Per la role "Silent Hill"

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Ecco il mio bambino, enjoy!


Nome
Sono ancora il più rispettato, quindi cosa t′inventi?
Se questo mondo è l'Inferno allora sappi che appartiene
A Filippo Argenti!

Il suo nome è Jacques. Sarebbe la variante francese del nome Giacomo, col significato di seguace fedele di Dio. Quando fu abbastanza grande da parlare, chiese alla madre perché l'avesse chiamato in quel modo. La donna rimase in silenzio, cosa che faceva abbastanza spesso; dopo cinque minuti, tempo che pesava solo sulle spalle del piccolo, disse che quello era il nome di suo nonno ed ora era diventato il suo.
Jacques non glielo chiese altre volte.

Da bambino i suoi compagni lo chiamavano raramente con il suo nome intero: si confondevano con la pronuncia, non abituati a nomi francesi, e restavano lì, con le lettere ancora ferme tra le loro labbra, non convinti su come terminare quel richiamo, cercando con gli occhi il loro amichetto.
Così, quand'era bambino, era abituato a soprannomi di ogni tipo: c'era chi lo chiamava solamente J, un tipo minimalista,  c'era chi lo chiamava Giacco, inventandosi un nuovo nome, c'era chi lo chiamava Jacopo, fortunatamente non trovando mai un suo "omonimo".

Col passare del tempo, però, questi soprannomi sono diventati sempre più rari, sempre meno persone volevano richiamare la sua attenzione; da ormai tre anni, però, si sono fermati completamente: è già tanto se sente qualcuno che non sia un professore chiamare il suo nome.

Cognome
Hey yo, Westerberg!
Tell me what′s that sound?
Here comes Westerberg
Coming to put you in the ground!

Il suo cognome è Remus, lo stesso della madre. Un cognome che ha origine nella Francia settentrionale, col significato che non conosce neanche lui. È il cognome della madre e per questo lui si chiama esattamente come suo nonno, cosa che lo fa sentire come se non fosse una persona a se stante, ma solo una copia dell'uomo, dato che gli assomiglia molto.

Chiese alla donna il motivo della sua diversità, di perché lui avesse il cognome della mamma e non quello del papà, al contrario di tutti i suoi amici. La risposta arrivò qualche ora dopo, cosa normale nella casa, e la donna lo fece sedere con lei alla tavola.
Gli prese le mani tra le sue, due manine piccole e rosa con altre due lunghe e callose, e lo guardò negli occhi.
Rivelò a Jacques che lui non aveva il cognome del padre perché egli non ne aveva uno: i due non si erano mai conosciuti abbastanza e, ora che la donna se ne rendeva conto, lui non aveva mai neanche accennato alla sua di famiglia. Ma ovviamente non poteva dire questo a suo figlio, nonostante avesse lei sempre provato ad essere onesta con lui.

Per questo gli disse che esistevano delle persone che un cognome ce l'avevano, ma se lo dimenticavano. E quindi, a ogni loro nuovo amico, affermavano di averne uno diverso, sempre nuovo; queste persone, pur non essendo veramente cattive, non erano neanche brave, poiché bugiarde. E più bugie si dicevano, più persone si potevano far soffrire.
Così Jacques, ancora piccolo a quel tempo, decise di non mentire mai più alla mamma, solo di omettere qualcosina qui e lì. E questa abitudine è rimasta nel tempo, radicata dentro di lui.

Qualche volta all'anno incontra ancora l'altro Jacques Remus: è come guardarsi in uno specchio del circo che, al posto di deformargli il corpo, lo faceva invecchiare di una sessantina d'anni. Ascolta con attenzione tutto ciò che il nonno ha da raccontargli e, quando l'uomo finisce gli argomenti, gli piace sedersi vicino a lui sul portico della casa, a guardare l'orizzonte e ad essere felice nel passare un po' di tempo al suo fianco. Si chiede se arriverà anche lui alla sua età, se vedrà mai suo nipote, se riuscirà a continuare la tradizione dei Jacques Remus. Ma non riesce mai a trovare risposte soddisfacenti.

