8✨

Josh non era riuscito a chiudere occhio fino alle tre e mezza.
Si era spesso alzato per andare se Amy e Bethany dormivano o avevano problemi.
In realtà lo faceva solo per osservare Amy senza che lei lo guardasse male o lo rimproverasse.
Era così calma e bella, era composta anche quando dormiva.
Josh aveva provato ad avvicinarsi a lei, sperando che non avesse un sonno leggero, provando ad accarezzarle la testa; c'era riuscito, si era seduto accanto a lei e aveva iniziato a sfiorarle i capelli.
Avrebbe potuto restare lì per sempre, ma la stanchezza si faceva sentire e non voleva rischiare di addormentarsi accanto a lei, facendole pensare male.
La mattina dopo, Josh si svegliò alle sette e mezza e nonostante avesse dormito solamente quattro ore, era stranamente riposato.
Subito dopo essere entrato in cucina lo raggiunse Amy con indosso ancora il vestito della sera precedente.
Gli venne in mente che forse era scomodo per dormire e che avrebbe potuto darle una sua maglia, ma avrebbe rifiutato sicuramente.
-Dormito bene?- le chiese Josh.
Lei si stropicciò un po' gli occhi e poi rispose.
-Più o meno, Bethany mi ha tirato alcuni calci-
Josh ridacchiò beccandosi una delle solite occhiatacce di Amy.
-Matthew dov'è?- gli chiese.
Come faceva a saperlo Josh?; suo fratello usciva di casa senza fargli sapere niente e se provava a chiamarlo non rispondeva mai.
-A casa di amici- disse Josh inventandosi una scusa.
Amy annuì e si sedette su una delle sedie in legno.
La cucina era piccola, con mobili ed elettrodomestici di una trentina di anni prima.
Non era nelle migliori condizioni, così come il salotto.
Tutte le stanze avevano bisogno di una riverniciata e di un cambio di quella vecchia e polverosa mobilia.
Josh aprì gli sportelli mezzi rotti e suo malgrado, non trovò granché.
-Non ho molto da offrirti-
-Va benissimo qualsiasi cosa- rispose Amy educatamente.
Josh prese un sacchetto di biscotti e lo mise sul tavolo di fronte ad Amy; preparò il caffè e lo versò prima alla ragazza e poi per sé stesso.
-Io tra una ventina di minuti devo andare a lavorare- la informò.
-Anche il primo gennaio?- gli domandò Amy sorpresa.
-Purtroppo sì, sono arrivati dei carichi dalla Francia qualche giorno fa e bisogna sistemarli o si sciuperanno-
Si vedeva quanto impegno Josh mettesse nel suo lavoro; era lui che mandava avanti la casa e quello che rimaneva della sua famiglia.
Lavorava spesso nei giorni di festa e fino a sera inoltrata per guadagnare di più, ma Matthew buttava sempre all'aria quei soldi in più.
Josh li avrebbe voluti mettere da parte per una vacanza solo loro due, lontani dalla città; non che Boston non gli piacesse, ma avrebbe abitato in campagna volentieri.
Amy stava per sorseggiare il suo caffè quando un cane lupo corse in cucina e si sedette accanto a lei, appoggiando il suo muso sulle gambe di lei.
Amy posò la tazzina e iniziò ad accarezzare la testa del cagnone.
Aveva da sempre desiderato un cane, ma abitando all'ultimo piano del palazzo, non ne avevano mai comprato uno.
-Chi è questo cagnone?- chiese lei mentre continuava ad accarezzare la testa del cane lupo.
-Lui è Scott, il mio cane lupo- rispose Josh orgoglioso del proprio cane.
Intanto Scott aveva iniziato a leccare la mano di Amy e a saltare per raggiungere il viso della ragazza; Amy sorrideva e la bava che le ricopriva mani e guancia non le dava fastidio.
Josh ancora una volta si sentì sfortunato: perfino il suo cane era riuscito a baciare Amy e a farsi fare le coccole da lei.
Era geloso anche di lui? Non poteva abbassarsi a livelli così bassi, ma Amy ormai era entrata nelle sua testa e nel suo cuore e lui diventava geloso di tutti, perfino dell'insetto che le si era posato sulla spalla poco prima.
-Scott, proprio un bel nome; ma sei proprio un coccolone- parlava Amy a Scott come si fa con i bambini piccoli.
-Gli piaci, di solito non fa così. Abbaia e resta pressoché indifferente, ma tu gli piaci proprio-
"Tale cane, tale padrone" pensò Josh.
-Cosa hai detto? Tale cane e? – chiese confusa Amy.
Non poteva aver pensato ad alta voce. Amy lo aveva sentito? Cosa avrebbe pensato?
-N-no, niente- rispose imbarazzato Josh.
Amy alzò le spalle e continuò a coccolare Scott che ricambiava leccandole le mani e ogni tanto il viso.
-Vado a cambiarmi, puoi restare qui fino a quando Bethany non si riprenderà del tutto- le disse Josh sperando che Bethany non si svegliasse fino al suo ritorno a casa verso l'ora di pranzo.
