3✨

Finita la colazione, Connor uscì da casa Carter perché doveva recarsi al lavoro.
Bethany si trattenne per aiutare Amy a sistemare e Josh si fermò solo perché voleva finire di guardare un film che aveva iniziato poco prima.
Mentre lavavano le tazze, Amy scoprì che Bethany aveva diciannove anni e lavorava in un piccolo bar in centro città.
Le raccontò di come aveva conosciuto gli altri ragazzi e i suoi genitori: il bar dove lavorava era un luogo assai frequentato ed è lì che, durante un turno, incontrò Connor e Josh per la prima volta.
Dopo parecchie sere iniziò ad uscire con loro anche Roxana e Bethany, non trovando compagnia migliore, si aggiunse al loro gruppo.
Una sera, capitarono al bancone Jessica e Anthony. Ad Amy venne subito in mente il venerdì sera che ogni settimana i genitori si prendevano  per loro due.
Avevano iniziato a parlare con Josh e gli altri e si era scoperto che avevano un particolare legame con i genitori del ragazzo.
Così iniziarono a passare tutti i venerdì sera insieme, finché una volta dissero di avere una figlia e da lì nacque tutto il discorso della festa e del compleanno.
Amy era allibita.
-Scusa Amy, ma io devo andare- le disse Bethany.
-Vai a lavorare?- le chiese Amy.
-No, devo controllare come stanno a casa- rispose preoccupata Bethany.
-È successo qualcosa?- domandò Amy.
-Beh ecco...mio padre è morto cinque anni fa, mia nonna ha una brutta malattia che non le permette di parlare e fa fatica a comprendere. Mia sorella ha sei anni in più di me e ha appena avuto due gemelli. Le uniche a lavorare siamo io e mia madre, pensavamo che il padre dei figli di mia sorella avrebbe fatto qualcosa, ma niente, se ne è andato senza far sapere niente. Quindi io cerco il più possibile di restare fuori a dormire così mia nonna si può riposare, mia mamma anche dato che lavora più di dieci ore al giorno e mia sorella non è da meno, con due bimbi e la nonna da accudire tutto il giorno-
Amy era veramente dispiaciuta per quella povera ragazza. Era così buona e gentile che non si meritava tutto questo.
-Bethany mi dispiace moltissimo, non sai quanto. Puoi dormire da noi tutte le volte che vuoi e se hai bisogno di aiuto non esitare a chiederlo- disse Amy mentre la strinse a sé in un gesto che neanche lei si aspettava.
-Grazie mille Amy, ma ora devo andare- la salutò la ragazza dai capelli arcobaleno.
Si voltò e si ricordò che nel suo salotto c'era ancora il ragazzo moro che guardava la tv.
-Quanto pensi di rimanere?- chiese mettendosi le mani sui fianchi.
-Voglio finire il film- rispose lui.
Amy decise che era meglio ignorarlo per non fare salire ancora di più la rabbia.
Si sedette sulla poltroncina, il più lontano possibile da lui.
In quel preciso istante la chiamò Andrew, ma decise che non gli avrebbe raccontato dell'accaduto della sera precedente.
"Andrew, come stai?"
"Benissimo tesoro, hai presente la cena della vigilia con i tuoi?"
"Sì, perché? È successo qualcosa?"
Chiese preoccupata Amy.
"Mi hanno chiamato per un importante trattato, il primo della mia carriera! Se va a buon fine, l'azienda otterrà ottimi risultati e potrò avere un posto migliore negli uffici"
Disse tutto eccitato Andrew.
"Andrew, ma è fantastico! È la tua occasione, rendimi orgogliosa di te. Bacioni, ti amo"
"Grazie tesoro, ti amo anch'io"
E si salutarono chiudendo la chiamata. Josh la guardava stranito perché non pensava che una ragazza come lei potesse trovarsi un fidanzato.
-Che vuoi? Perché mi guardi così? Era il mio ragazzo al telefono-
-Poverino, come fa a sopportarti? Dovrebbero erigergli un monumento- la prese in giro.
-Andrew è perfetto e mi adora-
-Perfetto? La perfezione non esiste, è inutile ossessionarsi a cercarla, bisogna vivere per quello che si ha-
Filosofico il ragazzo, pensò Amy.
