cap.194
Peter's pov
Torniamo a casa e mi feci una doccia, visto che stare per più di un'ora sotto l'acqua seduto sul terreno aveva fatto si che il fango si impadronisse di me.
Mi misi una maglietta rossa e una tuta abbastanza comoda, tutti se n'erano ormai andati e nella torre crollò il silenzio.
Mi butto sul letto e inizio a fissare il soffitto, con uno sguardo vuoto come la mia anima.
"Toc toc...Hey Spiderboy.."
Disse mio padre fingendo di bussare alla porta già aperta. Restò fermo sull'uscio e poco dopo entrò.
"Ti ho riparato il costume. Ora è super funzionante..."
Si siede poi sul letto poco distante da me.
"C'è altro da aggiustare, vero ragazzino!?"
Fu il silenzio a parlare e gridò un forte e sonoro Si.
"Okay ho capito....su vieni con me creiamo qualcosa in laboratorio."
Disse tirandomi su per un braccio, facendomi sedere.
"No non mi va.."
Risposi con un filo di voce mentre lentamente ritornai giù sul letto.
"Dai cucciolo andiamo."
Provò dinuovo a prendermi il braccio ma mi girai di lato dandogli le spalle.
"Devo fare i compiti"
Dissi la prima scusa che mi venne in mente.
"Va bene Spidey. Ti lascerò studiare..."
Concluse sapendo che era una scusa e dopo un breve silenzio uscì dalla stanza.
Rimasi per altri dieci minuti sul letto e dopo decisi di alzarmi per vedere effettivamente quanti compiti avevo per lunedì.
Aprii il libro di storia e iniziai a studiare i capitoli che il professore aveva richiesto.
Una noia mortale....
A fatica riesco a concentrarmi su quelle pagine, troppe parole messe una accanto all'altra tutte uguali, una vera noia.
Prima almeno era divertente, anche se finivamo sempre con il farci la "guerra" e con capitoli finiti a metà ci divertivamo e riuscivamo sempre a cavarcela poi con il professore.
Continuo a divagare con i pensieri, tanto ormai non ci sto provando nemmeno più a finire di leggere il capitolo.
Sentii bussare la porta, che mi risvegliò da quel mio lungo viaggio.
"Bimbo ragno ti ho portato la cena."
Disse mio padre entrando con un piatto in mano, e poi posò il piatto sulla scrivania.
Lo guardai per un secondo poi tornai con la faccia sul mio libro.
"Non mi va"
Risposi con un tono basso.
"Lo sai mi sta stancando questo tuo non mi va. E comunque ora devi mangiare. Alla festa oggi a pranzo non mi ti ho visto mangiare e fare una colazione di fretta non mi sembra ideale... Dai su questa è la miglior pizza dello stato"
"Ora sono molto concentrato a studiare questo argomento, credo che la mangerò appena finito"
Tagliai corto, non so cosa voglio di preciso ma per ora voglio stare in silenzio con me stesso senza nessuno intorno.
"Oh bene quindi pensi di mangiarla prima o dopo i tuoi trent'anni?"
"Eh!? Guarda che ci metto poco a finire. Puoi anche andare di là. Riporterò io il piatto a posto"
"Basta con le stronzate Pete. Sono tre ore che sei su quella pagina. Non stai studiando, avanti mangia un po'. Capisco che non stai bene per tutta questa faccenda ma così non aiuterai nessuno."
Si avvicinò e prese una sedia sedendosi al mio fianco.
"Dai su mangia uno spicchio e di guadagnerai un ora senza di me e senza rotture"
"Va bene"
Risposi e mangiai lo spicchio, cavolo era davvero buona.
"Ti piace eh!?"
Risposi annuendo visto che avevo la bocca piena di mozzarella e salsa.
"Un giorno ti porterò a mangiare la miglior pizza del mondo. Andremo direttamente nella sua patria, nella sua città natale e prenderemo la pizza più buona che tu abbia mai mangiato."
Finii il mio spicchio di pizza e guardai mio padre.
"Bravo bambino, ma ora ho una controproposta, un altro spicchio e aggiungiamo una mezz'ora"
"Stai cercando di farmi mangiare tutta la pizza?"
"No, sto solo negoziando"
"Come vuoi"
Mangiai un altro pezzo di quel squisito impasto con la salsa e la mozzarella.
Appena finii anche quello mio padre aprì bocca per parlare ma fu interrotto dai miei colpi di tosse, sempre più frequenti.
"Hey piccolo stai bene?"
Disse dandomi dei colpetti sulla schiena pensando che un boccone mi fosse andato di traverso.
"Si si"
Riposi appena quell'attacco di tosse finì.
"Uhmmm fa vedere"
Disse e di scatto mi bloccò la testa con una mano e l'altra la poggiò sulla mia fronte.
"Sei un po' accaldato, forse stare sotto la pioggia per tutto quel tempo ti ha portato un po' di febbre."
"Nah è ridicolo"
Risposi ma lui sempre più convinto mi prese con la forza e mi portò a letto.
"Su stai un po' qui"
Disse e dopo uscì, tornando solo pochi minuti dopo con un termometro.
Si sedette al mio fianco sul letto.
