One-shot {2}

Premetto subito che rispetto all'altro libro questa l'ho rimessa a posto e l'ho ampliata. Quella iniziale era solo un prototipo!

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Giorgio era un normale ragazzo, che frequentava una normale classe in una normale scuola. Però aveva un piccolo problema: Era perseguitato dai bulli.
Dovete sapere che quegli infami non lo lasciavano nemmeno respirare trovando ogni giorno una scusa nuova.

Un giorno era un secchione che studiava troppo, un giorno era uno stecchetto, quello dopo era basso, quello ancor successivo era scemo e quello dopo ancora era un finocchio.

Sulle prime non avevano scusanti, il ragazzo era perfettamente normale, magari era leggermente accanito nello studio, però per il resto era un ragazzo nella media. Però sull'ultima avevano ragione: lui era effettivamente omosessuale. Il suo ragazzo, Emanuele si chiamava. Era poco più grande di lui, ma lo era abbastanza da frequentare già l'universitá
Quando tornava a casa intorno alle cinque, Giorgio si ritrovava solo per un paio d'ore. In questo tempo libero faceva l'unica cosa che riusciva a farlo distaccare da quella sofferenza: Andava in bagno, prendeva una lametta... e si tagliava i polsi. Stava sempre attento a non lasciare traccia di ciò che faceva, non voleva far preoccupare il suo fidanzato... o forse aveva paura di scoprire come avrebbe reagito venendolo a sapere... fatto stava che faceva sempre attenzione a eliminare le lamette che usava, ripulire il sangue sul lavandino e bendarsi i polsi.

Un giorno però non si prese le dovute precauzioni. Voleva farsi un bagno, ma si scordò di chiudere la porta a chiave.
Mentre si toglieva la maglia il suo ragazzo entrò per prendere una cosa ponendo fine ai suoi sforzi di nascondergli tutto. -Giorgio, scusami ma devo prendere il petti...ne- disse lui, sbiancando di fronte a ciò che vide.

-Amore...- continuò lentamente, avvicinandosi al ragazzo per esaminare da vicino il suo braccio piendo di cicatrici -...da quanto va avanti questa cosa?- i chiese guardandolo dritto negli occhi, non con uno sguardo severo,ma con gli occhi di uno che ti vuole bene e vuole proteggerti.

-I-io...- balbettò il più piccolo per poi scoppiare a piangere e appoggiarsi singhiozzando al petto del maggiore borbottando parole come -scusa- o -mi dispiace-

Il maggiore sentì una stretta al cuore a vedere il suo amore disperarsi così, quindi lo abbracciò e gli accarezzó la testa, sussurrandogli che non era arrabbiato con lui, solo che voleva il suo bene.
Quando il ragazzo si fù calamato gli disse -Facciamo così, tu ti fai un bagno caldo per schiarirti le idee e poi ne riparliamo ok?- gli chise con voce dolce, cercando di tranquillizzarlo

-Beh...- esitò il minore -Non é che... ecco... ti andrebbe di farlo insieme a me?- gli chiese avvampando.

-Se è quello che vuoi, allora per me non c'é problema- gli rispose il fidanzato

Il ragazzo annuì restando abbracciato all'altro. -Beh, allora se mi lasci mettere fuori il cappotto....- gli disse lui vedendo che l'altro non dava segni di volersi staccare.
Alle sue parole il minore lasciò subito andare l'altro che uscì velocemente per appoggiare le sue cose.

-Passiamo avanti di un paio di minuti-

-Dimmi una cosa piccolo...- gli disse il maggiore strofinandogli la schiena -ovviamente sei libero di non rispondermi, so che non è facile parlare di queste cose ma... potresti spiegarmi perchè ti sei fatto quei tagli sui polsi?- gli chiese accarezzandogli dolcemente le spalle

-Ecco... vedi...- esitò il più piccolo con nuovamente gli occhi lucidi -io... non mi piace come sono, ok?-

L'altro ragazzo si rattristò nel sentire le parole del suo compagno, anche se qualcosa in quel discorso non gli quadrava. Allora lo fece voltare verso di sé e gli chiese guardandolo dritto in quei suoi meravigliosi occhi grigi -Te l'ha detto qualcuno, vero?-

Il minore gli rispose subito -No!- per poi ricredersi sulle sue parole e correggersi -Beh... forse... si.-

L'altro allora gli accarezzò una guancia e gli disse cercando di farlo stare meglio -Tranquillo, sistemeremo tutto- per poi abbracciarlo

-Time skip di non molto-

Finito di farsi il bagno era ormai venuta la sera quindi i due ragazzi si cambiarono e decisero di cenare.

Consumato il pasto si misero il pigiama e andarono a letto. O almeno era l'intenzione del più piccolo.

