15✨

Gennaio era volto al termine e mancava sempre meno alla cerimonia per il rinnovo delle promesse dei signori Carter.
Il ricevimento si sarebbe svolto sotto un grande tendone riscaldato, allestito nell'enorme giardino di alcuni amici della famiglia Carter.
-Amy, puoi aiutarmi con gli inviti?- chiese gentilmente la signora Carter alla figlia.
-Certo mamma, cosa devo fare?-
-Devi chiuderli con questi nastrini- le spiegò Jessica mentre le porgeva una scatola riempita di inviti e pezzi di stoffa.
-Mi metto subito all'opera-
Amy era felicissima per i suoi genitori, voleva che fosse un giorno indimenticabile, proprio come il loro matrimonio.
Si era resa disponibile ad aiutarli in tutti i preparativi, un po' perché non voleva che si stancassero troppo e un po' perché così riusciva a distrarsi da futili pensieri.
Iniziò a prendere in mano alcuni inviti e a chiuderli con i nastrini
Erano circa una cinquantina e la maggior parte erano amici e compagni d'avventura di Jessica e Anthony.
Amy ne aprì alcuni e lesse i nomi scritti all'interno: Patty e Little Black ; Steve e Blond Sweet; Jenna e Pizza Ninja.
-Mamma, ma che nomi sono questi?- domandò aggrottando la fronte Amy con una faccia leggermente disgustata.
Aveva da sempre odiato i soprannomi, anche le abbreviazioni dei nomi la disgustavano.
Per fortuna il suo era un nome corto e non poteva essere abbreviato, inoltre non aveva una compagnia di amici con cui farsi chiamare con un soprannome.
I suoi genitori a volte si parlavano usando "Jess", "Amore", "Tesoro" o con i nomignoli che avevano da ragazzi.
Per Amy la cosa era alquanto seccante e noiosa, ma la sopportava dato che spesso sua madre la chiamava "Tesoro".
-Oh tesoro-
Ecco appunto.
-Sono i nostri vecchi soprannomi, li usavamo nel nostro gruppo per chiamarci tra di noi; io e papà abbiamo pensato che fosse una cosa carina invitarli con i nomi che utilizzavamo quando eravamo ragazzi- le disse Jessica.
Amy fece un piccolo sorrisetto alla madre che le si avvicinò e le sfilò l'invito dalle mani.
-Steve e Blond Sweet...la mia migliore amica, Bella.
Era, ed è ancora oggi, una ragazza stupenda, bionda con un cuore d'oro e una gentilezza fuori dal comune. Steve è suo marito, un tipo simpatico e socievole.
Ti ricorderai di loro sicuramente-
Amy annuì e la madre lo interpretò come un segno di andare avanti, anche se non era proprio quello che intendeva la figlia.
-Little Black- Jessica scoppiò a ridere.
-Lo prendevamo in giro perché era bassissimo, non si alzava neanche di un centimetro e aveva occhi e capelli scurissimi. Poi, beh, ci ha sorpresi tutti ed è cresciuto tutto d'un colpo, superando tutti, perfino tuo padre. Il soprannome però è restato-
-E "Pizza Ninja"?- chiese Amy leggermente curiosa di scoprire il significato di quel nome.
-Dave provava un amore incondizionato verso la pizza, la mangiava almeno quattro o cinque volte a settimana- disse ridacchiando la signora Carter.
-Quindi perché anche "Ninja"?-
-Ogni volta che uscivamo insieme a mangiare una pizza, lui la mangiava sperimentando acrobazie: mentre faceva le flessioni, mentre eseguiva un trick con il pallone o con lo skate e cosa di questo tipo.
Diciamo che non ci annoiavamo mai- rispose Jessica con occhi sognanti ricordando i vecchi tempi.
In quel momento, Amy si ricordò che non aveva un vero e proprio gruppo di amici con cui uscire e passare serate indimenticabili all'insegna del divertimento.
Non che fosse una persona esclusa, ma lo faceva semplicemente per scelta.
Aveva sempre pensato allo studio e già quando era bambina e le coetanee le chiedevano di giocare, lei rispondeva sempre: "devo finire i miei compiti, mi dispiace".
E così, tutti i compagni di scuola iniziarono pian piano a smettere di invitarla a giocare con loro.
Non si era mai accorta che era lei che si auto escludeva, pensava che gli altri bambini non fossero adatti a stare con lei, che avevano altri interessi e non capivano quanto fosse importante per lei la scuola.
Con il passare degli anni, gli altri ragazzi iniziarono ad etichettarla con il nome di "secchiona", ma lei li ignorava, ritenendosi superiore e riuscì a superare le medie e il liceo.
Naturalmente non era mai al centro dell'attenzione della popolazione maschile, che però, non negava il fatto che fosse carina, ma troppo noiosa per il loro gusti; finché arrivò Andrew.
Amy era al suo penultimo anno quando venne invitata da lui (ultimo anno) al ballo di fine anno.
Il suo primo pensiero fu quello di rifiutare, ma alla fine riuscì a convincerla e accettò.
Da quella sera iniziarono a conoscersi, diventando amici e poi fidanzati.
Scorrendo tra gli altri inviti trovò quello per i fratelli Cliff e arricciò leggermente il naso, ma non trovò quello per Andrew.
-Mamma, ti sei dimenticata l'invito per Andrew?- le chiese.
-No- rispose con noncuranza Jessica.
-Allora perché non l'ho visto?- chiese incuriosendosi Amy.
-Semplice: non l'ho invitato- disse la madre con tono calmo e pacato, come se fosse la cosa più naturale del mondo.
-Come?- domandò furiosa Amy alzandosi di scatto.
-Te l'ho detto, non mi piace quel ragazzo- continuò tranquillissima la signora Carter.
-Ma è il mio fidanzato!- ribatté Amy.
La cerimonia e il ricevimento sarebbero stati una bella occasione per passare del tempo con lui, ma no, a sua madre non andava bene che lei frequentasse un ragazzo ben educato, di buona famiglia e con un lavoro sicuro.
-Ok, d'accordo, sarà la vostra festa e tocca a voi decidere chi invitare- continuò Amy cercando di mantenere la calma.
Decise che sarebbe stato meglio uscire un attimo per far sbollire la rabbia.
-Esco a fare una passeggiata- annunciò alla madre prendendo il cappotto e uscendo velocemente.
Neanche la fermò o le disse qualcosa per trattenerla, nulla.

