Oneshot DALIA - 1
SCRITTURA CREATIVA DI PENSIERI- CATEGORIA DALIA - FOTO N. 4
Al letto numero 3 del terzo piano del VA Hospital di Seattle, giaceva inerme Henry Jankins, i suoi parametri vitali erano stabili e il vecchio esalava con fatica qualche respiro con l'aiuto del respiratore.
Era in quello stato da oltre 2 settimane e dopo l'operazione ai polmoni, non si era più ripreso. Erano passati tutti o quasi i suoi parenti a salutarlo e i medici non avevano dubbi sulle previsioni per la vita dell'uomo, pultroppo ormai di breve durata. Erano quasi certi che non avrebbe superato la settimana.
E la previsione scadeva il giorno dopo. Il 3 ottobre del 2014.
Era una giornata uggiosa e c'erano -2 gradi, il lago Washington era leggermente agitato e nessuno era in giro per quel piano a quell'ora tarda della sera. L'infermiera Joyce aveva cambiato il catetere ad Henry quasi due ore prima e il corridoio era deserto.
-Che tempo orribile- disse con voce roca e altosonante che proveniva dalla figura incapucciata che entrò nella stanza, dal pavimento. Era Caronte, in missione per il suo padrone, ed era pronto per accaparrarsi una nuova anima.
-Piove sempre in questa parte del mondo... Deve aver fatto male i conti mentre creava lo Stato di Washington- disse l'altro, entrando dalla finestra e chiudendo un grazioso ombrello rosa. Era Pietro, in missione per suo Padre, ed era pronto per accogliere una nuova anima pia.
-Che cosa abbiamo qui?- chiese Caronte osservando la cartella clinica di Henry.
-Buon Dio, è Henry Jankins...- fece Pietro sbirciando i fogli che guardava l'altro. -Lo ricordo, stava morendo alla nascita, embolia, ma poi si è salvato. Un vero miracolo mandato dal Signore- fece tutto orgoglioso, gonfiandosi in petto.
-Sì, ma non partire in quarta, c'è tempo. Siedi, ho le carte... E ho rubato un Cubano al mio padrone per un occasione come questa...- fece offrendo il sigaro a Pietro.
-Non vorrai corrompermi...- fece alzando un sopracciglio bianco. Pietro, era un uomo basso, tozzo, stempiato e con una lunga barba bianca.
-Nah... Voglio solo essere gentile con uno dei miei più vecchi amici- e gli porse il sigaro, accendendolo a Pietro, con le sue mani scheletriche e ingiallite dal tempo e dal continuo fumo.
Nessuno mortale avrebbe mai conosciuto la vera faccia di Caronte, ma i morti che lo avevano incontrato sul loro cammino, avrebbero detto che non era poi molto diverso dal Santo, solo mille volte più ripugnante e completamente mangiato dal peccato e dall'aver ceduto la sua anima, al suo padrone.
-In questo caso... Ti ringrazio. La prossima volta ti porterò io qualcosa... Ti va una tazza di tè?- fece il Santo aspirando con forza.
-Con questo tempo, ci vorrebbe qualcosa di più forte, ma per ora accetterò quel té- fece l'altro.
I due si sedettero, uno di fronte all'altro, ai lati di Henry. Caronte, tirò fuori dal lungo mantello nero un mazzo di carte e così fece anche il Santo, poi estrasse un lungo thermos viola e versó in una tazza il liquido ambrato e fumante.
-Bene vediamo... Oh sì, Henry Patrick Jankins, 87 anni tra un mese, il 17 di novembre, scorpione. In gioventù è stato un piccolo birbante ma, molto fedele...- iniziò Pietro posizionando la prima carta con un bambino in un seggiolone bianco e con un solo dente proprio in mezzo all'arcata superiore.
