23
L'Australia fu magica.
Sydney, con l'Harbour Bridge e la Vela, il bagno con i delfini a Monkey Mia...
Ma la parte che in assoluto ricordo con più amore e gioia è il viaggio lungo la Great Ocean Road.
Ogni giorno ci fermavamo in una spiaggia diversa, facevamo surf fino ad aver male alle gambe, poi ci gettavamo a terra a guardare il cielo.
Poi ci fermavamo a dormire in tenda sulla spiaggia, e qualche volta addirittura sotto il cielo limpido e terso dell'Australia.
Fu magnifico, e fu uno dei momenti migliori della mia vita.
Frederick si stava lentamente innamorando di Camila.
Lo capivo. Lei era brillante, tanto divertente quanto intelligente.
Aveva nei suoi movimenti una grazia, probabilmente il frutto di anni di danza classica, che le inviadiavo moltissimo.
Doveva essere successo qualcosa fra quei due, anche se Marc diceva di non saperne nulla.
-Passo ogni secondo con te. Ho tagliato completamente i ponti con mio fratello.- mi rispondeva ogni volta che gli domandavo qualcosa.
E io sorridevo, lui mi abbracciava e tornavamo a parlare del più e del meno.
Una sera Camila non si sentiva troppo bene, così si rifugiò in tenda.
Marc era andato a prendere qualcosa da mangiare nella cittadina più vicina, ed io e Frederick eravamo rimasti da soli.
Il sole stava tramontando davanti a noi, e man mano che passava il tempo si diffondeva un lieve manto d'imbarazzo.
Era la prima volta che rimanevamo da soli dalla mattina in cui avevamo discusso a New Orleans.
Decisi di rompere il ghiaccio, mi passai una mano fra i capelli e dissi:- Allora... come vanno le cose fra te e Camila?
Sorrise istintivamente:- Non lo so.
Lo guardai, attonita:- Stai scherzando spero.
-Io... mi piace. Veramente tanto.
Non solo perché è una bella ragazza, mi piace soprattutto il suo modo di vedere il mondo.
È come se avessi sempre visto il mondo in bianco e nero. Lei mi sta facendo cogliere le sue sfumature.
-Trovo sia bellissimo.-gli risposi, dandogli una pacca sulla spalla.
Sorrise ancora di più, poi alzò il viso verso il mare che, lentamente, stava inghiottendo il sole.
-Me la ricordo, sai? Bonnie.- disse all'improvviso.
Rimasi ferma, il battito nel cuore sempre più veloce. Era serio?
-Ricordo ogni singolo istante di tutto ciò che credevi fosse scomparso con l'amnesia.- continuò- Ho iniziato a ricordare cose confuse circa due settimane dopo il risveglio dal coma.
Poi è stato tutto così veloce. La morte di Bonnie, io che ancora non sapevo che ruolo avesse avuto nella mia vita, immagini di noi che mi apparivano nei sogni.
Non so come, ma sono riuscito a dare un senso a tutto. È stato difficile, ma pian piano ogni cosa è andata al proprio posto.
-Cosa ti ricordi di lei?- chiesi, il respiro che faticava a tornare normale ed il cuore che non voleva saperne di smettere di battere così furiosamente nel petto.
-Tutto.- rispose alzando le spalle, senza però distogliere lo sguardo dal mare.- La sera in cui ci siamo conosciuti, il primo appuntamento, il primo bacio... ogni singolo istante.
Ho finto di non ricordare nulla perché era dannatamente difficile affrontare tutta quell'ondata di emozioni. La consapevolezza di aver perso una persona così importante mi ha quasi annientato dentro.
-Ma eri sempre così allegro e facevi battute in continuazione. Eri...
-Non ero me stesso. Quando sto con gli altri diventa più facile fingere di essere diverso. Non so perché.
Poi è arrivata Camila e... all'inizio è stato come rivivere i primi momenti con Bonnie. La prima volta che le ho preso la mano, che mi ha sorriso...
Ma ora è diverso. Lo sento, e lo vedo. Sto iniziando a conoscerla, conoscerla sul serio ed è così...- si interruppe, cercando la parola più adatta.
-Bello?- suggerii.
-Bello è riduttivo.- disse, e finalmente voltò la testa verso di me.
-Credi che io sia pazzo?- mi domandò, passandosi una mano fra i capelli.
Scossi la testa:-No, assolutamente. Sei stato solo dolcemente stregato da lei.
E nonostante all'inizio non la approvassi... adesso sono contenta che sia partita con noi.
-Riesco ad essere me stesso quando sto con lei. Mi mancava come sensazione.
Non risposi.
Era triste.
Tremendamente triste.
Come era riuscito a nascondere un tale dolore persino a suo fratello?
-Marc lo sapeva?- chiesi all'improvviso.
Annuì:- Una sera siamo usciti dal tuo appartamento, dopo aver passato ore a pianificare il viaggio.
Avevo intuito che stavi iniziando a piacergli sul serio, e lui si è infuriato con me.
Non ricordo come, ma alla fine gli ho detto tutto.
Non volevo che sprecasse tempo quando era più che palese che gli piacevi.
Sorrisi, anche se nel profondo ero anche un po' arrabbiata con Marc.
Non mi aveva detto niente, ma probabilmente lo aveva fatto perché stava a Frederick dirmelo.
Avrei fatto la stessa cosa con Sara.
-Beh, ora tocca a te. Finalmente tu e Marc vi siete messi insieme. È stupefacente, e sono sorpreso dalla rapidità con cui Marc ha capito quello che provava.
Scoppiai a ridere:- Sì, hai ragione. Ma sono stata io a capire in ritardo quanto fosse diventato importante. -Tra qualche settimana torneremo a casa.- disse poi, all'improvviso.
Chiusi gli occhi. Non avevo voglia di pensarci.
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