsabilità."
"Puoi contarci."
Quando si furono ripresi Yuri si alzò dal letto per andare in cucina con l'intento di prendere qualcosa da bere, ma non ci riuscì perché Akito lo raggiunse e spingendolo con il torace contro la vetrata gli disse "Voglio avere la mia visione indimenticabile di Tokyo. Fatti scopare e mostrami il tuo viso stravolto dal piacere..."
Yuri ghignò "Pensi di esserne capace?"
Akito non rispose. Trovandosi dietro di lui lo afferrò per i capelli e facendogli piegare la testa di lato prese a leccargli il collo seguendo la giugulare come fosse un vampiro pronto a dissanguare la sua preda.
Portò le sue dita alla bocca di Yuri che le succhiò e le inumidì giocandoci con la lingua.
Akito sentì l'eccitazione crescere di fronte all'evidente desiderio del moro.
Tolse le dita e quando violò l'apertura di Yuri affondò i denti nel suo collo provocandogli un dolore misto a piacere che lo fece fremere.
Akito era questo. Un momento delicato e dolce come un angelo e la volta dopo sadico e provocatore come un demone. E lui ne era terribilmente innamorato.
Quando era ormai pronto tolse le dita e prese a masturbarlo, appena lo sentì tendersi e ansimare lo penetrò spingendolo maggiormente contro il vetro. Yuri non sentì lo stesso dolore della prima volta, anzi la voglia di averlo dentro era tale da non voler attendere. Riuscì a mugugnare un "Muoviti baka" che fece perdere la poca lucidità a Akito che prese a muoversi veloce e con forza strappando gemiti a entrambi.
Akito guardò la faccia stravolta dal piacere di Yuri appoggiata al vetro e contornata dalle luci di Tokyo. Quella era l'immagine che avrebbe portato nel suo cuore per sempre. Niente e nessuno avrebbe mai uguagliato una tale bellezza.
Quando raggiunsero l'orgasmo stettero un po' in quella posizione Akito aggrappato a Yuri che a sua volta si sorreggeva contro il vetro.
Il biondo rimase ancora dentro di lui perché la separazione faceva male, quella volta ancora di più con l'approssimarsi del momento dell'addio, e voleva ritardarla il più possibile.
Yuri lo riscosse "Adesso posso andare a bere?"
"Se proprio devi"
Yuri dormiva già da diverse ore, quando Akito decise di farsi un bagno per cercare di rilassarsi, non era riuscito a chiudere occhio: troppi eventi avevano stravolto la sua vita in così pochi giorni e la partenza imminente rendeva tutto più difficile.
L'astinenza non aiutava, avrebbe voluto farsi per calmare i nervi, ma Yuri non l'avrebbe presa bene.
La vasca era immensa. Akito adorava i bagni giapponesi. La riempì di acqua calda e bagnoschiuma e vi si immerse appoggiando la testa al bordo. Chiuse gli occhi e lasciò che quel tepore donasse ristoro ai suoi muscoli esausti e soprattutto alla sua mente sovraccarica.
Si rese conto di essersi addormentato solo quando sentì le labbra di Yuri sulle sue. Riaprì gli occhi di scatto e lo scansò.
"Cosa stai facendo?"
"Che domanda fai? Il bagno, mi sembra chiaro."
Akito lo guardò storto "Potevi aspettare."
Yuri fece una faccia innocente "Perché mai, la vasca è tanto grande."
Poi si avvicinò e fece sedere Akito a cavalcioni su di sé. Quest'ultimo lo guardò interrogativo "E questo cosa significa?"
Yuri sorrise "E' tutta colpa tua. Adesso siamo due a uno e non vorrai che io non pareggi i conti."
Akito fece finta di essere scocciato.
Yuri lo strinse maggiormente a sé e lo coinvolse in un bacio passionale mentre con le mani andava a cercare la sua apertura.
Senza smettere di baciarlo lo alzò e lo penetrò senza problemi aiutato anche dall'acqua e dal sapone della vasca.