-Sì, era viziato, i genitori gli facevano fare quel che voleva, tirare la coda al gatto o mangiare solo cioccolato. Ha rovinato mobili e distrutto biciclette, senza contare che ha fatto impazzire la tata e ha bruciato i capelli della sorella- fece Caronte mettendo giù la carta che riproduceva un bambinello biondo dalla faccia tozza che correva in bicicletta facendola in barba alla giovane babysitter dall'aspetto disperato.
Le carte, quelle carte, ogni qualvolta venivano messe in gioco prendevano l'aspetto di un ricordo della vita dell'imputato. Avevano un aspetto logoro, con toni freddi se l'azione era buona, con toni caldi se l'azione era cattiva. Alla fine la predominanza di azioni avrebbe creato il verdetto e avrebbe fatto prendere un colore rosso se l'anima sarebbe andata in paradiso o verde se fosse andata all'inferno, alle carte.
I disegni erano grossolani e semplici ma ritraevano il momento specifico peggiore o migliore di quella fase della storia dell'imputato, e i disegni si creavano qualora la carta avesse rintracciato la presenza di un'azione positiva o negativa che fosse.
-Un vero diavoletto- fece tutto contento il Dannato.
-Poi è cambiato... Mamma e papà Jankins lo hanno portato in quel collegio maschile rigido, dove i ragazzi grandi lo prendevano di mira...- non fece in tempo a concludere che l'altro lo aveva già interrotto.
-E lui prendeva di mira i più piccoli- concluse la frase di Pietro, Caronte.
-È una cosa da ragazzini, nessuno si è veramente fatto male. L'unico è stato Henry, chiuso in quel bagno, ricordi? Povero piccolo, coi vestiti fradici a lezione e l'ultimo ad essere chiamato nelle attività motorie. Deve essere stato uno strazio, povero...-
Sia Pietro che Caronte misero sul "tavolo da gioco" la rispettiva carta, l'umiliazione e l'umiliatore. Era solo questione di prospettiva.
-È cristiano ed è battezzato, è stato un buon chierichetto- aggiunse Pietro, mettendo giù la carta, del ragazzo biondo con indosso la mantella rossa da chierichetto.
-Sì, su questo non ho nulla da dire, se non... Che durante l'estate rubava le caramelle nella bottega del suo quartiere con gli amichetti, per far vedere che ne era in grado- disse Caronte mettendo in gioco la carta del ragazzo biondo con le mani nei pantaloni che contenevano i dolcetti.
-Va bene, va bene, questa poteva risparmirsela. Ma passiamo all'adolescenza. Henry esce dal collegio con una media decisamente alta, comportamento oltre la media ed entra a Yale. Lì conosce Sabine...- la carta mostrava il ragazzo biondo con tocco e toga nera, che entrava nel college dal color blu navy.
-Oh la rossa Sabine, il suo primo amore, come sei caramelloso Pietro, mi fai venire il diabete... Ma come sai bene, non si è sempre comportato bene con Sabine- disse Caronte, ridendo tra sé.
Pietro alzò lo sguardo, leggermente indispettito dai soliti commenti del suo compare "della morte".
-Sei sempre il solito Caronte, cerchi sempre di trovare il male in tutto- protestò Pietro.
-E tu cerchi il pelo nell'uovo, amico mio, quest'anima ha già un piede all'inferno, che ti piaccia o no- fece Caronte, mostrando una carta in cui il ragazzo biondo baciava una ragazza dai capelli rossi.
-Perché questo dovrebbe essere male?- chiese Pietro, confuso.
-Questa carta rappresenta Henry che frequenta Sabine solo per scommessa con gli amici. Era certo di poterla limonare e lo ha fatto, poi la ha ignorata per settimane. Lei è stata davvero male per lui e quando Henry ha deciso che Sabine gli piaceva, lei aveva voltato pagina- poi estrasse l'ennesima carta.
Il ragazzo biondo questa volta tirava un pugno ad un altro ragazzo.
-Sabine stava con Matt e Henry ha deciso che rivoleva Sabine. Ha fatto a botte con Matt per Sabine fino a mandarlo all'ospedale- disse Caronte concludendo la sua arringa.
