Capitolo XX
Buio. Tenebre. Nulla.
Ecco cosa vedono i miei occhi stanchi. Nulla.
Nessuno spriraglio di luce. Nessuna presenza attorno a me che possa aiutarmi. Nessuna speranza che rischiari e risollevi la mia mente da questo terribile strazio.
Persino i miei pensieri m'imprigionano. Quel demone si è impossessato della mia ragione.
La mente ti mente improvvisamente e le strade che c'erano ieri non sono più niente. Ormai è troppo tardi per ritornare sulla retta via, la nebbia ha offuscato ed inghiottito questa strada che ora pare non esistere più.
Incatenata a terra, piango me stessa perchè ormai sono persa. È inutile continuare a lottare, in fondo, come puó una semplice umana vincere contro un demone se non ha nemmeno il controllo della propria mente?
Una parte di me vuole uccidere Jimin, spinta da non so quali strani sentimenti, l'altra invece spera di rivederlo il prima possibile e fiondarsi tra le sue braccia per sentire di nuovo il suo profumo.
Il brutto dei profumi è che si finisce sempre per associarli alla gente. Così, mentre il ricordo resta, la gente se ne va.
Forse è meglio così. Forse è meglio che lui stia lontano da me. Sono la ragione della sua morte e probabilmente lui lo sa già ed è meglio così.
"Ma tu devi ucciderlo!"
Perchè? Perchè dovrei ucciderlo? Non ho un motivo per farlo.
"Devi ucciderlo per me! Devo saziarmi!"
Vorrà dire che digiunerai, tanto male non ti fa.
"Devo vendicarmi! Lui deve morire!"
Perchè una creatura tanto bella come lui deve morire solamente per te? Che spreco...
"Lo sai già che alla fine cederai e lo ucciderai, non è vero?"
Si. Alla fine prevarrà la parte maligna della mia mente e io lo rimpiangeró quando sarà troppo tardi.
Mi rannicchio contro la gelida parete e il suono metallico delle catene rimbomba tra le pareti della tetra stanza. Sono stanca di tutto questo, sono stanca di tutto, stanca di me stessa. Voglio solo un pó di pace; desidero solamente tornare a quel periodo in cui vivevo una vita normale andando a scuola, studiando, frequentando la sala da ballo e la mia migliore amica Mi Sun.
"Se vuoi posso liberarti, ma a patto che fai ció che ti ho ordinato di fare. Ti libereró da ogni tormento e sarai felice per sempre! Basta solamente che ucciderai Jimin e tu sarai liberata"
Sento dei passi provenire sa fuori. Una chiave entra nella serratura tormentando il metallo attorno a sè.
"È ora di alzarsi."
Il demone assomigliante a Namjoon apre le porte del buio carcere e mi ritrovo sdraiata nel mio letto in camera mia.
La fronte è imperlata di sudore, il respiro è affannato.
"Buongiono dolcezza, dormito bene?"
E Gui se ne sta in piedi di fronte a me con un sorriso sgembo a marcargli il volto pallido.
"Mai stata meglio" rispondo sarcasticamente e il demone si avvicina al mio orecchio
"Ti ho fatto una sorpresa, sistemati che dobbiamo uscire"
"Sorpresa...?"
"Si! Dai veloce sistemati! Sarai felicissima non appena la vedrai!"
"Se lo dici tu..."
Mi alzo e mi sistemo in bagno. Il demone mi accopagna alla fermata dell'autobus la quale non dista molto da casa mia. È una mattina chiara, il cielo è colorato da un manto rosato e il sole sbuca timidamente tra palazzi della città. Saliamo sul bus che esce da Seoul e giungiamo presso una zona verde di alberi.
Intorno a noi c'è una landa brulla ricoperta da piante e segnata da un sentierello di ghiaia che E Gui imbuca per dirigersi verso le colline. Io lo seguo e intanto, per sicurezza, stringo il pugnale nella mano destra.
Il demone si ferma presso una zona ricolma di piante. Quando arrivo anche io, vedo dei corpi pendere tra le folte piante.
"Mamma!! Papà!!"
