20✨

Era bellissima anche con quel pigiama nero con le ciambelline rosa.
Era sempre bella.
Lo guardava stranita e sorpresa con gli occhi leggermente gonfi per il raffreddore e per le lacrime che tratteneva da giorni.
Si sentiva tremendamente in colpa per come aveva trattato Josh.
Lei era fatta così, o meglio, con Josh diventava così: aveva sbalzi d'umore frequenti ed era in continua lotta con se stessa.
-Ehm, ciao- si sforzò di salutarlo.
-Ciao- rispose lievemente lui.
- Cosa ci fai qui?- domandò acida.
Aveva usato un tono di voce che non avrebbe voluto usare, ma lo aveva fatto lo stesso e non si spiegava il perché.
-Me lo ha chiesto tua madre- le rispose lui con la stessa indifferenza che anche lei aveva utilizzato.
Amy sbuffò, promettendosi che avrebbe dato una bella strigliata alla madre al suo ritorno.
-Tieni- disse Josh spezzando il silenzio imbarazzante che si era creato e porgendole il sacchetto contenente la brioche.
Amy alzò leggermente il braccio per afferrare il sacchetto.
-Grazie- disse semplicemente.
-Stai bene?- le chiese Josh alzando lo sguardo per guardarla negli occhi.
-Sì- rispose lei, anche se sapeva di star mentendo.
-Sicura?- insistette Josh che non ne era poi tanto sicuro; non sapeva dire se Amy stava male fisicamente o sentimentalmente, ma capiva che c'era qualcosa che non andava e sperava che il problema non fosse lui.
-Sicurissima- affermò Amy a testa alta.
Josh voleva andarsene, ma Jessica gli aveva detto di rimanere con lei e si aspettava solo il peggio se non le avesse dato ascolto.
-Devo restare?-
-Certo che no- rispose secca Amy.
Josh rimase indifferente, non era deluso o affranto, ormai se ne era fatto una ragione.
Ricorse a tutto il suo autocontrollo per togliere gli occhi dalle labbra di Amy, erano leggermente screpolate ma poco gli importava.
-Tu e la tua mania di fissarmi- lo rimproverò Amy.
-Non te ne farai mai una ragione, vero?-
-Di cosa?- domandò curiosa lei tossicchiando un po'.
Non aveva nessuna voglia di discutere con Josh, a stento restava in piedi e non aveva la forza per ribattere ad ogni sua parola.
-Del fatto che mi piaci- le rispose lui con noncuranza; ormai non gli interessava cosa pensava di lui.
Amy alzò il sopracciglio e si massaggiò le tempie.
-Senti, non ho voglia di discutere. Ho la testa che mi scoppia- disse per poi appoggiarsi alla parete per reggersi meglio. Si sentiva stanca e affaticata.
Josh entrò in casa, senza il permesso di Amy, e la prese in braccio.
-Lasciami- cercò di dimenarsi lei, ma le forze erano minime.
La fece sdraiare dolcemente sul suo letto, prese il sacchetto con la brioche e lo posò sul comodino.
-Non stai affatto bene- le disse Josh mentre le poggiava una mano sulla fronte bollente.
-Posso cavarmela da sola- puntualizzò Amy cercando di mettersi a sedere.
-Ah sì? Sdraiati e riposati adesso- disse Josh con fare autoritario.
-Non puoi comandarmi e poi non voglio il tuo aiuto- si lamentò Amy.
-E chi vuoi che ti aiuti? I tuoi sono a più di cento chilometri da qui, Bethany ha lavorato ieri sera e adesso starà dormendo, il tuo fidanzato non è qui e quindi presumo che sia occupato altrove-
Amy voltò la testa dall'altra parte per non guardare Josh.
Uscì dalla stanza per cercare qualcosa per farle abbassare la febbre.
Dopo alcuni istanti ritornò in camera con un bicchiere pieno di acqua.
-Bevi-
-L'educazione, grazie-
Josh roteò gli occhi per poi puntarli su Amy.
-Non hai alcun motivo di essere arrabbiata con me, in caso è il contrario- esclamò Josh abbassando il tono sull'ultima frase.
-Come scusa?- chiese Amy alzandosi in pedi racimolando le poche forze che le erano rimaste -Sei arrivato a casa mia e mi obblighi a fare quello che vuoi tu e io non devo essere arrabbiata?-
Le tempie le pulsavano ed era un unico dolore.
-Non capisci che lo faccio per te?- cercò di farla ragionare Josh.