-Sì è vero, ma come sai non era un bel periodo per Henry, lo zio Jim non stava bene...- cercò di dire Pietro, interrotto però bruscamente dall'altro.
Caronte scosse il capo. -No, no, non farlo, non andare alle motivazioni. Non usare l'agente causa-effetto, in questo caso non funziona. Sappiamo tutti che Henry ha sempre avuto il vizio di umiliare e menare la gente. E inutile che lo difendi. Piuttosto, vai avanti, scommetto la prossima carta è tua- fece serio mentre gli occhi scavati nella testa bianca e scheletrica diventavano sempre più rossi.
Pietro osservò le sue carte, si sentiva alle strette. Sapeva di dover continuare ad avere fede ma Henry cominciava a sembrargli davvero una causa persa. Estrasse una carta, il ragazzo biondo sposava la ragazza dai capelli rossi.
-Sabine lo ha perdonato- disse con un filo di voce, decisamente incredulo. -C'è voluto qualche giorno prima che lei lo guardasse in faccia ma lui, le ha promesso di cambiare e mettere la testa a posto-
Santo e Dannato si guardano, e tra le mani di Pietro si illumina un'alta carta. Il gioco iniziava a cambiare.
-Si è laureato con Lode, già dopo un paio d'anni in giurisprudenza; la famiglia lo esigeva. Poi ha sposato Sabine. Prima del matrimonio ha promesso a sé stesso di mettere la testa a posto e, ha iniziato il tirocinio come avvocato- mostrò un alta carta, Henry tirato a lucido.
Sorpirando, sentì lo stomaco che gli si chiudeva, iniziava ad avere maggiori speranze per Henry.
-È diventato avvocato velocemente, bravo nel suo lavoro e buono a casa, incorruttibile. Sabine è molto fiera di lui. Henry accetta, una volta al mese un caso pro-bono, aiutando chi ne ha bisogno o chi non può permetterselo-
Caronte questa volta non sa cosa dire e Pietro continua, posizionando un altra carta.
-Sabine mette al mondo il primogenito, Jacob Robert Jankins e un paio di anni dopo, una femmina, Fiamma Rebecca Jankins... E due anni dopo Sabine muore, cancro all'esofago, fulminante- dice Pietro mettendo in gioco la carta, della donna dai capelli rossi distesa su un letto di ospedale e il ragazzo biondo al suo fianco.
-Henry non era con lei- dice Caronte. -Doveva finire in ufficio per il suo capo, credeva di avere più tempo e poi doveva passare a prendere Jacob alla lezione di pianoforte; era nel traffico quando è stato chiamato dall'ospedale. Sabine è morta da sola. Henry non se lo è mai perdonato-
Sembra quasi che il Dannato ci sia rimasto male, parla lentamente, quasi toccato dalla situazione.
-È considerata una cattiva azione?- domanda Pietro, un po' confuso.
-Sì, perché ha infranto la promessa che le aveva fatto; non era lì. E poi è andato giù di testa e ha iniziato a bere. Per un po' Fiamma e Jacob sono stati dalla zia Jessica, perché Henry non riusciva a guardare in faccia la figlia che somigliava tanto alla madre. Ha avuto diverse scappatelle dopo la morte di Sabine, finché non ha rincontrato una vecchia conoscenza ad un brunch a casa dei genitori...- e una carta del Santo si illumina.
-Quattro anni dopo, Henry è un avvocato di alto spicco e sposa Lily-Beth Thomas, una sua amica di infanzia con cui avrà altri 3 figli. Jason Michael Jankins, Sabrina Lily Jankins e il piccolo Harry Theodore Jankins. Il matrimonio è felice ed Henry è un buon padre. Beve solo una birra alla settimana con gli amici e fuma un sigaro dopo ogni caso importante. Diventa giudice all'età di 40 anni e desidera che Jacob prenda legge come lui, ma il ragazzo preferisce continuare con il piano e diventa un grande artista, nome d'arte, JR Jankins- continua Pietro.
