𝐼
Un'altra giornata di lavoro stava per concludersi all'interno degli studi di Space Valley. C'era chi era andato già via. Chi smanettava al computer volto alle ultime modifiche prima di salvare tutto il progetto. Chi si apprestava a racimolare, qua e là per lo studio, gli oggetti personali intento definitivamente a chiudere l'ennesima giornata stressante che era l'inferno di quel lavoro. Un caos infernale, ma allo stesso tempo un paradiso terrestre dove cullarsi. La linea che divideva i due mondi era sottile, molto. Impercettibile agli occhi esterni, ed estranei, di una terza persona al di fuori di questa ottica. Al di fuori di questo campo.
«Fatto!» Sfiancato, Nicolas portava le mani al cielo chiuse in due pugni esultando.
Gli altri ragazzi lo stavano aspettando, così da uscire insieme dallo studio per dirigersi nelle rispettive case. Frank, apatico come il suo solito fare, probabilmente era quasi a casa. Aveva portato a termine i suoi compiti, andando via e lasciando lì i restanti. Dopo aver negato l'invito di Cesare, come un buon anziano che si rispetti -qual era-, salì a bordo della sua vettura sfrecciando verso il suo covo. Non aveva voglia di festeggiare. Voleva solo cenare presto, starsene da solo e andare a dormire insieme alle galline (come si suol dire.) Cesare non l'aveva presa male. Conoscevano tutti quanti Frank: il suo modo di fare, le sue parole taglienti, il suo essere semplicemente solitario. A differenza di quest'ultimo, Nicolas declinò a malincuore l'invito. Purtroppo aveva una cena, obbligatoria, con dei parenti. Non poteva davvero rifiutarsi.
«Sarà per un'altra volta, tranquillo. Anzi, non mancherà occasione.» Lo consolava Cesare guardandolo con uno dei suoi sorrisi migliori. A momenti sembrava più sconsolato il povero Nicolas che il festeggiato stesso. Non era una festa di compleanno. Non era il compleanno di Cesare. Voleva solamente inaugurare la sua casa in mansarda. La sua nuova casa. Da una naturale affermazione da parte di Francesco, Tonno-Toni-Tone per i suoi amici-, riguardo una serie tv; al muscoloso dagli occhi verdi venne in mente la brillante idea. Non c'era stata ancora occasione di ritrovarsi nella sua nuova dimora tutti insieme. Pensò bene di proporre una serata tranquilla, magari con qualche alcolico per accompagnamento, in modo da festeggiare così all'abitazione che ormai stava assumendo il nome di: casa. Nelson e Francesco avevano chiarito la loro posizione in un'affermativa risposta. Il ricciolino propose di cenare da Cesare, vista che l'ora si faceva sempre più vicina. Francesco invece propose di esagerare un pochino con l'acquisto delle bevande.
«Se dobbiamo fare una cosa, facciamola bene!» In realtà pianificava diabolicamente solo di mettere il più possibile a soqquadro la casa in cui sarebbe stato ospite. Voleva infastidire, come se non fosse una novità. Così, man mano, la serata si stava mutando in qualcosa di sempre più sconosciuto con un misto non so che di esaltante. Una volta liberi tutti quanti dal loro lavoro quotidiano, le luci dello studio -che li aveva ospitati e accolti come sempre- si spensero definitivamente.
«La smetti di stare sempre al telefono per cavoli tuoi.» Con tono scherzoso, ma a tratti veritiero, lo riprese.
«È un mio amico con cui non mi vedo da tantissimo tempo.» Giustificandosi continuava intento a scrivere sulla tastiera del suo telefono.
Il trio festaiolo salutò Nicolas per poi entrare nella vettura di Cesare, direzione supermercato. Avevano una serata che si prospettava movimentata da organizzare, dopo tutto. Ma la corsa della vettura fu bruscamente interrotta dal ragazzo biondo.
«Fermati! Fermati qui un attimo per favore.» Iperterrito volgeva lo sguardo al telefono picchiettando una spalla al guidatore.
«Ma che succede?»
«Sì. Sì, sono praticamente lì. Ti raggiungo tra poco. Aspettami.» Non curante della domanda posta da Cesare al volante, e dello sguardo basito di Nelson al posto passeggero, parlava al telefono isolandosi dal resto.
«Tenete», dal portafogli saltò fuori una baconata azzurra accompagnata da una rosa «questa è la mia quota per la spesa di questa sera. Basta?»
«Sì Tonno», disse afferrandola tra l'indice e il medio «ma dove stai andando scusa?» Ridendo, confuso dalla situazione, chiese Cesare.
«Non vi preoccupate. Forse ho una sorpresa per dopo.» Un malvagio, malizioso, sorriso si aprì sul suo volto. I due, nei posti davanti, si guardarono sperando che qualcuno avesse capito qualcosa. Ma lo sguardo vuoto di risposte che si stavano scambiando parlava da sé. Il biondo scese dalla macchina salutando calorosamente gli altri, sparendo in una viuzza camminando verso chissà chi. Chissà dove.
«Vabbè. Noi la sua parte ce l'abbiamo.» Accennò sventolandosi con le banconote ammontante ad un totale di 30€, provocando una risata al suo compare.
«Andiamo a fare 'sta spesa va.» Lo incitò a mettere di nuovo in moto l'auto. Eseguendo l'ordine sottinteso, girò la chiave inserendo la prima immetendosi di nuovo sulla carreggiata principale.
#MySpace
Salve a tutti.
Ed eccoci qui con un breve inizio, con una sorta di prologo introduttivo sulla storia che seguirà. Essa non coinvolgerà tutte e cinque i membri di Space Valley. Avete capito chi saranno i protagonisti indiscussi? Fatemelo sapere nei commenti. È semplice, no?
Ma poi, dove sarà andato Tonno?
E la festa? Cosa potrebbe succedere se l'esagerazione prenderà il sopravvento?
Intanto se questo capitolo vi è piaciuto, fatemelo sapere con una stellina. È importante.
Buon proseguimento c:
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