29✨

-E cosa di preciso?- domandò emozionata la signora Carter che aveva già qualche idea.
-Glielo dico io se non te la senti- disse Josh rassicurando Amy.
-No tranquillo, sono i miei genitori, tu lo dirai a Matthew- gli disse prendendogli la mano.
-Come preferisci-
-Mi sto iniziando a preoccupare seriamente- li interruppe il signor Carter.
-Non arrabbiatevi, non l'abbiamo fatto apposta e non era nei nostri piani, ma è successo e io sono incinta- disse tutto d'un fiato Amy chiudendo gli occhi per non vedere l'espressione dei suoi genitori.

Josh era più agitato di Amy, una cosa era dirlo ai propri genitori e un'altra era comunicarlo ai signori Carter, ormai sapevano che era andato a letto con Amy e questa cosa lo metteva ancor più a disagio.
Anthony lo guardava serio e non lasciava trasparire nessuna emozione, adesso era Josh che iniziava a preoccuparsi seriamente.
Amy si sentì avvolgere da due braccia che conosceva fin troppo bene e subito il profumo di fiori di sua madre le invase le narici.
Colta alla sprovvista, in un primo momento non si rese conto di cosa era appena successo, ma poi ricambiò l'abbraccio.
Si sentiva la spalla umida, ciò significava che sua madre piangeva.
-Tesoro, ma è una notizia stupenda- si complimentò la signora Carter asciugandosi le lacrime.
-Avrò un nipotino!- esclamò contenta la signora Carter con gli occhi colmi di lacrime di felicità.
-O una nipotina- precisò Josh.
Jessica abbracciò la figlia e Josh continuando a ripetere quanto fosse felice.
-Anthony, non dici niente?- chiese al marito.
L'espressione seria del signor Carter divenne piano piano sempre più dolce, aprendosi in un grande sorriso.
-La mia bambina è cresciuta- affermò guardando fiero Amy, per poi abbracciarla.
Spostò poi lo sguardo su Josh, ritornando serio.
-Come mai io non sapevo niente di voi due-
Josh si grattò la nuca nervoso, non sapendo cosa rispondere.
-Perché i tuoi genitori sapevano della nostra relazione? Manco sapevano chi ero- lo interruppe Jessica togliendo Amy e Josh da un situazione di totale imbarazzo.
-In effetti- ridacchiò Anthony.

-Ti fermi a cena, vero?- chiese la signora Carter a Josh.
-Ma voi non dovreste uscire stasera?- domandò Amy ai genitori.
-Sì, ma usciremo un po' più tardi- rispose frettolosamente Jessica mentre già iniziava a cucinare.
Amy fece per aiutarla, ma la madre la fermò, prendendola per un braccio e trascinandola in salotto, dove la fece sedere.
-Stai qui e non sforzarti troppo- le disse sorridendo.
-Mamma! Ero incinta anche ieri e ti ho aiutato a pulire il bagno, il salotto e la cucina; pensi che non riesca ad apparecchiare la tavola?- chiese infastidita Amy.
-Hai ragione tesoro, ma è strano sapere che c'è un bimbo lì dentro- le rispose la madre indicando con lo sguardo la pancia di Amy.
-Lo so, ma ti aiuto comunque- disse alzandosi dal divano e iniziando a prendere piatti e bicchieri.

-Avete già in mente qualcosa?- chiese Anthony a Josh prendendolo in disparte e abbassando il tono di voce.
-Cioè?-
-Dove stare una volta nato il bambino, per esempio-
Josh non si era ancora posto quel problema, ma c'erano molte opzioni da poter valutare.
-Potremmo stare da me, Matthew avrà la sua stanza e non sarà un problema, poi c'è la camera dei miei genitori e la mia, che diventerà quella del bambino- rispose Josh.
-Matthew non ha una ragazza?- chiese curioso il signor Carter.
Josh non poteva dirgli di certo che si era svegliato con una ragazza che girava per casa più di una volta e che Matthew non era un tipo stabile in fatto di ragazze.
-Più o meno-
Anthony alzò un sopracciglio con aria lievemente preoccupata.
-Voglio solo il meglio per mia figlia e per il mio futuro nipote, quindi stai bene attento a non combinare casini- gli raccomandò Anthony dandogli una pacca sulla spalla.
-Farò tutto il possibile, te lo prometto- rispose sorridendo.
-È pronto!- li interruppe Jessica urlando dalla cucina.