-Se vuoi fare qualcosa per me esci da questa casa-
-No cara, tua madre mi ha praticamente obbligato a venire da te e non smentirò il patto fatto con lei solo per una ragazzina capricciosa-
Gli occhi di Amy eran ridotti a due fessure da cui usciva pura rabbia.
Ignorò il dolore alle tempie e le gambe poco stabili e puntò un dito contro Josh.
Non fece in tempo ad aprire bocca che le gambe le cedettero; fortunatamente Josh la sorresse e la fece sdraiare di nuovo.
-Adesso bevi- le disse porgendole nuovamente il bicchiere.
Amy si alzò leggermente e si portò il bicchiere alla bocca; il sapore non era dei migliori, ma il raffreddore la aiutava a non sentirlo più di tanto.
Diede il bicchiere a Josh e si sdraiò, tirandosi le coperte fin sotto al mento.
-Non potrà mai abbassarsi la febbre se ti copri come un eschimese- le fece notare Josh.
Lei sbuffò e con calma si tirò a sedere, con la schiena appoggiata alla testiera del letto.
-Apri il secondo cassetto e tira fuori il pigiama lilla- ordinò Amy scontenta di far curiosare Josh tra le sue cose, ma non aveva voglia di rimettersi in piedi e rischiare di cadere di nuovo.
Josh non proferì parola e subito obbedì; prese il pigiama lilla e lo porse ad Amy che gli lanciò un'occhiata intendendo che doveva uscire dalla camera.
Quando Josh uscì, Amy si cambiò indossando il pigiama estivo; sentiva un po' di freddo ma almeno la febbre si sarebbe abbassata più velocemente.
-Ho fatto-
Josh rientrò e si sedette sul bordo del letto accanto a lei; subito gli venne in mente quando avevano "accidentalmente" dormito insieme e sorrise all'espressione di Amy quando si era svegliata accanto a lui.
-Perché sorridi?- gli chiese Amy curiosa.
-Eh? No, niente-
Amy alzò le spalle e si sdraiò dando la schiena a Josh; doveva abituarsi alla sua presenza perché se era stata sua madre a dirgli di venire lì, non se ne sarebbe andato tanto facilmente, Jessica era tanto buona quanto insistente.
Le appoggiò una mano sui capelli e iniziò ad accarezzarle la testa.
Amy sbuffò contrariata al tocco di Josh e lui ritrasse la mano alzandosi in piedi.
-Vuoi qualcosa da mangiare?-
-No- rispose seria Amy.
-Da quanto tempo è che non fai un pasto decente?- le domandò Josh mentre stava per uscire dalla stanza.
-Perché?-
-Sei senza forze e sei pallida- le spiegò lui con aria preoccupata.
Aveva ragione, non beveva altro che tè caldo con pochi biscotti da cinque giorni.
-Non ho fame- si sforzò Amy.
Faceva male vederla così e sapere che la sua presenza non la aiutava, faceva sentire in colpa Josh.
D'altronde non poteva biasimarla, lui le stava antipatico e sicuramente lo riteneva uno stupido per essersi dichiarato quando lei era già occupata.
Questo era quello che pensava Josh, ma Amy era solamente confusa: quel bacio le era piaciuto e anche molto, aveva passato un bel pomeriggio con lui e quando le aveva detto di essere innamorato di lei non aveva più capito niente.
Aveva capito che Josh aveva un particolare interesse per lei, ma non così profondo...sempre che dicesse la verità.
I sensi di colpa erano stati i suoi soli compagni in quei giorni di solitudine; dentro si sentiva come un mare in tempesta, non capiva più a cosa e a chi pensare.
Josh era leggermente in imbarazzo a stare lì con lei, quando sapeva benissimo cosa nutriva nei suoi confronti, ma adorava passare il tempo con Amy, anche solo per bisticciare.
-Allora ne dovrai pagare le conseguenze- disse Josh facendo spallucce.
-Cioè?- chiese senza capire Amy.
-Le mie labbra avranno un incontro ravvicinato con le tue- spiegò Josh tirando fuori tutto il coraggio che aveva in corpo, non lo faceva con cattiveria ma solo perché Amy mangiasse qualcosa per rimettersi in forma.
Amy sobbalzò e ritirò la frase precedentemente detta.
Josh uscì dalla stanza lasciandola da sola; non era ancora ora di pranzo ma Amy aveva bisogno di mangiare. Non era affatto un bravo cuoco e non sapeva dove cercare le cosa in casa Carter, che era effettivamente molto più grande della sua.