"Su mettiti comodo ragazzino"
Disse aiutandomi a sdraiarmi, dopo si sistemò meglio al mio fianco e mi appoggiò il termometro sotto al braccio, tenendomi poi fermo vicino al suo petto, così che io non potessi falsificare il test, spostando il termometro affinché non segni la giusta temperatura.
Aspettiamo il tempo necessario, nel frattempo mi sentivo protetto in quell'abbraccio. In queste situazioni mi sono sempre sentito così, ma questa volta era diverso. Forse non avevo bisogno di stare da solo, ma di stare al sicuro. Con questo pensiero mi sistemai meglio e poggiai la testa sul suo petto poi chiusi gli occhi, con l'orecchio sopra il suo reattore, mi rilassa sentire il rumore che quel congegno produce, non so il perché ma quello è un segno di mio padre, è il segno di un luogo sicuro.
Mio padre inclinò leggermente la testa verso di me e mi lasció un bacio tra i capelli e aumentò di poco la stretta.
Tony's pov.
Sapevo che Peter aveva qualche decimo di febbre, ma verificare è sempre meglio e dato che Peter farebbe di tutto per non avere la febbre è meglio se rimango con lui. Così feci come quando era piccolo e non voleva mai stare fermo il tempo necessario per misurare la febbre, mi stesi al suo fianco tenendolo fermo tra le braccia. Già così riesco a sentire quanto Peter sia caldo, per fortuna con i suoi superpoteri che diventano sempre più forti si riprenderà velocemente.
Si vede lontano un miglio che Pete non sta bene, non solo fisicamente ma anche moralmente, "purtroppo" per lui non lo lascerò facilmente..
Peter si addormentò sul mio petto e a me sembrò di rivivere in un solo istante tutti i momenti insieme. Da quando Pepper mi disse che aspettavamo un bambino, alla loro nascita fino alle notti insonne passate a Malibù dovute ai loro pianti e in particolare quando una notte mi ritrovai a vagare per la casa da solo stringendo tra le braccia due bambini camminando su e giù per far addormentare quei due diavoletti.
A volte mi mancano quei momenti, vorrei riviverli per cambiare il futuro...
Ma ormai il dado è tratto.
Tornai alla realtà, concentrandomi su Peter che oramai è nel mondo dei sogni da un po'.
Gli accarezzai delicatamente i capelli cercano di non svelarlo. Lui emise dei mugolii e si strinse di piú a me.
Dio quanto mi è mancato stringerlo così.
Certo ora è cresciuto ma per me ogni volta che lo guardo vedo il mio piccolo bambino. Il piccolo bambino che correva per casa facendo svolazzare un disegno fatto all'asilo su cui era sempre raffigurato il suo eroe preferito.
"Mmmh, papà?"
Disse Peter strizzando gli occhi.
"Shhh piccolo, hai un po' di febbre, riposati ancora."
Dissi mentre gli accarezzai la testa, lui aprì gli occhi e fissò dritto a lui senza muovere un muscolo.
"Mi manca"
Disse con un filo di voce, strinsi più forte il braccio intorno al suo busto.
"Che dici ti va di fare qualcosa in laboratorio. Sai è un buon modo per tenere la testa occupata, possiamo creare tutto quello che vuoi"
Gli proposi cercando di non lasciarlo "morire" chiuso dentro quella stanza.
"Possiamo creare tutto?"
Rispose con un briciolo di entusiasmo.
"Si Spidey tutto."
"Un androide?"
Disse con una strana energia.
"Un androide?"
Ripetei...
"Si, sarebbe divertente e.."
"Inquietante"
"Esatto non è fantastico!"
Disse scattando in su.
"Hai un concetto un po' strano di fantastico."
Ero entusiasta dell'idea di Peter, quel ragazzino ha idee davvero brillanti, ma creare un androide significherebbe creare anche un'intelligenza artificiale, e decisamente non voglio correre il rischio di creare Ultron 2.0.
"Dai ora andiamo ti faccio vedere qualcosa di bello."
Lo convinsi a scendere giù nel laboratorio.
"Allora cosa c'è di così eccitante da farmi vedere, visto che non costituiamo più l'androide"
Disse Peter un po' stanco mentre si sedeva sulla sedia alla mia scrivania.
"Che dici di aiutarmi a finire questa?"
Proposi ironico e dopo premendo un pulsante azionai un piccolo pannello che si girò mostrando a cosa stavo lavorando.
"Wow papà ma è fantastico!"
"Quindi ci stai?"
"Certo"
"Bene, ah Peter chiaramente acqua in bocca. È un regalo per la mamma, lei non deve saperlo"
"Tranquillo sono un mostro a trattenere i segreti"
A quell'espressione venne fuori spontaneamente uno strano verso.
"Che vorresti dire? Che non è così?"
Disse Peter.
Lo guardai alzando le sopracciglia invitandolo ad ammettere che non è così.
"Oh dai non è vero....ad esempio non ti ho detto che l'altro gior..."
Disse ma poi si fermò di colpo.
"No no vai continua sono interessato"
"Non dovevamo lavorare?"
Rispose con un ghigno. Beh almeno stava pian Piano tornando normale.
Hola...come va?
Allerta Countdown
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~Leo.
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