Compleanno
There lived a little boy infected by the evils of this world

In his heart the madness was growing
Until it leaked anger into his veins
And when he grew he didn′t grow up, he just grew more and more insane

Jacques è nato il 18 marzo del 1981, cosa che lo rende del segno zodiacale dell'ariete. 
Essere nato in primavera è una cosa indifferente per lui: l'unica cosa che gli fa apprezzare il suo compleanno è il fatto che la madre lo porti a camminare con lei, tra le stradine della città, col sole che riscalda la loro pelle chiara. A pensarci bene, lui non ha mai avuto un regalo dalla sua genitrice: non avendo tanti soldi, la donna preferiva prendersi un giorno libero e passare il pomeriggio col figlio, anche a non fare niente.

E, sapendo che la mamma sarebbe stata con lui per un'intera giornata, Jacques decise ben presto di non fare feste di compleanno, nonostante la donna volesse che lui si divertisse. Così, quando gli amici divennero sempre più rari e alla fine sparirono, questo non cambiò la gioia che provava ogni volta che arrivava il suo compleanno. Gli bastava avere la mamma con sé, tutto il resto era superfluo.

Prestavolto
Doctor, look into my eyes
I′ve been breathing air, but there's no sign of life
Doctor, the problem′s in my chest
My heart feels cold as ice, but it's anybody's guess

°Lorenzo Zurzolo°


Jacques è un ragazzo di una bellezza
nella media, con due attenti occhi verdi, un neo sulla guancia sinistra e corti capelli mossi e castani.
Una delle sue particolarità è la sua altezza: egli è alto un metro e cinquantacinque, cosa che lo rende una sottospecie di nano tra i ragazzi della sua età. Ha un fisico asciutto ma allenato, e per questo è sia leggero che veloce, come se fosse una fatina. Nella realtà, però, Jacques è una persona che incute molto più timore rispetto a questa creatura fantastica.

I suoi occhi, così grandi e verdi, sono spesso privi di emozioni, tenuti ad osservare e analizzare tutto ciò che lo circonda. La sua pelle è callosa, ruvida, piena di tagli e cicatrici. Le sue labbra sono segnate da continui morsi e più volte alla settimana gli capita di fare sanguinare il labbro inferiore, involontariamente.
La sua voce è roca, graffiante e la si può sentire solo agli appelli o quando il ragazzo è obbligato a parlare da un professore.
Non parla molto e questo aggiunge una certa dose di ansia al suo aspetto così misterioso.

Sul suo conto si è presto sparsa una voce, da quando è arrivato con la madre a Bellavista: alcuni ragazzi dicevano che lui era uno schizzato, che con il martello che aveva nella bottega un giorno avrebbe provato ad aprire il cranio a tutti e che, finché non si sarebbe ammazzato, nessuno sarebbe stato al sicuro. Dicevano che lui aveva un problema mentale; la famiglia Remus era ed è, tra i ragazzini più piccoli, una famiglia dell'orrore, una di quelle famiglie di pazzi assassini dei film horror.
La maggior parte dei ragazzini con meno di tredici anni non entrerebbe mai nella bottega di Jacques, considerandola alla stregua del covo di Leatherface.
Per questi ragazzi, anche avvicinarsi a Jacques è come avvicinarsi al mostro: quando si trovano a camminare relativamente vicino a lui, e non ci sono genitori nelle vicinanze, sputano con un bel grumo di saliva, provando a colpirlo.
E certe volte ci sono pure riusciti.