Josh stava seduto sul divano di casa sua a guardare una partita di football.
Era sabato e per quella settimana con il lavoro aveva chiuso.
Qualcuno bussò alla porta e, svogliatamente, si alzò per andare ad aprire.
-Ehi amico! Che brutta cera che hai- lo salutò Connor, sorpassandolo per poi entrare in casa.
-Ciao- ricambiò Josh con voce indifferente.
-Cosa ti è successo?- gli domandò Connor sedendosi sul divano e alzando il volume della tv per sentire meglio.
-Niente- rispose distrattamente.
Connor lo squadrò per bene, fece una smorfia e poi iniziò a parlare.
-Qualcosa riguardo ad una ragazza?-
Josh riprese un po' di energie e alzò il capo verso l'amico.
Sì, era riguardo ad una ragazza. Non vedeva Amy da venti giorni e ne soffriva più di quanto si immaginasse.
Si sentiva stupido e si faceva pena da solo, ricordandosi ogni giorno che era stato solamente un inutile bacio, di dimenticarsela e che ormai, lui per lei, era solo un ricordo.
Non aveva mai creduto che ci si potesse ridurre così per una ragazza.
Erano cose da film o da cotte adolescenziali e lui non era né in un film, né in adolescenza.
Si era invaghito di Amy e si continuava a ripetere che sarebbe durata ancora per qualche giorno e poi puff, sarebbe sparito tutto e ci avrebbe riso sopra.
Era passato poco più di un mese da quando l'aveva conosciuta quindi non poteva essersene innamorato veramente, anche se aveva pensato di sì.
Doveva riprendersi al più presto, Amy aveva Andrew e lui doveva trovarsi qualcun'altra; era giunto il momento di mettere da parte il rancore verso il genere femminile e trovarsi una ragazza.
-Assolutamente no, un po' di stanchezza da lavoro- rispose Josh dando una pacca sulla spalla a Connor.
-Per fortuna, stasera usciamo?-
Non ne aveva particolarmente voglia, ma si ricordò quello che si era detto prima.
-D'accordo, ma viene anche Matthew, non voglio lasciarlo da solo-
-Perfetto, invito anche Luke. Ci vediamo al locale dietro casa mia alle otto e mezza-
Lo salutò Connor uscendo dalla porta e salendo immediatamente in auto.
Era proprio quello ch'egli serviva: distrarsi e non pensare alla ragazza dagli occhi color nocciola e il viso angelico.
Perché continuava ad elogiarla? Doveva dimenticarsela, non continuare a trovarle pregi.

Amy camminava ininterrottamente da mezz'ora a Charles River Esplanade.
Di solito non passeggiava lì, ma a Franklin Park, che a suo avviso era molto più bello e più vicino a casa sua.
C'era anche il campo da golf e nella bella stagione le piaceva trascorrere le giornate lì.
Non ci era andata perché semplicemente non voleva pensare ai ricordi e un posto nuovo le avrebbe permesso di scordarsi per un attimo dei pensieri vecchi.
Lei e Andrew si erano baciati per la prima volta a Franklin Park e di quel giorno aveva un ricordo stupendo: era primavera e l'aria odorava di fiori e di erba appena tagliata, un leggero venticello a scompigliare i capelli e un'atmosfera veramente romantica e magica.
"Il bacio con Josh è nulla in confronto a quello" si disse Amy, sperando che fosse davvero la verità.
Doveva smetterla di pensarci su, come aveva detto Bethany, era solo un semplicissimo bacio, punto.
Ricordò a se stessa di come era stato scortese Josh la prima volta che si erano incontrati; quello era un buon motivo per dimenticarselo, lei aveva Andrew, cosa poteva desiderare di più? Niente, tantomeno Josh.
-Signorina, desidera una cioccolata calda?- le chiese una voce risvegliandola dai suoi pensieri.
Si voltò e scoprì chi aveva parlato: un vecchietto coperto da un pesante cappotto marrone e con indosso una berretta di lana blu.
Stava dietro ad un piccolo chiosco di legno, decorato con stelle bianche.
Amy si avvicinò, decisa a prendere una cioccolata.
-Mmm, sì grazie-
In pochi secondi un bicchiere di cioccolata calda fumante era tra le mani della ragazza.
-Vuole anche un biscotto?- le chiese il gentile vecchietto porgendole un vassoio di frollini a forma di stella.
Amy ne prese uno, sorridendo all'uomo.
-Li ha fatti mia moglie- le spiegò con un grande sorriso sul volto.
-Le faccia i complimenti, sono veramente buoni- si complimentò Amy gustandosi il biscotto.
Dopo aver pagato e ringraziato il vecchietto, ricominciò la sua passeggiata, sorseggiando ogni tanto la sua cioccolata.
Era una cosa innaturale il potere che il cioccolato aveva su di lei, la rallegrava e la faceva subito sentire meglio, proprio quello di cui aveva bisogno in quel momento.

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