21
Frederick
Sorrisi quando, in lontananza, vidi Marc baciare Jenna.
Era ora dannazione. Finalmente avevano capito ciò che provavano.
-Si può sapere perché siete tutti in giro per Miami a quest'ora del mattino?- disse una voce dietro di me.
Mi voltai, in tempo per vedere Camila appoggiarsi al muro a pochi metri da me.
-Scusa, avrei dovuto lasciarti un biglietto, ma volevo assolutamente assistere a questa scena.- risposi, indicando Marc e Jenna in riva al mare.
Camila sorrise:- Sei davvero un pessimo fratello.
-Cosa? Se si metteranno insieme sarà solo per merito mio!
Scosse la testa, i capelli biondi le ricadevano ad arte sulle spalle e gli occhi azzurri erano quasi dello stesso colore del cielo.
Distolsi lo sguardo, colpito da un improvviso fremito.
Avrei dovuto raccontare a Jenna, prima o poi, che ormai ricordavo ogni cosa.
Il sorriso di Bonnie la sera in cui ci eravamo conosciuti, i suoi capelli lisci che mi solleticavano il viso ogni volta che ci baciavamo.
L'odore della sua pelle che mi rimaneva addosso per ore quando dormivamo insieme.
Chiusi gli occhi e trattenni il respiro.
Quell'ondata di ricordi mi aveva travolto senza spiegazione apparente.
-Stai bene?- mi chiese Camila.
Non risposi, continuando a tenere gli occhi chiusi.
Era così simile a Bonnie.
Bionda, occhi azzurri e profondi come l'oceano, sorriso brillante e sincero.
Cosa stavo facendo? Cercavo di sostituire Bonnie con una sua copia sbiadita?
Non lo sapevo, non me ne rendevo conto.
Riaprii gli occhi: Camila era davanti a me.
Camila, non Bonnie.
I suoi occhi erano azzurro ghiaccio, i suoi capelli biondi ed ondulati.
I lineamenti erano più delicati, quasi dipinti ad arte.
Non era Bonnie, lei non sarebbe mai potuta tornare.
-Sei pallidissimo.- disse, poi mi accarezzò una guancia.
-Che ti succede?- insistette.
Scossi la testa, cercando di tranquillizzarla:- È tutto ok. Non ti preoccupare, sto bene.
Era notevolmente più alta di Bonnie.
Ed i suoi occhi tendevano più al ghiaccio, non al color cielo.
E le sue guance erano sempre rosse, non pallide.
E Camila erano incredibilmente diversa rispetto a Bonnie.
Sorrisi:- Sto bene. Sul serio.
Sorrise anche lei:- Mi hai fatto prendere un colpo.
Si sedette a terra, appoggiando la schiena al muretto che separava la spiaggia dalla strada.
La imitai, fregandomene del cielo che, pian piano, stava diventando sempre più grigio.
Erano a malapena le 6,00 ed il sole non aveva nemmeno finito di sorgere che già era stato oscurato dalle nuvole.
Jenna e Marc se ne erano andati chissà dove, e Camila continuava a fissarmi in silenzio.
-Che c'è?- le chiesi.
-Dove vai con la testa quando fissi il vuoto?
Scoppiai a ridere:- Non fisso il vuoto.
-Sì che lo fai. Ogni sera prima di spegnere la luce, e qualche volta anche quando tuo fratello ti parla. O quando fai finta di leggere un libro, e rimani per ore a fissare una stessa pagina.
Noto tutto, mi piacciono i dettagli perché sono quelli che determinano una persona.
Ho come il presentimento che tu sia molto incasinato, ma per qualche motivo me lo stai tenendo nascosto.
Ma io adoro i ragazzi incasinati, perché non sono banali e non mi annoio mai con loro.
Hanno un loro mondo che tengono nascosto per paura di ferire gli altri, e...
-Frena, frena.- le dissi, sorridendo-Hai visto o letto troppe storie d'amore.
Io non sono così. Non ho niente da nascondere, se non la mia sfolgorante bellezza che rischia di accecare il mondo intero.
Camila scoppiò a ridere, ed io sorrisi.
Mi piaceva farla ridere.
Una goccia d'acqua le cadde sulla guancia, e lei se la tolse con un dito.
Era elegante in ogni suo movimento, quasi fosse stata educata a comportarsi da principessa.
Ma avevo visto il suo lato ribelle quando aveva piantato in asso i genitori per il nostro viaggio.
La chiamavano ogni giorno alla stessa ora, ma lei puntualmente lasciava squillare senza rispondere. E quando si facevano più insistenti, metteva silenzioso e non ci pensava più.
-Non ho mai letto storie d'amore, nemmeno visto film. Non credo a queste cose. Servono solo a farti illudere che prima o poi incontrerai qualcuno che saprà amarti incondizionatamente per tutta la vita, nonostante gli errori, le incomprensioni... È tutta una grande stupidaggine inventata per vendere a San Valentino.
La guardai meglio. Aveva appena detto di non credere nell'amore.
Beh, ora ero io a non credere alle sue parole. Tutti sperano di incontrare l'anima gemella. Soprattutto le ragazze.
-Non ti credo.- le risposi- Tutte le ragazze sperano nel Principe Azzurro.
-Ma io non sono tutte.- sorrise, avvicinandosi a me con il viso- E non sono stata cresciuta credendo nell'amore.
I miei genitori stanno insieme per abitudine, e perché la loro separazione creerebbe troppo scalpore.
Mi è sempre stato insegnato che è più importante sembrare, che essere. Se una coppia sembra affiatata, non è detto che lo sia veramente.
Se un frutto sembra commestibile, forse non lo è.
Non credo nell'amore perché faccio fatica a capirmi io stessa, figuriamoci se un'altra persona sarà mai in grado di farlo.
Ho troppi difetti, sono irritabile e devo sempre sembrare perfetta, anche se dentro sto a pezzi.
Preferisco sfogarmi scrivendo nel mio diario ciò che non direi mai a nessuno.
Sono strana, decisamente troppo per trovare qualcuno che sappia amarmi come merito.
Perché di una cosa sono sicura: merito di essere amata, prima di tutto da me stessa.
Poi il resto verrà da sé, se sarà destino.
-E allora in cosa credi?- le chiesi, sistemandole una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
-Credo che nulla sia destinato ad essere in eterno, credo nella bellezza degli attimi.
Credo che ogni secondo della nostra vita sia importante, e non ho intenzione di sprecarne neanche uno per essere una persona che non sono. Perché ho deciso che essere è genuino, è vero.
Sembrare è una bugia.
Credo che l'amore non esista, ma a volte è bello cullarsi nella sua illusione.
E tu saresti una bellissima illusione.
Sorrisi, ed entrambi ignorammo le gocce di pioggia che, sempre più grandi, stavano cadendo dal cielo.
Appoggiai la fronte contro la sua, e la vidi sorridere.
E poi, lentamente e con calma, le sfiorai una guancia con le labbra, fino a quando non giunsi vicino alle sue.
Con il cuore a mille, ogni nervo teso per sentire tutto, le baciai la guancia, e chiusi gli occhi.
Le catturai il respiro dalle labbra e la baciai sul serio.
E dopo non capii più niente.
Le chiusi il viso fra le mie mani, quasi avessi paura che sarebbe finito tutto quanto.
Lei mi gettò le braccia al collo, sedendosi sulle ginocchia e avvicinandosi ancora di più a me.
Fu bello, intenso e speciale.
E, per la prima volta, mi venne voglia di farle cambiare idea sull'amore.
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