12✨

-Andrew? Ti va di pranzare da me?- chiese Amy al suo ragazzo mentre passeggiavano mano nella mano per la città.
-Mi dispiace tanto Amy, ma non posso accettare. Ho ancora tanto lavoro da sbrigare, però ti prometto che una sera di queste ti porto fuori a cena, d'accordo?-
Amy si sentiva leggermente trascurata, capiva tutto l'impegno che Andrew metteva nel suo lavoro, ma stava un po' esagerando.
-D'accordo- gli rispose abbracciandolo. Voleva dirgli di Josh, ma non voleva che si preoccupasse per niente.
-Ora però devo andare- disse Andrew lasciandole un leggero bacio sulla fronte.
Amy lo salutò e ritornò a casa, felice di aver risolto la questione con Josh e di aver rivisto Andrew.

Josh era tornato a casa e con sua grande sorpresa aveva trovato sveglio Matthew.
-Come mai ti sei svegliato?- gli chiese Josh freddo.
-Ma non lo so, il letto era scomodo- gli rispose distrattamente Matthew.
-Hai fumato?- gli domandò serio.
-Io? Ma lo sai che ho smesso da un bel pezzo- disse lui come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
Ma Josh non ne era così sicuro, da quando sua madre era morta Matthew aveva iniziato ad ubriacarsi tutti i giorni, drogarsi sempre di più e frequentare brutti giri.
Solo negli ultimi mesi Josh era riuscito a farlo placare un po'.
Lui non se n'era mai accorto, perché era troppo impegnato a lavorare, ma quando lo aveva scoperto era andato su tutte le furie.
Matthew usava i soldi degli straordinari di Josh per comprare quella robaccia, all'insaputa del fratello.
-Hai bevuto?- chiese ancora Josh.
Matthew scoppiò a ridere.
-E cosa avrei dovuto bere? Non c'è niente in casa- continuò mentre ancora rideva.
-Sicuro? Se controllo la vodka di papà?- gli domandò in tono di sfida Josh.
Matthew smise di ridere improvvisamente e il fratello si precipitò in camera sua.
Nell'armadio teneva una bottiglia di vodka, era una specie di cimelio della famiglia di Josh da parte del padre.
Spalancò le ante dell'armadio e vi trovò la bottiglia aperta, piena solo a metà.
-Scusami...mi puoi perdonare?- gli chiese Matthew con la voce di un bambino.
Josh non ne poteva più, suo fratello gli aveva promesso che avrebbe smesso, che non avrebbe più preso i soldi degli straordinari di Josh per comprare quella roba e che non si sarebbe immischiato in gruppi loschi mai più; e invece si ritrovava la bottiglia di vodka di suo padre mezza vuota e lui che gli chiedeva perdono come se avesse semplicemente rovesciato una goccia d'acqua.
-No!- tuonò Josh.
-Non ti posso perdonare. Ti avevo chiesto di smettere, ma tu non l'hai fatto, non mi hai dato ascolto e credo che mai lo farai- continuò a gridargli contro.
-Quindi non mi perdoni?- continuò a insistere Mathew leggermente più serio.
-Ti ho già risposto-
Matthew, ignorando completamente il fratello, si diresse verso l'armadio per prendere la bottiglia.
-Che cosa pensi di fare?- lo fermò Josh.
-Finire la bottiglia- rispose lui con naturalezza.
Questo era troppo per Josh, era arrivato spesso a questo punto ma non si era mai spinto oltre, però in quel momento la rabbia era tanta, troppa da controllare e non riuscì più a reggerla.
-Fuori. Finché non imparerai a prenderti le tue responsabilità e a comportarti meglio degli ultimi due anni, questa non è più casa tua; io la mantengo e tu non ti sei mai degnato di dirmi un grazie- concluse Josh cercando di rimanere calmo.
-Quindi mi stai dicendo che posso uscire quanto voglio? Ma è fantastico!- disse Matthew battendo le mani e Josh capì che non aveva solo bevuto la vodka.
-Esco subito- continuò mentre correva fuori dalla porta.
Josh crollò sul suo letto e si rese conto di quello che aveva appena fatto; oltre che arrabbiato era anche deluso da Matthew.