Amy annuì semplicemente, mentre Scott le era praticamente saltato in braccio.
Josh sorrise alla vista della scena e si rammaricò ancora una volta al pensiero che Amy non era niente per lui, neanche un'amica.
Amy avrebbe voluto con tutta sé stessa dare una bella pulita al salotto e alla cucina, spolverare i mobili e pulire i vetri.
Quella casa odorava di chiuso, di polvere e di antico e le impronte di Scott non miglioravano l'opera.
Quando Josh finì di prepararsi, diede da mangiare a Scott e disse ad Amy di fare come se fosse a casa sua e che Matthew sarebbe dovuto arrivare a breve.
-Bene, ora che quell'antipatico del tuo padrone se ne è andato, possiamo sistemare questo disastro di casa- disse Amy al cane lupo che ancora pretendeva le coccole.
Uscì dalla cucina in cerca di scopa, detersivi, spugne, sacchetti per la spazzatura e tutto quello che poteva esserle utile.
Trovò uno sgabuzzino accanto al bagno, dove erano ammucchiate scope e detersivi in ottime condizioni, segno che non erano mai state usate un granché.
Ritornò in salotto e iniziò a pulire i vetri dell'unica, grande finestra della stanza.
Non era affatto comoda con addosso quel vestito, ma non voleva né tornare a casa a cambiarsi, né indossare abiti di un ragazzo che non era Andrew, anche se non lo aveva mai fatto.
Spolverò una piccola libreria che conteneva perlopiù faldoni pieni di documenti e libri sulla geografia.
Tolse i cuscini dal divano e li sbatté per bene; fece la stessa cosa anche con il tappeto.
Per fortuna Scott non aveva l'abitudine di salire sul divano o appisolarsi sul tappeto.
Ora era il turno del pavimento, ma come avrebbe fatto con indosso quel vestito stretto e scomodo.
Pensò che Josh avrebbe avuto sicuramente indumenti da donna a casa sua, magari di Roxana o di sua madre.
Andò nella stanza dove aveva dormito quella notte e, attenta a non svegliare Bethany, usò la torcia del cellulare per guardare dentro l'armadio.
Vi trovò alcune coperte pesanti, un paio di scarponi, alcuni scatoloni e in cima dei vestiti.
Purtroppo erano troppo in alto per la grandiosa altezza di Amy e quando alzò le punte per afferrarli, le caddero in testa.
Per fortuna non svegliò Bethany e riuscì a prendere tutto e portarlo in salotto.
Erano due paia di pantaloni della tuta da uomo, una maglia e un maglioncino bianco da donna.
Era carino e non le dispiaceva affatto, dopotutto la sera precedente Amy aveva dovuto ballare con Josh e quindi poteva permettersi di indossare il maglione e uno paio di pantaloni; erano neri e e stavano leggermente larghi, probabilmente erano di Matthew.
Dopo essersi cambiata riportò la maglia e il secondo paio di pantaloni nell'armadio.
Iniziò a pulire il pavimento del salotto, sgridando Scott tutte le volte che cercava di camminarci sopra.
Quando ebbe finito si sedette in cucina e iniziò a pensare al motivo per cui aveva pulito il salotto di Josh.
Forse perché le dava fastidio tutta quella polvere? O l'aveva fatto per Matthew? E si chiese dove fosse il ragazzo.
Josh aveva detto che sarebbe tornato a breve, ma non era ancora arrivato.
Ricominciò il suo lavoro passando con una spugna tutte le superfici della cucina e sistemando le stoviglie negli armadietti.
Radunò tutto quello che aveva preso per riportarlo nello sgabuzzino, ma per sbaglio entrò nella porta sbagliata.
Si ritrovò in una camera da letto non molto grande. Le pareti erano bianche e rendevano la stanza molto luminosa, nonostante avesse solo una piccola finestra.
Un letto singolo era sistemato contro una delle pareti e un grande armadio ne occupava un'altra.
Di fronte all'entrata, sotto la finestra, era posizionata una scrivania colma di fogli.
Amy, presa dalla curiosità, si avvicinò alla scrivania di legno di noce.
Tutti quei fogli erano documenti di lavoro di Josh, perlopiù riguardanti lo stipendio.
Amy si voltò e notò appese alle pareti alcune fotografie: Scott da cucciolo, un'uomo biondo che assomigliava moltissimo a Josh e una bicicletta blu elettrico.
Ma la fotografia che più attirò l'attenzione di Amy fu una dove erano stati fotografati due bambini; il più piccolo aveva all'incirca quattro anni e sorrideva allegro e spensierato, il più grande aveva un'espressione cupa sul volto e mostrava un sorriso forzato.
In un primo momento Amy pensò che si trattasse di Josh e Matthew, ma entrambi i bambini della foto erano biondi; Matthew era biondo, ma Josh no, non era biondo per niente, neanche lontanamente, i suoi capelli erano nerissimi e non lasciavano trasparire nessun segno di chiarezza.
