Ululati

Nero d'ombra, raggomitola il senno
plasma forme corvine dinnanzi,
addentrano languide al cenno
del singhiozzar silente interno,
esploso d'uopo, che tal dolor si stanzi!

Singulti intensi, spogliano il cor
attanagliato dall'ombre gorgoglìo,
nel soffocar pianti di cordoglio
e vi strozzano in gola il fragor.

Luce sì fioca mi svanisce l'alma
flebile s'accinge a riposar tremante,
come terremoto dentro, fuori calma.
Fredda si pone al centro la salma,
lei non si salva per baci d'amante.

L'ennesima notte ch'io mi spengo
fuori dal mondo, raro mi comprende,
appassisco in ipossia imminente,
afasico scrivo versi che spiego
a dislessiche teste che leggono niente.

Triste è la sorte di chi tenta invano
d'esprimere sé, senza che 'l mondo
s'accorga di quanto profondo
ogni gesto sia, tanto che piano,
piano, piano, vo' a fondo.

Le volte vorrei solo spirare,
stanco di sperare.
Le volte vorrei solo sparare,
stanco di sparire.

Come spettro m'aggiro in meandri
sconfinati, polverosi e roventi.
Che mi stupri la mente e violenti
ciò che vorresti in ben altri.

Trascino catene or d'ossido obsolete
cammino da eoni allo sbando.
Or che strascico membra, cosa volete?
Accascio me, come un tossico stanco.

Vien un ululato, un guaito, un sussulto
a questa luna che si cela nel manto
di nuvole tossiche, vento d'amianto
un lupo come me, s'accascia nel lutto
di se stesso, che la brama intanto,
ma 'l suo canto lei non l'udirà singulto.
Lei lo sentirà sussurro, a malapena,

così a malapena

che lei lo dimenticherà soltanto.

Poesia tratta da "Animare i Morti".

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top