In quel momento la sua mente scattò senza motivo ad Amy.
Chissà cosa stava facendo in quel momento.
Lei era l'unica persona che avrebbe voluto vedere in quel momento, ma sapeva che lui era l'ultima persona che Amy avrebbe voluto lì con sé.
Ma a Josh venne in mente una frase di Anthony: se avrete bisogno di qualcosa, anche solo di una chiacchierata, non esitate a venire da noi.
Gliela aveva detta qualche mese prima, quando era tornato a casa e aveva trovato suo fratello ubriaco per l'ennesima volta steso sul divano.
Ci pensò su e si chiese se fosse la cosa giusta andare a casa Carter o meno.

Dopo aver pranzato, Anthony ritornò al lavoro e Jessica decise di farsi una doccia ed Amy sapeva cosa si intendeva per doccia: un vero e proprio concerto.
Si ritirò in camera sua e iniziò ad annotare sull'agenda regalatole da Josh le lezioni e gli esami dell'università.
Poi sistemò la sua libreria mentre sua madre iniziava a cantare melodie di qualche anno prima.
Qualcuno suonò alla porta ed Amy uscì dalla sua stanza per precipitarsi ad aprire.
Josh, dall'altra parte della porta, si continuava a domandare se avesse fatto la cosa giusta.
Amy aprì la porta trovandosi davanti l'ultima persona che si era immaginata.
-Josh?-
-Sì...i tuoi genitori?-chiese nervoso e Amy se ne accorse.
-È  successo qualcosa?- domandò.
-No, tranquilla; volevo solo parlare con tuo padre-
-Mi dispiace, ma è al lavoro. Puoi parlarne con me?-
Josh era spiazzato da quella proposta, ma non voleva rendersi ridicolo davanti a lei.
-Non credo, lo chiamerò stasera- rispose Josh un po' rammaricato per non aver accettato.
-Come preferisci...sei sicuro che non sia successo niente?- insistette Amy.
-Sì è successo qualcosa, ma non credo che tu voglia ascoltare i miei problemi- insistette a sua volta Josh.
-Io sono disponibile se vuoi- gli disse mentre ritornava in camera sua.
Josh si disse che stava perdendo una grande occasione e che non sarebbe una cattiva idea parlare con lei, ma temeva anche il suo giudizio sul comportamento che aveva avuto con Matthew.
-Sei sicura?- gli domandò a bassa voce Josh.
-Sì- gli rispose Amy voltandosi verso di lui.
-Vieni, andiamo nel salotto di Carol, almeno non sentiamo il concerto di mia...-
Ma la sua frase venne interrotta da un canticchiare un po' troppo acuto.
Josh ridacchiò e chiese ad Amy:
-È Jessica?-
Amy annuì e lo condusse nell'altro appartamento.
Era rustico nonostante fosse all'ultimo piano del palazzo; il pavimento era interamente di legno, così come i mobili della cucina.
Il salotto era illuminato da una grande finestra che dava la vista sulla strada.
Non c'era un divano, ma due grandi poltrone color ocra, posizionate su un tappeto bordeaux di fronte alla finestra.
-Sediamoci qui-
Josh obbedì e si accomodò su una delle due poltrone.
Amy lo incitò ad iniziare e lui cominciò a raccontare.
-Quando mia madre è morta, due anni fa, Matthew era distrutto; io non poi così tanto, anche se era comunque mia madre.
Ha iniziato a fumare, prima solo sigarette e mano a mano sempre roba più pesante-
Amy ascoltava attentamente ogni minima parola di Josh, iniziando a stupirsi.
-Per procurarsi la roba, ha cominciato a frequentare brutti giri. Era solo un sedicenne e di soldi non ne avevamo molti e spesso tornava a casa con un occhio nero o qualche livido sul viso, perché non riusciva a pagare in tempo. Così, prese l'abitudine di prendere i soldi a me, senza dirmelo. All'inizio capivo la sua voglia d scoprire cose nuove, anche io a sedici anni fumavo, ma poi con fatica ho smesso, non volevo finire come mio padre- disse rabbuiandosi sulle ultime parole.
Amy capì che non era facile parlare di quelle cose, soprattutto con lei che era non aveva particolari legami con lui.