Hanno la lingua fuori, gli sguardi fissi, gli occhi spalancati e vaqui e i colli cinti da una spessa corda. Gli uccelli e gli insetti gironzolano attorno ai cadaveri becchettando pezzi della loro carne.
"Che cosa hai fatto E Gui!! I mei genitori!! Li hai uccisi!!" scoppio in lacrime e una sensazione di vomito corre lungo il mio esofago.
"Oh, non ti piace? Peccato... Ho pensato di farti un favore visto che ti hanno sempre maltrattata e vista come un rifiuto umano. Non volevi essere libera da tutto ciò che ti tormenta?"
Lo guardo furiosa "Non in questo modo!! Sono i miei genitori anche se mi trattano di merda!! Tu...!"
Alzo la mano e punto ricolma d'ira il pugnale al demone "Tu meriti di morire lurido bastardo che non sei altro!!"
E Gui sparisce improvvisamente nel nulla prima che io possa accoltellarlo con la mia lama.
"Dove sei andato?! Torna qui!! Torna qui ho detto!!" ma nulla, nessuna risposta.
Mi dirigo in lacrime e sconcertata verso i cadaveri dei miei genitori che oscillano lentamente mossi dalla brezza mattutina. Taglio con fatica le corde che cingono i loro colli violacei e segnati da lividi e li adagio a terra nell'erba.
I cadaveri sono rigidi per la morte e il freddo della notte. Li bacio sulla fredda fronte ed improvvisamente iniziano a parlare.
"Volevi liberarti di noi Seoyeon? Guarda come ci hai ridotti!"
Urlo spaventata e cado a terra.
"Volevi uccidere i tuoi genitori? Perchè ci odi tanto? Noi ti amiamo!"
I corpi si ritorgono su sè stessi alzandosi in piedi venendo da me per poi abbracciarmi.
"Noi ti vogliamo bene Seoyeon! E tu a noi?"
Improvvisanente tutto quanto ritorna buio e io mi ritrovo di nuovo incatenata in quell' orribile stanza. Sono confusa, frastornata, i miei occhi sono gonfi di lacrime gelide.
"Non ti è piaciuto il regalo Seoyeon? Non era quello che volevi? Non desideravi liberarti dal fardello dei tuoi genitori?"
"Non in questo modo! Non così!"
"Capisco... Ma non rattristirti. Ho ancora un regalo per te!"
"Cosa? No!"
Mi ritrovo in camera di Mi Sun. La ragazza dorme profondamente nel suo letto.
In mano tengo una siringa piena di un liquido che non so identificare. Il demone Jimin mi fissa saducamente da un angolo della stanza.
"Quel giorno non volevi liberarti della tua amichetta? Ora puoi farlo! La siringa è piena di candeggina, basta solo che gliela ignetti e ti libererai per sempre di lei!"
"Non voglio farlo! Non voglio!"
E Gui, dal lato della stanza, entra nel mio petto e fa muovere il mio corpo come fa un burattinaino con la sua marionetta. Mi fa avvicinare a Mi Sun e puntare la siriga al suo collo.
"No! Fermati! Non voglio!"
Il pollice inizia a premere e il liquido comincia ad entrare nella pelle della ragazza. Piango disperata, non so più controllare il mio corpo.
"Ti prego! Basta! Perchè lo fai?!"
La siringa si svuota ed E Gui esce ridendo dal mio corpo. Dopo un pó di tempo, si fionda divorando la ragazza, deceduta e lacerata dai denti del demone. Un urlo straziante esce dalla mia bocca riportandomi alla realtà.
Mi risveglio nel mio letto. Gli occhi terrorizzati scrutano la stanza in cerca del demone. E Gui improvvisamente si fionda sul letto.
"Bu!" e scoppia in un orribile risataccia "Lo sai che ora è?"
Rimango in silenzio fissandolo iraconda
"È l'ora di andare a cercare il tuo amato Jimin! Suvvia preparati!"
"Come di già?! È già passato un giorno?! No, non ci vado."
"Come no? Lo sai che devi farlo!"
"Non posso uccidere una persona che amo. Non posso."
"Vorrà dire che ti daró una mano io!"
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