~Chapter fourteen~
Il fruscio del vento tra i rami degli alberi, il verso di un gufo in lontananza, i passi dei miei compagni sul terreno ben compatto del sentiero.
Alcuni corrono, impazienti di cominciare, altri invece sono calmi, addirittura rilassati, come se vivessero ogni giorno un'esperienza di questo genere.
Io invece ho la paura che scorre nelle vene. Ansia. Timore. A tratti terrore.
Questa notte succederà qualcosa.
Probabilmente alcuni quesiti verrano risolti, o magari tornerò ancora più confusa di quanto lo sia già.
Se tornerò.
Al mio fianco Sharon che, come se mi avesse letto il pensiero, bisbiglia: "Stai tranquilla, rilassati e vedrai che andrà tutto bene."
Nascondo la mia preoccupazione dietro ad un sorriso, cercando di sembrare il più sincera possibile.
Camminiamo ancora un po'.
Non dovrebbe essere molto lontano.
Infatti dopo poco Charlie, in testa al gruppo, urla: "SIAMO ARRIVATI!"
Tutti corrono verso la direzione da cui proviene la sua voce, tranne alcuni che rimangono dietro, me compresa.
Perfetto, questa è la radura.
Qui i rami sono molto meno fitti e si può benissimo vedere la luna piena di questa sera, oscurata a tratti da qualche nuvola passeggera.
Contro il tronco di un albero sono appoggiati due sacchetti con dentro ciò di cui aveva parlato il capo: alcune bottigliette d'acqua, qualche barretta energetica, una torcia e un foglietto. Stessa cosa per il sacchetto dei ragazzi.
"Pronte a perdere?" grida Jace rivolgendoci un sorrisetto di sfida, guardando soprattutto me.
Mi limito ad assottigliare lo sguardo, mentre mangio una merendina del sacchetto.
Appena siamo tutti pronti per iniziare il gioco, Charlie urla: "Che vincano i migliori!", seguita da Sharon che ribatte dicendo "Quindi noi".
Le due ragazze si scambiano il cinque, poi procediamo verso destra.
Qualcuno della squadra avversaria commenta ridacchiando un "Sperateci.", ma ormai siamo già lontane. Quando stabiliamo una certa distanza con il gruppo maschile ci fermiamo e Sharon tira fuori il foglio dal sacchetto.
Schiarisce la voce e inizia a leggere:
《 Il gioco è appena iniziato e non vi fermerete proprio adesso.
Procedete verso le sequoie giganti e il prossimo indizio troverete presto. 》
Passiamo qualche istante in silenzio, poi Ashley inizia a parlare:
"Le sequoie giganti si caratterizzano per le loro dimesioni, quindi se qualcuna di noi si arrampicasse su un albero dovrebbe riuscire a vederle."
"Vado io" mi offro volontaria. Magari mi distraggo un po' dai miei pensieri...
Le ragazze mi aiutano a salire sui rami e, con qualche graffio, arrivo in cima.
Sposto alcune foglie per vedere meglio. Davanti a me nulla. Solo semplici alberi.
"Allora cosa vedi da lì?" urla Sharon.
Guardandomi intorno la situazione è la stessa, nessun albero gigante.
E invece sono proprio lì, sulla mia destra. Un gruppo di alberi altissimi che si confonde con la notte.
Soddisfatta, cerco di tornare giù.
Un corvo vola nella mia direzione, proprio dritto verso di me. Mi abbaaso per evitarlo, ma inizia a volteggiare in aria descrivendo un cerchio, poco sopra di me.
Lo caccio via con la mano, ma dopo poco ritorna verso di me. Stavolta perdo l'equilibrio.
Cado, precipito verso il suolo.
Sbatto la testa contro diversi rami.
Mi preparo all'urto. Cavolo, se farà male...
Mi fermo, l'urto non è avvenuto. Però i diversi colpi alla testa mi fanno perdere i sensi.
Poco prima di svenire vedo il corvo. È lì su un ramo piuttosto alto dell'albero, ben visibile da qui.
Il suo verso risuona nelle mie orecchie all'infinito, non smette più...
Poi mi viene in mente una frase, magari letta da qualche parte:
Corvo, uccello del malaugurio, presagio di morte.
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