35✨
-Ragazze, io vado a casa, grazie mille per la bellissima serata- ringraziò Amy mentre finiva di aiutare Lily a sistemare piatti e bicchieri.
-Certo, riposati- la salutò Lily.
-Ci vediamo...è il tuo telefono?- disse Bethany venendo interrotta dalla suoneria del cellulare di Amy.
-Ehm, sì...Connor?- domandò stupita vedendo quel nome sullo schermo.
-Sono Matthew. Josh è in ospedale- disse secco il ragazzo senza girarci troppo intorno.
Dopo aver chiamato un'ambulanza per il fratello, Matthew era corso a casa di Connor sperando che lui avesse il numero di Amy.
L'aveva chiamata immediatamente perché voleva che sapesse di Josh.
-Cosa?!-
Amy era scioccata, perché Matthew la chiamava con il cellulare di Connor per dirle che Josh era in ospedale?
-Ho fatto un casino e Josh ci ha rimesso per me-
-È grave?- domandò con un filo di voce pronta a sentirsi dire il peggio.
-Sinceramente non lo so, stiamo andando in ospedale adesso-
-Oh santo cielo...vengo anche io- disse prontamente Amy mentre Lily e Bethany la guardavano confuse.
-Dimmi almeno cosa gli è successo- lo implorò sperando di ottenere una risposta decente.
-L'hanno picchiato, molto suppongo e mi dispiace, perché è tutta colpa mia se ci è andato di mezzo anche lui-
Si bloccò pietrificata, incapace di elaborare se la cosa fosse vera oppure no.
Picchiato? E da chi? Doveva scoprirlo per ammazzarlo lei stessa.
-A-arrivo- balbettò con le mani che le tremavano.
Chiuse la chiamata e guardò le sue due amiche con occhi spenti e vuoti.
Roxana se ne stava seduta sul divano fissando lo schermo del suo cellulare, ignorando completamente la situazione.
-Cosa è successo?- sussurrò Bethany.
Amy prese un respiro e si risvegliò dalla trance in cui era poco prima, realizzando cosa le era appena stato detto al telefono.
-Josh è in ospedale! Picchiato da qualche deficiente!- rispose mentre si passava una mano sulla fronte.
-Una rissa tra ragazzi, cosa vuoi che sia- s'intromise Roxana alzandosi dal divano.
Amy le puntò un dito contro con le fiamme di rabbia che divampavano nei suoi occhi.
-Josh è il padre di mio figlio e se gli è successo qualcosa, non solo ammazzerò quel brutto bastardo che l'ha picchiato, ma tornerò anche da te per dirti "era solo una rissa per ragazzi, bla bla bla"-
Roxana fece un passo indietro, schifata e sorpresa dal comportamento di Amy; non si aspettava una reazione del genere da lei.
Uscì dall'appartamento per chiamare suo padre per farsi accompagnare in ospedale, non se la sentiva di guidare, era fuori di sé e non voleva creare altri guai.
Dopo aver spiegato a suo padre cosa era successo in poche parole, lui subito accettò e presero insieme l'ascensore per dirigersi in ospedale senza perdere neanche un secondo.
Finalmente il medico diede a Matthew e Connor il permesso di vedere Josh.
Era lì, disteso e immobile; il busto fasciato, il labbro gonfio e gli occhi circondati da due cerchi viola; il braccio sinistro piegato a novanta gradi sul petto e sostenuto da un tutore.
Il polso destro ingessato e il resto del corpo coperto da lividi violacei.
Matthew spalancò gli occhi portandosi una mano alla bocca, sentendosi terribilmente in colpa per il fratello.
Non sarebbe dovuto andare da Derek, sapeva già che sarebbe andata così e se non fosse arrivato Josh, ci sarebbe stato lui sdraiato su quel letto e probabilmente messo anche peggio.
Non gli avevano fatto molto male, aveva solo lo zigomo leggermente rosso e dolore allo stomaco.
Mentre suo fratello era messo malissimo.
-Tre costole rotte e una leggermente scheggiata, polso fratturato, labbro tagliato, naso rotto, spalla slogata e moltissime contusioni; gli organi interni fortunatamente non sono stati danneggiati gravemente- disse il medico come se dovesse elencare la lista della spesa.
-Non è messo molto bene- disse Connor come se dovesse servire a qualcosa.
-No, ma la sua corporatura lo ha aiutato, ancora qualche colpo e si sarebbe fratturato anche un'altra costola o addirittura una vertebra- rispose piatto l'uomo.
