5^ Amnesia: Orientamenti fraintesi
3 anni prima...
Winston, seduto sul letto in alto, con le gambe penzolanti, alzava le braccia per farsi notare.
Aveva qualcosa da dire sicuramente, perché era entrato in camera di colpo, chiudendosi velocemente la porta alle spalle, ed era salito sul suo letto, sbracciandosi.
"Hei! Ho scoperto una cosa!" Diceva. Thomas, che stava aiutando Ben in un'espressione contorta di matematica, si alzò e, imitando gli altri, si sedette per terra, sotto le gambe di Winston. Qualcuno era seduto nel letto sotto di lui, un paio erano poggiati alle stecche di acciaio che sotenevano i due letti. Tra quelle figure riconobbe l'amico, il biondino.
Sorrise involontariamente.
"Parla!" Incitò la voce di Teresa, seduta con una ragazzadai capelli rossi più in là.
"Eh no! Voi ragazze fuori! Ho scoperto una cosa che le ragazze non possono sentire! Solo gli uomini!"
"Ma noi abbiamo circa dodici anni quanto voi!" Protestò la rossa, incrociando le braccia.
"Poche storie e smammate, vogliamo sentire cos'ha da dire questo pive" tagliò corto Minho, accomodandosi subito dopo accanto a Thomas.
"Ma..."
"Dai Tess, andiamo. È una partita persa" si arresse la ragazza accanto a Teresa, che sbuffando, trascinò quella con sé fuori.
"E non origliate!" Urlò infine Wintson, per poi rivolgersi al resto del gruppo rimasto. "Allora, ho scoperto una cosa... abbastanza strana!"
"Caspio Wins, parla!" Incitò Alby, guardandolo dal basso.
"Stavo andando a mangiare un pezzo di torta giù in mensa, quando ho sentito la cuoca Bethany parlare con una sua amica di un loro amico." Cominciò. Thomas non capiva.
Era una cosa normale che molti ragazzi cominciavano ad osservare le ragazze e le scienziate in giro, nonostante fossero di gran lunga molto più grandi di loro, e Winston era tra questi, ma perché cacciare perfino le ragazze per dirlo?
"E con questo?"
"Te la sei fatta, finalmente?"
"E l'amica com'era?" Domande retoriche e impossibili crebbero, intasando le orecchie del moro, che stava per cacciare un urlo, quando qualcuno lo precedette.
Aris, il ragazzo timido che spesso non parlava, aveva aperto la bocca e si era tappato le orecchie, e poi aveva urlato fino a sovrastare e spegnere le altre voci.
Subito dopo, nel silenzio, diventò rosso sotto gli sguardi sorpresi di tutti.
"Grazie Aris..." fu la risposta ritardata del ragazzo più in alto di tutti, che si riscosse velocemente per riprendere il discorso. "No, non me la sono fatta. E comunque l'amica non è neanche un granché. Il punto è che ho sentito parlare di uno strano orientamento!"
"Orientamento?" Domandò Newt, a braccia incrociate, che fissava il ragazzo con un sopracciglio inarcato. Thomas rimase a fissarlo, mentre Winston continuava.
"Si! Parlavano di uno strano orientamento..." non capì le ultime parole, perché vennero sussurrate. Ma tra tutti ragazzi, come al gioco del telefono senza fili, si cominciarono a ripetere quelle parole sempre più velocemente, fino a raggiungere l'orecchio curioso di Thomas.
Sessuale.
Di colpo, arrossì. Non si sentiva mai a suo agio a parlare di quella cosa, che entusiasti, un anno fa Minho e Harriett avevano raccontato a tutti.
Lo trovava estremamente imbarazzante, per l'età che avevano. Tanto che per un mese non si era avvicinato minimante a Teresa, proprio perché Hatriett aveva scherzosamente preso come esempio lei e lui. Tutti ci avevano riso per un po', tutti tranne Newt, le cui orecchie si tingevano misteriosamente di rosso ogni volta che si tirava fuori il discorso.
In ogni caso, non c'era tutto sommato da meravigliarsi, di questa parola uscita dalle labbra dei ragazzi come Winston. A cos'altro si poteva interessare?
"Sempre a pensare a queste cose!" Borbottò Clint, precedendolo nelle parole. Jeff, immancabilmente accanto a lui, annuì.
"No no, ma che avete capito! Non in quel senso! Nel senso che a questo tizio -che aveva un orientamento sessuale sbagliato, da come ha detto Bethany- non piacevano le ragazze!" Spiegò. Thomas storse il naso. Probabilmente, era l'ennesima caspiata inventata al momento.
"E che cosa? I gatti?"
"No, pive! Gli piacevano i ragazzi! E stava persino con uno! Li ha chiamati... mh... com'è che ha detto? Fay? Gray?" Borbottò confuso. Il silenzio aveva invaso i ragazzi, che metabolizzavano lentamente il contenuto delle parole di Winston.
"Si dice gay, faccia di caspio" lo corresse una voce. Una voce sicura di non sbagliare, una voce di chi la sa lunga, una voce che Thomas conosceva bene.
