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Amy non credeva ai suoi occhi. Si ritrovò davanti due ragazzi e due ragazze.
« Scusate, voi chi siete? » chiese confusa e anche un po' seccata.
Nessuna risposta.
« Se non lo ho avete capito, io abito qui, sono Amy Carter » disse arrabbiata.
« Oh, tu sei Amy. Buon compleanno! » le disse una delle due ragazze abbracciandola.
Era bassa e magra, i capelli erano tinti di circa cinque colori diversi: alcune ciocche rosse, alcune rosa, alcune blu, altre verdi e alcune azzurre.
« Ehm, grazie...chi sei? » ringraziò Amy staccandosi di dosso la ragazza. Non sapeva dire quanti anni avesse, sembrava una quindicenne, ma c'era qualcosa nel suo sguardo che la faceva sembrare più grande di almeno cinque anni.
« Sono Bethany, piacere » si presentò la ragazza dai capelli arcobaleno.
« Piacere, loro chi sono? » disse Amy indicando gli altri ragazzi seduti sul suo divano intenti a guardare una partita di rugby.
« Piacere, sono Connor. Tanti auguri » si presentò uno dei due ragazzi cogliendo Amy di sorpresa. Era alto, molto alto; smilzo e pallido; gli occhi verde chiaro e i capelli castani. Sembrava simpatico e tranquillo.
« Piacere » disse Amy stringendo la mano a Connor.
Vide gli altri due ragazzi che sussurravano tra loro; lei era seduta sulle ginocchia di lui, che le accarezzava i fianchi.
La ragazza si alzò e andò verso Amy.
« Roxana » disse fredda la ragazza. Era alta più o meno come Amy, aveva lunghi capelli biondo platino e gli occhi castani chiari, le ciglia lunghe (probabilmente finte, pensò Amy) e una smorfia sulla faccia.
Detto questo, ritornò sulle ginocchia di quello che, secondo Amy, era il suo ragazzo.
Anche gli altri due ragazzi ritornarono a sedersi su uno dei due divanetti di pelle nera nel salotto dei Carter.
Amy si sedette sulla poltrona, decisa ad avere delle risposte.

« Perché siete qui? » chiese mantenendo la calma.
« I tuoi genitori ci hanno detto che ci sarebbe stata una festa per il tuo compleanno, che tu avevi bisogno di divertirti e sai, noi non ci tiriamo in dietro se c'è una festa » disse ridendo Bethany.
Secondo Amy, Bethany era la persona più simpatica in quella stanza, al secondo posto c'era Connor, al terzo Roxane e all'ultimo quel ragazzo. Non aveva degnato Amy neanche di uno sguardo e questa cosa la infastidiva e non poco, odiava le persone maleducate e quel ragazzo lo era e anche molto.
Riportò i suoi pensieri ai genitori: come avevano potuto invitare dei ragazzi che neanche conosceva per festeggiare il suo compleanno? Loro neanche c'erano, chissà dove si erano cacciati.
« Quindi sono stati i miei genitori? Voi li conoscete? » chiese Amy ancora scossa dall'accaduto.
« Più o meno » rispose Bethany.
« Bene, è stato un piacere conoscervi, in un certo senso, ma ora potreste andarvene? » chiese Amy con il tono più educato che riuscì ad emettere.
« Mi dispiace Amy, ma noi dobbiamo dormire qui, ognuno di noi ha i propri problemi e i tuoi avevano detto che avremmo potuto dormire qui » spiegò Connor questa volta.
La cosa si complicava sempre di più e anche la rabbia di Amy cresceva.
Inspirò profondamente e iniziò a parlare:
« Allora, io non so chi siate e tanto meno perché siete qui per il mio compleanno, non voglio neanche sapere per quale strano motivo i miei genitori vi conoscano, ma vi prego: andatevene da qui, non so dove potete dormire »
« Se è questo che vuoi, io me ne vado. Buon compleanno ancora Amy » le disse Bethany un po' tristemente. Quella ragazza le faceva un po' pena.
Sbuffò, ma decise che per Bethany capelli arcobaleno avrebbe fatto uno sforzo.
« Bethany, siccome sei stata così gentile con me fin da subito, puoi restare. C'è la camera da letto della mia ex vicina che ormai fa parte di casa nostra. C'è un piccolo letto singolo, non un granché, però se vuoi » Amy venne soffocata dall'abbraccio della ragazza dai capelli colorati.
« Grazie, grazie Amy » disse contenta Bethany.
Connor le guardava un po' dispiaciuto, mentre la coppia sembrava non essersi minimamente accorta di quello stava succedendo. Non poteva lasciare Connor così, era alto e più grande di lei di qualche anno, ma il suo viso era come quello di un bambino a cui è stato proibito dormire con i genitori.
« E va bene, Connor, in casa della mia ex vicina c'è un'altra camera, presumo fosse quella degli ospiti. Credo vada bene per te » questa volta fu il ragazzo alto ad abbracciarla. Non adorava essere abbracciata, ma fece uno sforzo.
« In quanto a voi, non sembra che vi interessi molto, quindi...grazie per essere passati » disse Amy sorridendo falsamente alla coppia.
« Ora, se non vi dispiace, quella è la porta » disse educatamente Amy indicando la porta.
I due ragazzi si guardarono e poi il ragazzo si alzò dal divano.
« Senti perfettina, tu non sembri figlia di Anthony e Jessica e poi loro ci avevano detto che avremmo potuto dormire qui. Quindi dicci dove dobbiamo andare » disse il ragazzo con una sfacciataggine che ad Amy non piaceva per niente.

