criatura de la noche ; viola

CRIATURA DE LA NOCHE
storia a oc━━ ❛ thriller ❜
viola angélica amapol : el doctor
-odissea

MAGGIE's original character

───── ◦☾◦ ─────

# RUOLO : medico

La medicina è come se fosse qualcosa a cui aggrapparsi, qualcosa in cui continuare a sperare. È una certezza, si fa stare meglio la gente, Viola non desidera di più. Dopo la morte di Ria non può dimenticare certi errori, e non può che costringersi a rimediarli, colmando quel buco che certe cose lasciano dentro.

«Ti sei iscritta a medicina?» Il tono perplesso di Rafael echeggia per tutto il corridoio. Ha parlato dalla sua stanza, nella voce una punta di delusione.
Viola sbuffa, sbottona il cappotto e lo appende accanto alla porta d'ingresso. Come il fratello l'abbia scoperto è ancora un mistero, ma prima o poi avrebbe dovuto dirglielo.
«L'hai già detto a mamà?» Questa non gliela perdonerebbe, sarà lei a dirglielo. Non sa come la prenderà, ma è un suo compito.
Rafael si affaccia dalla porta di camera sua. Ha il volto contratto, non si riesce a decifrare, sembra confuso, ma in positivo? «È per Ria, vero?»
La ragazza prende un gran respiro. Non si può mandare avanti una conversazione di sole domande, è semplicemente insensato, non si va da nessuna parte.
«È per Ria.»
«Mamà non sarà contenta.»
Ma lui lo era?

Alla fine se n'è restata a Guadalajara. Una laurea, un dottorato, niente grandi ospedali. Preferisce lavorare da sola, fare quel che può nel suo piccolo. In un ospedale le avrebbero affibbiato qualche lavoretto, ma lei non vuole questo, lei vuole salvare vite. Forse in un piccolo paesino come il suo un medico può sembrare di poco rilievo, curerà al massimo qualche otite, ma Viola ne ha viste di cotte e di crude.
I casi più pericolosi sono i suoi preferiti, sono rari, ma preziosi. Lì si che può seriamente rendersi conto di quanto la sua parte sia importante. Avrebbe potuto fare il paramedico, relazionarsi ad eventi del genere ogni giorno, ma quella vita non fa per lei. Viola rimane ancorata alle sue origini, cura la gente della sua terra, piccoli o grandi problemi che si presentino.
"Aiutare è l'unico modo", si ripete.

# NOME : viola angélica

Le viole sono fiori che se non si colgono con la punta delle dita si sfasciano e cadono a terra distrutte, la loro grazia smorzata da un'invasiva e indesiderata forma di grossolana goffaggine e crudeltà.
Viola non è così. Viola è forte, come una Viola del Pensiero.
Le Viole del Pensiero sono quei tipi di Viole che nascono senza richiesta spontanee, e vengono definite selvatiche. Da alcuni sono descritte come le più belle, da altri come le più rudi e selvagge, ma non c'è dubbio sulla loro inaspettata resistenza. Stanno al freddo, al caldo, alla luce, al buio. Rimangono sempre, nonostante tutto, stupefacenti.
Viola è così. Viola pensa, come una Viola del Pensiero.
La testa affollata da giudizi, critiche, apprezzamenti, ogni piccolo dettaglio viene da lei memorizzato e analizzato. Non può fare a meno di avere un'opinione su tutto, di farsi piacere o no un'idea altrui o di amare o no qualche tecnica di approccio alla vita. Ogni cosa è bianca o nera, ogni cosa sta al suo posto, dentro la sua testa. È tutto ordinato, tutto come dovrebbe essere, nessuno mette in dubbio nulla. Non ha bisogno di andare oltre e cercare significati nascosti, ogni cosa ha un senso.

«È così piccola.» Rafael aggrotta le spelacchiate sopracciglia e si alza in punta di piedi per vedere la sua nuova sorellina.
«È minuscola.» Mamà Natalia sorride affettuosamente e sistema la bambina tra le sue braccia.
«Viola ha ancora bisogno di un nome. Glielo vuoi dare tu?»
A Rafael si illuminano gli occhi, non aspettava altro. I nomi lo affascinano, non ne conosce il significato, ma non fa a meno di personificare tutto.
«Angélica.» Non esita, sorride sicuro. «Come quella di Los Piratas del Olvido.» È il suo libro preferito, se l'è fatto leggere da papà almeno una ventina di volte, sua sorella ne porterà il ricordo con sè.
«Hola, Viola Angélica.»

