Cinquantuno.

Volevo dirti che adesso va meglio, che oggi sto meglio.

Che piano piano mi sto rimettendo in piedi.

Volevo dirti che la sera è più difficile, ma non mi sembra più inaffrontabile, insuperabile.

Che ora so di potercela fare, di poterne uscire.

Volevo dirti che sono ripartita da me, da me che sono la cosa più importante e tendo a dimenticarlo spesso, a mettermi da parte spesso, a trascurarmi spesso.

Sono ripartita dai miei difetti, dalle mie insicurezze, dalle mie mani fredde, dai miei occhi stanchi.

Sono ripartita dai miei sbagli, e, un pezzo alla volta, li ho rivissuti tutti. I miei sbagli, i miei inciampi, le mie sviste, le mie disattenzioni. Ho ripreso tutto in mano, uno alla volta, e mi sono perdonata tutto.

Mi sono perdonata il male che mi sono fatta, e quello che mi sono lasciata fare, le volte che ho pianto, e avrei dovuto essere più forte, le volte che ho parlato piano e avrei dovuto urlare, le volte che ci sono stata per tutti, tranne per me.

Sono ripartita dai tagli, dalle ferite, dai graffi, disinfettando tutto anche se faceva male.

Mi sono tenuta stretta i ricordi con te, di quel poco di noi che abbiamo avuto il coraggio di vivere, ma non ho cercato di nascondere niente, non li ho ignorati, non li ho spenti, li ho affrontati, perché ora so che è l'unico modo di conviverci. L'unico modo di convivere con quei ricordi che urlano ancora il tuo nome, ma tu non ci sei più. E non ci sarai nemmeno domani.

Volevo dirti che avrei ancora tante cose da dirti, ma so che non servirebbe a niente.

Vorrei dirti che, nonostante quello che ne dicono gli altri, nonostante le urla, le litigate, i pianti, le notti insonni, io non mi pento di niente. È giusto che tu lo sappia: non rimpiango niente, con te ho vissuto fino all'ultimo secondo.

Mi sono goduta il momento, i momenti, perché, ad un certo punto, anche io ho capito che erano momenti, e che sarebbero finiti.

Volevo dirti che ci ho pensato, ci ho provato, ma io come le altre non lo sarò mai. Ricordi? Te lo dicevo anche i primi tempi: non sono come le altre. E non lo sono davvero. Quindi perdonami, se puoi, ma quello che mi hai chiesto non mi è possibile.

Volevo dirti che nonostante tutto ti ringrazio, di tutto, e che, nonostante tutto, ti auguro il meglio, anche se il meglio non ero io.

Volevo dirti che ti perdono, ma soprattutto che mi perdono.

Volevo dirti che hai fatto parte della mia vita in un modo bellissimo, tuo, tutto tuo, e che ne sono contenta, non importa che sia finita.

Volevo dirti che io andrò avanti, che questo, questa volta, lo devo a me, ma che tu devi sapere che qui avrai sempre una spalla a cui appoggiarti e qualcuno con cui parlare.

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