10 - CHIARIMENTO
Akito imprecò uscendo dalla Ferrari nera di Yuri.
Proprio quello che gli ci voleva per passare inosservato. I paparazzi davanti all'hotel non si fecero sfuggire l'occasione per fotografarlo.
Lo sapeva che non doveva accettare quel passaggio, ma lì per lì gli era sembrato qualcosa di innocuo. Non poteva immaginare che Yuri possedesse una Ferrari, tra l'altro un modello molto esclusivo. I giornalisti non ci avrebbero messo molto a capire con chi avesse passato la notte.
Vedendo il sorrisino divertito di Yuri non poté fare a meno di pensare che l'avesse fatto proprio con quel preciso intento. Era proprio un fottuto bastardo.
"Ci si vede più tardi stronzo"
"Contaci bellezza"
Come avessero fatto ad arrivare a quella confidenza Akito proprio non riusciva a capirlo. In fondo si conoscevano solo da pochi giorni e sapevano veramente poco uno dell'altro.
Però non poteva ignorare la forte attrazione che provava per il moro e nemmeno quanto l'altro lo desiderasse.
La cosa lo spaventava, non voleva nessuna storia che lo coinvolgesse troppo, solo sesso e nient'altro. Fortunatamente alla fine della settimana sarebbero ripartiti per gli Stati Uniti e tutto avrebbe avuto fine.
Entrato in hotel trovò Keita seduto nella hall che lo aspettava. Akito gli fece segno di seguirlo. Attesero di arrivare in camera prima di parlare.
"Stai bene Aki?"
Il biondo fece cenno di sì poi entrò in bagno per farsi una doccia.
Keita non protestò perché se era tutto ok, poteva attendere che avesse finito per riprendere il discorso.
Quando Akito uscì aveva solo un ridottissimo asciugamano bianco attorno alla vita e un altro in mano con cui si stava strofinando i capelli bagnati.
Keita si soffermò ad osservarlo, era sempre uno spettacolo, si rilassò notando che effettivamente sembrava stare bene. Ricordava ancora con rabbia i segni che gli aveva visto sul corpo quando quei due porci l'avevano violentato.
"Allora Aki si può sapere dove sei stato?"
Akito iniziò a prepararsi mentre rispondeva alle sue domande.
"A casa di Yuri Kimura"
"Chi? L'attore?"
Akito fece un cenno affermativo con la testa.
Keita era sorpreso, il suo amico riusciva sempre a lasciarlo senza parole, i suoi amanti occasionali erano sempre talmente diversi che non era ancora riuscito a capire cosa attirasse Akito o se semplicemente li scegliesse a caso, perché, ne era certo, da Yuri Kimura non era andato a giocare a carte.
"Ero molto preoccupato. Ieri sera ti ho chiamato diverse volte, ma non mi hai mai risposo."
Akito si ricordava vagamente lo squillo del suo cellulare quando era disteso a terra nello studio di Matsuta.
"Non ero in condizione di risponderti ..."
Keita stava per protestare e dirgli che quando aveva finito di scoparsi il moro poteva benissimo richiamarlo, ma vedendo l'espressione seria di Akito si preoccupò
"Cioè? Cosa è successo?"
Akito decise di raccontargli tutto. O almeno quello che ricordava unito a quello che gli aveva detto Yuri.
Aveva deciso di credere al fatto che non fosse in combutta con suo zio, per il resto, cioè che non avesse approfittato della situazione, aveva ancora dei dubbi.
Keita non riuscì a trattenere la rabbia. Come avevano potuto quei due vermi tentare nuovamente di violentare Akito? Se non ci fosse stato Yuri ci sarebbero sicuramente riusciti.
Keita rivide nella sua mente le condizioni pietose in cui si trovava l'amico i giorni successivi alla precedente violenza. Doveva trovare il modo per assicurarsi che non provassero ad avvicinarsi mai più a lui.
Fu riscosso dai suoi pensieri dalla voce di Akito "Sono pronto andiamo?"
Keita ricacciò indietro la rabbia e sorrise "Gli altri ci stanno aspettando direttamente là"
Quando arrivarono al luogo dove si teneva il concerto gli altri membri della loro band stavano già sistemando gli strumenti.
