Concorso Scrittura
Specifica, è una fan fiction che ho pensato anni fa, ora la provo a scrivere ma non nego di volerci scrivere un libro sopra.
Personaggi:
Voce narrante
Amelia (Mia) Hope McCarty-Cullen
Other:
Royal Bear McCarty-Cullen
Edward Anthony Masen Cullen
Carlisle Cullen
Rosalie Lillian Hale
Emmet McCarty Cullen
Mary Alice Brandon Cullen
Jasper Whitlock Hale
Esme Anne Platt Evenson Cullen
Spero vi piaccia... Per SeleneVetta
Titolo: Differentwilight
Se penso a come è iniziata, mi viene da piangere. Io e te, io solo una neonata, tu già che mi guardavi come se non avessi capito niente.
E forse era anche vero, io che frignavo, io che ero il tuo regalo per i miei genitori. Tu che sorridevi.
Pensi che non me lo ricordi?
Tu che dicevi "ciao Mia" e io che volevo, sin da allora, dirti "ti amo".
Ma non avevo voce, non la ebbi mai.
Poi sei sparito e io ho iniziato a crescere, prima a parlare poi a camminare, mio fratello l'opposto.
Ho iniziato ad essere mora, prima riccissima poi sempre più morbida.
Royal il solito fortunato aveva preso i tratti di mamma.
Biondo, con il corpo da Adone di papà.
Ho iniziato a vivere e tu non c'eri. Per un po' non mi sei mancato, lo ammetto, ma poi ho iniziato a penare fossi solo un sogno.
Di te si parlava poco, o almeno così ricordo.
Ho iniziato ad avere un età a due cifre e a frequentare una scuola vera, nessuno pensava fossi la figlia di due vampiri. Ero solo una dei due gemelli Cullen, la città ne era stata estasiata, ma questo non voleva dire che fossero ancora spaventati.
Il giorno del mio 16esimo compleanno, era un martedì, lo ricordo perché avevo educazione fisica e Savannah voleva la saltassi per fare colazione al bar. Fortunata me che non le ho dato ascolto. Sei comparso, bello come un dio, con la tua grazia e la tua leggerezza di vampiro, eterno 17enne.
Mi hai guardato e hai sorriso. Solo a me. Sapevi già chi ero.
Avevamo molti corsi in comune e già sapevo che saremmo andati d'accordo. Potevo fidarmi di te.
A ginnastica, tutte le ragazze ti guardavano, mama che rabbia, ma non te l'ho mai detto.
Già a pranzo eravamo diventati amici. Una settimana dopo, tu sottolineavi "amici" ma già mi chiamavi "amore".
Con la tua testardaggine l'hai negato fino all'ultimo ma io nemmeno un momento. Ero innamorata di te, ero l'unica a poter dire "ti amo Edward".
Finì il mio secondo anno e tu decidesti di andare in montagna con me. Mamma la trovò una buona idea, voleva vivessi più che poteva, ma ancora aveva paura di perdermi da un momento all'altro. Ma aveva Royal con cui essere ansiosa e io ero con te.
Penso che in quell'estate ci fu il tuo primo "ti amo Mia", anche se con gli occhi lo dicevi già da tempo. E in quell'estate ti raccontai il mio segreto.
Sapevo fare cose... Strane.
Non strane, normali, strane, come cambiare qualcosa nelle menti delle persone, entrare nel corpo di altri e controllarli. Ne avevo paura.
Tu la chiamasti "plasmazione di aurea" e mi dicesti di non avere paura perché tu di me non ne avevi.
Poi ti baciai. E tu ricambiasti.
Fu un bacio dolce, intenso, meraviglioso. È uno dei miei ricordi più belli.
Ci mettemmo insieme, in segreto e decidemmo di vivere la nostra storia senza le paure di mia madre o le pressioni di Esme.
Solo io e te.
Non cambiò nulla negli anni a seguire. Cambiammo solo casa. Andammo a vivere in una casa post-rinascimentale a Forks. Un idea di mia madre.
Mi ambientai subito e nessuno faceva domande sul nostro entrare in mensa mano nella mano come facevano Alice e Jasper. Potevo sorriderti e quasi flirtare con te senza che nessuno se ne accorgesse, era tutto nelle nostre menti, e a ciò che gli altri vedevano, ci pensavo io.
Al mio diploma prendemmo una decisione, saremmo andati a vivere insieme. Solo Royal lo sapeva.
Avevamo un piccolo appartamento a Chicago all'inizio, poi una villetta indipendente a Filadelfia.
Lì ti guardavo cambiarti e ti desideravo. Guardavo il tuo corpo perfetto e ti bramavo. I nostri baci, le nostre carezze erano sempre più intime. Ero sempre più spesso nuda sotto di te che mi accarezzavi con quelle dita affusolate. Ricordo quei baci come fosse stato ieri, eravamo una cosa sola ma non c'era ancora il sesso, c'era solo Edward che amava Mia.
Lo raccontai a mia madre. Lei rimase un po' lì, lì all'inizio. Non voleva cedere a noi, ma poi fu contenta che io e te fossimo una cosa sola. Avevo la benedizione dei miei genitori e il loro sostegno quando ci sposammo a Las Vegas quella notte di aprile, durante il mio 19esimo anno di età.
Diventai tua moglie. Consumammo il matrimonio tra le coperte di seta dell'Hotel Roma. Ero così felice. Eravamo felici.
Ma la felicità non dura, me lo diceva sempre papà quando era piccola.
Tra il sesso e la nostra vita, decidesti a due mesi dal matrimonio di raccontarlo a Carlisle.