Gli appoggiò una mano sul ginocchio per rassicurarlo.
Non sapeva perché l'aveva fatto o perché si era offerta di ascoltarlo, ma le era sembrata una cosa carina e gentile.
Josh era leggermente in imbarazzo per il gesto di Amy, fino a qualche ora fa gli aveva urlato contro e invece adesso gli sorrideva e lo confortava? "Questa ragazza è imprevedibile" pensò Josh.
Si sentiva piccolo e vulnerabile parlando di queste cose, soprattutto con Amy, ma non ci fece caso e continuò a parlare.
-Tutti i giorni era ubriaco e fatto; non andava più a scuola e quindi è stato espulso, ma a lui poco importava. Non riuscivo a controllarlo sempre, perché era al lavoro. Nostra madre non ci aveva lasciato praticamente niente e dovevo, e devo ancora oggi, fare tutto io. Avevo iniziato a lavorare ore in più, per mettere da parte un po' di soldi e andare in vacanza, è da sempre il mio sogno.
Ogni giorno che accumulavo soldi mi sembravano diminuire e non mi sapevo spiegare perché, ma poi ho capito: era Matthew.
Un giorno l'ho beccato ed ero a tanto così da cacciarlo di casa, ma ho resistito. Da quel giorno ha iniziato a darsi una regolata; purtroppo ultimamente mi sembra che si sia rimesso su quella strada-
Amy era rimasta veramente colpita dal racconto di Josh; le dispiaceva per lui, per tutte le ore di lavoro in più senza ottenere niente; era delusa da Matthew, era convinta che fosse un bravo ragazzo, ma dovette ricredersi.
-Mi dispiace tanto, Josh. C'è ancora qualcosa?- gli chiese cautamente.
-Beh, in effetti sì...ho cacciato Matthew- rispose Josh abbassando la voce e temendo il peggio.
Amy spalancò gli occhi e la bocca.
-Cosa? Per quale motivo?-
-Era fatto e in più ha bevuto la vodka di mio padre, quella prodotta dal mio bisnonno, tramandata fino a noi; lui, mio nonno e mio padre l'hanno bevuta un goccio solo il giorno del loro matrimonio, era una tradizione e non credo che mio fratello oggi si sia sposato.L'ho rimproverato  e lui mi ha risposto come se niente fosse.
Non ne posso più; mi ammazzo di lavoro e lui invece...-
Aveva la voce che tremava; era vero: non ne poteva più di Matthew e del suo comportamento.
Amy si alzò, si posizionò davanti a lui e si abbassò (anche se di poco) per guardarlo negli occhi.
Gli prese il viso tra le mani e iniziò a rassicurarlo.
-Josh, tranquillo; se hai bisogno di qualcosa non esitare a chiedere. So che sono stata un po' stronza con te, ma ammetto che non mi sei subito stato simpatico.
Sto facendo uno sforzo, ma non ti posso assicurare niente- disse Amy ridacchiando sull'ultima frase.
Josh la guardava intensamente negli occhi e ne rimase incantato.
La pelle a contatto con le sue mani stava andando a fuoco e pregò che lei non se ne accorgesse.
Scrutava ogni minimo dettaglio del suo viso, un viso giovane quasi da ragazzina con una particolare aria austera e adulta.
Erano vicini troppo vicini; Amy voleva allontanarsi, ma come una calamita, non ci riusciva; Josh voleva allontanarsi perché stava per cedere, le labbra di Amy erano come due petali di rosa alla sua vista che nob vedeva l'ora di sfiorare
Si avvicinò ancora un poco e con sua grande sorpresa lei non si allontanò; erano vicinissimi e i loro respiri si confondevano l'uno con l'altro.
Mancavano solo pochi millimetri allo scontro tra le loro labbra, ma una voce acuta li fece sobbalzare.
-Ragazzi, ho sentito che...oh, scusate. Ho interrotto qualcosa?- chiese con un sorriso malizioso Jessica.
Amy era scattata in piedi e Josh si era tirato indietro.
-N-no, tranquilla- rispose lei con voce tremante.
Erano diventati entrambi rossi fino alla punta delle orecchie e non sapevano come riuscire a nascondere l'imbarazzo alla vista attenta della signora Carter.

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