-Potresti metterti la maglietta?- disse Amy rivolgendosi a Josh. Non le piaceva che non la indossasse, lo trovava indecoroso.
-Sai quante ragazze pagherebbero per avermi nel proprio salotto a dorso nudo?-
-Pfff, io non sono una di quelle- ribatté acida Amy.
-Noiosa- sussurrò Josh, ma ad Amy non sfuggì quella parola.
-Scusa?!-
-Sei noiosa, lasciati andare un po'- Amy non voleva ascoltare quel ragazzo; lo odiava con tutta sé stessa e così non rispose.
-Ti sei offesa? Poverina la piccola signorina Carter- non ne poteva più, si alzò e si piazzò davanti a Josh.
-Senti, io non so quanti anni hai ma di comporti come se ne avessi quattro. Non darmi della noiosa quando non sai niente di me e mettiti la maglietta, io non sono la tua ragazza e tu non sei il mio ragazzo, è indecoroso-
Josh si alzò di fronte a lei con quell'aria da duro che aveva anche la sera prima.
-Ho ventisette anni e di certo non mi faccio dare ordini da una ragazzina-
-La ragazzina che hai davanti ha ventidue anni, non quindici- ribatté infuriata Amy.
Josh si sedette di nuovo sul divano; aveva capito che la perfettina sapeva il fatto suo e non si sarebbe arresa facilmente, così decise che era meglio lasciar perdere.
Ammetteva, però, che non gli era dispiaciuto discutere con lei e sentirla urlare contro di lui.
Era carina, sì, ma occupata. Non aveva un fisico da modella e non era magra all'inverosimile, ma a Josh non dispiaceva affatto.
Amy dal canto suo si ritenne vincitrice della discussione, così ritornò a sedersi sulla poltroncina dove era seduta prima.
Dopo una ventina di minuti il film finì.
-Perfetto, il film è finito, ora puoi andartene- disse Amy a Josh sperando che se ne andasse.
-Non ti sto proprio simpatico, eh? Aspetto che arrivino i tuoi genitori e poi me ne vado-
La ragazza implorò il cielo che i suoi genitori tornassero il prima possibile a casa, anche se non sapeva dove fossero.
Dopo un'altra ora dei signori Carter neanche l'ombra. Josh si alzò, stufo di guardare la tv ed Amy interpretò il movimento come un mossa per andarsene.
-Te ne vai?- chiese Amy incrociando le dita dietro la schiena sperando che la risposta fosse sì.
-No, sono solo stufo di guardare la tv- Amy imprecò e mandò a quel paese Josh.
Decise che la cosa migliore da fare era portarsi avanti con lo studio, così prese alcuni dei suoi libri e li portò sul tavolo della cucina. Andò in camera per cambiarsi, indossando dei leggings neri e un maglione bianco.
Ritornò in cucina e con sua grande sorpresa trovò Josh intento a leggere uno dei suoi libri. Sembrava molto concentrato e Amy non riusciva più a trattenere le risate vedendo la fronte corrugata e l'espressione concentrata di Josh.
Amy restò appoggiata allo stipite della porta finché Josh si accorse di lei e chiudendo frettolosamente il libro si voltò verso di lei cambiando espressione.
-Cosa cavolo studi? Non si capisce niente-
-Zitto e lasciami in pace. Studio economia aziendale- rispose fiere Amy.
-Fai i conti, in poche parole-
-Studio perché mi piacerebbe diventare un'impiegata in banca o revisore dei conti, magari nell'azienda del mio ragazzo-
Ecco la perfettina di nuovo in azione, pensò Josh.
Non sapeva come intrattenersi nel tempo che sarebbe trascorso fino all'arrivo di Anthony e Jessica; sapeva che sarebbero tornati verso sera e fino a quel momento avrebbe potuto litigare altre cento volte con Amy e la cosa non gli dispiaceva affatto.
Ma erano solo le dieci e mezza, cosa avrebbe fatto fino a sera?
Amy intanto aveva iniziato a ripassare quello che aveva già studiato per l'esame che avrebbe dovuto dare al rientro dalle vacanze di Natale.
-Cosa faccio?- le chiese Josh.
-Vattene- rispose lei acida.