Angélica le piace come nome, la lega a Rafael anche quando in realtà i due non potrebbero essere più differenti e distaccati. Non si odiano, si vogliono bene, semplicemente non sono molto vicini.
Angélica come gli angeli, Angélica come Los Piratas del Olvido. Un libretto malridotto, con le figure sbiadite e una trama pessima. Di sicuro non racconta di nulla di così puro, perfetto, celeste, Angélica è una piratessa tosta come poche.
Viola sorride solo a pensarci, seriamente mamà ha consentito a suo fratello di chiamarla come un personaggio bidimensionale di un libro per bambini? È esilarante, stenta a crederci.
Al Carnaval dei suoi otto anni era stata costretta da Rafael a vestirsi da pirata insieme a lui. Si era lamentata un po', giusto per il gusto di non obbedire a tutto quello che le diceva il fratello maggiore, ma una volta infilato il grosso cappello nero sui riccioli ancora più scuri, niente e nessuno avrebbe potuto farle cambiare idea. Quello era stato il suo Carnevale preferito, il più colorato e il più divertente. Non se lo sarebbe scordato facilmente.

# COGNOME : amapol

A volte si chiede se l'abbiano fatto apposta. Ringrazia suo fratello per aver variato un minimo, veramente, le coincidenze non le piacciono. Tutto deve avere un senso.
Amapol, come amapola, il papavero. Viola Papavero, insomma. Che schifo.
Il papavero è una pianta subdola: è da lì che viene l'oppio, alcuni dicono sia di lui in realtà che si tratti nell'Odissea quando si parla dei lotofagi, ed è lui ad addormentare Dorothy.
È sempre in mezzo, non sa mettersi da parte. Il suo zampino non manca mai, è proprio come papa.
Papa Ricardo c'è sempre, qualunque cosa tu stia facendo, di qualunque cosa tu stia parlando. Ha fatto un po' di tutto, è stato un po' ovunque, non sa stare zitto. È da lui che Viola ha preso il suo ingombrante senso critico, ma la figlia ha la bocca cucita, le sue idee non deve urlarle per forza ai quattro venti o svenderle al mercado de los jueves. Certe cose non vanno dette, mamà Natalia l'ha sempre ripetuto a papa, ma lui non ne vuole sapere. Quel che pensa lui lo devono sapere tutti, e ormai la gente ci si è abituata.

Viola socchiude gli occhi, un raggio di luce le colpisce il viso.
«Buenos días, Conchiquita.» Ricardo ha appena alzato le tapparelle, e con uno smagliante sorriso in volto si rivolge alla figlia appena svegliata.
«Non la smetterai mai con quel soprannome?» Viola si tira su con i gomiti, e il suo viso assume una smorfia di disappunto. Conchiquita, piccola conchiglia.
"L'incrocio perfetto tra Concha e Chiquita, créeme." Papa lo ripete sempre, ne va fierissimo, ma quel soprannome fa a tutti schifo.
«L'incrocio perfetto tra Concha e Chiquita, créeme.» Ricardo le rivolge un occhiolino ironico. È troppo prevedibile.

# ETÀ : ventotto

A Viola piacciono i numeri pari, ma tra poco ne compie ventinove. Le danno fastidio le cose imperfette, indecise, insicure, soggettive. Come preferisce la scienza alla letteratura, predilige i pari ai dispari. Sono perfettamente divisibili. Se continui a dividere, alla virgola ci arrivi prima coi numeri dispari, e le virgole non le piacciono. Raccontano di un qualcosa che è avanzato, che non ci stava e che è stato lasciato lì, rovinando la purezza dell'altrimenti numero pieno.
Ventotto, quattordici, sette. Più sotto preferirebbe non scendere. Sette è dispari, meglio di no.
Come si sosteneva nell'antica Grecia, l'infinito fa paura, è qualcosa di sbagliato. Ora la mentalità è cambiata, i cristiani affibbiano all'immortalità la perfezione, ma i greci sostenevano tutt'altro. Come può essere una cosa che non finisce mai perfetta? Per Viola è inarrivabile come concetto, non si possono riordinare degli appunti che non terminano.
I greci erano decisamente più intelligenti. O come minimo, più organizzati.

