biscotti e drink

«Un altro bicchiere!»
Urlò sguaiatamente Bakugo contro il ragazzo dietro al bancone che, indaffarato, puliva, preparava e serviva i drink e, al contempo, badava a agli ubriachi malamente appoggiati ai tavoli. Quest'ultimo diede una rapida occhiata al biondo; aveva l'alito che puzzava di alcol e a malapena riusciva a stare seduto senza cadere;
«Scusami bello, ma se ti do altra vodka vomiterai nel mio locale, e non ci tengo a pulire se non è necessario.»
Si girò e riprese a lavorare. Katsuki si alzò di scatto facendo cadere con un tonfo la sedia su cui era poggiato, si protese oltre il tavolo e afferrò per il bavero il banconista.
«Ma tu hai idea di con chi cazzo hai a che fare?! Ti ho detto di darmi un altro fottuto drink!»
L'altro assunse un'espressione dura e chiamò i due buttafuori che, appena arrivarono, afferrarono Bakugo per le ascelle e iniziarono a trascinarlo verso l'uscita. L'eroe, anche con i movimenti resi più lenti e pesanti del solito per via dell'alcol, si liberò dalla presa dei due e tirò un pugno all'uomo più vicino che rispose dando una violenta ginocchiata in pancia al biondo che si piegò in due, annaspando in cerca di aria. Neanche il tempo che gli uomini riuscissero a prendere Katsuki, che questo si rialzò e buttò a terra quello che lo aveva colpito con un pugno in faccia che gli ruppe il naso. Il suo collega allora provò a prendere l'eroe, ma questo continuava a dimenarsi e a lanciare piccole esplosioni attorno a sé creando un muro di fuoco che lo circondava e lo proteggeva. Il ragazzo del bancone preoccupato per i suoi clienti e per l'edificio schiacciò il pulsante per chiamare un eroe in grado di fermare quel ragazzo ubriaco e fin troppo manesco.
Shoto Todoroki, l'eroe numero due, venne svegliato dallo squillare incessante del suo cellulare. Mugugnó qualcosa per poi sparire sotto le coperte del suo letto. Il telefono smise per un attimo di suonare, ma neanche dieci secondi dopo era di nuovo pronto a rovinare la quiete della casa. Il ragazzo ormai sveglio del tutto afferrò con rabbia l'oggetto che aveva rovinato il suo meritato riposo e lo portò all'orecchio.
«Pronto?»
Una voce metallica rispose.
«Eroe numero 2 è richiesto sul campo.»

Molti dei clienti locale davanti al quale Shoto si trovò stavano scappando impanicati, creando confusione nell'unica entrata del bar. Appena, però, videro l'eroe, si rincuorarono. Dopotutto era secondo solo all'erede di All Might e, con il suo fuoco infernale e il suo ghiaccio puro e limpido, era la persona più adatta alla cattura e al combattimento a distanza.
Durante il tragitto Todoroki aveva pensato più volte a chi potesse essere ad aver combinato casini al locale. Certo, spesso capitava che qualche ragazzino causasse problemi e che un eroe di poco conto andasse a fermarlo; ma per aver chiamato uno degli eroi più famosi e conosciuti in tutto il mondo, doveva essere per forza un villain o qualcuno con un quirk dal potenziale pericoloso. Aveva pensato a di tutto, ma mai avrebbe pensato alla scena a cui stava assistendo: c'era uno degli eroi più importanti, nonché suo compagno di classe alle superiori, che stava distruggendo lo stabile. Nonostante sapesse della sua irascibilità e del suo caratteraccio -motivo per cui era anche uno degli eroi più evitati, soprattutto dai bambini- aveva sperato che nel corso degli anni fosse maturato.
Shoto sospirò e, allungando il braccio destro, creò del ghiaccio che intrappolò il biondo che stava per incendiare un tavolo; questo si guardò in torno alla ricerca di colui che aveva osato fermarlo e quando vide la fonte della sua nuova rabbia punto tutta la sua attenzione su di questa.
«Bastardo a metà? si può sapere cosa cazzo stai facendo?!»
L'altro si portò un mano alla testa e con un cenno salutò Katsuki.
«Ciao anche a te Bakugo.»
«Liberami subito!»
Todoroki si avvicinò al collega finché si ritrovò a pochi passi da lui e abbassò il tono di voce di modo che, anche se ci fosse stato qualcun'altro nel locale, nessuno li avrebbe potuti sentire. «Bakugo, si può sapere cosa è successo?»
La voce era calma e tranquilla, era ghiaccio. L'altro non rispose, limitandosi a mugugnare infastidito e seccato. L'eroe numero 2 sospirò.
«Senti, oggi è stata una lunga giornata e sono stanco, quindi per favore rispondi alla mia domanda oppure dovrò portarti dalla polizia.»
Katsuki d'un tratto si riscosse e rispose all'altro.
«Ti prego, non portarmi alla stazione... che figura ci farei?»
Shoto, che non si aspettava una reazione della genere da parte del ragazzo, si sbrigò a provare a calmarlo.
«Facciamo così: io ti porto a casa mia così ti calmi, ma tu mi devi promettere che non distruggerai tutto come al tuo solito.»
Il biondo annuí velocemente e l'altro lo liberò dal suo ghiaccio. Questo si apprestò a sorreggere l'amico e si diresse verso la propria casa.