Akito si staccò dal bacio per riprendere fiato, quella penetrazione inaspettata gli aveva tolto il respiro. Buttò la testa all'indietro in cerca d'aria mentre Yuri tenendolo per i fianchi affondava in lui deciso. Akito si aggrappò alle sue spalle per andare incontro alle sue spinte e aumentare così la forza del movimento.
Erano nuovamente preda del piacere e del desiderio di avere sempre di più.
Non riuscivano a stare insieme senza finire a fare sesso. Erano diventati uno la droga dell'altro.
Un pensiero attraversò la mente di Akito. Forse era un bene che non si vedessero per un po' altrimenti avrebbero finito per diventare dei veri dipendenti dal sesso.
Akito rientrò in albergo solo a mattina inoltrata.
Era distrutto l'avevano fatto tre volte. La prima volta era stato tutto molto dolce, Yuri l'aveva fatto suo con gentilezza. Le altre due erano state più passionali tanto da lasciarlo senza forze.
Aveva poco tempo per fare i bagagli e incontrarsi con gli altri nella hall dell'hotel.
Quando Keita lo vide non ebbe bisogno di chiedergli se andava tutto bene. La sua faccia rilassata e tranquilla parlava da sola.
Forse finalmente aveva ripreso a guardare avanti e aveva lasciato che il passato fosse nuovamente solo passato.
Se il merito era di quel ragazzo moro a lui non restava che ringraziarlo.
Aveva fatto ciò che a lui non era mai riuscito. E ne era veramente felice. Voleva rivedere il sorriso sincero di Akito. Un sorriso capace di illuminare tutto ciò che aveva attorno.
Keita si avvicinò al biondo e gli disse "Sembri soddisfatto. Ti sei divertito questa notte..."
Akito sorrise "Baka" e prendendolo per il collo andarono ad unirsi agli altri.
Dexter appena li vide si avvicinò e fece qualcosa che lasciò tutti stupiti, scompigliò i capelli ad Akito e gli disse "Ieri sera sei stato grande. Finalmente ho rivisto il ragazzino che mi aveva impressionato per la sua bravura e la sua determinazione."
Akito gli sorrise "Anche se non sei il mio tipo potresti iniziare a piacermi."
Dexter gli fece l'occhiolino "Non ti illudere anche se sei uno schianto io preferisco le tette!"
Akito scoppiò in una fragorosa risata e fu seguito a ruota dagli altri.
La tensione dei giorni scorsi si era dissolta e tutto sembrava ritornare a girare per il verso giusto.
Akito si rese conto, per la prima volta, che era stato veramente vicino a distruggere tutto. Tutto il duro lavoro, tutti i sacrifici, tutte le rinunce che avevano fatto per arrivare a realizzare il loro sogno erano stati ad un passo dall'essere vanificati dal suo comportamento.
Adesso doveva impegnarsi perché loro infondo erano la sua nuova famiglia.
King si intromise "Andiamo ragazzi altrimenti faremo tardi"
Arrivati all'aeroporto Akito trovò Hiro ad attenderlo insieme ad Yoichi. Ne fu molto contento visto che la sera prima non erano riusciti a parlarsi.
"Sei venuto ... Mi dispiaceva partire senza averti salutato e soprattutto senza averti chiesto scusa ..."
Hiro sorrise "Non c'è niente di cui ti devi scusare con me. L'unico a cui devi chiedere scusa è te stesso."
Akito abbassò lo sguardo "Cercherò di non esagerare più e di darmi una regolata ..."
Hiro lo abbracciò "Bene"
Yoichi che fino a quel momento era rimasto in silenzio ghignò "Non avrai altra scelta..."
Akito lo guardò perplesso non capendo a cosa si riferisse.
Poi guardò Hiro negli occhi e trovandoci solo amore ne fu veramente felice, ricambiò l'abbraccio e dandogli un tenero bacio sulle labbra gli disse "Spero di rivederti presto e poter passare un po' di tempo insieme."
"Verremo sicuramente a trovarvi."
Akito stava per chiedere il significato di quel plurale, ma sentì chiamare il suo volo, così salutò Hiro e Yoichi e si diresse nella zona d'imbarco.