Josh si sedette accanto ad Amy e iniziarono a mangiare e a chiacchierare.
La signora Carter non stava zitta un attimo, era forse la più eccitata all'idea di diventare nonna.
Finita la cena e dopo aver sistemato la cucina, i due signori Carter uscirono di casa, diretti probabilmente al cinema o a casa di amici, lasciando Amy e Josh da soli.

-Cosa vuoi fare?- chiese Amy a Josh sistemando i cuscini sul divano.
-Qualunque cosa vuoi- rispose lui prendendola per i fianchi e facendola voltare verso di sé.
Amy gli tirò una leggera pacca sul petto guardandolo male, poi lo prese per mano accompagnandolo in camera sua.
Josh sorrideva maliziosamente.
-Togliti quel sorrisino dalla faccia, sono stanca e mi voglio riposare- lo ammonì Amy.
Josh fece labbruccio sedendosi sul letto di Amy mentre cercava di fare gli occhi dolci, ma con scarsi risultati.
Amy, ancora in piedi, prese il viso di Josh tra le mani e gli stampò un veloce bacio sulle labbra, per poi buttarsi a peso morto sul suo letto.
-Cos'era questo?- chiese Josh voltandosi verso di lei.
-Un bacio- rispose ovvia Amy.
-Mmm, no- continuò Josh mentre si avvicinava alla ragazza.
Voleva godersi ogni attimo con Amy, perché se poi ci fosse stato quel marmocchio che l'avrebbe voluta tutta per sé, lui come avrebbe fatto? Era già un po' geloso e si sentiva uno stupido ad essere geloso di un bambino che per giunta non era ancora nato.
Appoggiò la sua fronte a quella di Amy, per poi chiuderle le labbra con le sue.
Se fino a qualche ora prima Amy era in preda all'ansia e alla paura, ora era tranquilla e perfettamente a suo agio insieme a Josh.
Le mordicchiava dolcemente il labbro inferiore beandosi di quanto fossero morbide le labbra di Amy.
Con il fiato corto, si staccarono leggermente per guardarsi negli occhi e sorridere.
Si sdraiarono uno accanto all'altro, Josh con un braccio attorno alle spalle di Amy, che appoggiava la testa sul petto di lui, anche se avrebbe preferito che la maglia non ci fosse; si stupì per il suo pensiero, ricordandosi però, che i suoi pensieri era cambiati da quando c'era Josh.

-Amy, posso raccontarti una cosa?- le chiese rompendo il silenzio.
-Dimmi-
-È una cosa che non ho mai raccontato a nessuno, però con te, bho non lo so , voglio che tu conosca tutto di me, non voglio ci siano segreti- le disse.
Era vero, con Amy si sentiva più aperto, riusciva a far emergere le sue emozioni ed era una cosa del tutto nuova, ma che gli piaceva, lo faceva sentire più sollevato.
La ragazza lo rassicurò intrecciando le sue dita a quelle di Josh.
-Voglio che tu sappia chi erano i miei genitori, dato che lo diventeremo anche noi- iniziò serio Josh.
-Su mia madre non c'è molto da dire, a casa non c'era praticamente mai, ci dormiva solo e lo faceva quando noi eravamo a scuola; mi sono sempre chiesto perché avesse voluto dei figli se poi non ci ha praticamente preso in considerazione.
Mio padre l'amava troppo per divorziare o chiederle dove stesse tutto il tempo, forse non voleva sapere dove si trovava sua moglie invece che restare con noi. Ho sempre pensato che andava a lavorare e si spaccava la schiena dalla mattina alla sera, ma sono cresciuto e ho capito che le cose non stavano esattamente così.
Avevo quindici anni quando si è presentato alla porta di casa nostra un uomo chiedendo di nostra madre; gli ho chiesto chi fosse e lui mi ha risposto dicendo che era il suo fidanzato. Inutile dire che ci sono rimasto di merda, aveva anche una bella macchina e un bel po' di soldi, ma non ci ha mai prestato un centesimo-
Aveva detto tutto senza fermarsi per trovare le parole giuste, era come se stesse preparando quel discorso da sempre, e in effetti era vero, ripercorreva spesso gli avvenimenti della sua vita domandandosi perché si fosse comportato in un modo invece che in un altro.