-Acidina e perfettina. Qualche qualità?- disse Josh con la sola intenzione di attaccar briga.
Amy non rispose, non gliela voleva dare vinta.
-Sei anche maleducata, non rispondi nemmeno alle domande- continuò ad insistere Josh.
L'aveva punta sul vivo, odiava le persone maleducate e anche che la si ritenesse maleducata.
-Non sta a te scoprire le mie qualità e adesso lasciami studiare- disse Amy mantenendo la calma.
Josh non si arrese, voleva litigare con lei. Come riusciva a mantenere sempre la calma? Voleva dimostrare che neanche lei era perfetta, ma temeva che poi lo cacciasse via e lui non era ancora riuscito a rimediare il suo numero.
-E se io non volessi, mi sto annoiando a morte-
-Dormi- gli propose Amy.
-No. È troppo noiosa questa casa-
Dopo un'ora di "mi annoiooo" detti da un ventisettenne che sembrava un bambino di cinque anni, Amy dovette cedere e rispondere a Josh.
-Vuoi leggere? Ho un mucchio di libri. Vuoi mangiare? Lì c'è la cucina. Hai sonno? C'è un divano. Vuoi continuare a rompere? Quella è la porta-
Josh aveva ottenuto il suo scopo: l'aveva fatta ammattire.
-Non possiamo fare qualcosa insieme?- le chiese Josh cercando di imitare gli occhi da "Gatto con gli stivali".
-Per esempio cosa?- chiese Amy che non ce la faceva più, quel ragazzo era peggio di un bambino super attivo.
-Non hai un gioco in scatola?-
-Solo puzzle- rispose Amy con sufficienza.
-Facciamone uno. Anzi facciamo una sfida: chi lo finisce prima deve essere servito e riverito dal perdente, che deve, naturalmente, preparare il pranzo-
Amy fece finta di pensarci un po' su, ma poi accettò tranquillamente. Avrebbe vinto, lo sapeva, quei puzzle li aveva fatti milioni di volte.
Josh aveva scelto quel "premio" perché sapeva che avrebbe vinto lui e vedere Amy incavolata nera che preparava il pranzo era l'unica cosa positiva di quella mattinata noiosa.
Amy andò in camera sua e prese due puzzle da cinquecento pezzi. Ne porse uno a Josh e iniziarono.
Nel giro di mezz'ora Amy, con sorpresa di Josh, terminò il puzzle.
-Finito!- urlò sprizzante di gioia Amy.
Josh non rispose, il sorriso sul volto di Amy gli pareva uno spettacolo innaturale dalla bellezza sopraffina.
-Josh, hai perso- disse Amy sventolandogli una mano davanti alla faccia.
-Oh ehm, sì hai ragione...come cavolo hai fatto a finire così velocemente?- disse Josh riprendendosi.
-Anni di pratica...vai a preparare il pranzo, ho fame- lo esortò Amy.
-Non puoi fare un'eccezione?-
Amy rispose scuotendo la testa e uscì dalla cucina, intenzionata a chiamare i genitori che chiedere spiegazioni.
-Pronto? Mamma ci sei?-
-Tesoro, come va?- le rispose la madre facendo finta che non fosse successo niente.
-Benissimo, ieri sera sono solamente tornata a casa e mi sono ritrovata quattro ragazzi in salotto che hanno insistito a dormire qui. Adesso sono qui a casa con certo Josh e niente...voi?- disse Amy mantenendo un tono gentile.
-Amy, l'abbiamo fatto per farti divertire un po'. E come va lì con Josh? È carino vero?- continuò Jessica.
-No mamma, è irritante e fastidioso e se te lo fossi scordata, sono fidanzata con Andrew-
-Ti prego, Andrew...pfff, non sopporto quel ragazzo. Josh invece è simpatico e non è affatto brutto-
-Tu non sopporti Andrew e io non sopporto Josh; piuttosto, a che ora tornate?- chiese Amy alla madre sperando che fossero sulla via di casa.
-Stasera, credo. C'è molto traffico. Per l'ora di cena saremo lì-
-No, non resisto...ma dove siete?-
-Ci siamo presi un po' di tempo per noi. A stasera!- la salutò la madre.