«Quanti anni hai?» Isaac inclina la testa e scruta Viola con interesse.
«Diciotto.» La ragazza alza le spalle, appoggia la schiena al muro. Sembra più piccola di quel che dimostra, glielo dicono spesso. Spera solo che Isaac non faccia troppe storie.
«Diciotto? Chica, mettiti almeno i tacchi!» Il giovane alza le sopracciglia incredulo e si lascia scappare una risata di scherno. Non è crudele, è sorpreso, ma sicuramente potrebbe essere più gentile.
«Intanto io sono maggiorenne, mentre tu dalla legge sei considerato ancora un bambino.» Lo dice con nonchalance, le cose le sa, e quando è necessario le dice. Ci è rimasta un po' male, ma non lo darà mai a vedere. Rivolge un sorrisino cortese a Isaac, gli dà una pacca sulla spalla, e se ne va.
«Ci si vede.»

# ASPETTO : natacha karam

Non è bella, ne è consapevole, e le va bene così.
Ha il volto troppo allungato, gli occhi troppo grandi, le orecchie troppo sporgenti e le sopracciglia troppo pesanti.
Non si piace, non ha mai imparato ad amarsi davvero, ma si è accettata. Ha fatto la pace con se stessa, coi suoi gusti, ha deciso che non ci avrebbe dato peso. Ci sono cose più importanti nella vita.
Ha, come tutti, i suoi picchi di autostima, giorni in cui si sente una estrella, e giorni in cui vorrebbe solo sotterrarsi.
Si trucca, è rassicurante, la terra copre le imperfezioni, il rossetto le dà vita. La bellezza fa stare bene, è confortevole, lei è un medico e queste qualità sono d'obbligo.

«Vi, mi fai una treccia?» Ria la guarda. Ha gli occhi ambrati come quelli di mamma, sono chiari, sembrano un'ammonite.
«Una o due?» Viola sorride e prende degli elastici dal cassetto. «Vieni qui.»
«Una.» Ria si sposta, appoggia la schiena sulle gambe della sorella maggiore e ridacchia. «Grazie Vi.»
Viola sta in silenzio. Con Ria è felice, le piacciono quei brevi attimi di sottintesa confidenza. Sono solo loro due, coi loro capelli scuri, ricci, e ingombranti.
«Sarà un'impresa.» Sussurra. Sono uguali ai suoi, neri, forti, e indomabili.
«Sarà un'impresa.» Ria alza le sopracciglia.

I suoi capelli sono l'unica cosa che le piacciono davvero. Sono folti, belli, invidiabili da chiunque. Le ricordano Ria. Gestirli è difficile, ma ormai è da ventotto anni che ci convive. Ci si è abituata.
Quando studiava medicina doveva raccoglierli, e metterli sotto la cuffietta era ogni giorno una sfida personale. Certe volte, nel bel mezzo della lezione, i capelli si ribellavano. Finiva sempre che doveva uscire dalla sala operatoria e rifare tutto da capo.
Quando è diventata medico ha imparato a limitarsi a chignon ordinati o altre pettinature che non la disturbassero durante il lavoro. Non deve operare, è semplicemente un dottore di paese, fortunatamente nella maggior parte dei casi non ci vogliono certe misure di sicurezza.

# VOCE : jennifer lopez

https://youtu.be/GLjajuEOD7I

Non è una voce acuta, eppure sa tranquillizzare. Certi la definiscono dolce, quel che a Viola importa però è che i pazienti non la percepiscano rude, sgarbata, minacciosa. Il suo scopo è mettere a proprio agio, che sorta di dottore sarebbe se la sua voce fosse roca e appuntita, tagliente?

