12
Marc
-Sei un idiota!- urlai.
Frederick rise, e la vecchietta che stava camminando dall'altro lato della strada si voltò e tornò indietro.
Eravamo appena usciti dall'appartamento di Jenna, era quasi mezzanotte e io ero veramente arrabbiato con Frederick.
-E sentiamo, cosa ti da più fastidio? Il fatto che io abbia detto a Jenna della lista, o che le abbia raccontato del ritratto?
Chiusi gli occhi, cercando di calmarmi.
-Non è lei quella del disegno.
-Sappiamo entrambi che stai mentendo.
Smisi di camminare e mi appoggiai con la schiena al muro. Frederick si fece serio.
-È la prima volta che ti vedo così preso da una ragazza. E sono dannatamente contento per questo. È un problema se faccio il tifo per voi?- disse, infilando le mani nelle tasche del giaccone.
-Risparmiami queste cavolate, Fred. Sappiamo entrambi che non ricordi quasi niente. Per te è tutto nuovo, adesso.
Sospirò:- Sto iniziando a ricordare, Marc.
Mi si fermò il respiro. Imprecai:- E quando avevi intenzione di dirmelo?
Piegò il capo, osservandosi le scarpe.
-Non ricordo tutto, Marc. Solo cose a caso. E non ho detto nulla perché è più facile così.
-Che intendi?- chiesi, incrociando le braccia.
-È difficile, Marc. Un giorno non sai nemmeno chi sei, e il giorno dopo ti piovono addosso immagini confuse, e tu devi cercare di dargli un posto nella tua vita.
Ricordo quando avevi dieci anni e hai costruito una casetta sull'albero. Ricordo quando giocavo a football e mi sono slogato la spalla.
Ricordo quando nostra madre ci ha beccato mentre mangiavamo la notte, cose così.
Chiusi gli occhi, e attesi ciò che sapevo avrebbe detto.
-E Bonnie. Mi ricordo di lei. Mi ricordo ogni cosa di lei.
Mi ricordo la sera dell'incidente.
Un attimo era lì, che sorrideva, e quello dopo... buio totale.
Stavamo parlando del viaggio di Jenna, di che lavoro fantastico faccia.
Sai che Bonnie voleva diventare attrice? Aveva intenzione di fare un provino per una piccola parte.
-E poi le è stato strappato tutto.- conclusi.
Fred annuì, e riprese a guardarmi negli occhi:- È triste, ma ogni volta che vedo te e Jenna mi viene in mente ciò che eravamo io e Bonnie.
Non ti ho mai visto così vicino emotivamente ad una ragazza come con Jenna.
-Abbiamo affrontato un periodo difficile, e lei è ancora a pezzi. Mi sembra normale che io le stia vicino.- dissi.
-Hai ragione, Marc. Ma è l'effetto che ti fa ogni volta che sei con lei. Sorridi più spesso, sei meno impacciato ed i tuoi occhi sono diversi.
Risi:- Dovresti smetterla. Non è vero.
Frederick sorrise tristemente:- Sai cosa provavo la sera in cui ho conosciuto Bonnie? Non riuscivo a togliermela dalla testa.
So che sembra una cosa stupida, ma è così.
Sono andato a casa, completamente assorto nei miei pensieri. Ho ripercorso mentalmente tutto quello che ci eravamo detti, come i suoi occhi azzurri fossero dannatamente stupendi, il suo sorriso. Dovevo rivederla.
E mi manca. Mi sembra di vederla ovunque, poi mi giro e lei non c'è.
È l'unico ricordo di cui io abbia certezza.
-Perché mi dici questo?- gli chiesi. Ero confuso, e ogni parola che diceva mi era sempre meno chiara.
-Il ritratto che le hai fatto dimostra tutto ciò che ti rifiuti di vedere.
Non risposi, ma distolsi lo sguardo.
Lui rimase in silenzio, il respiro una nuvola bianca nel freddo di Novembre.
-Non so perché quella sera ho deciso di ritrarla.
Ero dispiaciuto per come l'avevo trattata, e non volevo che stesse male.
Sono rientrato a casa, e sentivo il bisogno di disegnare.
Mi sono addormentato sulla scrivania, e ho realizzato ciò che avevo fatto solo la mattina dopo.
-E ti ha fatto talmente tanta paura che ora ti rifiuti di ammetterlo a te stesso.
Scossi la testa:- Jenna è troppo impetuosa, troppo avventata. Non si ferma mai a valutare la situazione, sceglie in base al suo istinto. Cammina sempre sul filo del rasoio, rischia sempre.
È così diversa da me.
"Mi piace come sorride. Quando lo fa sembra tutto diverso.
I suoi occhi bruni sono profondissimi, riesco a leggervi ogni emozione.
E mi piace il suo profumo. Mi ricorda l'estate."
Chiusi gli occhi, cercando di rimandare questi pensieri da dove erano venuti.
-Fai come ti pare.- disse Frederick- Ma passeremo con lei moltissimo tempo. Voglio proprio vedere fino a quando respingerai ciò che provi.
Scossi la testa:- Lei è tutto ciò che non sono.
-Gli opposti si attraggono.
***
Dormii poco, quella notte.
Le parole di Frederick continuavano a ronzarmi in testa.
Mi voltai per l'ennesima volta, poi guardai la sveglia.
4,59.
Sbuffai, e decisi di alzarmi.
Il sole stava sorgendo su New York.
Tra due giorni saremmo partiti, giusto il tempo di mettere altri soldi da parte e viaggiare con la bella stagione.
Dovevamo anche finire di preparare l'itinerario, prenotare i biglietti per l'Australia.
Mi chiesi se il cielo mi sarebbe mancato, o se avrei visto cieli più belli.
Ripensai alle foto dell'alba africana che Jenna aveva attaccato al frigo.
Perché, perché Fred aveva dovuto mettermi la pulce nell'orecchio?
Ma ormai era fatta, ed una cosa era certa: qualsiasi dubbio avessi su cosa provassi per Jenna, sarebbe stato chiarito presto.
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