A risvegliarla dai suoi pensieri fu Scott, che entrò nella camera e corse da Amy, prendendo tra i denti un lembo dei pantaloni e cercando di trascinarla fuori.
Amy seguì il cane e si ritrovò una Bethany spettinata e malconcia davanti.
-Amy, dove siamo? Cosa è successo ieri sera?-
-Siamo a casa di Josh perché ieri sera quella cretina di Roxana ti ha lasciato bere i suoi drink e tu ti sei ubriacata- le disse Amy con tono severo.
Bethany sorrise.
-Sempre la solita sono- disse mentre si scostava una ciocca blu dalla fronte.
-Vuoi mangiare qualcosa?-
-No, grazie. Non me la sento ancora- continuò Bethany per poi distendersi sul divano.
Amy guardò l'ora ed era quasi mezzogiorno, Josh sarebbe tornato di lì a poco, ma di Matthew ancora nessuna traccia. Josh, Bethany e anche lei, dovevano pur mangiare qualcosa e non poteva uscire a mangiare qualcosa con l'amica perché i soldi che si era portata per la sera precedente non sarebbero bastati.
Aprì gli armadietti semivuoti della cucina e trovò il necessario per cucinare una semplice pasta.
Apparecchiò la tavola per quattro e subito dopo Josh tornò dal lavoro.
Un estraneo agli accaduti della sera precedente avrebbe potuto pensare alla bella famigliola, con il padre che torna dal lavoro, la madre che ha sbrigato le faccende domestiche e ha preparato il pranzo, la figlia che si è svegliata tardi e l'animale della famiglia.
Quando Josh entrò non riuscì a credere a quello che vedeva: qualcuno aveva ripulito la casa dopo tanto tempo.
-Beth, come va?- chiese alla ragazza distesa sul suo divano.
-Non male- gli rispose sbuffando.
Il ragazzo andò in cucina, pronto per riscaldare qualcosa per estinguere la sua fame.
E anche lì trovò una sorpresa: la tavola apparecchiata e il pranzo sui fornelli.
Amy era indaffarata a sistemare le cose nel frigorifero e fare un po' di ordine e l'arrivo di Josh la fece sussultare per lo spavento.
-Josh, sei tornato. Scusa se mi sono permessa di sistemare un po' e di preparare il pranzo-
Ormai ne era sicuro, si era innamorato in così poco tempo di Amy; il volto dispiaciuto della ragazza lo faceva impazzire e non riuscì a parlare per i quindici minuti seguenti.
-Non ti scusare, anzi dovrei farlo io per il casino che c'è in casa mia- disse ridacchiando Josh.
Poi il suo occhio cadde sull'abbigliamento di Amy; non poteva averli trovati.
-Amy perché indossi quei vestiti?- le chiese.
Amy era imbarazzatissima e non riusciva a guardare Josh, ma si fece coraggio e gli rispose.
-Ieri sera ti ho concesso una canzone, mi sembrava giusto che anche tu mi facessi un favore-
-Sai, quei pantaloni erano di mio padre e il maglione di mia madre, o meglio sarebbe stato il regalo per i suoi cinquant'anni se lei non fosse sparita cinque giorni prima del suo compleanno e non si fosse più fatta sentire, fino al giorno che abbiamo saputo che era partita per l'altro mondo-
Amy si portò una mano alla bocca e quasi cadde a terra se non fosse stato per Josh, che le mise le mani sulle braccia reggendola in piedi.
-S-scusa, n-non lo sapevo- si scusò Amy presa dallo sconforto e dal senso di colpa.
-È tutto apposto, tranquilla. I pantaloni non li indosso perché sono troppo stretti per me, ma li indosserei volentieri per ricordare mio padre; il maglione non ha un grande valore affettivo e se vuoi lo puoi tenere- le disse mentre le accarezzava le braccia godendosi quel piccolo tocco prima che lei se ne rendesse conto.
-Vieni, adesso mangiamo. Ti ringrazio per aver preparato il pranzo, sto morendo di fame. Beth, vieni- continuò Josh facendola sedere.
Amy era praticamente sotto shock, come se fosse stata lei la causa della morte dei genitori di Josh.
-Amy, è tutto apposto. Se fosse una cosa grave ti avrei già urlato di andare a cambiarti, adesso mangia, su. Non vorrai che ti imbocchi, vero?-
-No, non so sono una bambina- rispose Amy cambiando espressione, ma ancora un po' titubante.
Josh sorrise e pensò che quella era la sorpresa più bella che qualcuno gli avesse mai fatto, dopo la bicicletta di suo padre.
Trovare Amy che aveva sistemato la casa, preparato il pranzo e che si era fermata a casa sua, fecero sentire Josh al settimo cielo.
Era da tanto che non si sentiva così e la ragione di tutta quella felicità, era la ragazza seduta accanto a lui con indosso i vestiti dei suoi genitori.
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Un grazie speciale a _anna_does per la stupenda copertina di questo libro❤️

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