Capitolo XXVI
La stanza è contenta nella luce del mattino; i luoghi che si erano mostrati brutti e sospetti per tutta la notte, ora indossano un sorriso; e i raggi di sole scintillanti ballano sul finestrone della camera di Jimin, e filtrano attraverso la tenda davanti ai miei occhi dormienti, facendo luce anche nella mia mente, e scacciando le ombre della notte.
Questa è una di quelle mattine in cui c'è tutto. Le labbra per respirare, il corpo per vivere, gli occhi per guardare, una persona che ti stringe a sè avvolgenditi nel suo cuore,e questa persona è Jimin.
Credo che durante un abbraccio bisogna stare zitti. È d'obbligo. È il momento delle anime che si sussurrano tra loro.
Mi abbandono nel petto del ragazzo iniziando a piangere lacrime tiepide che riscaldano il mio viso freddo e pallido; Jimin passa una delle sue mani marmoree sul mio volto per asciugarlo dalla tristezza che cola dai miei occhi.
Non so bene che cosa dirgli. Mi sento molto maldestra. Non so bene come toccarlo, come raggiungerlo... Il mio corpo par esser di roccia ed ogni piccolo movimento è uno sforzo immondo.
Non so se ci sono al mondo parole tanto efficaci né oratori tanto eloquenti come le lacrime.
Io e Jimin lasciamo scorgare le nostre lacrime lasciando che esse ci bagnino le anime, se esistono ancora nei nostri corpi.
Taehyung ci raggiunge per unirsi al nostro abbraccio: improvvisamente inizia anche lui a piangere, in quel modo bellissimo. I suoi occhi piangono come bicchieri pieni fino all'orlo di tristezza, e impassibili mentre quella goccia di troppo alla fine scivola giù dai bordi, seguita poi da mille altre, e immobile se ne sta lì mentre gli cola addosso la sua minuta disfatta.
"Credevo stessi morendo..."
Afferma Jimin rialzandosi da me, i suoi occhi non sono piú rubini ma di un bellissimo marrone cioccolato.
"Non potevo morire, non in quel modo e in quel momento, non per opera sua" la mia voce esce quasi come un soffio.
"Stai parlando di lui? E Gui?" il viso di Taehyung si fa un monumento alla sorpresa
"Non era completamente morto: una parte di lui ha tentato di rientrare nel mio corpo..."
"Spiegati meglio" interviene confuso Jimin.
Faccio un respiro riempiendo i polmoni indeboliti dalla morte; l'aria mi gonfia il petto e così inizio a rivelare quanto è accaduto.
"E Gui si è impossessato di me per poter ucciderti ma non voleva farlo lui, voleva che lo facessi io così da creare una scena "idilliaca" ai suoi occhi. Mi ha adescata come sua assassina personale costringendomi ad uccidere delle persone. Pensandoci ora, forse, sarei dovuta morire per pagar il prezzo di quelle vite che ho strappato dalle loro carni con il mio pugnale. Me ne pento così tanto! Sono stata una debole, una pedina nelle sue mani, un burattino.
È solo colpa mia se quelle persone sono morte. È colpa mia se hai rischiato la vita Jimin, lo stesso per te Taehyung. Sono così dispiaciuta!"
Ed ecco sgorgare nuovamente lacrime come fiumi in piena.
Nella stanza cala un silenzio soffocante che raffreddata tutta l'atmosfera che si è creata.
"Quante persone hai ucciso Seoyeon...? " domanda preoccupato Jimin
"Quattro. Cinque per la verità, una era un Ri Beng Gui Bin"
"Hai ucciso un demone? Tutta sola?!"
"Si. L'ho pugnalato allo stomaco poi è sparito."
"Daebak! Sei stata coraggiosa, dico sul serio!"
Abbasso lo sguardo per impedire al ragazzo di vedere il lieve rossore che ha colorito le mie gote.
"E le altre chi erano?" Chiede incuriosito Taehyung.
"Persone che avevano dei debiti o dovevano essere vendicate. Due di esse erano dei bulli che stavano tormentando Jungkook."
"Come?" Jimin si volta verso Taehyung "Non dirmi che è successo di nuovo!"
"A quanto pare..."
"Tranquilli. Chiunque essi siano ormai non daranno più fastidio a Jungkook, potrà vivere in pace ora"
"Grazie al cielo" risponde Taehyung
"Grazie a Seoyeon" corregge Jimin.
Il ragazzo afferra una delle mie mani e la intreccia con le sue dita; mi guarda intensamente negli occhi: "Mi dispiace per quanto accaduto, ma devo ammettere una cosa: sei stata forte, in gamba e coraggiosa, dico davvero. Non tutti sarebbero riusciti a ragionare e salvare la situazione come hai fatto te. Mi hai salvato la vita."
"Ma se ti ho pugnalato quasi dritto al cuore! A proposito, perchè in quel momento non hai cercato di salvarti, o per lo meno, di allontanarmi? Volevi davvero morire?"
Il viso del ragazzo si fa piú scuro, il suo sguardo è determinato: "Te l'ho detto. Se uccidermi avrebbe potuto salvarti allora non mi pento di aver agito in quel modo. Ma alla fine tutto è andato per il meglio, è questo che conta veramente."
Non so che dire. Le parole mi muoiono in bocca prima che possano uscire dalle mie labbra. Interviene Taehyung con la sua voce profonda e delicata che amo tanto.
"Nessun male ti condanna senza speranza. Sappiamo benissimo cosa si provi dopo aver ucciso una persona, un dolore che ti mangia il cuore e la mente che spesso porta addirittura a togliersi la vita. Ma tu sei diversa Seoyeon. Non eri tu ad uccidere, era E Gui che uccideva per mezzo del tuo corpo. Ha bruciato parte della tua anima mentre ti possedeva. Hai perso parte della tua umanità"
"Lo so... La rivoglio, rivoglio tutta la mia anima perchè è quella cosa che dice "Io sono Seoyeon." ora non so nemmeno che cosa sono. Un umana? Un'assassina? Una mezzo-demone? Non sono più niente...! Nemmeno un'umana capite? Non posso nemmeno considerarmi una persona!"
Jimin mi guarda intensamente, nel suoi occhi riesco a specchiarmi.
"La maggior parte della gente perde la propria anima quando fa ingresso nel mondo,con la stessa facilità con cui si perde un libro durante un trasloco. Certo, si può benissimo vivere senz'anima, non c'è da scriverci una storia, è una cosa che succede molto spesso. L'unico problema è che le cose non ti vengono più incontro quando le chiami con il loro nome e spesso il mondo pare vuoto. Ma grazie a questa mancanza si riesce a trovare più spazio nel proprio cuore per ospitare una persona, due pezzi di puzzle fatti l'uno per l'altro. È Questo che considero come il vero amore."
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