"Cosa? E tu come lo sai?" Chiese Alby al ragazzo in piedi davanti a lui. Newt alzò gli occhi al cielo, e scosse la testa. Nei suoi occhi, Thomas poteva leggere una frase del tipo ma dove sono capitato? Perché a me?
"Ho letto un libro, Alby. Parlava appunto di questi due ragazzi, gay, e di quanto il mondo li trovasse ingiusti" raccontò, gli occhi pieni di uno strano luccichio.
"Ha ragione il mondo, allora" intervenne Winston. "Non è corretto. Insomma, i ragazzi sono fatti per farsi quelle belle ragazze che spesso li girano attorno, non il loro migliore amico!" Sotto qualche risatina, Thomas vide il viso di Newt indurirsi.
"Per me invece no. Ha torto. Non c'entra affatto nulla, se a uno piace un ragazzo invece di una ragazza. Non hanno nulla di sbagliato, a mettersi con un ragazzo. Sono comunque umani, e magari erano anche tuoi amici, no?" Sbuffò sonoramente, e scavalcò le gambe di Alby per uscire dalla massa di ragazzi. Prima che Winston, o qualcun altro, potesse ribattere, ricominciò a parlare.
"Puoi pensare a ciò che vuoi, ma per me rimane una cosa giusta. Ora, occupati di Chuck che è lì traumatizzato" tutti si girarono, appunto, verso il ragazzino.
Quello, era appoggiato al muro, gli occhi sbarrati e un espressione indecifrabile sul volto.
Oh caspio!, pensò Thomas.
"E comunque, infine, per essere più gentili, si dice omosessuale, Wins" si richiuse la porta alle spalle. Dopo quel rumore sordo, molti presero a parlare a bassa voce, altri soccorsero il povero Chuck, e altri ridacchiarono del comportamento di Newt.
Riguardo a questo, Thomas sorrise. Un'altra volta, Newt aveva dimostrato che le sue idee non erano affatto condizionate da quelle degli altri.
A differenza sua, le cui idee erano maledettamente condizionate da quelle del biondino.
Non aveva idea di cosa fosse un gay, come nascesse o altro, ma non ce l'aveva con loro.
Si alzò, non essendo notato da nessuno, e ripercorse i passi di Newt. Svoltò nel corridoio a sinistra, poi a destra, affidandosi alla fortuna e al suo intuito.
Intuito che ci azzeccò, perché poco dopo, con la schiena contro il muro, le ginocchia piegate e le braccia distrattamente poggiate su queste, Newt fissava il vuoto davanti a lui.
Cercò di non far rumore, mentre gli si avvicinava, ma ovviamente il suo laccio doveva porprio ora essere slacciato e doveva per forza adesso inciampare nei propri piedi dopo dodici anni che camminava.
"Hei, Tommy" alzò lo sguardo, gli sorrise, e a Thomas gli si sciolse il cuore.
Era un sorriso che amava, fin da quando era bambino.
"Hei, Newt..." si rincompose, sedendosi accanto a lui. Con un sospiro teatrale, il biondo gli circondò le spalle con un braccio, per poi poggiare la testa sulla spalla dell'amico. Stranamente, fu un gesto così familiare che probabilmente avevano già fatto mille volte, che Thomas si rimproverò di sentirlo... diverso.
"Li odio. Odio loro e i loro pregiudizi..." fece una pausa. "Tu che pensi, Tommy?"
"Io... credo tu abbia ragione"
"Davvero?"
"Certo"
"Sono felice. Per me un ragazzo con un ragazzo o un ragazzo con una ragazza, non fa molta differenza"
"No... neanche a me... ma... quando l'hai letto quel libro?"
Newt osservò il muro dall'altra parte, poi si strinse nelle spalle.
"Un paio di mesi fa..."
"Perché non me lo hai detto? Se ne avresti parlato-"
"Avessi"
"Uff!" Sbuffò Thomas, rinunciando a correggersi, ma stringendo maggiormente il biondino contro il suo fianco.
Newt si girò a guardarlo, aggrottando la fronte. Amava il suo viso quando si contraeva, ma gli dava fastidio il suo sguardo persinstente.
"E se io ti dicessi che sono gay?"
"Ma lo sei?"
"No. Ma se lo fossi? Mi vorresti ancora bene?"
"Newt, che cacchio di domande fai! Gay o meno, io ti vorrò bene sempre!"
"Questo non sai quanto mi consola, amico" annuì, ripoggiando la testa sulla spalla del moro e chiudendo gli occhi, stavolta.
Thomas, ovviamente, non capì ciò che il biondo aveva appena cercato di fargli capire.
Come vi ho detto, ho aggiornato oggi, proprio perché vi voglio taaaaanto bene.
In ogni caso, volevo sapere, qualche ragazza carina che legge questa storia -anche ragazzi, ma non sognamo...- per caso è di Napoli? Ci vado in gita tra giovedì e venerdì, non mi dispiacerebbe incontrare qualcuno.
Anyway, io aggiornerò Lunedì prossimo, tra sei giorni esatti.
Bene così? O pretendete altro? :3
-Clauds
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