Mi dicesti di aspettarti, che saresti tornato presto. Io dovevo raccontarti una cosa ma preparai l'atmosfera per il tuo ritorno. Ma non tornarsti.
Cercai di chiamarti al cellulare per due giorni, ma di te nulla. Mi misi in viaggio, con il cuore in gola.
Arrivai a Forks che ovviamente pioveva, ma sembrava il mio stato d'animo.
Carlisle era fuori e lo raggiunsi cercando di evitare le pozzanghere.
Speravo di vederti, ma non c'eri.
Chiesi spiegazioni, lui disse che non volevi più vedermi, che ero una mocciosa, troia, credulona. Che era stupido che avessi pensato che fosse amore e non un passatempo.
Lo dissi per la prima volta in quel momento: "sono incinta" e mi arrivò uno schiaffo sulla faccia e ti garantisco che uno schiaffo da un vampiro è davvero doloroso, mi sanguinava il naso e un orecchio.
Disse, "devi sparire puttanella", sembrava un'altra persona.
Rifiutai soldi che mi stava offrendo, presi e me ne andai in lacrime.
Strinsi a me il tuo ricordo e vendetti quella che era stata casa nostra, andai a vivere a Port Angeles, con Royal e 7 mesi dopo, il giorno del mio 20esimo compleanno, nacque Daniel Edward McCarty-Cullen. Un maschietto di 2 chili e qualche grammo bellissimo, tutto uguale a te, con i tuoi occhi verdi e la tua pelle candida.
Crebbi quello che era nostro figlio, sola con mio fratello. I miei genitori non mi parlarono più, Alice e Jasper nemmeno, ero sola nel mondo con Daniel e Royal.
Poi un giorno del 4º anno di vita di Daniel che incredibilmente era rosso di capelli, dopo che mi bussarono alla porta, andai ad aprire e c'eri tu. Con uno sguardo perso nei sogni, ti sbattei la porta in faccia.
Avevo sentito da Royal che ti eri sposato, che avevi una figlia, cosa mi importava di te, mi avevi spezzato il cuore una volta, non l'avresti rifatto di nuovo.
Ma Royal entrò dalla porta con te a dietro.
"Mia" disse mio fratello. "è stato un malinteso"
Diedi di matto. Come poteva essere un malinteso se mi avevi dato della puttana, cinque anni prima.
Tu dicesti, con quella tua aria da bambino: "io voglio capire, perché amo più te che mia moglie"
E io, in lacrime, come cinque anni prima sussurrai. "sono io tua moglie, non mi avete mai fatto firmare il divorzio, quindi non sei veramente sposato con lei".
Tu bloccato, mi sorridesti. "quindi è vero... I miei ricordi sono reali e non solo fantasie"
"non ti ricordi di me, Edward?" chiesi balbettando a te che sembravi più confuso di me.
"non completamente... Ma voglio ricordare"
Io scossi il capo. "no è meglio di no"
Tu ti avvicinasti a me, piano e sollevando i miei capelli mi baciasti piano, come quando amavi me.
Strinsi il tuo corpo, col timore che sparissi. Royal lasciò la casa, sarebbe andato a prendere Daniel.
E facemmo l'amore, piano, con delicatezza ma con passione. Ti avevo dentro di me, ed era così tanto tempo che non ti vedevo. Mi baciavi voglioso, carnale, come se in quel momento fossi tornato il mio Edward. Nel venirmi dentro, sussurrasti piano al mio orecchio, con affanno e piacere "ti amo Mia". E mente finivi, e venivo, non potevo non pensare che forse era stato un errore.
Scendemmo di sotto dopo un tempo lunghissimo in cui eravamo stati nudi, e lì Daniel mangiava lo yogurt con lo zio. Gli sorrisi e lui mi corse in braccio.
Ma non era l'unica sorpresa, nella stanza c'era tua moglie e tua figlia.
Erano entrambe bellissime col dono dell'immortalità che io non avevo mai avuto.
Tua moglie si chiamava Bella, ricordava un po' me, diceva Royal sottovoce, coi capelli scuri e il fisico magro. Tua figlia si chiamava Renesmee, ed era bellissima, ti somigliava tanto e come ibrido era cresciuta molto velocemente, al contrario di Daniel che stava avendo una vita e uno sviluppo normale.
Volesti sapere di lui.
Del mio bambino. Daniel.
Gli raccontai che te l'avrei detto, e che avresti dovuto ricordare che dovevo fare il test quando eri partito.
Il casino era cominciato. Tu amavi me, ma ti sentivi in colpa per Bella e Renesmee ma volevi far parte della vita di Daniel. Eri praticamente bigamo.
Poi proposi di divorziare, lei disse subito di sì, ti subito no.
Chiesi a Royal di stampare i documenti ma tu, eri puntato sul no. Dissi che dovevi pensarci e ci avrebbe detto cosa dovevamo fare.
Due mesi dopo riabbracciai i miei genitori e si scoprirono dei nonni innamorati del loro unico nipote.
Io e te, litigammo come dei folli, a volte ti ho scagliato dietro tutta la forza che avevo.
In genere finivamo sempre a letto.
In pratica la nostra storia era ricominciata.
Poi, ti ricordi com'è finita questa storia?
Royal e Bella, iniziarono a vedersi fuori dalle nostre faccende, si sono messi insieme e stanno bene anche se sono molto gelosa. E noi, i litigi pre-sesso, ne abbiamo fatto un altro, una femminuccia, Lizie Hanna Cullen, per tua madre.
Renesmee è contenta di fare la sorella minore-maggiore, quella di mezzo in somma. E noi... Noi ci crogioliamo felici della nostra piccola parte di eternità...
Non c'è la piccola ma ci sono praticamente tutti i personaggi
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