Angelo della Disperazione

Liberami nell'aere,
come fossi vento.
Libera ogni patimento,
finché cenere
sarò.

Celere l'abbraccio della luna,
sì che giaccio all'addiaccio
senza onore né fortuna alcuna.
E muto il core in ghiaccio.

Dammi le tue ali,
angelo della disperazione,
la speranza è un'eresia
in questo modo di mali.
Un'obiezione all'agonia,
un'iniezione di follia.

Donami la tua voce
per cantare lacrime.
Donami le tue pagine
per leggere l'atroce
bellezza d'esser fragile.

E quando il mondo sparirà
noi saremo uguali,
due fiori estirpati
appassiti al domani
che verrà.

Quando il fuoco ci inghiottirà
in fauci cremisi d'uopo
mi saluterai anche se dopo
nessun uomo ci salverà.

Dammi i tuoi occhi pece
per non offuscarmi al buio
di questo abisso cupo.
Mi illuminerai invece.

Donami le tue mani,
le mie sono consumate,
le tue profumate.
Accarezza il mio domani.

Dammi la tua grazia,
ch'io vivo di scompostezza
nell'esternar quest'amarezza
che dentro mi ristagna.

Dammi la tua forza,
che mi sento a brandelli,
spade, lance e coltelli,
sento perforare la mia scorza.

Angelo della disperazione,
dammi le tue piume,
il tuo acume,
il tuo sorriso,
anche se vivo diviso
senza un barlume.

Dammi la tua anima,
così sarò come te,
latore di ciò che siamo.
In ogni candida notte
in cui andiamo
verso una morte
per rinascere nuovi.

Libera il core dai rovi,
riempi i polmoni vuoti
ritrova gli smarriti uomini,
rinnova gli spartiti iconici
d'una musica armonica
che solo noi angeli
quando cadiamo possiamo fare.

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