«Cos'è questo?»
Todoroki si affrettò a togliere dalle mani di Bakugo una statuetta di ceramica. Questo, da quando erano arrivati a casa dell'altro, non aveva fatto altro che esplorare le varie stanze e a prendere in mano le cianfrusaglie dell'eroe guardandole con invidia. Erano stronzate, ma se avesse potuto avrebbe regalato tutto a Kirishima e Akira; subito dopo che quel pensiero balenó a nella sua mente, scosse la testa come per scacciarlo. Shoto lo guardava incuriosito, era raro vedere il biondo così calmo e senza fuoco e distruzione lasciati dietro di sé. Lo condusse poi verso il divano facendolo accomodare; andò in cucina cercando qualcosa da offrire all'ospite. Scartò subito l'idea degli alcolici e optò per del succo di arancia e dei biscotti al cioccolato fatti in casa che sua sorella Fuyumi gli aveva portato il giorno prima. Quando tornò in soggiorno, poggiò il cibo sul tavolino di legno posto al centro della stanza e le avvicinò al biondo. Katsuki si portò alla viso un biscotto, lo annusò, sapeva di casa e familiarità, lo stesso odore di Eijiro, lo mise in bocca e quel sentimento di calma e tranquillità investì ancora di più il ragazzo.
Si guardarono in silenzio per qualche minuto, o meglio Shoto osservò l'altro che mangiava e beveva. Anche se all'inizio non lo aveva notato, guardandolo meglio aveva visto che era cambiato; era diventato più alto e la muscolatura si era fatta più pesante portandolo a sembrare minaccioso; gli occhi però erano quelli più diversi, non sembravano più in collera con in mondo, come erano quando andava a scuola, ma erano più dolci e maturi allo stesso tempo.
Todoroki si chiese per la prima volta a cosa stesse pensando Katsuki, perso nel suo mondo; l'eroe numero 2 si riconetté con la realtà e con un breve colpo di tosse richiamò l'attenzione dell'altro, che finalmente alzò la testa e sembrò accorgersi dell'altro.
«Senti... cosa è successo prima al bar?» Bakugo sospirò.
«Volevo semplicemente un altro drink.»
Era quasi un mugugni timido.
«Davvero?»
Il biondo si fece più piccolo nel divano, poi schioccò la lingua contro il palato. «No, hai ragione» sospirò e continuò «Sto passando un brutto periodo, tutto qui.»
Il bicolore si stupí della franchezza con cui parlò e che avesse ammesso una sua difficoltà. Per qualche minuto ci fu il silenzio assoluto poi Todoroki spezzò timidamente quell'aria tesa che si stava creando.
«Se hai bisogno di qualcosa, se vuoi posso aiutarti.»
Bakugo lo guardò dritto negli occhi, ghiaccio e tempesta contro fuoco, la calma contro l'impulsività, niente di più diverso, ma forse per questo avrebbero potuto riallacciare i rapporti.
«Un favore te lo vorrei chiedere in effetti.»

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