«Ci vorrà poco, stia tranquillo. Sono solo delle pinzette, senta.» Le alza e cinge l'aria con esse, un ticchettio metallico si diffonde nella stanza. Sono innocue, non faranno nulla. Viola non sta mentendo.
Carlos scuote il capo, ha capito. «Farà male?»
«Solo un po' di fastidio.» Usa una voce velata e rassicurante, la addolcisce. Ha sempre saputo che ci vuole grazia coi pazienti, non bisogna spaventarli. C'è bisogno che si sentano al sicuro.
«Ora apri l'occhio, fissa la luce.» Non farà male, darà solo un po' di fastidio. La Thelazia è crudele, si infila nelle vie lacrimali e si nutre di esse. Solitamente si trovano nei bovini, nelle capre. Le larve a loro non fanno un grande torto, ma riescono a rendere un umano cieco nel giro di poche settimane. I parassiti non le sono mai piaciuti, l'ha sempre dichiarato, ma siamo in Messico, ci si deve lavorare.

Con la sua voce ci va a genio. A volte canta, non è una passione né uno sfogo, semplicemente divertimento. È brava, uno dei pochi complimenti che Rafael si permette di farle.

«This is our last goodbye
and very soon, it will be over,
but today just love me like there's no tomorrow.»
La cantavano sempre a squarciagola lei e Ria, a El Pirómano, il bar sotto casa. C'era il karaoke quello un po' messo male, vecchioccio, con le luci lampeggianti, ma a loro piaceva.
Le manca ancora, quella canzone non la sa più ascoltare.

# CARATTERE : perfezionista

È tutto un cadere ed un rialzarsi. È tutto un avere uno scopo. Senza scopi non si va da nessuna parte, Viola lo sa bene. Il mondo è un puzzle, è un gigantesco enigma di cui ognuno fa parte e che ognuno, a modo proprio, coscientemente o meno, cerca di risolvere.
La precisione, la sicurezza, la metodicità. Tutte qualità che Viola in fondo ha sempre avuto, ma che ha sviluppato maggiormente con le sconfitte, con le vittorie, con il tempo, con la vita. È necessario non perdere mai la vista e la strada, poiché una visione chiara, una semplice organizzazione mentale, può portarti dappertutto.
Se un qualcosa la tira giù, lei sa di dover ritornare a galla. Non c'è tempo per il dolore e per i sentimenti, non bisogna prendersi dei momenti per se stessi, per metabolizzare, per abituarsi al cambiamento. Bisogna rialzarsi e basta. Ritornare stabili, fare un qualcosa che abbia un senso e che possa rimettere tutto a posto. Tutti i problemi hanno una soluzione, e se non ce l'hanno, allora non sono problemi. Viola crede di poter guarirsi da sola, leccarsi le ferite come fanno i gatti e starsene bene senza sfogarsi, senza soffermarsi su quel che di negativo la affligge. È tutto un continuo ricominciare. Di attimi di stallo ce ne sono, ma solo quando le cose sembrano andare bene. Non c'è spazio e tempo per stare male, nella concezione del mondo di Viola. Perchè quando si sta male di scopi non ce ne sono, se non stare meglio, e Viola crede che l'unica cosa utile che lei possa fare per raggiungere la serenità di un tempo sia riaggiustare tutto, mettere ogni cosa a posto come era prima.
Lei in fondo è un medico, vive per questo. Vive per rendere migliori le vite degli altri, e perchè mai, utilizzando lo stesso metodo, non dovrebbe riuscire a rallegrare se stessa?

Viola osserva. É una cosa che sa fare bene, nel suo lavoro è essenziale. Analizza ogni cosa che le si pari davanti e la comprende, sviluppa un punto di vista individuale e unico. La giovane è sempre stata donata di un ingombrante, ma altrettanto utile, senso critico. Su ogni evento o argomento sa di avere un'opinione puramente personale e sviluppata, e assolutamente non influenzata dal pensiero altrui. È sempre stata brava ad estraniarsi e ad avere un punto di vista essenzialmente casto, puro e incontaminato. Si informa su quel che la interessa e sviluppa un proprio pensiero. Questo per quanto riguarda gli argomenti più astratti, magari la politica o la letteratura, ma si tratta di un ragionamento perfettamente applicabile anche alle situazioni di vita quotidiana. Ogni persona che Viola incontra per strada manda immediatamente al cervello della giovane un input, un codice, uno spunto. Non saprebbe neanche lei come definirlo, ma è come se ogni individuo avesse una sua scheda, con elencate sopra le caratteristiche che Viola è riuscita a cogliere, e ciò che per lei significano. Un ragazzo sembra felice, è vestito elegantemente, ma ha le sneakers ai piedi? Probabilmente si tratta semplicemente di un normale adolescente che, da modesto fanciullo che era, in una serata si è trasformato per andare ad un appuntamento galante con la sua ragazza. Non si sa mai, ma Viola è sicura che ogni particolare sia importante, poiché ogni particolare racconta una storia.

