38✨

All'arrivo del signor Carter a casa, entrambi i genitori di Jessica arricciarono il naso.
Dopo i convenzionali saluti e qualche domanda riguardante il lavoro, non si degnarono più di uno sguardo.
La tensione si percepiva nell'aria ed Amy era seduta sul divano, impaziente che Josh e Matthew arrivassero.
Il suo desiderio fu esaudito perché dopo una ventina di minuti i due ragazzi suonavano il campanello di casa Carter.
Sia Matthew che Josh restarono sorpresi nel vedere che non erano gli unici invitati e rivolsero un'occhiata interrogativa ad Amy.

-Mamma, papà, loro sono Matthew e Josh, i figli di Jack- li presentò la signora Carter rompendo l'imbarazzante silenzio.
Josh rivolse un'ultima occhiata confusa ad Amy prima di stringere la mano all'uomo che aveva di fronte.
-Jack Cliff, non pensavo potesse metter su famiglia, sempre a frequentare brutta gente quel ragazzo- disse senza vergogna l'anziana guardando con rimprovero la figlia.
-A quanto pare si sbagliava- disse sfacciato Josh.
Amy intuiva che durante quella serata qualcosa sarebbe andato storto.
-Ma non mi sbagliavo sul fatto che frequentare gente senza una buona condotta accorcia la vita- gli rinfacciò la donna.
Josh stava già perdendo la pazienza e la cena non era ancora iniziata.
Amy si accorse che il ragazzo stringeva i pugni per contenere la rabbia; sapeva quanto fosse delicato l'argomento "genitori" e sua nonna ne stava parlando con troppa leggerezza.

-Andiamo a sederci, la cena è quasi pronta- intervenne Amy prendendo per mano Josh.
Si sedettero a tavola in silenzio e la signora Carter servì la cena.
Mangiavano tutti senza distogliere lo sguardo da proprio piatto, solo Jessica sorrideva, ma era solo un modo per nascondere il suo nervosismo.
-Dimmi Josh, di cosa ti occupi?- doamndò ad un tratto il padre di Jessica.
-Lavoro in un magazzino- si limitò a rispondere ancora offeso.
-E tu Amy?- chiese ancora l'uomo.
-In una libreria-
Se proprio avesse dovuto scegliere tra suo nonno e sua nonna, la sua scelta sarebbe ricaduta sul primo.
La donna non le stava per niente simpatica, si sentiva superiore con quell'aria da smorfiosa.
Suo nonno sembrava un tipo più tranquillo è realmente felice di rincontrare sua figlia. Forse lui si era davvero pentito di quello che aveva fatto e detto.
-Avete una casa per voi due?- s'intromise la signora Anderson.
-Non ancora- rispose Amy.
Josh si stringeva la gamba con la mano, quella donna stava solo rigirando il dito nella piaga.
Sembrava lo facesse apposta.

-Come pensavo. Come i tuoi genitori, prendere questa cosa di aspettare un figlio sotto gamba senza tener conto di tutte le repsonsabilità che ne seguono-
Josh era sul punto di scoppiare e anche Amy si sentiva offesa, ma non voleva perdere il controllo al suo primo incontro con i suoi nonni.
Intrecciò le sue dita a quelle di Josh per tranquillizzarlo, anche se non servì a molto, dato che anche lei non era propriamente calma.

-Io e Anthony ci siamo trovati un lavoro, una casa e non abbiamo mai fatto mancare niente ad Amy ed eravamo anche più giovani di loro. Perché non dovrebbero riuscirci?- domandò Jessica prendendo le difese della figlia.
-Voi siete stati fortunati, ma non tutti possono avere la vostra stessa fortuna.
E poi lui è un Cliff, ne hai mai incontrato uno con la testa apposto? Ho avuto la spiacevole esperienza di conoscere vostro nonno, un tipo apparentemente tranquillo, ma si dice che abbia tradito numerose volte la moglie con ragazze appena maggiorenni. La vita è stata breve per lui perché non ha seguito la retta via-
Josh stava per urlare contro alla donna qualcosa di non molto gentile, ma l'anziana lo precedette e continuò a parlare.
-Vogliamo parlare di vostro padre, sposato con una prostituta. Ne è uscito un figlio moro, quando si sa che i Cliff sono sempre stati conosciuti per i capelli biondo oro e gli occhi chiari e chissà di chi è figlio questo ragazzo che ha messo incinta mia nipote- concluse con una smorfia.
Josh non ce la faceva più, per quanto potesse provare a resistere, l'impulso di offendere quella donna tanto quanto di aveva offeso lui era irrefrenabile.
-Ma come si permette! Lei non mi conosce e non conosceva mio padre! Davvero crede che solo perché il mio cognome è Cliff e non ho i capelli biondi, io sia un delinquete?- urlò Josh alzandosi di scatto.
-Susan, forse hai esagerato- le disse il marito.
-Credo proprio di sì- intervenne questa volta Amy.
-Hanno ragione, non conosci affatto Josh, è un ragazzo simpatico e pronto ad aiutare, non puoi giudicarli senza nemmeno conoscerli- disse Jessica rivolta alla madre.
Dopotutto neanche a lei andava giù il fatto che sua madre arrivasse lì di punto in bianco e cominciasse a rimproverarli o guardarli dall'alto al basso senza scrupoli.