  Poi, guardando la sua mano destra, si può notare che il suo mignolo non è normale: la falangetta di questo dito è scomparsa, con un taglio netto e preciso. L'anno prima, mentre lavorava nella bottega, aveva avuto un incidente con la sega elettrica; si era curato alla bella e meglio e, quella sera, quand'era arrivata la madre, lei lo aveva medicato seriamente, ringraziando Dio che il figlio non avesse preso un'infezione.
Da quel momento, per un paio di mesi, la madre rimase sempre al fianco di Jacques ogni volta che si recavano alla bottega: gli disse che così avrebbero finito prima il lavoro, cosa vera, ma si sentiva terribilmente in colpa per non essere stata con lui.

Carattere
All this emptiness inside
I can′t fill the void in my mind
Sometimes I just wanna die
Wish that I could tell you why
Is it all inside my head?
I just can't escape the noise

Tutti i bambini che sono costretti a camminare vicino a Jacques, o che abitano nei pressi della sua bottega, dicono che c'è un fetore che lo circonda, qualcosa di marcio all'interno dell'animo del ragazzo. Marcio come le uova che lanciano sulla sua casa il giorno di halloween, senza neanche chiedere dolcetto o scherzetto. Ma non è questo il punto, secondo i dodicenni colpevoli: anche i grandi lo pensano, soprattutto le signore più anziane, e loro fanno solo quello che è giusto, fare capire alla famiglia Remus quanto sia "benvenuta" a Bellavista. C'è qualcosa di sbagliato in quei due, dicono i bambinetti, e loro vogliono solo proteggere la loro città natale.

Anche i ragazzi più grandi, però, notano che c'è qualcosa di "particolare" in Jacques: è sempre silenzioso, non l'hanno mai visto fare un'attività extracurricolare a scuola e, usciti da questo edificio, lo rivedono solo nella falegnameria della madre. Alcuni pensano, ingenuamente, che assomigli ad un fantasma triste, il quale "infesta" solo il suo negozio, ritrovandosi a essere costretto ad andare alle superiori per il resto dell'eternità, perché il suo corpo è sempre quello di un sedicenne e non può scappare all'istruzione neanche da morto.
I suoi occhi, raccontano i temerari che hanno incrociato il suo sguardo, sono vuoti, privi di emozioni; se Jacques decidesse di sostituirli con delle biglie, forse sarebbero più espressivi. Quando si decide a parlare, cosa più unica che rara, lo fa ermeticamente, esprimendo i suoi pensieri con parole corte, tastando l'atmosfera e analizzando le risposte del suo interlocutore.

A scuola i professori non possono dirgli niente: non parla, non sembra che sia neanche attento, ma quando gli fanno una domanda, costringendolo a parlare, lui dà sempre la risposta giusta; sarebbe considerato un nerd se intervenisse almeno una volta, ma così non è, in nessuna lezione. L'unica cosa che fa è prendere appunti, lo sguardo perso nel vuoto del suo banco, le orecchie che sembrano non sentire e le labbra cucite. Quando i professori decidono di fare lavori di gruppo, l'atteggiamento del castano non cambia più di tanto: aspetta che  il suo cognome gli dica cosa fare e lui si mette al lavoro, senza fiatare. Se il suo compagno non ha nessuna idea, beh, lì so cazzi.

Un'altra parte del ragazzo, la vera parte del ragazzo, si mostra solo con Fred: quando sono loro due alla bottega, o magari a casa di Jacques, quest'ultimo non la può smettere di parlare, di raccontargli com'è andata la sua giornata, di sfogarsi per tutto quello che è successo e succederà. Sembra che ridiventi bambino, solamente con una dialettica più arguta. Arrivare ai livelli di Fred è difficile, molto difficile, dato che con molte persone il massimo della sua interazione è dire l'ora quando loro gliela chiedono. Anche con le persone che più possono essergli simpatiche, lui ha il terrore di aprirsi, di essere rifiutato e bistrattato ancora una volta.

Quando è solo, quando non ha più neanche la compagnia di Fred, invece, sembra più calmo (non emana la stessa aura di inquietudine), ma star da solo lo fa star male. I suoi pensieri invadono il suo cervello, portando con loro il caos, e ragionare diventa difficile.