«Quanti ne hai messi?»
«Di zucchero?»
«Di zucchero.»
«Tre, vanno bene, credo. Abuela Elvira ne metteva sempre un po' di più.»
«Ma ti avevo detto due e mezzo. Aquí dice dos y medio.» Viola calca l'ultima frase con disappunto, guarda l'amica sconvolta e passa il dito sotto l'istruzione tatuata sulla carta del manuale di ricette. C'era scritto due e mezzo, tre non possono andare bene.
«Dai, non cambia nulla.» A Rita hanno sempre insospettito quelle reazioni. Quando qualcosa non rispettava il perfezionismo di Viola, quando non tutto andava secondo i piani, l'amica reagiva sempre così. Era come se qualcuno le avesse appena tolto tutte le sue certezze da sotto le mani. «Sarà solo un po' più dolce.» Conclude quindi per rasserenarla.
«No, non va bene. Potrebbe venire troppo dolce, oppure potrebbe non lievitare, o...»
«Viola.» Rita appoggia la mano sulla spalla dell'altra. «Non cambia nulla.»

Disturbo ossessivo compulsivo. DOC. Viola lo sa benissimo, e ne ha paura, eppure non può fare a meno di seguire quel che i sintomi le impongono. Generalmente si tratta di rituali abitudinari, ordine mentale, una schematicità in tutto quel che si fa. Perfezione assoluta, ansia e terrore dell'altrimenti errore, difficoltà nell'accettare quel che non è previsto. Le è stato diagnosticato da ormai un anno, e grazie al Cielo ciò non le impedisce di essere medico. Ma la limita in molto altro.
Viola è sempre stata una perfezionista, ma non pensava che tale qualità potesse trasformarsi in un mostro come lo è adesso. I pensieri che le impongono di seguire le regole e le paranoie che le dicono che se non lo farà andrà tutto male la bloccano. Lei sa che sono sbagliate, non le vuole, la infastidiscono, eppure sono inevitabili. Ci sono sempre, e le impongono il più completo ordine. La sua scrivania è immacolata, le matite esattamente parallele tra loro e le pile di quadernetti e appunti perfettamente allineate. Camera sua è linda, bianca, luminosa, profumata. Priva di ogni contaminazione che la possa rendere in qualche modo sbagliata. E ciò la rassicura, ma la spaventa anche più di ogni altra cosa.

# BACKSTORY : riferimenti

La vita di Viola è divisa in due. C'è una spaccatura, che distingue chiaramente prima e dopo. Prima della morte di Ria, dopo la morte di Ria.

- prima della morte di Ria
Rafael e Viola hanno uno strano rapporto. È traslucido, iridescente. È bellissimo, ma a tratti non esiste. Il primo ha sempre voluto una sorellina, e quando gli è arrivata, non ha fatto altro che prendersene cura. Aiutava mamà Natalia a prepararle la culla, a scaldarle gli omogeneizzati, a scegliere i colori dei vestitini. È stato lui a regalarle il primo pupazzo, ed è stato lui a dargli un nome. Corrado. Il Corvo Corrado. Era un peluche da quattro soldi vinto ad una lotteria di beneficienza. Gli mancava un occhio, l'altro era un bottone, e odorava di lievito. Ma Viola lo adorava, e Rafael pure.
I primi anni di infanzia li passano sempre insieme, poi, quando le cose diventano un po' più complicate, quando la vita inizia a farsi reale, si distaccano lentamente. Non si parlano molto, non si dicono le loro cose. L'uno più riservato dell'altra, hanno troppo per la testa per prendersi più cura a vicenda. Sanno di volersi bene, sanno di poter sempre contare sull'eventuale aiuto dell'altro, ma di parole non se ne scambiano molte. La pensano uguale su molte cose, ma frequentano posti diversi, gente diversa, hanno aspirazioni diverse e fragilità diverse. Forse pensano di non essere fatti per essere fratelli, loro due. Evidentemente non sanno che di lì a pochi anni, Rafael per Viola e Viola per Rafael, sarebbero diventati l'unica ancora salda e sicura.
Passano gli anni, Viola ne ha diciotto, Rafael ventidue, Ria tredici.
«... Abbiamo ritenuto che fosse la decisione migliore.»
E lo era. Lo era veramente.
Natalia e Ricardo si amavano, tantissimo, ma il loro non era uno di quegli amori destinati a durare. Dopo tre figli, due gatti, e due appartamenti, hanno capito che forse tagliare la corda era la soluzione per tutti. Battibeccavano da tempo, in casa se n'erano resi conto tutti, si era tentato di risolvere la cosa. Dalla fidata terapia di coppia alla più randomica meditazione, i due hanno scelto il divorzio come ultima inevitabile strada. Prima le hanno provate di tutte, volevano tenere la famiglia unita, ma effettivamente non era possibile.
Viola ci sta ancora male, ha smesso di credere all'amore quello vero, delle fiabe, dei principi e delle principesse. Ma sa per certo che era necessario. Razionalmente, freddamente, è meglio così.

