14

È strano quanto a volte l'universo sembra prenderci in giro.
Ci troviamo in situazioni al limite del paradossale, senza alternative e senza sapere come uscirne fuori.
Stava succedendo qualcosa di strano, e lo sapevo.
Non ero stupida, e il mio sesto senso mi diceva che Marc e Frederick mi stavano nascondendo qualcosa. Me lo sentivo, come una sensazione sottopelle.
E poi c'era Marc. Il suo comportamento era strano.
Un minuto dice una cosa, quello dopo fa l'opposto.
Iniziavo ad averne davvero troppo del suo modo di fare.
Eppure... eppure ogni volta che mi sfiorava esplodeva l'universo.
Un minuto prima ero lì, quello dopo ero perfettamente consapevole delle sue mani che, in quell'istante, mi stavano prendendo le mie.
Eravamo in alto, molto in alto, e le mie gambe non ne volevano proprio sapere di attraversare il ponte tibetano.
Chiusi gli occhi. Sentivo solo la sua mano nella mia.
Era la prima volta che mi prendeva per mano.
Respirai, poi riaprii gli occhi. Marc mi stava guardando, una domanda muta nel suo sguardo.
-Va bene.- dissi, e lui iniziò a camminare.
Nell'esatto momento in cui poggiai i piedi sul ponte, lo sentii muoversi.
Respirai ancora. Marc mi strinse un po' di più la mano.
Non so cosa successe poi. Di solito tendo a rimuovere le cose spiacevoli.
Mi ritrovai sull'altro versante, in un modo o nell'altro.
Sorrisi, e Marc mi lasciò la mano.
L'universo tornò di nuovo al suo posto, insieme ad una piccola fitta di delusione che non avrei mai voluto ammettere di aver provato.
Non notai Frederick che osservava suo fratello con un dolore quasi fisico negli occhi. Chissà cosa gli stava passando per la testa.
Ritornai alla realtà, e sgranai gli occhi quando vidi le cascate davanti a me.

