~Chapter eleven~

La voce dei miei compagni arriva dal corridoio. Si lamentano per le lezioni e per i compiti assegnati il primo giorno di scuola.

Loro hanno una vita tranquilla, a differenza mia. In fondo non hanno mica il covo segreto di un pazzo sotto il giardino della propria casa.

Afferro la foto con violenza, mettendola in uno scompartimento a caso dello zaino.

Comportati come se vivessi una vita tranquilla. Comportati come loro.

Sì...facile a dirsi.

•~•~•~

"Quindi? Vuoi dirmi cosa ti prende?"

"Il fatto è che da ieri, a scuola, trovo strane foto indirizzate a me, e ho scoperto che vengono realizzate da un uomo proprio sotto il nostro giardino." dico tutto d'un fiato.

Sembra la cosa più ovvia che mi sia mai successa.

Lui ride in risposta.

"Dici davvero? Andiamo, non ci crederebbe nessuno, tanto meno io."

"Per una volta sono seria, Tom."

"Allora dimostralo." Va verso la porta della sua camera, aprendola, incitandomi ad uscire.

Ho un attimo di esitazione. Mi alzo, supero la figura slanciata di mio fratello e scendo le scale, diretta alla porta di ingresso, con Tom alle calcagna.

Una volta uscita mi fermo, ispezionando il giardino. Mio fratello guarda la scena al tempo stesso perplesso e divertito.

Inizio a camminare in tondo, analizzando ogni singola zolla di terra in cerca della botola. Poi mi torna in mente un dettaglio: il tubo per l'irrigazione.

"Per quanto tempo ancora hai intenzione di guardare il giardino in cerca di qualcosa che non c'è?"

Eccolo lì, dannato tubo. È ancora per terra, proprio dove l'avevo lasciato prima di correre verso la porta di casa.

Mi precipito verso di esso e tasto con mani tremanti tutta la zona circostante. Botola, botola, botola.

Non c'è. Non c'è più niente. Ci deve essere per forza. Dannazione, fino a ieri c'era!

Guardo Tom. "È sparita." mormoro.

"Come non detto. Per me stai impazzendo." dice rientrando in casa.

Io?! PAZZA?!

Questa volta sono io a ridere. Una risata malata, priva di qualsiasi forma di umanità.

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