16

Marc

Il locale era decisamente troppo pieno per i miei gusti.
Non era male, ma non riuscivo a sentire quello che diceva mio fratello alla ragazza che era venuta con noi.
Gli avevo chiesto più volte di spiegarmi come l'avesse conosciuta, ma a quanto pare sarei dovuto rimanere senza risposta.
Jenna era... strana.
E splendida.
Indossava un vestito nero ricamato in pizzo grigio.
E dannazione mi piaceva da impazzire.
Ma non sorrideva, continuava a guardare Frederick e Camila, disgustata.
Sospirò, portandosi poi una mano alla bocca dello stomaco.
-Ansia da palcoscenico?- le domandai, consapevole che gli altri non mi avrebbero sentito.
-No, ancora no.- rispose, osservando poi il palco.
-Allora qual'è il problema?- le chiesi.
Indicò mio fratello e Camila.
-Perché ci sta provando con lei?
Bonnie...
-Non puoi pretendere che non si innamori più per tutta la vita.- le risposi, poi cambiai argomento- Che canzone canterai?
-Non dirlo a Frederick,- sorrise, finalmente- ma ho intenzione di cantare Hall of fame. Parla di sogni da realizzare, mi sembra perfetta.
Risi:- Pensavo che i The Script non ti piacessero.
-Ho cambiato idea.- rispose, poi si alzò in piedi- Ragazzi, mi dispiace interrompervi, ma ho un sogno da realizzare.
Si diresse verso il palco, i capelli scuri leggermente mossi le ballavano sulla schiena.
E, dopo qualche minuto, iniziò a cantare.

***

Adoravo la notte.
Perfetta per riflettere, mi faceva sentire potente.
Potevo essere chiunque, potevo pensare di essere chiunque e nessuno mi avrebbe mai chiesto il conto.
Potevano succedere miliardi di cose in una notte: amarsi fino a consumarsi, distruggersi fino a perdersi.
Jenna era stata brava, con la sua voce leggermente graffiante.
Per un attimo avevo sentito solo lei, tutto il locale ipnotizzato.
Come avevo potuto pensare che non fosse bella?!
Dannazione, era grandiosa.
Aspirai dalla sigaretta, fino a consumarla tutta.
Buttai il fumo fuori dalla bocca, poi gettai la sigaretta nel cestino.
Ero dovuto uscire dal locale e nascondermi in un vicolo dopo la sua esibizione.
Era sbagliato, lo sapevo, ma Jenna mi confondeva. Non sapevo mai come comportarmi quando c'era lei.
E mi piaceva come mi faceva sentire, senza sicurezza o ancore di salvezza. Era questo che si provava ad essere innamorati?
Sorrisi, poi scossi la testa.
-Sei qua.- disse una voce.
Mi voltai.
Jenna era appena entrata nel vicolo, e mi osservava a pochi passi da me.
La luce  della luna faceva risplendere il vestito, che sembrava argento puro.
Una dea dagli occhi scuri.
Avrei voluto dipingerla, farla diventare eterna. Renderla mia, dipingerla per ore.
-Sei stata brava.- le dissi, avvicinandomi e prendendole una mano.
Abbassò lo sguardo, poi incontrò il mio.
La luna brillava sopra di noi, illuminandole a malapena il viso.
Non avevo più voglia di fingere.
-Perché sei uscito qua fuori?- ignorò il mio complimento- So che hai appena fumato, sento odore di sigaretta sui tuoi vestiti.
Cosa ti ha messo a disagio?
-Eri splendida sul palco. Perfettamente a tuo agio, padrona della scena.
Eri una calamità per gli sguardi di chiunque fosse nel locale.
Adesso sei ancora più bella.
Vorrei prendere le stelle, metterle fra i tuoi capelli e vedere se brillano più dei tuoi occhi.
Vorrei metterti una mano sul cuore e sentire se va veloce come il mio quando siamo soli e non vorrei fare altro che baciarti e ritrarti.
Vorrei toglierti il broncio, anche se sei adorabile quando ti arrabbi per niente.
Ma se sei arrabbiata, non sorridi, e allora cosa illuminerà le mie giornate?
Ecco cosa mi ha mandato in confusione, ecco cosa mi manda in confusione ogni dannato momento: te, nient'altro che te.
La sentii trattenere il respiro, mentre una risata sguaiata rompeva la magia di quegli attimi.
Ci voltammo per vedere Frederick che ci guardava, sorridendo insieme a Camila.
-Bel discorso fratello, Finalmente hai trovato il coraggio di dichiararti, solo dopo tre mesi che le andavi dietro.- disse, poi fuggì via.
Camila rimase a guardarci per qualche secondo, interdetta:- Scusate, ho provato a fermarlo, ma è davvero diabolico quando vuole.
Poi se ne andò, lasciando che ci cadesse addosso un silenzio imbarazzato.
Le lasciai la mano, avvicinandomi di nuovo al muro.
Rimanemmo in silenzio per qualche minuto, ognuno nell'attesa che l'altro dicesse qualcosa.
Fu Jenna a farlo per prima:- Sai cosa vorrei io, invece? Che tutto ciò che hai detto divenisse realtà, e non mi importa delle conseguenze.
Sì, perché tu sei terribile e scontroso, la persona più dannatamente cocciuta che io abbia mai conosciuto, e anche io sono tutt'altro che perfetta.
Ma sai cosa? Una volta qualcuno mi disse che eravamo simili, nonostante tutto.
E solo adesso mi rendo conto quanto avesse ragione.
Tacque, il petto visivamente scosso dai respiri.
E allora mi avvicinai a lei, le presi il viso fra le mani e la baciai.
New Orleans assistette ad un miracolo, quella sera.
Ci nascondemmo dalla luna, troppo avida di pettegolezzi, e lasciammo che la notte ci inghiottisse.
Non ricordo per quanto ci baciammo, per quanto tempo il nostri respiri furono irregolari.
Ma ricordo l'odore della strada, così diverso dal profumo della sua pelle.
Ricordo il cuore a mille, il sapore dolce del cioccolato e la fame di lei.
Sì, New Orleans assistette ad un miracolo.
Quello di due persone che, per la prima volta, si completano a vicenda.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top