caffè post sbronza

«Vaffanculo Bakugo!»
«Va' al diavolo Bastardo a metà!»
Nessuno dei due eroi si aspettava all'inizio che la situazione, dopo un'oretta di pace, degenerasse così velocemente; ma dopotutto entrambi lo avevano capito non appena il biondo pronunciò le fatidiche parole.
«Come cazzo mi puoi chiedere una cosa del genere!»
Urlò Todoroki che non si aspettava minimamente una richiesta di quel tipo.
«Senti, mi hai chiesto tu cosa potevi fare per aiutarmi.»
Bakugo si sedette sul divano, sospirò e poi riprese.
«Ed ecco quello puoi fare»
L'altro sbuffò e, abbassando la voce per evitare le lamentele dei vicini, rispose al vecchio compagno di classe
«So benissimo quello che ho detto, ma non mi aspettavo una cosa del genere...»
Bakugo rise sarcastico.
«E a che pensavi, che volessi un drink, una promozione magari? Dei soldi?!»
Il bicolore si sedette e, portando una mano sulla fronte, si massaggiò le tempie.
«Sì... no... non lo so...»
Sospirò.
«Io... non posso farlo. Sono un eroe, non potrei mai fare del male ad un'altra persona, neanche se ti inginocchiassi qui davanti a me.»
Bakugo si alzò di scatto.
«Certo, ora vuoi fare l'eroe, ma quando Deku era stato tradito dalla sua ex tu non hai esitato a tirarle uno schiaffo in faccia!»
Shoto arrossì leggermente a sentir nominare l'eroe numero uno. Dopotutto, era noto ai più che al bicolore piacesse il verde, ma il diretto interessato aveva sempre visto le speciali attenzioni che Todoroki gli rivolgeva come quelle di un migliore amico.
«È successo più di dieci anni fa, e comunque che c'entra ora Midoriya?» Bakugo lo guardò con una strana luce negli occhi, quasi triste; l'eroe numero due afferrò al volo e ricambio lo sguardo, comprensivo.
«Certo che siamo proprio sfortunati in amore, eh?»
Il biondo annuì impercettibilmente. «Ecco perché hai chiesto a me.»
Shoto si buttò pigramente sul divano, portò la testa indietro e sospirò.

