(37. pausa)

Soliloquio loquace di una persona che comincia a prendersi un po' sul serio dandosi un certo tono.

ATTO I

Bisogno. Ovunque un bisogno struggente di vuoto. Un vuoto che infuoca, arde e brucia.
È ingordo, il poverino, e non sa che più si espande e più soffoca, fino a languire.
Questo bisogno è un principio di pianto, di quelli che si avvertono alla radice del naso, a penzoloni tra la gola e le ciglia. Sta cercando la fuga, ma gli chiedo di non andarsene, di rimanermi appresso, dentro, più dentro.
Lo seppellisco e gli volto le spalle, ma tu credi? Il tumulo si gonfia e il lamento fuoriesce stanco, pressante. Ahimè, eccolo che si fa sentire: mi chiede perché...
Perché gli ho fatto questo, perché ho fatto, perché mi faccio così male?
Dovrei rispondergli, non posso ignorarlo in continuazione. Eppure mi riesce così bene.

ATTO II
Voce della coscienza, ogni tanto ti risvegli. Ma, quando lo fai, preferirei scendessi dal letto con piedi di fata. Invece no, no, figuriamoci! Sbam, goffa, si spiattella al pavimento. Ed io che credevo di essere l'unica a non sopravvivere al suono della sveglia, al trauma di doversi privare del calore di una morbida coperta. Sia mai, la coscienza è peggio! È un torrente impetuoso che da secco straripa. E non sai quando, che cosa gli fa scattare il desiderio di travolgerti. Magari si placa per un po' e poi riattacca, magari il suo scalfire è incessante. Fatto sta che tu non riesci a toglierti dalla sfuriata che imperversa. Allora cosa fai? Cominci a ragionare, a dubitarti, a domandarti come sei finito lì, se proprio quello è il tuo posto nel mondo.
Dove ho sbagliato?

ATTO III
No, non guardo indietro. Non sono così brava.
Vedo solo il presente, ipotizzo il futuro. Pecco di lungimiranza di fronte agli imprevisti. Perché so che ce ne sono, oh, se so che ce ne sono...
Vorrei solo dire sì e no chiaramente, soprattutto a me stessa.
E poi c'è quel dannato ma, che potrebbe andare a far compagnia a tutti i perché, che mi trattiene.
Bisogno minore e falso, nato dalla codardia, figlia della paura.
Scelte e possibilità.
Una parola. Con il tono giusto.

Ma...

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