39✨

Meno tre mesi.
Solo tre mesi separavano Amy e Josh da avere davanti agli occhi il loro bambino.
L'estate era finita da un pezzo e aveva lasciato spazio ai colori rossastri dell'autunno.
Il signor Anderson si era recato a Boston a metà settembre (a insaputa della moglie) e aveva passato un bel pomeriggio con i signori Carter, Amy e Josh.
Quest'ultimo sembrava andare molto d'accordo con il nonno di Amy; entrambi adoravano commentare le ultime partite del campionato di basket o di football.
La loro famiglia si stava allargando ed era per tutti un'immensa felicità.

Amy era stata avvisata del compleanno di Josh solo una settimana prima.
Glielo aveva detto Matthew e lei non si era neppure resa conto di non sapere quando fosse il compleanno del suo ragazzo.
Si era dovuta organizzare in fretta e furia, ma sapeva già quale sarebbe stato il regalo perfetto.
Era qualche settimana che aveva in mente di fare quella sorpresa a Josh e quando poteva essere il momento giusto se non il suo compleanno?
Come quasi ogni notte aveva dormito da Josh, così che lui avesse subito una bell'inizio di compleanno.
Sgattaiolò fuori dal letto facendo meno rumore possibile e andò in cucina per preparare la colazione.
Poi ritornò in camera, intenzionata a svegliare Josh.
Se di solito era lui a svegliarla dolcemente, quella mattina voleva ricambiare il favore che le faceva quasi tutti i giorni.
Si chinò su di lui e gli diede un dolce bacio sulle labbra, poi uno sul naso e di nuovo uno sulla bocca.
Si fermò per accarezzargli la guancia e soffermarsi a guardarlo ancora mezzo addormentato.
Piano piano Josh iniziò a svegliarsi ed ad aprire gli occhi, proprio come un bambino, leggermente più grande e grosso, ma sempre con l'aria di un bambino.
-Buongiorno e buon compleanno- gli disse a bassa voce Amy dandogli un leggero bacio sulla fronte.
Josh sorrise con un occhio chiuso e uno mezzo aperto.
-Grazie principessa...vedo che ti sei svegliata presto oggi- le disse mentre si stropicciava gli occhi con la voce roca e impastata dal sonno che ad Amy piaceva tanto.
-Questo ed altro per te-
Josh le sorrise e si alzò a sedere per appoggiarle una mano sulla guancia e baciarla.
Quel bacio sarebbe durato per ancora molto tempo se Amy non lo avesse interrotto dicendo di aver preparato la colazione.

Dopo l'abbondante colazione Amy obbligò Josh a prepararsi per uscire, perché gli avrebbe fatto una sorpresa.
-Io vengo con te, a patto che non ci siano montagne russe-
-Te lo prometto- lo rassicurò mentre uscivano.

Per tutto il tragitto in auto, Amy diede a Josh le indicazioni per il luogo della sorpresa.
Sbagliarono più volte strada, ma alla fine riuscirono ad arrivarci.
Non era più in centro città, erano nell'area residenziale di Boston, dove le case sono più basse e i palazzi sono quasi inesistenti.
-Parcheggia lì- disse Amy indicando una casa a due piani dalle pareti chiare.
-Di chi è?- chiese curioso Josh indicando la casa.
Scesero dall'auto e il ragazzo seguì Amy nel giardino della casa e poi sotto il piccolo portico leggermente più rialzato rispetto al prato.
-Conosci molto bene i proprietari- gli disse Amy mentre cercava qualcosa nella sua borsa.
-Trovate!- esclamò estraendo due chiavi, ognuna con il rispettivo portachiavi.
-Hai le chiavi di questa casa?- domandò ancora più curioso Josh.
-Non solo io, ma anche tu- gli disse porgendogli quella con il portachiavi a forma di palla da football.
-Aspetta un attimo...- iniziò a dire Josh iniziando ad avere qualche idea.