- dopo la morte di Ria
Viola aveva ventun anni, se lo ricorda chiaramente. L'incubo della diagnosi, i controlli mensili, il fiatone. Non era bello per nulla. Quasi pareva più spaventata lei di Ria, la quale appariva paradossalmente serena. Era come se avesse abbracciato il suo destino. Ci aveva fatto i conti, "ok, deve andare così", pareva pensasse tutto il tempo. Viola non saprà mai cosa in realtà ella provava realmente.
L'unica cosa certa per lei, era la consapevolezza di odiare quella situazione. Odiava la leucemia, odiava la chemioterapia, odiava l'ospedale, odiava ogni singolo medico. A Ria i capelli non cadevano, eppure era sempre stanca, pallida, con le occhiaie scavate e le palpebre pesanti. Sorrideva, probabilmente lo faceva solo per gli altri.
Poi, un giorno, Ria non c'era più. Sapere che non avrebbe mai più udito la sua voce, la sua risata, che non l'avrebbe più rivista se non in foto, che non l'avrebbe guardata crescere, diventare donna, la azzeró. Zero emozioni, zero sentimenti. Doveva fare qualcosa.
Passano due mesi di continui capitomboli, Viola cerca di rialzarsi, vuole tornare come una volta ma non ci riesce, Rafael si chiude a guscio. Due mesi, e finalmente arriva la lettera della Universidad de Guadalajara. Viola è stata ammessa, può riscattarsi.
Inizialmente studia per stare in laboratorio. Vuole lavorare con la ricerca, in fondo è grazie alla poca avanguardia raggiunta nel campo della medicina che la chemio non ha salvato Ria. Desidera dare una mano, far sì che la leucemia diminuisca, come problema e come malattia, ma ben presto si rende conto che star dietro ad una lente non è quel che fa per lei. Così inizia a prendere in considerazione l'idea di poter aiutare veramente, concretamente le persone.
"Aiutare è l'unico modo", diventa ben presto il suo motto. Ne è fiera, ma il vuoto che le ha lasciato dentro Ria non si è ancora riempito, così inizia a studiare per diventare un medico di quelli veri, uno di quelli che scende realmente in campo.
Ci riesce, è felice? Lei non lo sa. Sicuramente è sollevata. Ha fatto un gran passo, Rafael va fiero di lei. Non lo dice ma si sa, i due provano le stesse cose senza parlarne.

# CURIOSITÀ : banalità

- florigrafia
«Sapevi che antologia significa "raccolta di fiori"? Non è meraviglioso? Come se ogni poesia fosse un fiore, e ogni verso un petalo. Ogni antologia è un prato.»
Abuela Marina gliel'aveva detto quand'era piccola, e a Viola non era più uscito di testa. Quando ci si chiama Viola Papavero è difficile non interessarsi ai fiori e al polline, si sa. La giovane ha però saputo saziare questo suo bisogno di sapere egregiamente, tanto da arrivare a saperne più di abuela sul significato dei fiori.
La florigrafia era un metodo di comunicazione piuttosto popolare nell'ottocento. Ogni pianta rappresentava un qualcosa di astratto, un sentimento od un concetto, ed era possibile combinare tra loro varie speci per creare un bouquet non solo meraviglioso, ma anche pieno di significato per la persona a cui si volevano regalare.
Il linguaggio dei fiori, era chiamato più comunemente. Viola quando l'ha scoperto se n'è innamorata, le piacciono le associazioni, le cose pulite, e ancora oggi qualche volta compone un mazzetto di Campanule e Crisantemi per mamà. Gratitudine e Affetto. Se lo merita.