Si sentiva sollevato, finalmente le cose con Hiro avrebbero riprese ad andare nel modo giusto. Sarebbero riusciti finalmente a ritornare ad essere amici.
Era sicuro di lasciare il suo amico in buone mani. L'amore che aveva visto negli occhi di Yoichi quando il suo sguardo si soffermava su Hiro era qualcosa di palpabile.
Era certo che anche quest'ultimo ricambiasse i suoi sentimenti altrimenti non si sarebbe mai fatto accompagnare all'aeroporto.
Era un tipo molto riservato e non permetteva a nessuno di stargli vicino più del necessario o di intromettersi nella sua vita privata.
Akito aveva colto in quel gesto il desiderio di fargli sapere che aveva trovato finalmente qualcuno di speciale e che quindi non doveva preoccuparsi per lui.
Nessuno dei due avrebbe mai dimenticato quello che c'era stato fra loro, ma era arrivato il momento di andare avanti e concedersi nuovamente la possibilità di essere felici.
Purtroppo lui aveva dovuto dire addio all'unica persona che poteva renderlo tale ...
Come entrò nella zona d'imbarco non poté non notare il ragazzo moro già seduto in una delle poltroncine.
Si avvicinò "Yuri che cosa ci fai qui? È la zona riservata all'imbarco."
Yuri lo guardò sorridente "Infatti parto anch'io"
"Cosa??" Akito non riuscì ad impedirsi di urlare.
Yuri allargò il sorriso "Parto con te. Non te l'ho detto?"
Sapeva perfettamente di averglielo tenuto nascosto di proposito per vedere la sua reazione a quella scoperta e soprattutto non dargli la possibilità di opporsi.
Akito sentì la rabbia assalirlo "Perché non mi hai detto niente?!"
Yuri ghignò "Perché se sapevi che non era l'ultima notte che passavamo insieme non ti saresti mai fatto scopare."
Akito aveva voglia di strozzarlo "Brutto bastardo! Mi hai ingannato..."
Yuri cercò di restare serio anche se non era facile di fronte alla faccia di Akito "Non fare la finta con me, ti è piaciuto e anche molto ..."
Akito gonfiò le guance "Non è questo il punto. Comunque perché parti?"
"Primo perché dal prossimo mese inizierò a girare un film a Hollywood e secondo perché se ti sto lontano non riuscirai mai a mantenere la tua parte del nostro accordo di essere solo mio. Ti conosco troppo bene, ti piace troppo fare sesso, non potresti mai resistere. Quindi verrò a stare da te, così lo farai con me tutte le volte che vorrai."
Anche Akito sapeva bene che con quella distanza a separarli non sarebbe mai riuscito a restargli fedele. Stava per concordare quando gli ritornò in mente l'ultima parte di quello che aveva detto Yuri. "Come sarebbe che verrai a stare da me?"
Yuri sorrise davanti all'espressione allarmata di Akito "Sì, ho parlato con il tuo tutore ed è stato veramente felice della notizia. Ha detto che ti serve qualcuno che ti metta un freno... Le mie cose sono arrivate questa mattina."
Akito era diventato rosso dalla rabbia. Come si permetteva quel bastardo di decidere tutto da solo? "Io vi ammazzo a tutti e due"
"Quante storie hai una casa immensa."
"Come fai a saperlo?"
"Ho le mie fonti."
Akito non sapeva come uscirne, era contento di non dover salutare Yuri, ma l'idea di vivere insieme lo terrorizzava. Avrebbero finito per uccidersi. Di sesso o di botte era ancora da vedere...
Ebbe una illuminazione "Ma io vivo a New York e tu devi lavorare a Los Angeles"
"Ho già acquistato una casa a Los Angeles. Vivremo in una delle due città in base ai nostri impegni. Ho già programmato tutto."
Ecco cosa aveva fatto nei giorni precedenti quel fottuto bastardo, altro che aiutare la madre ...
Akito sentì un brivido percorrergli la schiena. Era fregato!
Aveva ragione a non voler partire per il Giappone...
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NdA: eccoci giunti alla fine.
Se l'idea di riesumare le mie vecchie storie vi è piaciuta potrei farlo anche con altre.
A presto!
Japanika
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