Amy era furibonda; non solo le avevano fatto quella brutta sorpresa, ma avrebbe dovuto anche passare il resto della giornata con Josh.
Quest'ultimo era rimasto a guardare la scena della telefonata dalla porta della cucina.
Conosceva da poco quella ragazza, ma già adorava quanto si arrabbiava e cercava di mantenere la calma. Gesticolava di continuo mentre parlava con la madre e Josh avrebbe voluto abbracciarla e sussurrarle di calmarsi e che avrebbero risolto tutto, ma non poteva, lei era fidanzata con quel tipo, Andrew.
Si ricordò che doveva preparare il pranzo, così ritornò in cucina e aprì vari armadietti per cercare qualcosa. Optò per una semplice pasta al sugo.
Dopo una ventina di minuti era riuscito a preparare la pasta e ad apparecchiare la tavola, d'altronde a casa lo faceva sempre lui.
Amy entrò in cucina, si sedette e Josh le servì la pasta e le versò l'acqua.
Tutto questo faceva sorridere Amy ed Josh non poteva essere che contento.
Mangiarono in silenzio e poi Josh, per vedere ancora una volta Amy sorridere, lavò e asciugò piatti e posate.
Amy passò il pomeriggio sulla poltrona a leggere, scrutata attentamente da Josh che fingeva di guardare la tv, ma in realtà osservava Amy captando ogni minimo particolare, dalla sua espressione concentrata al movimento con cui svoltava pagina.
Rimasero così fino a quando qualcuno suonò alla porta.
Amy si stava per alzare, ma Josh la fermò.
-Ti mancano circa cinque righe della pagina, tu finiscile ed io vado ad aprire-
Amy era stupita, come faceva a sapere che le mancavano cinque righe e poi perché era stato così gentile con lei? Sorrise per ringraziarlo e Josh si godette quell'attimo.
-Josh! Che piacere rivederti! Come è stato passare del tempo con nostra figlia?- lo salutò entrando la signora Carter. Parlava della figlia come se avesse tre anni e Josh avesse dovuto farle da babysitter.
-Buonasera Jessica, buonasera Anthony. È stato un piacere essere ospitato in casa vostra. Vostra figlia puoi essere simpatica, ma si deve lasciare andare un po' secondo me-
Anche lui che parla come se fosse il mio babysitter, pensò Amy.
-Sì lo sappiamo- rispose Anthony.
-Beh, io vi saluto e vi ringrazio- disse Josh per poi dirigersi verso la porta.
Amy tirò un sospiro di sollievo e pensò che finalmente poteva essere lasciata in pace, ma dovette ritrattare i suoi pensieri perché la madre la spiazzò dicendo:
-Abbiamo portato delle pizze, fermati con noi. Non dai assolutamente alcun problema-
-Sicuri?-
Jessica e Anthony annuirono, ma Amy espresse la sua negazione scuotendo la testa, ma non venne presa in considerazione da nessuno.
Si sedettero in cucina e Amy apparecchiò mentre Jessica riscaldava le pizze.
Mangiarono chiacchierando, ma Amy non si aggiunse alla conversazione, scocciata dalla presenza di Josh.
Quando finirono, Jessica insisté perché Amy accompagnasse Josh alla porta e lei, con malavoglia, obbedì.
-Bene...ciao- lo salutò semplicemente Amy.
Josh fino a quel momento non aveva fatto una bella impressione alla ragazza, ma voleva farle cambiare idea...magari con un po' di dolcezza.
-Amy, ieri non ti ho fatto gli auguri...spero non sia troppo tardi-
La ragazza sbuffò, ma per premiare l'educazione di Josh gli rispose.
-No non è troppo tardi, qualcos'altro da dire o possiamo salutarci? Non vorrei che i miei pensassero male-
Josh, anche se sapeva che quello che stava per fare non sarebbe stato preso bene da Amy, lo fece lo stesso.
-Un'ultima cosa, buonanotte- le disse per poi lasciarle un leggero bacio sulla guancia.
Amy era tentata di tirargli un ceffone, ma si trattenne.
Josh non si pentiva affatto e la smorfia sulla faccia di Amy non lo faceva sentire in colpa.
-Buonanotte- disse Amy secca sbattendogli la porta in faccia.

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