Nelle notti in cui sta meglio esce di casa, non sopportando più quelle quattro mura e, invisibile come un'ombra, si ritrova al parco della città. Lì, silenzioso come se stesse cacciando, inizia ad arrampicarsi sugli alberi, finché non si ritrova a far pendolare le gambe da un ramo e a riflettere sulla sua vita, baciato dolcemente dalla brezza notturna.

Nelle notti in cui sta peggio, invece, i pensieri che tende a nascondere a Fred, i pensieri che più sono pericolosi ma al tempo stesso affascinanti, quelli riaffiorano nella sua mente. L'incidente con la sega elettrica, cosa che non rivelerà mai a nessuno, è stato causato da uno di quei pensieri che più gli stava masticando il cervello.

Storia
Has melancholy taken you for good?
You know that I would save you if I could
Watched your laughter turn to tears
Then you vanished in thin air

Per parlare della storia di Jacques, si deve partire dalla storia del primo Jacques Remus: nato negli anni venti, combattuto per la sua patria e con niente più da perdere, decise di trasferirsi in America nella metà degli anni cinquanta, al fine di ottenere un lavoro ed esplorare il "Nuovo Mondo", visto che non aveva ottenuto la possibilità di poter viaggiare quand'era giovane. La vita non fu facile per lui, da immigrato dovette lavorare il doppio solo per non morire di fame, ma ormai non aveva altra scelta, se non tornare alla sua Francia distrutta.

Qualche anno dopo, nel 1958, conobbe una sua connazionale, Juliette e, anche se non sappiamo se fu amore a prima vista o qualcos'altro, nel 1960 i due si sposarono e nel 1962 nacque la loro prima figlia, Margot.
La situazione non era delle migliori, soprattutto a causa della psiche distrutta di Jacques, e ben presto i soldi iniziarono a scarseggiare, riempendo i due coniugi di lavoro solo per poter riuscire a vivere un giorno di più. Per questo, quando Margot aveva solo quindici anni, se ne andò dal nido, decidendo assieme ai genitori di andare a vivere con una vecchia zia paterna, promettendo di mantenersi sempre in contatto con loro tramite lettere.

La giovane, oltre ad occuparsi della zia paralizzata, dovette anche trovarsi un lavoro, decidendo di spedire nelle lettere parte dei suoi guadagni, così da aiutare i genitori ancora di più. Infatti, se legalmente lei era una falegname, come le aveva insegnato il padre,  faceva anche cose poco legali per ottenere qualche soldo in più. Margot aveva conosciuto le proprietà benefiche della pianta di Maria nella sua adolescenza e, con molta attenzione, aveva un orticello speciale nella soffitta della casa.
La mattina andava a scuola, il pomeriggio vendeva sgabelli, tavolini e immagini di animali intagliati nel legno, e la sera vendeva le sue sigarette.

Si fece conoscere ben presto dai suoi coetanei per la sua qualità, ma anche per la impulsività. Certe volte non ragionava bene e alcuni giorni si è quasi ritrovata a vendere i suoi prodotti a dei poliziotti in borghese. Decise quindi di mantenere uguale la sua clientela: lei non avrebbe cercato i clienti, loro sarebbero dovuti andare da lei, accompagnati da alcuni suoi clienti abituali, così da capire che non la stavano prendendo in giro. Di solito i suoi clienti erano sempre ragazzino della sua età, o al massimo adolescenti un po' più giovani.
Nel 1980, quando Margot aveva aperto il suo business da quasi tre anni, un nuovo acquirente si fece strada nella sua vita.
Si chiamava Dimitri, aveva combattuto nella guerra fredda e le si presentò assieme ad uno dei suoi clienti più affidabili, l'unico problema era che lui aveva cinquantatré anni.