Quando Katsuki si svegliò notò che c'era qualcosa di strano. Si guardò intorno, non riuscendo a capire bene cosa lo turbasse così tanto la mattina. Automaticamente richiuse gli occhi e, mettendosi sotto le coperte, cercò di riaddormentarsi. Una cuscinata in faccia lo fece svegliare del tutto.
«Bakugo, cavolo, ti ho detto di svegliarti che faccio tardi al lavoro.» 
Una frase, una sola fottuta frase pronunciata da quella persona e il biondo si alzò in piedi di colpo. Guardò l'altro e poi parlò
«Bastardo a metà come cazzo sono finito a casa tua?!» 
Todoroki lo guardò storto e poi sospirò. «Non ti ricordi niente, eh?» 
E gli lanciò un paio di pantaloni e una maglietta. Per la precisione i pantaloni e la maglietta di Bakugo. Quest'ultimo intanto rischiava un infarto sul posto. Shoto stava per scoppiare a ridere della reazione del biondo; si temeva la testa e sembrava che stesse ripercorrendo con la memoria tutti gli eventi della sera precedente, alla ricerca di qualcosa di compromettente. Shoto, cercando di contenersi e assumendo una faccia seria parlò.
«Tranquillo, tra me e te non è successo nulla, ti sei solo ubriacato come non ci fosse domani; probabilmente tra poco ti ricorderai cosa è successo.» 
Katsuki, sentendo quella affermazione, emise un sospiro di sollievo e si sedette sul divano. Poi, dopo aver sbadigliato, chiese l'ora.
«Sono le 7.30.»
Rispose tranquillamente il bicolore.
«Cazzo! Il lavoro!» 
Urlò Bakugo imprecando contro l'altro, che intanto aveva lasciato le stanza per permettere all'amico di cambiarsi. «Buongiorno principessa.»
Gli disse di rimando ironico, mentre cercava le chiavi della macchina. Dopo che uscirono entrambi dalla casa del bicolore, il biondo gli chiese un passaggio all'agenzia e Shoto acconsentì; i due allora si ritrovano nella stessa macchina. Nessuno aveva la voglia di parlare, così il viaggio rimase per lo più silenzioso, fino a quando Katsuki squarciò il silenzio urlando «Cazzo!»
Si portò poi le mani sulla testa e l'altro lo guardò male; poi, sospirando, Shoto chiese.
«Cosa c'è che non va ora?» 
Bakugo gli lanciò un'occhiataccia a sua volta e rispose  con tono lamentoso «Come cazzo ho potuto parlare della mia vita sentimentale a te!?»
Todoroki alzò gli occhi al cielo e sospirò «Succede.»
Il biondo gli urlò contro.
«Succede un cazzo!» 
L'altro cambiò discorso.
«Senti, vado dritto al punto, ti ricordi della discussione di ieri?»
Katsuki annuì, poi Shoto lo guardò
«E sei sicuro di quello che vuoi fare?»  Bakugo ricambiò lo sguardo e sorrise aggressivo.
«Certo, e tu Bastardo a metà? Sei sicuro di volermi aiutare?»
Il bicolore sospirò e poi annuì leggermente.
«Non credo di avere altra scelta, giusto?» 
«Vedo che hai capito il concetto»
L'auto si fermò davanti all'edificio dell'agenzia del biondo; questo, prima di aprire lo sportello, tese la mano al compagno.
«Siamo d'accordo quindi?»
«Questo annuì e ricambiò la stretta di mano «Siamo d'accordo.»

Il biondo entrò nella costruzione, ed appena varcata la soglia, a causa del mal di testa post-sbronza, decise di andare a prendere il caffè. Appena appoggiò le labbra al bicchierino e assaggiò la bevanda ricordò il perché non aveva mai preso niente alla macchinetta.
«Che schifo, sta cosa sa di piscio!»
E puzzava, di finto, di chimico.
Stava per buttare il caffè nel cestino quando vide Eijiro uscire dalla sua auto. Doveva aver appena accompagnato Akira a scuola. Katsuki si diede un colpo alla testa.
«Ho dimenticato di incontrare Kirishima stamattina!» 
Bakugo stava per raggiungerlo quando ricordò la discussione della sera prima e le cose che gli aveva detto. Il rosso, entrato nell'edificio, vagò con lo sguardo nella hall e poi fermò gli occhi rubino su Katsuki, osservandolo speranzoso. Il biondo lo squadrò freddo, e quando l'altro provò a salutarlo gli rispose secco di non provare a parlargli.
«Bello schifo, in che cazzo di situazione mi sono messo con il mio migliore amico» 
Per la rabbia bevve tutto il caffè che gli andò di traverso. Non riusciva manco a capire quello che il rosso gli stava dicendo a causa di tutta quella caffeina. Stritolò il bicchierino e lo buttò nel cestino, congedando bruscamente Red Riot e dirigendosi in bagno per levarsi il sapore amaro dalla bocca.
«Credo che questa sarà proprio una lunga giornata.» 
Dopo aver passato la mattina a compilare pile e pile di documenti con il mal di testa dovuto alla sbronza e dopo aver pranzato, Bakugo scoprì che avrebbe fatto pattuglia: finalmente avrebbe potuto rilassarsi. O almeno così credeva, fino a quando non venne a sapere che era stato abbinato con Kirishima. Quest'ultimo era infatti così agitato che stava per far scoppiare i nervi al biondo, non che ci volesse molto in effetti. Katsuki comunque non parlò tanto durante il viaggio, anzi non disse proprio nulla, ignorando deliberatamente le domande che il compagno gli rivolgeva. La testa gli stava per scoppiare e anche la sua gola non era messa bene, soprattutto a causa di quel maledetto caffè.

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