Non poteva essere, Amy non poteva averlo fatto...

-Buon compleanno Josh- annunciò Amy aprendo la porta per farlo entrare.
Josh varcò la soglia per ritrovarsi in un area open space che comprendeva salotto e sala da pranzo, accanto c'era poi la cucina.
C'erano poi due porte, una portafinestra e una rampa di scale che salivano al piano superiore.
Era quasi del tutto arredata, mancavano alcuni elettrodomestici oggetti che facevano capire che qualcuno abitata lì.
-Cosa ne pensi?- gli domandò Amy appoggiando la sua borsa sul tavolo.
Josh rispose con un'altra domanda.
-L'hai comprata?-
Amy gli andò in contro e gli prese le mani.
-Aveva un buon prezzo e in più la moglie del proprietario è un'assidua cliente di mia madre e mi ha fatto un ulteriore sconto. Ho pagato l'affitto per i primi quattro mesi con i soldi che mi ha dato Lily e poi potremo comprarla o continuare a pagare l'affitto. Ti giuro che non è un prezzo esorbitante e mi dispiace averti colto alla sprovvista, ma volevo farti una sorpresa e...-
Josh la baciò per dimostrarle la sua gratitudine.
Il suo regalo per il suo ventottesimo compleanno era una casa, era il regalo di compleanno più strabiliante che avesse mai ricevuto.

Non ci poteva credere, avrebbe vissuto con Amy tutti i giorni, senza più doversi preoccupare di sapere se lei dormisse con lui o a casa sua.
-Grazie mille- fu l'unica cosa che riuscì a dire.
-Ora ti faccio vedere il resto della casa- gli disse prendendolo per mano.
Gli fece vedere il bagno al piano terra e lo sgabuzzino adiacente, poi salirono al primo piano dove c'erano tre camere da letto e due bagni.
La portafinestra dava sul giardino che era delimitato da una staccionata bianca.
-Dovremo fare un po' di shopping per riempirla-
Amy era soddisfatta del suo acquisto, non era una super villa, ma non era niente male come prima casa.
Era di recente costruzione e con un qualche tocco personale sarebbe diventata incantevole.
-Sono senza parole- commentò Josh passando davanti al caminetto del salotto.
-Sono appena le dieci e mezza del giorno del tuo compleanno e tu sei già senza parole?- domandò ridendo Amy.
Quante sorprese poteva ancora nasconderle quella ragazza?
-Quando iniziamo il trasferimento?- le chiese Josh.
-Quando vuoi-
-Allora anche subito!- esclamò impaziente il ragazzo correndo in auto.

Andarono a casa di Josh e trovarono Matthew appena sveglio che beveva una tazza di caffè.
Il moro annunciò eccitato la notizia della nuova a casa al fratello, che fu travolto dal suo stesso entusiasmo.
-Ho la casa tutta per me!- urlava saltellando per il salotto, continuando a ringraziare Amy.
-Vedi di fare il bravo!- gli urlò il fratello correndo in camera sua per iniziare a svuotarla.
Non avrebbe aspettato un minuto di più, era super eccitato e non vedeva l'ora di trasferirsi nella sua nuova casa.
Andare a convivere era una decisione impegnativa, ma Josh era sicuro che sarebbe tutto filato liscio.
Tirò fuori dall'armadio un vecchio borsone da palestra e iniziò a buttarci dentro maglie e pantaloni alla rinfusa.
-Josh, aspetta, si stropicciano tutti- lo fermò Amy che rabbrividiva al solo pensiero di una maglietta piegata male.
Prese i vestiti e li appoggiò sul letto, iniziando a piegarli e passandoli a Josh che li riponeva cautamente dentro il borsone.
-Sicuro che tu metta ancora quelle t-shirt?- gli chiese Amy indicando alcune magliette che Josh probabilmente indossava alle medie.
-Beh, sono un ricordo- le rispose prendendone una rossa a strisce bianche.
-Come vuoi- disse alzando le spalle la ragazza.