Ben presto, a causa della lontananza da casa e di tutte le responsabilità che la stavano opprimendo, la ragazza si avvicinò all'uomo, che sembrava avere sempre la risposta pronta. Dimitri, in una maniera contorta, le ricordava il padre Jacques, per il suo spirito d'iniziativa, ma si allontanava dalla figura del padre per il fatto che i suoi sentimenti gli andassero velocemente al cervello. Forse a causa di ciò che aveva visto in guerra, non riusciva più a ragionare normalmente, infatti tutte le sue decisioni non venivano fatte dal suo cervello, bensì dal suo cuore, molto più egoista. Così, partendo da una semplice amicizia felice, Dimitri si montò la testa, convincendosi che quello che sarebbe stato meglio per entrambi era diventare una famiglia. Non riusciva a capire che la ragazza lo vedeva come una figura paterna, che si sentiva sottomessa a lui, Dimitri capiva solo che, visto che Margot sorrideva in sua presenza, questo voleva dire che desiderava essere sua moglie.

Quando la donna rimase incinta, lui la convinse a tenere il bambino e lei, sapendo che Dimitri voleva solo il meglio per lei, come se fosse veramente suo padre, accettò, smettendo di bere e fumare per la salute del figlio. Ebbero un bambino, nato nel marzo del 1981 e andarono a convivere, nella casa dell'uomo.
Tutto sembrava perfetto, la giovane sembrava autoconvincersi che questo era ciò che voleva dalla sua vita, Dimitri era l'uomo che avrebbe voluto al suo fianco per il resto dei suoi giorni, quando accade qualcosa che non doveva accadere.
Dimitri, oltre al vizio della cannabis, aveva anche un vizietto per la cocaina, cosa che però Margot non forniva. Dovendo affidarsi ad altri spacciatori, l'uomo non riusciva a trovare abbastanza soldi per accontentare sia la famiglia che la sua dipendenza.
Quel maledetto sei giugno del 1982, l'ex soldato tornò a casa dalla sua famiglia a notte fonda, dicendo che adesso c'era un problemino in più. Quando Margot gli chiese cosa intendesse, l'uomo le rivelò che, visto che non aveva abbastanza soldi per poter comprare la droga, lui l'aveva rubata. L'unico problema era che il suo spacciatore era un uomo al servizio di Don Luigi, uno dei boss mafiosi Italo americani più conosciuti della zona.

Così la ragazza, spaventata per la sua vita e per quella del bambino, preparò le valigie e scappò dalla casa il mattino presto, senza dire niente a Dimitri, che dormiva profondamente nel letto. Dopo anni che non si rivedevano, tornò alla casa dei suoi genitori, presentando per la prima volta il vecchio Jacques al nuovo Jacques. Decise di cambiare stato, così che suo figlio non venisse riconosciuto per essere il figlio della spacciatrice, ma avesse una sua identità, tutta nuova. Quello sarebbe stato per loro un nuovo inizio.

Margot, assieme ai suoi genitori che volevano ricominciare assieme a lei, si stabilì per la prima volta in Texas, luogo che segnerà tutta l'infanzia di Jacques, fino all'ultimo anno delle scuole medie. La donna iniziò a lavorare giorno e notte assieme al padre, usando le loro doti di falegnameria per costruire tavoli, ma soprattutto bare per le pompe funebri locali. Il bambino fu per questo conosciuto come una sottospecie di figlio della morte, ma questo non lo turbava quando aveva gli amichetti al suo fianco.
Col passare del tempo, con l'arrivo della preadolescenza, però, tutto cambiò: anche i suoi amichetti più fidati si allontanavano da lui, considerandolo strano perché non aveva un papà, considerandolo strano perché la sua mamma non era mai presente per lui, considerandolo strano perché indossava sempre gli stessi vestiti, considerandolo strano perché non parlava bene come loro.

Fu in quegli anni che conobbe Fred: questo bambino era diverso da tutti i suoi compagni, lui lo sapeva, ma è tutt'ora suo amico, forse solo per non sentirsi così dannatamente solo.