***

La visita era finita.
Tutte le persone se ne stavano andando, ma Fred aveva altri piani.
-Le cascate confluiscono in una piscina naturale.- disse, cambiando strada e prendendo un piccolo sentiero seminascosto nel bosco.
-Questa è l'unica strada per arrivarci.
-Vuoi fare lì il bagno?- chiesi, e Frederick sorrise.
Lo spettacolo che ci si aprì davanti agli occhi aveva dello straordinario. La cascatella finiva dritta nella piscina naturale, un'oasi nel bel mezzo del bosco.
Dietro la cascata si apriva una grotta, dove l'acqua diventava visibilmente più alta.
Sorrisi davanti a quello scenario.
-È meraviglioso.- dissi.
-Ho pensato che abbiamo deciso di fare questo viaggio per Bonnie, ma penso sia importante ricordarci che la vita è comunque la nostra.- disse Fred- E abbiamo tutti il diritto di vedere ciò che più ci piace. Di fare ciò che più ci piace.
E, anche se non ho alcun ricordo di lei, ho come la sensazione che le sarebbe piaciuto vedere questo posto.
-Ne sono assolutamente certa.- risposi.
-Allora, siete proprio determinati a farvi un bel bagno, no?- si intromise Marc.
Fred gli sorrise, complice, iniziando a togliersi la maglia:- Ci siamo messi il costume proprio per questo.
Lo imitai, e ben presto mi ritrovai ai piedi della piscina naturale.
Rabbrividii, stavolta per il freddo, poi toccai l'acqua con il piede.
-È gelida come sembra?- chiese Marc.
Annuii, poi gli sorrisi:- Nessuno ti obbliga.
-E chi ti salverà quando starai per affogare? Frederick?- scosse la testa.
Risi, poi urlai quando sentii arrivarmi addosso degli schizzi: Frederick si era appena tuffato.
Riemerse dall'acqua e ci sorrise:- Cosa state aspettando?
Mi voltai e mi ritrovai affianco suo fratello. Non mi ero accorta mi si fosse avvicinato così tanto.
-Andiamo?- mi chiese.
Sorrisi. Era splendido, con i capelli scompigliati e gli occhi azzurri che ormai erano diventati familiari.
Avrei potuto fare centinaia di cose in quel momento.
Tuffarmi e lasciare che mi seguisse, oppure schizzarlo e buttarmi in acqua.
Avrei potuto fare centinaia di cose divertenti, che mi avrebbero fatto ridere e che avrei ricordato sorridendo.
Ma scelsi di fare ciò che mi avrebbe fatto battere il cuore a mille, ciò che prima o poi avrei ricordato con il cuore a mille.
Gli presi la mano, perdendo ancora una volta il controllo dell'universo.
Da quando aveva iniziato a girare così velocemente?
-Insieme?- gli dissi.
Sorrise, e per la prima volta ebbi l'impressione che quel muro dentro i suoi occhi fosse completamente crollato. Quanto erano belli i suoi occhi quando non c'era niente ad offuscarli. Mi sarei potuta innamorare di quegli occhi. E di quel sorriso.
Mi strinse ancora di più la mano, poi iniziammo a correre verso la piscina.
Ben presto mi ritrovai sott'acqua, in un vortice gelido. Sentii la mano di Marc lasciare la mia, e quando riemersi Frederick stava ridendo.
Marc imprecò contro la temperatura dell'acqua, ma lo ignorai.
Mi avvicinai alla cascata e ci passai attraverso.
La pressione dell'acqua sulla testa era rilassante, anche se arrossava un po' la pelle.
Chiusi gli occhi e mi godetti quella sensazione, finché qualcuno non mi abbracciò da dietro.
-Hai la pelle d'oca.- sussurrò Marc.
Gli accarezzai un braccio:- Anche tu.
Lo sentii ridere, poi non disse più nulla.
Frederick doveva essere uscito, oppure se ne stava tranquillo e in silenzio dall'altra parte della cascata.
-Mi dispiace per come mi sono comportato in macchina. Come un insulso bacchettone.- mormorò - Ma lasciare che la mia volontà abbia la meglio sulla ragione è una cosa nuova per me. Devo abituarmici.
-Non devi preoccuparti. Ormai ho capito come sei fatto, e non si possono cambiare le persone nel giro di qualche giorno.- gli risposi.
-Lo so, ma Frederick a volte è così... così...
-È tuo fratello. Se non ti desse fastidio non sarebbe normale.
Rise, e io lasciai che mi strofinasse le braccia.
-Forse è meglio uscire.- dissi poi.
Mi lasciò andare, e stavolta l'universo impiegò un po' di più per tornare al suo posto.

***

Uscii dal bagno del motel con enorme rammarico.
Dopo il bagno gelato la doccia calda era stata un toccasana.
Misi una felpa sopra la maglietta a maniche lunghe, e sentii la porta del bagno che si chiudeva.
Quando mi fui sistemata, vidi Frederick che mi sorrideva.
Era seduto sul suo letto a gambe incrociate, e il suo sguardo indagatore mi mise in soggezione.
-Che succede?- gli chiesi.
-Cosa pensi di Marc?
Scoppiai a ridere:- Non ricominciare con la solita storia!
-Vi ho visti sul ponte tibetano, e anche alla cascata. Lui stava per baciarti!
Sgranai gli occhi:- Non è vero!
-Certo che lo è. Vi ho visto. E non sono stupido.
Scossi la testa, poi guardai la porta del bagno.
Era chiusa a chiave, e sentivo ancora lo scroscio della doccia.
-Senti- gli dissi, e vidi il suo sguardo tramutarsi da indagatore in curioso- Lui mi ha aiutato con la storia del disegno di Bonnie, e mi è stato vicino anche in ospedale.
Non posso nascondere che i primi tempi non lo sopportassi, ma poi è diventato un amico. Come te.
-Ma io non ti piaccio, mentre lui sì.- mi interruppe.
Scossi la testa:- Non mi piace. Anche se, devo ammettere, sento qualcosa che ci lega, ma non saprei definirlo. Non ancora. Ho bisogno di tempo.
Frederick sorrise:- Penso potrebbe farti piacere sapere che lui è cotto di te, anche se ancora non se ne rende conto.
-Frederick, stai stravolgendo la realtà.
-No, Jenna.- sussurrò.
Sentimmo il getto della doccia chiudersi e, dopo pochi minuti, Marc uscì dal bagno.

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