Dexter appena lo vide sorrise maligno "La principessina ci onora della sua presenza"
Ultimamente non andavano molto d'accordo, a Dexter non andava giù il comportamento del biondo, perché secondo lui perdeva di vista il loro obiettivo e lo metteva a rischio.
Akito a volte sentiva una gran voglia di rinfacciargli che in fondo era anche colpa sua, era stato lui insieme a King ad insistere perché quella sera incontrasse Matsuta, ma poi lasciava sempre perdere perché era da ipocriti accusare qualcuno per una sua scelta.
Andy come sempre accorse prima che Akito potesse dire qualcosa e iniziare così l'ennesima lite con Dexter. "Lascialo in pace. Qui abbiamo già finito. È arrivato al momento giusto per la prova del suono."
Dexter lo guardò male poi rivolto a Keita "Anche tu datti una mossa."
Keita sorrise "Sempre di cattivo umore?"
"Siete voi due che mi fate girare le palle! Vedete di stare buoni questa sera."
Akito gli si avvicinò, poi con un sorriso provocatorio gli disse "Ti darò uno spettacolo indimenticabile. Cerca solo di non eccitarti troppo non sei il mio tipo."
"Vaffanculo!"
Andy cercò nuovamente di placarli "Su smettetela. Cerchiamo di essere dei veri professionisti."
Akito lo guardò sorridendo "Tranquillo Andy. Il giorno che faremo sul serio uno dei due non lo potrà raccontare. Dico bene Dexter?"
Dexter sorrise "Contaci. Non vedo l'ora di spaccarti quel bel faccino."
Le prove si svolsero senza intoppi così che poterono concedersi un po' di pausa prima dell'inizio dello spettacolo.
Akito ne aveva proprio bisogno si sentiva stanco e ancora stordito dalla quantità di roba che gli avevano sparato in vena.
Inoltre non riusciva a ricordare quando fosse stata l'ultima volta che aveva mangiato qualcosa, forse la sera del loro arrivo ... gli sembrava ormai passato un secolo ... erano successe tante cose non certo piacevoli ... poi la mente gli ritornò al bel moro e a quello accaduto fra loro qualche ora prima, quella poteva essere considerata un'eccezione ...
Era sicuro che lo avrebbe rivisto non era uno che cambiava idea facilmente e dal modo in cui lo guardava era fin troppo chiaro cosa volesse da lui.
Akito sorrise, se non fossero stati interrotti Yuri gli avrebbe permesso di andare avanti? L'idea lo eccitava, ma adesso doveva concentrarsi sul concerto per poter dare il massimo.
Mentre si dirigeva al suo camerino un ricordo della sera prima lo bloccò: il suo incontro con Hiro.
Come aveva potuto trattarlo così?
Era stato sopraffatto dalle emozioni e gli aveva mostrato il suo lato peggiore.
Non poteva rinnegare ciò che aveva fatto, ma almeno doveva cercare di scusarsi.
Non era da lui farlo, ma Hiro se lo meritava.
Anche se non avesse più voluto parlargli, doveva almeno provare, gli doveva almeno quello.
Hiro era stato la persona più importante della sua vita e gli aveva donato il suo cuore, adesso non poteva calpestarlo e rinnegare tutto.
Anche lui lo aveva amato e questo non poteva negarlo. Anche se pensare a lui gli faceva male, era una parte troppo importante del suo passato, senza di lui sarebbe ancora da qualche parte a scrivere canzoni che nessuno avrebbe mai ascoltato.
Keita vedendolo andare via lo richiamò "Tutto bene?"
"Sì vado a cercare Hiro. Ritorno subito."
Keita sorrise "Così mi piaci"
Akito ricambiò il sorriso.
Yuri appena rientrato a casa si fece una lungo bagno. Voleva rilassarsi e avere tempo per pensare a quello che era accaduto.
Akito era peggio di una droga per lui. Adesso che ne aveva avuto un piccolo assaggio, non poteva più tornare indietro. Si sentiva già in astinenza, ne voleva sempre di più.