Anche quando si trasferì con la madre a Bellavista, nello stato di Silent Hill, Fred rimase sempre al suo fianco, nonostante Jacques è l'unico che lo veda. Margot aveva deciso di trasferirsi perché aveva visto una breccia aperta nel mercato di Bellavista, aveva adocchiato un bell'edificio che poteva diventare la sua bottega e voleva dare un'altra opportunità al figlio, che vedeva sempre più chiuso in se stesso. Peccato che non sia andato tutto come credeva lei.

Famiglia

la famiglia di Jacques è ristretta, dato che, alla morte della zia da cui era andata ad abitare Margot, rimasero solo in quattro: i suoi nonni erano arrivati in America  senza più fratelli o sorelle, mentre la madre non ne aveva mai avuti. Certe volte si chiede se suo padre è figlio unico oppure no, se per caso ha degli zii sparsi nel mondo, ma preferisce non trovare risposta a queste domande.

Margot Remus
(Sharon Stone)

La madre di Jacques, la sua figura di riferimento, la sua roccia. Una donna che si pente della sua impulsività e di essersi fatta manipolare da un uomo che aveva quasi l'età di suo padre. Se non fosse scappata da lui, non sa cosa sarebbe successo. Forse sarebbe ancora lì, con Dimitri, a fuggire dalla mafia, in costante paranoia. Non ha provato più a scrivere all'uomo, non sa neanche se è ancora vivo. Ha 34 anni, ma il suo aspetto non è dei migliori: non ha mai fatto attenzione al suo corpo e se ne pente, dato che sembra più una cinquantenne che altro. Parla poco, deve pensare a tutte le parole che dice prima di parlare, così da non sbagliare come ha fatto in passato. Ama Jacques, ma non riesce a mostrare questo suo affetto e si sente sempre in colpa.

Dimitri
(Gerard Butler)

Jacques non ha neanche una sua foto, non l'ha mai visto, non sa cosa pensare di lui. Non ha idea di come reagirebbe se lui tornasse nella sua vita un giorno. Ha solo paura che Dimitri non sarebbe orgoglioso del ragazzo che è diventato.

Per quanto riguarda il resto della sua famiglia, ha un buon rapporto con il suo omonimo, il nonno Jacques Remus.
Ha anche un rapporto decente con la nonna, Juliette, anche se conosce un suo segreto che lei gli ha fatto giurare di non rivelare mai a nessuno. E Jacques è bravissimo a mantenere i segreti.

Punti forti

°pazienza°
Jacques è una vera e propria scultura di sale, quindi mi sembra ovvio che lui abbia una grande pazienza. È abbastanza difficile farlo sbottare, è molto difficile che lui continui ad ascoltarti dopo che ha capito che vuoi solamente provocarlo. Riesce a calmare i suoi nervi ogni giorno in bottega, usando martelli ed altri oggetti appuntiti, o, più semplicemente, parlando con Fred

°silenzio°
Jacques è una delle persone più silenziose nell'intera cittadina: quando cammina, quando si arrampica sugli alberi, quando scrive gli appunti, se non si guarda nella sua direzione sembra che non ci sia. Anche quando si fa così male da sanguinare, niente esce dalle sue labbra: resta lì, a fissare il sangue per almeno un minuto, per poi andare a medicarsi la ferita. È successa la stessa cosa con la sega elettrica, ma nessuno era lì a vederlo, fortunatamente.
Oppure i ragazzini non lancerebbero solo uova ad Halloween.

°resistenza°
Vedere Jacques vomitare o farsi così male da fermarsi è una delle esperienze più uniche della vita: lui è molto resistente, proprio come una roccia, sembra che niente lo scalfisca. Anche in una rissa puoi scommettere tutto che non sarà lui a cadere per primo: vedere sangue non lo spaventa e, anche se dovessero spaccargli qualche osso, lui non si ferma,  continuando a combattere finché non vincerà o sverrà, una delle due. È molto difficile che inizi lui la rissa, ma se qualcuno lo colpisce lui non sarà fermo a subire.