Matthew si avvicinava lentamente al fratello guardandolo con gli occhi pieni di dispiacere e tristezza.
"Amy mi ammazzerà" pensò, immaginando si la ragazza che gli puntava una pistola alla testa.
Era così felici, così perfetti e lui aveva scombussolato i loro piani.
Cosa avrebbe detto a suo nipote quando sarebbe diventato grande e si sarebbe chiesto perché nelle foto di suo padre con lui in braccio da neonato, Josh avesse i segni di lividi sul viso?
"Sai, un giorno volevo comprare droga, ma non avevo i soldi per pagarla subito e così il tipo che me la doveva vendere mi voleva prendere a pugni, ma è arrivato tuo padre e si è fatto pestare al mio posto, andando in ospedale risultando come se fosse appena stato investito da un tir" era così che si immaginava il discorso.
Aveva fatto del male a suo fratello, anche se non direttamente, era comunque colpa sua.
Dopo venti minuti di viaggio in auto durante i quali Amy non aveva fatto altro che borbottare frasi di preoccupazione e rabbia torturandosi le mani, arrivarono in ospedale.
Matthew le aveva mandato il numero del piano e della stanza di Josh, così si fiondò subito verso l'ascensore, seguita da suo padre.
Percorse i corridoi lindi e lucidi dell'ospedale velocemente, arrivando davanti alla porta e avendo un attimo di esitazione, quasi paura ad aprirla e vedere cosa era successo a Josh, poteva avere solo qualche botta qua e là, oppure essere ridotto talmente male da essere irriconoscibile.
Stava per aprire la porta, quando qualcuno all'interno l'aprì al posto suo.
Era un medico dall'aria annoiata e fredda.
-Lei chi è, signorina?- le domandò.
-La fidanzata di Josh, Josh Cliff- rispose sentendosi orgogliosa pronunciando quelle parole.
-Ah, d'accordo, può entrare- le disse il medico spostandosi a lato per farla passare.
Entrò di corsa, ma si bloccò immediatamente.
Josh non sembrava più Josh.
Gli occhi erano chiusi, circondati da lividi violacei; il naso era fasciato e il labbro gonfio.
Amy si avvicinò lentamente, trattenendo il respiro; gli sfiorò dolcemente le dita che spuntavano dal tutore, timorosa di fargli del male.
Pareva un'altra persona, così fragile e non più sicuro e forte.
Sentiva le gambe molli e si dovette sedere sul bordo del letto con la massima calma e delicatezza; aveva paura di disturbarlo, di dargli fastidio invece che sollievo.
Come poteva essere successo a lui? Così grande e grosso, che Amy lo riteneva invincibile.
Gli scostò una ciocca scura dalla fronte, mentre alcune lacrime iniziavano a rigarle la guancia.
Era arrabbiata con l'artefice di quel disastro e delusa da Josh, non si aspettava che a lui piacesse fare a botte.
-Mi dispiace, è colpa mia- si scusò per l'ennesima volta Matthew poggiando una mano sulla spalla di Amy.
-No, non è colpa tua- disse lei drizzando la schiena e asciugandosi le lacrime.
Suo padre li guardava dal fondo della stanza con compassione; erano giovani ed erano pronti e volenterosi per affrontare il loro futuro, non sarebbe dovuto accadere.
-Vi lascio da soli- disse Anthony uscendo dalla porta seguito da Connor.
Amy chiese al medico cosa avesse di rotto Josh e lui elencò come aveva fatto con Matthew.
-Quindi le gambe si sono salvate tutto sommato-
-Ha un taglio sul polpaccio sinistro, probabilmente è caduto su qualcosa di tagliente; ma gli aggressori si sono soffermati di più sulla parte superiore- rispose il medico ad Amy.
-Esco anche io- disse Matthew abbassando il capo.
Il medico lo seguì, lasciando Amy da sola con Josh.
Non riusciva a staccare gli occhi da lui, avrebbe voluto abbracciarlo come lui aveva fatto con lei quando stava male, ma con le costole rotte non sarebbe stato il massimo.
Le lacrime aumentarono, scendendo sempre più veloci.
Amy appoggiò i gomiti sulle ginocchia prendendosi la testa tra le mani, mentre cercava inutilmente di calmarsi; da sola non ci riusciva, le serviva lui.
Sentì un tocco leggero sulla schiena e immediatamente si girò verso Josh.