-Non credo sia stata un bella rivelazione- commentò Amy leggermente disgustata.
-Per niente. Non dissi nulla a Matthew, aveva solo sei anni!-
Amy era veramente stupita da come avevano dovuto vivere l'infanzia e l'adolescenza quei due ragazzi, nonostante tutto erano rimasti forti e avevano imparato a cavarsela da soli molto presto; li ammirava per questo. Se solo li avesse conosciuti prima avrebbe potuto fare qualcosa per loro, i suoi non le avevano mai fatto mancare nulla e le sarebbe sempre piaciuto avere dei fratelli.
-Inutile dire che il mio genitore preferito fosse mio padre- disse Josh rattristandosi.
Amy gli accarezzò il dorso della mano con il pollice; Josh con quella corazza di muscoli e di forza di volontà, aveva ricoperto il suo dolore e la parte più dolce di sé.
-È sempre stato il mio esempio, lavorava e aveva anche il tempo per stare con noi.
Adorava raccontarci storie inventate da lui stesso, ambientate nei paesaggi descritti dai suoi amati libri di geografia; diceva sempre che un giorno ci avrebbe portati.
Quando chiedevo dove fosse mia madre lui non rispondeva, mi metteva sulle sue ginocchia e prendeva un libro dalla libreria e iniziava a sfogliarlo; Matthew era molto piccolo, ma gli piaceva sentire la voce di nostro padre mentre imitava i personaggi delle sue storie-
Amy era sull'orlo del pianto, quanto poteva essere commovente e toccante quel racconto? Ammirava moltissimo il padre di Matthew e Josh, doveva essere stato difficilissimo per lui gestire quella situazione.
Si ricordò subito di quando per la prima volta a casa dei fratelli aveva notato quei libri di geografia, non dandogli molto peso, ma adesso dopo aver ascoltato il racconto di Josh, capiva che per lui avevano un valore inestimabile.
-Non piangere principessa, ricordo con piacere tutte le cose legate a mio padre- la rassicurò accarezzandole la testa notando che aveva gli occhi lucidi, ma dietro il sorriso di Josh c'era tristezza e mancanza dei giorni in cui era spensierato e non sentiva il bisogno di preoccuparsi delle cose da adulti, anche se quel momento per lui era arrivato troppo presto.
-Guadagnava uno stipendio medio, ma voleva a tutti i costi portarci in vacanza, così per guadagnare di più ha iniziato a frequentare brutti giri, finché un giorno la polizia li ha beccati. Non abbiamo saputo subito tutto, ma quando mia nonna ci ha portato alla centrale di polizia non volevo crederci- continuò con il triste racconto.
-Mia nonna è stata l'unica a darci supporto, ma era vecchia e debole ed è morta poco dopo mio padre, consumata dagli anni e dalla tristezza della perdita del figlio-
Amy ringraziò mentalmente quella povera donna anche solo per aver dato un briciolo di conforto a Matthew e Josh.
-È andato in carcere, ci sarebbe dovuto rimanere un anno e mezzo, ma ci ha passato solo due mesi. Non potevamo vederlo tutti i giorni e la cosa lo mandava fuori di testa, non mangiava più e non c'era modo di fargli ingerire qualcosa, si faceva del male da solo, stava diventando pazzo, finché una mattina lo hanno trovato morto nella sua cella. Una parte di me è morta con lui quando l'ho scoperto. Dicevo che non era vero, che l'avevano fatto morire apposta. Avevo tredici anni e stavo seriamente prendendo in considerazione la possibilità di seguirlo, ma poi pensavo a Matthew e non potevo lasciarlo solo, era un bambino indifeso senza nessuna idea di quanto potesse essere difficile la vita e ammetto che non lo sapevo neanche io fino a quel giorno- s'interruppe ricordando di quanto era stato male in quei giorni di inferno. Poi riprese.

-"Ormai sono grande" mi sono detto, devo provvedere io a mio fratello e così lui è diventata l'unica persona a cui tenevo, l'unica per cui avrei dato il mondo, ma lui era ancora troppo piccolo per capire, mi ha fatto disperare è vero, ma era pur sempre mio fratello- concluse Josh mentre una lacrima solitaria scendeva sulla sua guancia.
Amy era scoppiata, fiotti di lacrime le solcavano il viso. Il destino era stato troppo crudele con loro, lei aveva avuto tutto e loro niente.
Alzò lo sguardo verso Josh, che le sorrise, un sorriso stanco, di chi ne ha passate tante ma le ha sempre superate; non si sarebbe mai aspettata una storia così da una ragazzo a cui piacere scherzare e divertirsi, ma era quello che Matthew e Josh avevano dovuto fare per andare avanti.
Gli accarezzò il viso, asciugandogli l'unica lacrima che era scesa.
-Mi dispiace così tan...- cercò di dire Amy.
-Shh, non ti dispiacere, hai sollevato la mia vita, ti devo solo ringraziare-

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