-Ascolta Giorgio- disse il maggiore guardando l'altro negli occhi -Io lo so che per te è difficile, ok? È che io voglio solo il meglio per te, ok?- al che il minore appoggiò la testa al suo petto, stringendosi forte a lui -Mi dispiace, non volevo farti preoccupare, è per questo che non te ne ho parlato...-

Il maggiore gli prese il volto tra le mani accarezzandogli la guancia -Cucciolo, non devi avere paura a dirmi queste cose, non fa bene tenersi dentro queste cose-

-Mi dispiace... c'è un modo in cui mi posso far perdonare?-

L'altro fece un sorrisetto malizioso ribaltando la situazione e mettendosi a cavalcioni sopra di lui -Non saprei... potremmo cominciare così- disse per poi baciarlo dolcemente, accarezzandogli il ventre sotto la maglia

Il minore, dopo un attimo di titubanza cominciò a sbottonargli la camicia e io, che sono un bravo regista e non un pornografo, li ho lasciati copulare in pace. Quindi... time skip? Si, direi che è il caso.

-Time skip di una decina di minuti-

Il più piccolo appoggiò la testa sul petto del maggiore, ancora con il fiatone, dicendo tra un respiro e l'altro -È stato... fantastico- al che l'altro ragazzo gli accarezzò dolcemente la testa dicendogli -Lo so topolino, ora però dormi o domani non riuscirai ad alzarti- e spense le luci.

-il giorno dopo-

Il "piccoletto" si svegliò tra le dolci braccia del suo amato che lo stava coccolando come un cucciolo -Buongiorno topolino, dormito bene?- -Se ci sei tu vicino a me, puoi stare sicuro che io dorma bene- disse dandogli velocemente un bacio a stampo sulle labbra -Te l'ho già detto che sei troppo carino appena svegliato?-

-Se è per questo me l'hai detto anche per mezzogiorno, metà pomeriggio, sera, notte e mezzanotte- gli ricordò stringendosi a lui

-Ah beh, meno di quanto pensassi... ora però è il caso di alzarsi, non trovi?- gli chiese alzandosi e stiracchiandosi leggermente. Il più piccolo accettò l'offerta del fidanzato, sedendo a bordo del letto e stropicciandosi gli occhi.

Dopo essersi vestiti i due ragazzi fecero colazione e decisero di andare a farsi quattro passi per sgranchirsi le gambe.

Arrivati ad un parco lì vicino, il maggiore gli volle fare una sorpresa. Arrivati vicino ad una panchina gli disse disse di sedersi e di aspettarlo lì.

Ma purtroppo la vita non è mai tranquilla come si vuole e arrivò una persona che il nostro caro conosceva fin troppo bene. Era Alan, uno dei bulli più infami della scuola.
-Bene, bene, bene, abbiamo qui un ratto di fogna! Come sta la mia merdaccia preferita?- gli chiese mettendogli una mano sulla spalla -Vattene Alan, ti metterai nei guai- il ragazzo lo guardò per poi scoppiare a ridere -Gli sbirri non mi hanno preso fin'ora, figurati se mi beccano oggi- disse continuando a ridere. Quando finì di ridere però sulla sua faccia si stampò un orrendo ghigno -Piuttosto, ieri te ne sei andato troppo in fretta, quindi... devo terminare il mio lavoro- e gli tirò un pugno nello stomaco facendolo cadere in ginocchio.
Continuó così per alcuni minuti fin quando il ragazzo che se n'era andato prima tornò lì.

Si avvicinò a lui furente come l'Atride di fronte alle profezie di Calcante, lo agguantò per il colletto e lo guardó dritto negli occhi sibilandogli in faccia
-tu... lurido pezzo di merda, non provare a toccarlo ancora con quelle tue luride zampe oppure quelle braccia da palestrato te le strappo- al che il bullo si rimise a ridere fragorosamente -Oooh, che carino, il ratto si é portato il suo cagnolino!- e tentò di dargli una spintarella. Ma l'altro gli prese il braccio e glielo rigirò dietro la schiena -Intanto possiamo anche discutere chi tra un ragazzo e un bullo abbia più persone che gli fanno il filo, e comunque almeno lui se dovesse prendersela con qualcuno, andrebbe da uno della sua stazza- gli disse appoggiandosi di peso su di lui come fosse un tavolino al che il bullo tirò un urletto ben poco virile -Ok, ok. Ti prego, ti imploro, pieta!- -Prometti di lasciarlo in pace?- gli chiese continuando a far pressione -SI! LO GIURO SOLENNEMENTE!-

allora decise di lasciarlo andare -Vattene, e sappi che se ti becco ancora ti spacco le gambe!- e lo guardò correre via come una lepre. Poi, dopo che quell'idiota se ne fu andato, aiutò il suo ragazzo ad alzarsi da terra dov'era rimasto a guardare il tutto e lo strinse forte per confortarlo accarezzandogli la testa -Va tutto bene, se n'è andato. Non devi avere paura, ci sono io qui con te.-

Il minore appiggiò la testa alla sua spalla stringendosi a lui, come se avesse paura di perderlo -Grazie, non so che cosa farei senza di te...-

-Non c'è di che topolino- gli disse staccandosi leggermente da lui e tirando fuori una rosa -E buon san Valentino amore-

Il minore prese in mano il fiore per poi riprendere ad abbracciare il fidanzato dicendogli -Ti amo tanto!-

-Anche io piccolo... anche io-

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E finisce qui la One-Shot di San Valentino! Contenti? Vi è piaciuta? Se non vi è piaciuta affari vostri. Ho dovuto farla in tempi molto limitati. Detto questo ciao e buona giornata!

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