Era alto più di lei e il suo sguardo era duro, ma non si intimorì più di tanto.
« Sentimi, questa è casa mia, quindi per favore cerca di abbassare i toni.
Non so nemmeno chi sei e pretendi che io ti lasci dormire in casa mia? »
« Quindi per poter dormire qui mi devo presentare, bene. Sono Josh Cliff. Contenta? »
La rabbia di Amy era incontrollabile, non sopportava quel ragazzo dal volto beffardo e doveva farlo anche dormire in casa sua?
Con il tempo aveva imparato che mostrare scatenare troppo la rabbia non faceva altro che peggiorare le cose.
« D'accordo, tu e la tua ragazza potete dormire qui sui divanetti. Buonanotte a tutti »
« Perché non possiamo dormire in camera dei tuoi? » chiese Josh mentre Amy già stava uscendo dal salotto.
« Perché non è camera mia e quindi non posso decidere cosa farne » spiegò Amy.
« Invece le camere della tua ex vicina sono tue? » continuò Josh.
« Sì, sono mie, le ha lasciate in eredità a me, se proprio lo vuoi sapere » rispose Amy seccata dal comportamento del ragazzo.
Lasciò definitivamente il salotto per dirigersi in camera sua, seguita da Bethany e Connor.
Mostrò ad entrambi i ragazzi quale fosse la loro camera e poi entrò nella sua.
Indossò il pigiama e iniziò a disfare la valigie, ma era troppo stanca e scossa dall'incontro con quei ragazzi per continuare, così si infilò sotto le coperte e si addormentò con mille pensieri nella testa.

La mattina seguente si svegliò, come suo solito nei giorni di vacanza, alle otto e trenta, anche se quella mattina avrebbe preferito dormire di più per non incontrare quello strano gruppo.
Si alzò dal letto, si sistemò il pigiama grigio e i capelli. Andò in bagno e si sciacquò mani e viso.
Andò in salotto con un leggero timore in corpo. Quando varcò la soglia, trovò Josh seduto sulla poltroncina intento a guardare la tv.
Si stupì dell'assenza di Roxana e del fatto che Josh non indossasse la maglietta.
Era a petto nudo ed Amy in quei pochi secondi che trattenne il suo sguardo su di lui, notò che aveva due tatuaggi all'altezza dell'addome, che però non seppe identificare.
Aveva addominali scolpiti e braccia possenti. Il suo sguardo era duro, proprio come quando la sera prima aveva discusso con Amy.
Gli occhi verdazzurri creavano un contrasto fenomenale con i capelli scurissimi.
Quando vide che lui l'aveva notata, distolse subito lo sguardo per poi dirigersi in cucina.
« Buongiorno anche a lei, signorina Carter » la salutò Josh mentre la seguiva in cucina.
« Buongiorno Josh, dove è Roxana? » rispose acida Amy.
« Tornata dai genitori, non sopportano il fatto che non torni a casa a dormire » in quel momento la rabbia della sera prima ritornò a farsi sentire dentro Amy.
« E allora per quale cavolo di motivo è restata? Poteva andarsene comodamente a casa! »
« Calmati, lei adora far arrabbiare i suoi. Hai per caso qualcosa da mangiare? »
« Scommetto che non è per quel motivo che è rimasta, non voglio neanche sapere che cosa avete fatto su quei divanetti »
« Ti prego, io e lei ci siamo divertiti qualche anno fa, ma adesso non c'è più niente tra noi » si giustificò Josh.
« Non credo, vedendo le scene di ieri sera, che tra voi non ci sia niente » disse Amy.
« Te lo assicuro. Sei gelosa? » chiese Josh per stuzzicarla.
« Certo che no. Spostati che devo prendere i biscotti » rispose Amy.
« Sei bassa, non ci arriverai mai. Li prendo io. Sono questi? »
Amy annuì, offesa dalla critica di Josh.

