~Chapter three~
È un urlo acuto, uno di quelli che ti fa gelare il sangue nelle vene.
La sua voce è inconfondibile
"SHARON!!" chiamo, senza aspettarmi una risposta. Sbatto con forza la portiera della vettura e corro, senza l'intenzione di fermarmi.
"Jessica aspetta!!!"
Non mi fermo, nè tantomeno mi giro per aspettarli. Sopra il rumore dei miei passi velocissimi sento altre tre paia di piedi correre alle mie spalle. La mia famiglia mi segue.
All'improvviso una mano mi afferra le spalle bloccandomi e sollevandomi da terra.
"TOM LASCIAMI!"
Mi divincolo dalla presa di mio fratello e ricomincio a correre, mettendo una netta distanza tra me e lui.
Poco dopo urlo ancora: "SHARON!" e inaspettatamente una voce semi soffocata mi risponde "Jessica! Sono qui!!!"
Mi precipito nella sua direzione e la vedo lì, per terra, legata ad un albero, con un pezzo di nastro adesivo accanto alla mia amica.
Corro piangendo verso di lei, inciampando in qualche radice di un albero. Poi la raggiungo e inizio a slacciare le corde che la immobilizzavano.
"Sharon, sono spaventatissima, stai bene?" Chiedo affannata per via della corsa.
"Secondo te?" Dice sarcastica con un fil di voce.
"Cos'è successo?" Chiedo, mentre provo a sciogliere un nodo.
"Non lo so, credo di essere stata addormentata con qualche sonnifero e...e... mi sono svegliata qui" dice disperata. "L'unica cosa che ricordo e una strana figura vestita di nero"
La guardo, ancora sotto shock. Poi arrivano i miei familiari e mio fratello, che inizia a slacciare le corde al mio posto.
Dopo qualche minuto Sharon si alza in piedi e mi abbraccia forte, piangendo sulla mia spalla. Le uniche cose che riesco a fare sono accarezzarle i capelli e ripeterle "è tutto finito".
Ma evidentemente mi sbagliavo...
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