3^ Amnesia: L'immunità al gioco

5 anni prima...

Erano tutti seduti in quella sala piena di sedie. Tutti.
E tutti erano abbastanza agitati.
C'è chi confabulava a bassa voce, c'è chi si teneva per mano per l'agitazione e c'è chi era troppo grande per farlo.
Alcuni leggevano, cercando di mostrarsi indifferenti, ma l'ansia aveva contagiato anche loro.
Si leggeva in faccia.

L'uomo-topolino non aveva detto molto a riguardo. Soltanto che a turno avrebbero dovuto fare qualche esame. E quando Minho, il cui si ostinava a evidenziare la sua calma, aveva chiesto a cosa servissero, il tizio si era solo girato secco verso di loro e aveva detto qualcosa come fateci l'abitudine, d'ora in poi.

Thomas era terrorizzato. Avevano chiamato Teresa. Le avevano affibbiato il nome "soggetto A1". Poi era andato lui.
E gli esami non erano stati difficili. Gli avevano prelevato il sangue, fatto correre per un po', collegato a dei tubicini alle braccia e alla fine, dopo avergli detto di essere IMMUNE, grazie a uno strano aggeggio, l'avevano soprannominato "soggetto A2".

Poi era andato Alby, e lui era stato soprannominato "soggetto A3". Poi Nick, "soggetto A4". E poi era andato Newt. Lui si era alzato, gli aveva sorriso e, prima di sparire da quella stanza dove l'ansia la si poteva addirittura vedere, si era girato e gli aveva mostrato i pollici.
Gli era bastato.

Per i primi dieci minuti, ovviamente.

Circa tutti ci mettevano quel tempo, ma Newt aveva già sforato di cinque minuti. E inoltre, cosa che lo spaventava di più, si era sentito un urlo di protesta dalla porta, che aveva squarciato e conquistato l'aria.
Subito dopo Newt era uscito.

E Thomas se l'era già immaginato sconfortato, triste, amareggiato. E invece no. Era uscito con un gran sorriso sulle labbra e si era avvicinato a Thomas. Aveva dato il batticinque a Minho e dato una pacca a Winston che era stava appena entrando.

Si sedette vicino a lui, ma non lo guardò. Thomas invece lo osservava curioso. Voleva chiedergli qualcosa, eppure quel posto gli sembrava troppo affollato e le parole adatte non gli venivano in mente.
Così scivolò sulla sedia e distolse lo sguardo, rimanendo in silenzio per tutto il resto del tempo.

***

Verso il pomeriggio, quando anche Chuck e Aris finirono -soprannominati "soggetto A50" e "soggetto B1"- tutti i ragazzi vennero mandati fuori, mentre le ragazze rimasero ancora dentro, con la piccola Rachel ancora dentro alla stanza.

Stranamente, nessun'altro aveva urlato qualcosa ed era rimasto più di una decina di minuti scarsi lì dentro.
Ovviamente questo fece pensare al piccolo Thomas di otto anni che Newt avesse fatto qualcosa di male, per forza. Nessun'altro aveva mai urlato!
Erano seduti sulle loro brandine, parolottavano tra loro, annuivano e gesticolavano, ingrandendo man mano la cerchia delle persone coinvolte nelle conversazione.
Thomas non parlava, ma annuiva soltanto. Non voleva parlare, la mente era da tutt'altra parte.

Che poi intendiamoci, la sua testa era persa sul biondino, e il biondino era giusto accanto a lui ma... avete capito, no?

"A me mi ha fatto appena schifo, quando mi hanno messo l'ago nel coso qui" Winston si indicò il braccio, poi rabbrividì.

"A me invece non è costato nulla correre su quel tappeto rotante" aggiunse Minho. Ormai la conversazione conprendeva tutti, diventando una sola. Ora, però, molti non parlavano ma ascoltavano o annuivano soltanto.

Thomas si chiese se Newt fosse inciampato, quando aveva corso. Si erano arrabbiati per questo?
O forse il suo sangue non andava bene. Ma cos'è che aveva il suo sangue di strano? Non era rosso come il suo?
Insomma, gli altri parlavano, ma il moro era tormentato da queste domande.

"A me hanno detto di essere 'immenso'" disse Minho ad un tratto. "Con quello strano aggeggio. E avevano ragione! Insomma, io sono immenso!"
Ben accanto a lui scosse la testa.

"Era immune, testa di caspio!" Lo corresse, lasciando intendere la sua aria divertita.