Il ragazzo non dovette fare neanche un minimo sforzo per raggiungere la confezione di biscotti.
Dopo averli porsi ad Amy, Josh si sedette una delle sedie in cucina, mentre Amy prendeva il bollitore per il tè.
« Cosa offre la casa per la colazione? »
« Dolce o salato? » chiese Amy già seccata e stufa della presenza di quel ragazzo.
« Nessuno mi ha mai detto che sono dolce, e per fortuna sennò avrei rovinato la mia reputazione da uomo duro. Salato? Mmm, no; di solito piccante » rispose con un sorriso beffardo.
Amy per non perdere la rabbia già di prima mattina, represse un insulto verso il moro.
« Credo che una tazza di latte vada bene »
« Cosa?! Ma scherzi, mi serve qualcosa di più per affrontare la giornata. Non eri tu quella perfettina? Bene, mi serve una colazione perfetta »
« Sentimi, la vuoi smettere?! Ti preparerò anche un toast. Lo faccio solo perché così la smetti di infastidirmi » si arrese Amy.
« Intendi che ti sto rompendo le palle? Di solito sono sempre adorato dalle ragazze » disse vantandosi Josh.
Amy alzò gli occhi al cielo e iniziò a preparare i toast anche per Connor e Bethany, sperando che si alzassero il prima possibile.
« Fallo più cotto il mio » continuò Josh. Amy non resisteva più, quel ragazzo la faceva andare fuori di testa negativamente e lei era una a cui non capitava spesso.
« Non sono la tua schiava! Ti ho ospitato in casa mia anche senza sapendo chi fossi, ti sto preparando la colazione e tu hai ancora il coraggio di lamentarti! Preparatelo tu il toast! » disse Amy scaricano tutta la rabbia che provava per quel ragazzo.
« Perfettina calmati e chiariamo le cose: primo, non ti sto trattando come una schiava; secondo, mi era stato promesso che avrei potuto dormire qui; terzo, non mi sto lamentando, sto solo commentando il tuo lavoro e quarto, preferisco che sia tu a prepararmi il toast » rispose Josh tranquillamente.
Amy stava per ribattere quando Bethany e Connor entrarono in cucina.
« Buongiorno ragazzi, dormito bene? » disse Amy, lasciando la rabbia da parte e sorridendo agli altri "ospiti".
« Oh sì, grazie ancora. Noi ce ne andiamo. Sei stata veramente gentile e non vorremmo disturbare ancora » disse Bethany e subito ad Amy venne in mente una cosa.
« Non disturbate affatto. Sedetevi, sto preparando dei toast. Succo d'arancia o latte? » disse educatamente Amy da vera padrona di casa mentre Josh reprimeva una smorfia.
Quando il bollitore iniziò a fischiare, Amy lo prese e ne versò il contenuto nella sua tazza chiedendo a Bethany e Connor se ne desideravano un po'. Solo Bethany accettò e Connor chiese un bicchiere di succo.
Amy non degnò Josh nemmeno di uno sguardo e non gli chiese se desiderava qualcosa.
Josh seguiva ogni suo movimento attentamente: modo in cui prendeva il bollitore, il modo in cui apriva il sacchetto dei biscotti, la delicatezza con cui immergeva la bustina di tè nell'acqua e l'attenzione con cui versava il succo dei bicchieri.
Se non fosse stato per quel suo carattere da perfettina, Josh le avrebbe chiesto di uscire insieme, ma non l'avrebbe sopportata per tutta una sera a lamentarsi.
Amy prese il piatto in cui aveva sistemato i toast e lo porse a Bethany, che rifiutò dicendo che preferiva i biscotti, poi lo porse a Connor e infine a Josh.

Amy aveva capito che Josh era abituato a ricevere attenzioni dalle ragazze, ma lei non gliela avrebbe data vinta, anche se non poteva negare che era abbastanza carino. Il suo pensiero scattò immediatamente ad Andrew, il suo amato e perfetto Andrew.
« Grazie ancora Amy » la ringraziò per l'ennesima volta Bethany.
« Non è niente ragazzi. Ho sbagliato ad arrabbiarmi subito ieri sera, siete simpatici. Che ne dite di scambiarci i numeri? » propose Amy con tutta le gentilezza che aveva in corpo.
Bethany e Connor si guardarono e poi annuirono. Amy memorizzò i loro numeri promettendo che più tardi avrebbe scritto un messaggio ad entrambi.
« Il mio numero è... » iniziò a dire Josh.
« Non ho detto di volere il tuo numero » rispose a tono Amy.
« E se io volessi il tuo? » chiese Josh sorridendo.
« Mi dispiace, ma non è disponibile per te »

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