-Oltre ad aver investito un paio di cani e aver tirato qualche accidente del traffico non c'è molto altro. Una sola sbronza, durante al Pasqua dei suoi 50 anni, Fiamma lo ha portato a casa che ormai sbavava. Lì ha detto alla figlia una cosa che non dimenticherà mai...- disse Caronte senza trovare il coraggio di continuare.
-"Sai Fiamma... Assomigli tanto a tua madre, hai il suo cuore e il suo occhio critico per i dettagli. Ma hai la mia testardaggine, e di questo vado molto fiero, tesoro. Amavo tanto Sabine, Fiamma, è stata la cosa più bella della mia vita e certe volte, mi si chiude lo stomaco quando tu entri in una stanza. Spero sempre che tu sia tua madre o che troverai il modo di riportarla qui. Sai... Su tutti i successi della mia vita, tu, Fiamma sei il più grande. E sei molto migliore di me... Non dimenticarlo, tesoro"- Pietro si ferma.
-E poi?- chiede Caronte che era rimasto senza carte, e che si chiedeva cosa rimanesse della vita dell'uomo.
-Con Lily-Beth la sua vita è stata serena. Ha sempre fatto del suo meglio e quando ad una cena di classe ha rivisto delle sue ex vittime, si è scusato e si è fatto perdonare. Ha ottenuto il perdono di tutti. Ha fatto molta beneficenza e si è impegnato in cause umanitarie, come medici senza frontiere. Ha fatto del suo meglio per i figli e apparte qualche accidente tirato agli arbitri di partite di football, ha condotto un'esistenza pacifica. Fino a che non ha avuto un infarto e dalle analisi gli hanno trovato questo brutto male...-
-Perché oggi non c'è nessuno con lui?- chiede Pietro con un leggero amaro in bocca.
-Lily-Beth e i suoi figli sono passati questa mattina, Fiamma al momento è bloccata nel traffico coi due figli per venire qui e Jacob era in tour ma sta tornando. Arriverà in città in serata...-
I due si guardano. Sanno che è il momento di decidere. Dove andrà Henry?
Le carte di Pietro e di Caronte si illuminano di un bel rosso scarlatto e il cuore di Henry si ferma.
-Buon viaggio Henry, sei stato degno di entrare in paradiso... Buona fortuna- dice Pietro augurando all'anima di Henry, una piccola luce dorata, una felice eternità.
La piccola pallina di luce si eleva sopra i due e su, su... Fino in paradiso. Il santo e il dannato a questo punto raccolgono le carte, di nuovo bianche.
Caronte, osserva il piccolo orologio di Walt Disney che ha al polso.
-È presto, per il prossimo abbiamo ancora 20 secondi... Ho voglia di un ghiacciolo al limone, ne vuoi uno anche tu?- gli dice Pietro.
-Penso che lo accetterò volentieri...- e prese dalla grande mano di Pietro un involucro di plastica riciclabile con dei piccoli limoni sorridenti stampati sopra. Lo scarta con cura e guarda il santo. -Ci vediamo là? Dov'è che dobbiamo andare? Vienna... Sicuramente pioverà, che barba, finisce sempre così...- e continua ad imprecare contro il tempo uggioso e "chi lo aveva inventato" e aveva già un piede verso l'inferno.
-Certo...- fece tra sé e sé il Santo, che ormai ci era abituato.
E Caronte scivola nel sottosuolo, mentre che Pietro apre ancora una volta il piccolo ombrello rosa, lanciando un ultima occhiata a Henry per poi buttarsi sotto il diluvio che vi è fuori dalla finestra.
La stanza è di nuovo vuota, e il rumore assordante del cardiofrequenzimetro, risveglia il reparto.
Henry è morto, per la sua famiglia sarà una notizia sconcertante ma, per il Santo ed il Dannato è soltanto un altra giornata piovosa a Seattle.
millesussurrialbuio
_ila_cali_
RagazzaBasita_
Parole: 2380
Spero vi piaccia ❤️
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