- frutta secca
Una leggera intolleranza non ha mai fatto male a nessuno, Viola ne è consapevole, eppure le viene naturale ormai cercare, sopra ogni prodotto, la scritta "potrebbe contenere tracce di frutta secca". È un'azione abituale, una delle sue. Non sa se è a causa del DOC, sa solo che deve farlo. Anche se si tratta di una semplice bottiglia di the alla pesca, o di un panetto di burro, non si può mai sapere cosa ci mettano all'interno.
Una volta da piccola ha mangiato delle arachidi, non le succede nulla di che. Le si irritano solo un po' le guance, diventano rosse e iniziano a pruderle, ma con un po' di sana acqua fredda è come se non fosse successo mai niente. Eppure, controllare è essenziale. Deve esserne sicura.

- taccuino
Come farebbe una persona ordinata e organizzata come Viola ad ignorare il bisogno di avere tutto sempre a portata di mano? Avere una superficie concreta dove appuntare tutto quel che c'è di necessario, date, password, farmaci, clienti, suggerimenti, e chi più ne ha più ne metta, è un requisito fondamentale che Viola soddisfa con il suo efficientissimo taccuino. Piccolo, si infila in tasca senza troppi problemi. Rilegatura nera in pelle, a righe, con un semplice e sobrio segna-pagina nel mezzo. Sono in tante le persone a chiederle cosa ci scribacchi sempre dentro, e lei non ha nulla da nascondere. Certo non mostrerà dati personali, ma non avrebbe problemi ad esporre ciò che lei ritiene essenziale. La giovane descriverebbe il suo taccuino come un pezzo di carta che, in casi di necessitò, potrebbe salvarle la vita. Ovviamente si tratta di un ragionamento per assurdo, ma il concetto che sta alla base degli appunti che Viola prende è quello. Non ci sono altri scopi, l'unico è l'utilità, l'efficienza. Basta che funzioni, e alla giovane va bene.

- gatti
Viola ha sempre amato i gatti, è cresciuta con essi, ci è affezionata. Il primo che conobbe era un semplice gatto europeo, uno di quelli comuni ma bellissimi, che tutti sottovalutano. Si chiamava Gloria. A lei s'è presto aggiunto Lucas, un'esemplare un po' più grande, meticcio, marrone con le macchie bianche. Andavano parecchio d'accordo e stavano sempre insieme, a Viola e Ria piaceva pensare che fossero fidanzati. Ci sono cresciute insieme, loro due e Rafael, e ora Viola, nel suo appartamento, vive sola con il suo gatto. È un piccolo soriano, un po' distaccato, non tra i più coccoloni che la giovane abbia mai conosciuto, ma in compenso piuttosto fedele. La riconosce, di lei si fida. Viola l'ha preso ad un gattile, ed un nome ce l'aveva già: Fortuna. Forse non esattamente quello di cui la giovane ha bisogno in questo momento, ma sicuramente un aiuto nella vita di tutti i giorni. Le dà un po' di affetto, un po' di speranza.

- ragnatele
Le ragnatele sono crudeli. Creano un forte contrasto nella mente di Viola, cosa insolita data la sua abituale pulizia e schematicità mentale. Sono belle, un capolavoro della natura, eppure rappresentano sporcizia, trascuratezza. Viola le odia, ma allo stesso tempo le ammira terribilmente. Non sa mai cosa fare quando se ne trova una davanti, dovrebbe distruggere tale bellezza? Ridurle ad un poco di polvere sullo straccio? Lasciarle lì connoterebbe un senso di imperfezione, sarebbe un puntino presente continuamente nella sua testa, non sopporterebbe lasciare qualcosa fuori posto di proposito, ma allo stesso tempo ha paura di sentirsi in colpa se non si limitasse ad osservarle. Alla fine funziona sempre che, con l'ansia di togliersi il pensiero, le ragnatele vengono rimosse. Tutto a posto, tutto regolare, come piace a Viola. Il suo DOC non le avrebbe permesso di ignorare una cosa del genere. Ma a ripensarci, mierda, era veramente bella.