Decise di preparare una pasta, semplice ma almeno era sicuro che non avrebbe fatto danni, o almeno era quello che sperava.
Amy intanto era riuscita ad addormentarsi sforzandosi di lasciare da parte tutti i pensieri.
L'influenza le giocava sempre brutti scherzi quando dormiva, faceva sempre lo stesso incubo ormai da una decina di anni: era lei seduta ad una scrivania che svolgeva un compito sotto l'occhio attento di quattro persone, due uomini e due donne.
Sapeva che erano i suoi nonni anche se non avevano un forma ben distinta; le continuavano a ripete: ti sei mai chiesta perché non ti volevamo come nipote? È tutto qui quello che sai fare? Scrivi più veloce, pensa più veloce. Non hai ancora finito? Se pensi che potrai avere una carriera con i fiocchi e realizzare i tuoi sogni ti sbagli di grosso mia cara. Poi la scena cambiava e diventava tutto nero, solo una piccola luce che illuminava il volto pallido del cadavere di Carol. Amy si stava già agitando e lanciava qualche piccolo urletto, senza però riuscire a svegliarsi.
La terza e ultima scena consisteva nei suoi genitori che le porgevano una valigia, dicendo con voce spenta: tieni, abbiamo fatto uno sbaglio a tenerti con noi; ora vattene.
Era una tortura non essere accettata dalle persone a cui voleva più bene, anche se era solo un sogno. Quando le era capitato la prima volta, non aveva neanche voluto vedere sua madre che voleva semplicemente rassicurarla, ma era rimasta da sola nel suo letto, cercando di calmarsi e così aveva sempre fatto.
Le scene continuavano a ripetersi e le voci non smettevano di rimbombare nelle sue orecchie. Faceva quell'incubo anche quando era in ansia per qualcosa o era spaventata da non sapere cosa fare e quella volta era un mix di tutte le cose.
Josh sentiva Amy e all'inizio pensò di essersi sbagliato, ma i suoi lamenti si facevano sempre più frequenti.
Andò in camera e la trovò madida di sudore che si contorceva agitata tra le coperte.
Si avvicinò svelto a lei e si sedette sul letto per poi prenderla e appoggiarla sulle sue ginocchia, tenendola stretta al petto.
Le voci cessarono e furono sostituite da un'altra voce: quella di Josh.
-Amy, stai tranquilla, sei al sicuro qui con me- la rassicurava Josh accarezzandole la nuca.
Amy si stava calmando, ma non riusciva a svegliarsi ed era quello che più desiderava.
-Ci sono io, principessa. Niente di può fare male- continuava Josh ottenendo grandi risultati.
Amy si svegliò con il cuore che batteva a mille; si voltò verso Josh guardandolo negli occhi. Lui in quell'incubo non c'era e la cosa la faceva stare tranquilla. Lasciò da parte tutti i pensieri e i sensi di colpa che l'avevano attanagliata in quei giorni e lo abbracciò.
Lui ricambiò subito, accarezzandole la schiena con una mano e con l'altra la testa.
Le scesero alcune lacrime, era la prima volta che qualcuno restava con lei dopo un dei suoi incubi e gliene era grata.
-Shhh, non piangere- le sussurrò Josh lasciandole alcuni baci sulla testa.
Non riuscirono a dire per quanto tempo restarono così, ma sapevano che faceva bene ad entrambi.
Poi Josh si ricordò del pranzo.
-Vado a prepararti qualcosa da mangiare, sei hai bisogno chiamami- le disse dolcemente alzandole il viso per guardarla in faccia. Aveva gli occhi rossi e semichiusi, l'espressione era sconvolta e leggermente agitata.
Lei annuì e a malincuore si staccò da Josh, che le posò un altro bacio sulla fronte che scottava come carboni ardenti.
Preparò la pasta il più in fretta possibile e poi portò Amy in cucine, con poche ma insistenti lamentele da parte sua. Era testarda anche con la febbre.
Mangiò pochissima pasta perché non ne sentiva praticamente il sapore e Josh non voleva sforzarla. Le preparò un altro bicchiere con quel medicinale che aveva trovato poco prima e poi la riportò in camera. Nessuno dei sue parlava, non ce n'era bisogno.
Questa volta però restò con Amy, avrebbe potuto ammalarsi anche lui ma poco gli importava.
Lei si sedette di nuovo sulle gambe di Josh appoggiando la testa al suo petto, lasciandosi cullare dalle carezze di lui.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top