L'aveva sfiorata con le dita della mano destra che restavano fuori dall'ingessatura del polso.
Sorrideva lievemente, contento di essersi svegliato con accanto Amy, anche se mascella e mandibola gli procuravano dolore quando sorrideva.
-Principessa- la chiamò sussurrando.
Si trattenne dal stringerlo tra le sue braccia e si limitò ad alzare un angolo della bocca e accarezzargli un orecchio, l'unica parte del viso rimasta illesa.
-Sono messo male, vero?- le domandò ironico.
-Sì, hai tre costole rotte e una scheggiata e un bel po' di altre cose rotte e ammaccate-
Il sorriso di Josh si piegò verso il basso; sentiva dolore dappertutto ed era stanchissimo.
-Perché piangi?- le chiese notando le gote bagnate.
-Perché sei un cretino, ecco cosa sei! Non pensavo fossi uno che si immischia nelle risse- gli rispose alzando un poco la voce.
-Non mi immischio nelle risse!- si difese Josh cercando di alzarsi a sedere, ma fu prontamente fermato da Amy.
-Ho aiutato Matthew con Derek e i suoi compagni, sennò ci sarebbe lui qui adesso- le spiegò calmo Josh.
Amy lo guardò sorpresa, Josh si era sacrificato per aiutare suo fratello, era incredibile quanto tenesse a lui.
Ma avrebbero potuto chiamare qualcuno, la polizia per esempio, se quei tipi lo volevano massacrare.
-Oh Josh, dovevi avvertire la polizia-
-No, si sarebbero vendicati in un modo peggiore e non possiamo correre questo rischio- le spiegò Josh guardando il ventre di Amy.
-Avrei dovuto trovare un altro modo, ma ho fallito- disse sentendosi in colpa: aveva perso.
-Non potrò più aiutarti, dovrò stare a casa per un bel po' e non potrò lavorare, sono inutile- continuò a dire Josh.
-Non dire così, posso lavorare per ancora due mesi e forse anche di più, devo solo fare dei conti, non preoccuparti- lo rassicurò Amy con voce tremante.
-Ma io volevo comprare una ca...- ma si bloccò ricordando che sarebbe dovuta essere una sorpresa, anche se dubitava fortemente che ci sarebbe riuscito, si sentiva un fallito, aveva detto ad Amy che l'avrebbe aiutata e adesso invece era sdraiato su un letto di ospedale, mezzo rotto e incapace di alzarsi.
-Cosa volevi comprare?-
-Una casa, per noi due e il bambino, per vivere con te, tutti i giorni...- rispose Josh sentendosi un idiota per aver pensato di riuscire in quell'impresa.
-Ma ce la faremo Josh, useremo i miei soldi e troveremo una casa per noi, ma adesso devi guarire e rimetterti in forma- gli disse Amy mentre le lacrime minacciavano di uscire di nuovo.
Apprezzava il pensiero di Josh, valeva tantissimo per lei il solo pensiero che lui avrebbe voluto vivere con lei in una casa tutta loro.
-Ho fallito di nuovo, poteva essere tutto perfetto-
-Ma la vita non è perfetta-
-L'hai detto tu stesso a San Valentino, si nasce per imparare, per emozionarsi, essere umani e reali, non perfetti- continuò a parlare Amy ricordando le parole di Josh quando si era dichiarato.
Josh sospirò, sapendo quanto aveva ragione Amy, non potevano sapere cosa sarebbe successo in futuro nella loro vita.
-Sarò un peso per te-
-Non dirlo neanche per scherzo, io ti amo, non ti lascerò solo-
-Grazie Amy- le disse sorridendo portando una mano su quella di Amy.
Sapeva che sarebbero riusciti a superare anche quella, insieme.
Sarebbe stato difficile, lo ammetteva, Josh si doveva riprendere bene per ritornare forte come prima.
L'avrebbero affrontata come una sfida e sarebbero usciti vincitori.
-Ti bacerei in questo preciso momento-
-Non credo che le tue labbra siano dello stesso pensiero- lo prese in giro lei.
-Uno solo, posso sopportarlo- la implorò.
Amy si riavviò i capelli dietro le orecchie e si chinò su Josh, sfiorando le sue labbra, quasi impercettibilmente, temendo di fargli del male.
-Te lo prometto, ritornerò come prima e anche più forte e riuscirò a prendere in braccio te nostra figlia-
-Figlio, sarà un maschio- lo corresse Amy insistendo sulla sua opinione.
-Vedremo-
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