-Santo cielo, io me ne vado da qui, non cambierai mai Jessica, hai sempre avuto il gusto per la ribellione e vedo che l'hai tramandato anche a tua figlia- disse alzandosi la signora Anderson e dirigendosi verso la porta.
-Non era questo il motivo per cui siamo venuti- la seguì il signor Anderson.
-Non voglio restare un minuto di più- concluse uscendo da casa senza neanche salutare.
E così per la seconda volta, Jessica si ritrovava con sua madre contro di lei.
Eppure lei era così e non sarebbe cambiata per piacere a sua madre; la sua famiglia era così e lei l'amava per come era.

-Scusala, ti prego; volevamo venire per chiedere perdono, non per litigare di nuovo- spiegò l'anziano abbracciando la figlia.
Jessica scoppiò a piangere, quanto le mancava suo padre.
Lo perdonava, non avrebbe potuto continuare così.
-Mi sei mancato- disse tra i singhiozzi.
-Verrò a trovarti più spesso, non mi interessa se tua madre non verrà con me; ho perso l'infanzia di Amy e non voglio perdermi anche quella di suo figlio-
Restarono abbracciati ancora per un po' e finalmente la rabbia di Josh e quella di Amy se ne andò.
La ragazza si sentiva in colpa, perché dopotutto anche lei aveva risposto a sua nonna, ma cosa poteva farci se quella donna le stava antipatica?
Il signor Anderson diede il suo numero alla figlia e alla nipote, raccomandando loro di chiamarlo ogni tanto e di avvisarlo quando sarebbe nato il bambino.

-Mamma, mi dispiace-
-No, tranquilla tesoro- le disse accarezzandole la guancia.
-Anche a me Jessica, non mi sono controllato- si scusò Josh.
In tutto ciò, Matthew era rimasto in silenzio in disparte senza voler prender parte alla discussione; non voleva creare ulteriori casini.
-È mia madre che non ha peli sulla lingua- ammise Jessica a malincuore.
Almeno suo padre si era sforzato e aveva apprezzato moltissimo questo comportamento da parte sua.
Inoltre lui ed Amy sembravano andare d'accordo e questa cosa non poteva rendere la signora Carter ancora più felice.

-Noi andiamo a casa- disse Josh dopo una buona ora che Jessica raccontava della sua infanzia e di come faceva impazzire i suoi genitori.
Guardò Amy per pregarla con lo sguardo di dormire da lui.
-Non sei ancora stanco di me?- gli domandò all'orecchio.
-Non lo sarò mai- rispose lui sogghignando.
-Io dormo da Josh- disse Amy per avvertire i suoi.
-Perfetto!- esclamò tutta contenta Jessica come se nulla fosse successo.

Amy costrinse Josh a non guidare e lasciò quel posto a Matthew.
Il moro protestò e non poco, ma Amy insistette perché non voleva che si sforzasse troppo rischiando di non far guarire del tutto le costole.
-Pensa se nostra figlia sarà come tua madre- disse ridendo Josh seduto accanto al fratello.
-Avremo una bella gatta da pelare-
-Farò coppia con la mia bellissima bambina per farti i dispetti- ridacchiò il ragazzo.
-Sarà un maschio!- puntualizzò Amy battendo la mano sul ginocchio.
Matthew tossicchiò per far capire ai due che non erano da soli in auto e che a lui non interessavano particolarmente i loro discorsi da futuri genitori.
-Scusa, lo so che sei geloso, ma sarai sempre il mio fratellino preferito- lo prese in giro Josh.
-Sono anche il tuo unico fratello- precisò il biondo concentrato sulla strada.
A volte era seccato da suo fratello e da Amy, sembravano così felici per quello che lui prevedeva un inferno: pannolini da cambiare, notti insonni, pianti infiniti, giocattoli in giro per casa, portarlo a scuola quando sarebbe cresciuto, aiutarlo con i compiti e un milione di altre cose che non lo allettavano per niente.
Loro due erano così uniti.
Lui e Scarlett stavano bene tre o quattro giorni, litigavano per una cosa stupida, non si parlavano per due giorni e poi facevano la pace con una nottata senza dormire, troppo impegnati...a riappacificarsi.
Avrebbe fatto lo zio il minimo indispensabile, non sarebbe stato lo zio simpatico e divertente che ti fa sempre ridere e ti riempie di regali.
Almeno fino a quando non sarebbe stato abbastanza autosufficiente per mangiare da solo, vestirsi autonomamente, finché non sarebbe diventato un po' come Mary Anne.
Forse era troppo giovane per capire suo fratello, forse non aveva ancora la mentalità da "adulto".
Per il momento gli andava più che bene la sua vita, ci avrebbe pensato più avanti al fatto di diventare genitore o meno.

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