Punti deboli

°stabilità°
Per quanto sia forte esternamente, difficile da buttare giù, la sua salute mentale è tutto un altro conto. Non ha nessuno con cui parlare, nessuno con cui sfogarsi, a eccezione di Fred. Ma Fred non è la persona ideale a cui rivelare queste cose.
Nonostante sappia che la madre lo ami, sente lo stesso una mancanza di affetto, una mancanza di dialogo nella sua vita.
L'abbandono dei suoi amici non ha certamente migliorato la situazione e il suo essere diventato una roccia è solo un modo per proteggersi da altri potenziali attacchi, anche se non sa quanto potrà durare questo suo aspetto freddo prima che anche il suo cervello inizi a perdere la sua stabilità.

°amici°
Jacques ha difficoltà a fidarsi delle persone ma, cosa più importante, ha difficoltà ad aprirsi a loro: sente dentro di sé che nessuno sarà mai interessato a quello che dice, a quello che prova, e quindi farebbe meglio a restare in silenzio, cosa che fa.
Certe volte ha paura di confidarsi addirittura con la madre, terrorizzato dal fatto che lei possa non essere orgogliosa di ciò che fa Jacques quando non c'è lei a controllarlo.
Vedere i suoi coetanei, a scuola e fuori, parlare e divertirsi tra loro, fa tremare il suo cuore, ma non sa come potrebbe rimediare, non sa come potrebbe mai riuscire ad avere degli amici. Sente che è troppo corrotto per meritarseli.

°lacrime°
Da bambino, cosa che Jacques ricorda perfettamente, piangeva quasi per ogni cosa, che fosse dolore, rabbia o solo felicità. In questo periodo, però, si è reso conto di non saper più piangere, di non riuscire a sfogarsi tramite calde lacrime, come se avesse perso tutte quelle emozioni che da bambino lo facevano disperare.
Questa cosa lo preoccupa in maniera enorme, al punto tale che certe volte si chiede se è davvero vivo o solo un guscio vuoto della persona che era. Non sa aprirsi a parole, non riesce più a sfogarsi con le lacrime e i suoi gesti sembrano sempre rozzi, aggressivi.
Ha genuinamente paura.

Curiosità
quando non è a scuola fuma sigarette come un turco, provando a concentrare i suoi pensieri solo sul fumo che esce dalle sue labbra.
Non si è avvicinato né all'alcol né alle sostanze stupefacenti e ne sembra alquanto disgustato, trovando piacere solo nel consumare pacchetti di sigarette, uno dopo l'altro, finendone minimo uno a settimana.

ha trovato una cabina, nei boschi, fatiscente, che ha sistemato grazie alle sue doti con il legno. All'interno lui tiene alcuni conserva e, con gli animali che cadono nelle sue trappole, si diverte a fare delle lezioni di anatomia private. Naturalmente, prima di usarli come cavie, fa attenzione a controllare che a Bellavista non sia scappato nessun coniglietto di compagnia senza collare.
Il sangue non gli fa nessun effetto e la cosa su cui si concentra maggiormente è rimuovere tutti gli organi dai cadaveri degli animaletti, cercando di danneggiarli il meno possibile. È anche per questo che segue cucina nelle materie elettive.
Forse da grande diventerà un veterinario, ironicamente.

parlando delle materie elettive, segue francese per avvicinarsi alla madre e al nonno, russo perché il padre potrebbe essere emigrato da lì e tedesco, cosa che ha a che fare con il segreto tra lui e la nonna.

•la sua playlist:

Orientamento
Jacques non sa neanche lui cos'è, e sinceramente non gli interessa più di tanto. L'unica cosa che sa è che è attratto allo stesso modo da ragazze e dai ragazzi: potrebbe benissimo dire che lui è asessuale, ma lui non è il tipo da spiegare le sue parole.
Per quanto riguarda il genere, ha sempre pensato a se stesso come un ragazzo cisgender, seppur con parole diverse. Però quando si parla di lui preferisce che vengano usate parole neutre piuttosto che maschili.

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