# SOVRANNATURALE : scetticismo

Come potrebbe una persona così concreta, così razionale, così precisa e attenta, anche solo lontanamente credere nell'esistenza del sovrannaturale? Non sarebbe possibile. Il minimo pensiero che possa esistere qualcosa che vada contro le leggi di qualsiasi scienza, fisica, chimica, biologia, psicologia, la manda completamente in corto circuito. Non ha mai avuto interesse per questo genere di cose, sicuramente il fantasy non l'ha mai attratta. Lei preferisce stare coi piedi per terra, non crede in alcuna divinità, tanto meno in lupi mannari, vampiri, fate e folletti. Semplicemente non ci riesce, tutto ciò non rientra nella sua concezione di mondo. Se mai dovesse venire alla scoperta di una qualsiasi forma di sovrannaturale, la sua persona verrebbe completamente stravolta. Non solo tutto quello che nella vita ella aveva di certo verrebbe spazzato via in un sol soffio, ma la stabilità che da tanto lei ricerca si allontanerebbe ancora di più. Non sopporterebbe un cambio così repentino di schemi, si odierebbe per esser stata coinvolta in un misfatto tale da rivelarle l'esistenza di cose che, lei ne è sicura, non esistono. Per ora, chi crede nei fantasmi per lei è solo un pazzo, un'irrazionale. Chi crede in un qualcosa che non ha mai visto secondo Viola è solo un qualcuno dotato di una fervida immaginazione, poiché, seguendo questo principio, ogni cosa potrebbe tecnicamente esistere. Si pensi ad un'entità, ad una creatura, un incantesimo; nessuna di queste cose è mai stata concretamente provata esistente, e per assurdo ognuno, dato ciò, potrebbe confermare la loro presenza dando per scusa l'ignoranza dell'uomo. Se non sai, non sai neanche che non esiste.

# SIGLA : guardandosi

- TEST ME, melanie martinez

https://youtu.be/A7nfVBfc4c8

when i suffer more, fragility, when I answer,
came here for a reason,
so stop complaining, all have our seasons.

- XANNY, billie eilish

https://youtu.be/LZyybvVx-js

i′m in their second hand smoke,
still just drinking canned coke,
i don't need a xanny to feel better.

- MISS YOU, louis tomlison

https://youtu.be/inZzcTXYowY

should be laughing, but there's something wrong,
and it hits me when the lights go on.
shit, maybe i miss you.

- LOST WITHOUT YOU, freya ridings

https://youtu.be/tDPpex1wvOc

but I think i'm lost without you,
i just feel crushed without you,
i've been strong for so long.

- LOVE ME LIKE THERE'S NO TOMORROW, freddie mercury

https://youtu.be/H1Wbu_AF2e4

hold me in your arms, tell me you mean it,
this is our last goodbye,
and very soon it will be over.

# NOTE : maggie's

FINALMENTE HO FINITO VIOLA. Ci ho messo anni. Lei è cambiata parecchio nel processo di scrittura, inizialmente non avevo previsto il DOC, non volevo fare nulla di troppo eccessivo, ma alla fine mi sono lasciata andare, spero di non aver urtato la sensibilità di nessuno, né con quello che con la leucemia di Ria. Mi sono informata su entrambi gli argomenti e ho cercato di restare il più attinente possibile a quel che ho trovato, scusate per eventuali errori. Ammetto che questo oc è stato PARECCHIO influenzato dai miei fratelli. Si chiama Viola come Viola, è allergica alla frutta secca come Filippo, e secondo me gli somiglia anche abbastanza come carattere. Lo dedicherei a loro, ma non sanno neanche cosa sia Wattpad, quindi va bene così. Detto questo nulla, spero che vada bene, in caso posso modificare qualsiasi cosa sia fuori luogo o non so che. Kiss kiss, mi scuso per l'orario indecente, ho appena finito di vedere Cena con Delitto per la trecentesima volta.

───── ◦☾◦ ─────

! soffiata -mvrderhouse silvyamuzz -eurydicae Maryg_1402 sailor-viv -chvshirekitten ¡
data di pubblicazione - 15 maggio 2021

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top