Riempirono l'intero borsone di vestiti e due scatoloni con documenti di lavoro, qualche foto a cui Josh teneva particolarmente, pochi libri altri oggetti personali del ragazzo.
Non aveva moltissimi oggetti nella sua stanza e se prima era già piuttosto spoglia, ora rimanevano solo il letto, l'armadio e la scrivania.
-Ora andiamo a casa tua- esclamò Josh sempre con il sorriso sul volto una volta caricato tutto in auto.
Amy sorrise all'espressione contentissima di Josh, non pensava che si sarebbe voluto trasferire immediatamente; ma dopotutto era il suo compleanno, l'avrebbe lasciato fare.

Arrivarono a casa di Amy e anche lì aprirono l'armadio per estrarre il maggior numero di indumenti; ovviamente quelli della ragazza erano di più di quelli di Josh.
Quando presero il minimo indispensabile per almeno i primi giorni, ritornarono nella loro nuova casa.
-Sai che non abbiamo piatti, bicchieri, salviette e tutto il resto?- domandò Amy mentre Josh riponeva i vestiti nell'armadio.
Lei era seduta sul materasso spoglio del letto a riposare un po'.
La pancia era cresciuta a vista d'occhio.
-Vorrà dire che oggi pomeriggio andremo a comprarli!- esclamò ancor più contento Josh.
Non avrebbe avuto pace finchè quella casa non sarebbe stata tutta perfettamente arredata.

Mangiarono velocemente in un piccolo locale perché Josh non voleva perdere neanche un secondo.
Andarono al centro commerciale; c'erano molti negozi per l'arredamento ed erano sicuri di trovare quello che faceva al caso loro.
Amy voleva comprare solo il minimo necessario, come stoviglie, salviette, lenzuola e un po' di cibo; ma Josh si ostinava a voler comprare tutto in un solo pomeriggio.
Si sarebbe reso conto dopo che era un'impresa piuttosto ardua.
Nel primo negozio comprarono un set di piatti, uno di bicchieri e uno di posate.
-Guarda che belli i cuscini rosa antico!- esclamò Amy nel secondo negozio indicando una pila di cuscini.
-Starebbero bene sul divano grigio- continuò prendendone in mano uno.
-Rosa? No, neanche per sogno- ribattè Josh .
-Almeno un plaid rosa peloso lo posso comprare?-
-Come mai tutto questo apprezzamento per il rosa?- le chiese Josh.
Amy si vestiva quasi sempre con colori poco accesi: grigio, nero, bordeaux, marrone scuro e al massimo azzurro chiaro.
Per Josh era una novità che ad Amy piacesse il rosa.
-È un colore che mi piace molto-
-Ma non ti piace indossarlo- aggiunse il ragazzo.
Amy annuì prendendo il plaid peloso e continuando ad osservare i possibili colori per i cuscini del divano.

Verso le sei di sera dovettero uscire, entrambi sfiniti.
Erano riusciti a comprare una notevole quantità di cose e il bagagliaio dell'auto di Josh era colmo.
-Voglio solo dormire adesso- disse Josh buttandosi sul divano una volta che ebbe scaricato tutto.
-In verità...- iniziò a dire Amy sedendosi accanto a lui.
Era stanca anche lei, ma ormai sua madre aveva preparato tutto, come poteva rifiutare?
-Mia madre ci ha invitati ad un ristorante per cena- concluse.
Josh si mise a pancia in su e guardò Amy per farle capire che non aveva la minima voglia.
-Principessa, io voglio bene ai tuoi genitori, ma non possiamo fare domani sera?- le chiese.
-La chiami tu mia madre-
Josh scattò a sedere, senza la minima voglia di chiamare Jessica, sapendo bene quale fosse il carattere della donna.
-Sai non sono più così stanco, vado a farmi una doccia-
Si alzò velocemente e corse su per le scale, mentre Amy rideva pensando a quanto fosse fortunata.

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