Quella stessa sera dopo il concerto avrebbe cercato di ottenere la sua dose.
Si sarebbero visti sicuramente dato che sarebbe stato lui a presentati.
Sorrise al pensiero di farlo finalmente suo.
Nella sua mente ripercorse ogni centimetro del suo fisico abbronzato, il suo viso delicato contornato dai lucenti capelli biondi e i suoi infuocati occhi blu. Sembrava un demone rinchiuso dentro il corpo di angelo. Un mix diabolico. Adesso capiva tutti i commenti che giravano sul suo conto.
Nei suoi 19 anni di vita solo il biondo era riuscito ad accendere il suo interesse.
Uscì dalla vasca e si preparò. Mise un elegante completo scuro di Armani e si pettinò con cura, anche se una volta arrivato lo avrebbero costretto a farsi sistemare nuovamente.
Era ancora presto per il festival così decise di fare una visitina a suo zio. Voleva sondare un po' il terreno per capire come stavano le cose con Akito.
Arrivato alla villa, sua madre lo salutò con un grande abbraccio, era sempre felice quando il figlio passava a salutarla visto che ultimamente lo faceva di rado. Dopo aver chiacchierato un po' del più e del meno Yuri chiese di suo zio e sua madre gli indicò lo studio.
Entrò senza bussare visto che lo riteneva un intruso nell'ufficio di suo padre.
Matsuta appena lo vide sorrise mellifluo.
"Figliolo che piacere vederti. Siediti"
Yuri lo guardò male "Non sono tuo figlio e preferisco stare in piedi. Sono solo venuto per chiederti una cosa"
Matsuta fece finta di non aver sentito.
Così Yuri proseguì "Conosci Demon il cantante degli Skeezer?"
Matsuta si irrigidì ripensando alla sera prima quando, rientrando nel suo ufficio, non l'aveva più trovato.
Si era infuriato con Bunzo visto gli aveva assicurato che non sarebbe stato in grado di fuggire.
Stava già pregustato il piacere di possederlo e invece qualcuno gli aveva sottratto il suo giocattolo.
Aveva mandato Okamoto in giro per tutta la casa in cerca del biondo senza però trovarlo.
Era preoccupato che qualcuno potesse averlo incontrato in quelle condizioni e che fosse venuto a sapere che cosa aveva fatto. Stava progettando un modo per rintracciare Akito per assicurarsi che non avesse parlato con nessuno, ma soprattutto per riaverlo nel suo letto.
Yuri forse sapeva qualcosa? Sarebbe stato un bel guaio considerando i suoi progetti e gli sforzi che stava facendo per riuscire a sposare sua madre.
Matsuta cercò di mantenere la calma e far finta di niente "Chi non lo conosce. E poi gli Skeezer hanno un contratto con la nostra casa discografica."
Yuri sapeva che suo zio cercava di fare il furbo, lo conosceva troppo bene.
"Questo lo so anch'io, ma io ti ho chiesto se lo conosci bene. L'hai mai incontrato di persona?"
Matsuta sorrise "Perché ti interessa? Non dirmi che sei attratto da quel ragazzo. Sarebbe un duro colpo per tua madre sapere che il suo amato Yuri è attratto dai ragazzi e che non le darà mai dei nipotini."
Yuri pensò semplicemente "stronzo" ma non si scompose, se voleva la guerra l'avrebbe avuta "No, mi chiedevo semplicemente cosa ci faceva ieri sera nel tuo studio"
Matsuta mise su una faccia da poker e disse "Non lo so. Dovresti chiederlo a lui."
Yuri sorrise "Lo farò senz'altro" e uscì senza aggiungere altro. Per il momento poteva bastare, tanto suo zio non gli avrebbe detto niente. A lui bastava fargli sapere che sapeva.
Matsuta imprecò buttando tutti i fogli che aveva sulla scrivania sul pavimento in un gesto di stizza. Ecco chi aveva aiutato Akito a scappare. Tra tutti proprio lui. Chissà fino a che punto quel piccolo bastardo sapeva?
Akito non dovette cercare molto prima di trovare Hiro, tutte le band erano già radunate in una grande sala vicino all'ingresso del palco. Erano in attesa di sapere l'ordine di entrata.