"Si fa lo stesso... a voi?" Domandò l'asiatico, mettendosi a gambe incrociate sul proprio letto.
Alcuni cominciarono ad annuire, si sentì qualche si, anch'io.
Poi, però, il biondino accanto a lui aveva scosso la testa e, senza preoccuparsi, aveva detto: "A me hanno detto non immune"

Il silenzio avvolse tutti. Newt era stupito: forse si aspettava che qualcuno intervenisse e dicesse che si, anche lui era non immune, qualunque cosa significasse.
Ma nessuno lo fece.
Newt era stupito e Thomas spaventato: aveva paura che ora tutti, da un momento all'altro, l'avessero aggredito. Ma ciò che più lo preoccupava era che sicuramente quel "non immune" era la fonte dell'urlo o del rimprovero degli scienziati. E ciò lo lasciò intendere che si, probabilmente era grave la cosa.
Newt era stupito e Thomas spaventato, ma Minho li salvò entrambi.

"Sarà... bho, qualcosa. Io sono l'immenso, Newt il non immune e voi tante persone normali e stupidamente comumi. Chi gioca alla guerra del virus? I tizi dai camici biachi saranno impegnati con le ragazze!" Tutti cominciarono quindi ad alzarsi, accettando la sfida. Alby e Minho erano già partiti a recuperare il necessario, mentre gli altri cominciarono ad uscire dalla stanza.

Thomas voleva parlare con Newt, dirgli qualcosa, ma non gli venne nulal in mente. In effetti, cosa avrebbe potuto dire? "Mi dispiace che tu sia un non immune nonostante io non sappia neanche cosa significhi"?

Quindi lasciò che procedessero entrambi verso la porta. Ma fu Newt a girarsi verso di lui, tutto serio.
"Tutto okay Tommy?" Chiese, scrutandolo.

"Io... si, ovvio che si, Newt. Perché doves-"
"Dovrei" lo corresse accennando un sorrisetto, prima che quello continuasse.

"Dovrei esserese triste?"
"Triste? Io non ho detto triste. Magari solo imbronciato, nervoso, agitato..."
"Ho capito ho capito. Comunque no, sto bene"
"Bene così" sorrise, e superò l'uscio della porta. Ma lì Ben, sospirando, lo bloccò.

"Amico senti... lì hanno detto che sei... un non immune, e noi qui tutti lo siamo... magari... non so cosa centri ma..."

"Ben vai al sodo." Lo interruppe il biondo, davanti a Thomas, teso.
Il biondino che prima aveva parlato sospirò, si scambiò un occhiata con gli altri dietro di lui e poi si rigirò verso di loro.

"Noi non vogliamo che giochi."
Thomas stava già per saltare contro Ben e fargli qualcosa, ma si trattenne. Per il semplice fatto che Newt non si mosse.

"Non crederai alle caspiate che dicono quei tizi..."
"Io... io no... cioè si... noi..." probabilmente fu quel 'noi' a far bloccare Newt. Il 'noi' erano tutti i ragazzi. Ci avrebbe perso. Era uno contro tutti. Così si girò pronto a fare dietro front. E si ritrovò davanti Thomas. Lo guardò, e con quello sguardo cercò di trasmettergli un messaggio.

Forse era sbagliato il modo in cui il bambino l'aveva interpretato, ma scosse lo stesso la testa.
"Io non gioco." Aveva detto. Ed era rimasto immobile, davanti a Newt, come lui rimaneva immobile davanti a lui.

Gli altri si dileguarono in fretta, e solo allora Newt gettò le braccia intorno al collo di Thomas e lo strinse a sé. In un certo senso, ora, Thomas si sentiva un piccolo eroe. Non aveva lasciato Newt da solo.
Ma la cosa che più lo rendeva fiero era il fatto che l'aveva fatto non per mettersi in mostra, semplicemente perché... beh, non lo sapeva neanche lui perché.
Lo sguardo di Newt era troppo affranto per essere sopportato da una sola persona. E lui l'aveva capito.

"Lasciali perdere" aveva sussurrato all'orecchio del biondo, impacciatamente.

"Sono miei amici..." voleva dire per caso che Thomas era suo amico come loro? Ma lui non aveva fatto qualcosa in più?
"Ma tu sei il mio migliore amico." Sussurrò dopo. "Grazie"

E Thomas si sentì rincuorato. Cosa poteva avere di più? Sapeva che era diverso dal biondino, ma adesso ce lo aveva stretto stretto a lui, tra le sue braccia, e lui gli aveva appena detto che era il suo migliore amico.
Poteva chiedere altro, ma non lo fece.

Rimase solamente stretto a Newt.


Okay emh... avrei dovuto aggiornare domani ma qualcuno *tossisce* mi ha """chiesto""" di aggiornare prima.
Ora, questo capitolo mi fa tristezza e tenerezza allo stesso tempo, ma spero piaccia anche a voi.
Amo tutti quelli che hanno votato e commentato, questa e le altre due piccole storielle che ho pubblicato (dato che lì non potevo ringraziare)
Mi farò sentire, promesso ;)
-Clauds

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