Erano 12 i gruppi ammesso a quella finale.
Ogni sera ci sarebbero stati degli eliminati e solo in 4 sarebbero arrivati alla finalissima. Diminuendo il numero dei partecipanti aumentava il tempo concesso ad ogni gruppo. Quella sera avevano a disposizione solo una canzone ciascuno quindi dovevano scegliere bene cosa presentare.
Akito gli si avvicinò. Hiro era bellissimo con la sua immancabile matita nera e la sua espressione da duro sul viso delicato.
"Ciao. Hai un minuto?"
Hiro fece cenno di sì e lo seguì appena fuori dalla sala.
Akito non sapeva ancora bene cosa dire. Si sarebbe fatto guidare dall'istinto e dal cuore.
Il rosso lo osservava con sguardo imperscrutabile.
"Ascolta, lo so che mi sono comportato da stronzo. E non ti biasimo se mi odi. Però volevo scusarmi ugualmente. Anche se Akito ormai non esiste più, quello che c'è stato fra noi è stato importantissimo e non potrò mai dimenticarlo."
Guardò Hiro negli occhi e vedendo che non diceva niente decise di ritornare indietro.
Stava per girarsi quando sentì la vice dell'altro "È una stronzata!"
Akito si sentì gelare "Cosa?"
Hiro continuò "È una stronzata, tu sei sempre tu. Anche se in tre anni sono successe tante cose che ti hanno portato a fare delle scelte, tu rimani sempre Akito. Lo stesso con cui ho condiviso un anno della mia vita."
Akito scosse la testa, possibile che Hiro facesse finta di non vedere "Non c'è bisogno che ti dica niente. Hai visto con i tuoi occhi cosa sono e cosa faccio."
Hiro continuava a guardarlo negli occhi "Quelle sono solo le tue scelte per quanto discutibili. Se vuoi puoi sempre tornare indietro facendone altre."
Akito abbassò lo sguardo "Non credo sia possibile. Ormai è troppo tardi."
Hiro gli si avvicinò "Dipende, se lo vuoi..."
In quel momento sentirono Tamiko chiamare il fratello. "Hiro dove ti sei cacciato?"
"Adesso devo andare. Ne riparliamo alla finale."
Akito cercò di sorridere "Ti aspetto."
"Contaci."
Hiro stava per andarsene quando si girò e aggiunse "Io non ti odio. Non potrei mai. Ti amo e ti amerò per sempre anche se ti prenderei a pugni in faccia."
Akito sorrise, questa volta era un sorriso sincero.
Prima di tornare indietro Akito non poté non rivolgere uno sguardo di sfida al ragazzo moro, un altro bastardo Kimura, la somiglianza con Yuri non lasciava dubbi, che non aveva mai staccato gli occhi da Hiro per tutto il tempo della loro conversazione. Probabilmente era il suo nuovo ragazzo.
Non erano più cose che dovevano interessarlo, però era pronto ad ucciderlo se lo avesse fatto soffrire e il fatto che fosse un Kimura non lo lasciava tranquillo.
Un vocina gli ricordò che non c'era nessuno più bravo di lui a ferire gli altri.
Rientrò nel suo camerino e si preparò con calma. L'incontro con Hiro gli aveva lasciato uno strano sapore in bocca. E un miscuglio di emozioni difficili da ignorare.
Indossò una camicia bianca lasciandola fuori dai pantaloni neri e con solo pochi bottoni allacciati, una cravatta nera lenta. Il suo fisico abbronzato risaltava sotto il tessuto leggero. Si arrotolò un po' le maniche. Si passò la matita attorno agli occhi per metterli maggiormente in risalto. Si pettinò con cura sparando i suoi capelli biondi in alto.
Era perfetto.
In quel momento entrò Keita. Akito constato con piacere che era splendido con addosso il suo solito Kimono nero abbassato fino ai fianchi e sopra una maglietta che si apriva sul davanti con una cerniera. Sorrise era perfetta per quello che aveva in mente.
"Aki sei pronto?"
"Sì. Andiamo e spacchiamo tutto."
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