Capitolo XVIII
"Cosa intendi con solito?" il ragazzo mi guarda con un mezzo sorriso stampato sul suo volto, così liscio e perfetto da far ingelosire le più magnifiche statue di marmo esistenti al mondo.
"E che... Sei semplicemente te" rispondo un pò smarrita. Non mi aspettavo che replicasse.
"E come sarei...?" alza un sopracciglio in un'espressione strafottente ma sempre mantenendo quella sua dolcezza che lo caratterizza.
"... Un bravissimo ballerino, un eccellente pittore, un ragazzo premuroso e gentile. Anche coraggioso aggiungerei."
"Ah si? Do davvero questa bella impressione alle persone?"
"Si" dico a mezza voce, mi sento davvero imbarazzata; il mio viso si è fatto bollente e rosso per la timidezza.
"Caspita, allora dopotutto avevano ragione. Il vampirismo ha anche i suoi effetti positivi a quanto pare."
Lo guardo confusa "Io non credo sia solo il vampirismo che attiri le persone. Credo che tu abbia davvero qualcosa di speciale"
"Come saper dipingere e ballare...? Già molti hanno dipinto e ballato prima di me"
"No, penso sia qualcosa di diverso"
Il ragazzo rimane con i suoi grandi occhi luccicanti ad osservarmi perplesso.
"Del tipo?" dice, non appena il suo viso si fa più vicino al mio.
Non sapendo che cosa fare, deglutisco lentamente l'ansia che sta iniziando a scorrere man mano nel mio corpo.
Le sue morbide labbra si contraggono in un tenero sorriso.
"Non saprei..." le parole escono dalla mia bocca tremolanti, non mi sono mai sentita in questo modo.
Sono stata con Jimin per molto tempo, abbiamo ballato numerose volte insieme,abbiamo già avuto occasioni per stare soli, ma ora la sua vicinanza mi procura un inspiegabile batticuore.
Il volto del vampiro è ancora segnato dal suo tenero sorriso caratteristico ma poi, improvvisamente, si rialza dal letto lasciandomi sola con le guance sfumate di rosso.
"Pensaci. Me lo dirai." e così, dopo aver attinto di nuovo il panno della bacinella, lo appoggia delicamente sulla mia fronte e lascia la stanza.
Rimango ad aspettarlo e soprattutto confusa dal suo strano comportamento.
Con la mente travolta da mille pensieri, mi addormento profondamente nel suo letto, tra le morbide coperte che profumano di lui.
Finalmente, dopo tante notti trascorse tra incupi e demoni, riesco a dormire in pace. Nessun mostro pronto a prendersi possesso del mio corpo, nessun omicidio commesso per vendetta o altri svariati motivi, nessuna ansia e nessuna angoscia. Tutta la bufera di sventure ora pare essersi placata e la mia mente trova riposo in dolci sogni che mi accompagnano per tutta la dormita.
Al mio risveglio mi guardo attorno notando solo ora la magnificenza della stanza in cui ho dormito: il letto enorme domina l'intera stanza con i suoi morbidi drappeggi bianchi che cadono delicatemente ai suoi lati. Le immacolate pareti color panna sono interrotte da quadri rappresentanti figure sacre e nature morte mentre l'arredamento barocco che caratterizza la sontuosa camera è ricercato e unico.
Credevo che camere da letto così esistessero solamente nelle riviste, eppure eccomi qui, circondata da tutta questa bellezza.
Le tende chiare che cadono lungo le finestre profumano di fresco e sono rischiarate dalla luce di un lampadario di cristallo che brilla più di qualsiasi stella con i suoi magnifici bracci dorati. Sembra di trovarsi in una camera della celebre reggia di Versailles. La camera regale più bella di tutte.
Mi alzo da letto per ammirare i quadri e l'intera stanca rimandendo completamente senza parole. Tutto questo è un sogno?
Nella stanza regna il silenzio, ma questo mutismo viene rotto non appena sento delle voci, forse provenienti dal salone. Mi avvicino alla porta e aguzzo l'udito per capire cosa stia succedendo.
"Jimin, vorrei che mi dipingessi un'opera profana che sia gioiosa, sensuale e non convenzionale. Non sarà destinata alla sala di rappresentanza o al salone, ma al mio studio privato. Nulla di sacro, insomma. Vede, ho immaginato una figura femminile pagana sfrontata e passionale, che alluda alla pienezza dell'amore e della vita. E la vorrei con un paio di ali d'aquila, animale che appare nello stemma della mia casata. Riesce a vedere questo dipinto come lo vedo io? "
"Certo che lo vedo"
"La sua opera dovrà parlare di amore senza che rinunci al suo modo di vede l'arte. Insomma voglio un dipinto suo, non di Il Lee o di Park Su-geun: suo! Aspro e vivo alla sua maniera, ma con gioia dentro. Penso ad un'immagine che dia piacere agli occhi e che si adatti alle musiche che amo"
"Per quando vi occorre questo quadro, Deputato Cheong?"
"Il più presto possibile. Senza metterle troppa fretta però."
Dopo che l'uomo ha lasciato la casa di Jimin, attendo ancora qualche minuto osservando qua e là la stanza udendo dei rumori provenienti da fuori. Incuriosita, mi sistemo un pochino i capelli ancora arruffati dal sonno prima di uscire da quella splendida camera.
Seguendo un corridoio considerabile all'altezza di una galleria d'arte, giungo nell'immenso salone, anch'esso dominato da quadri mozzafiato. Trovo Jimin che sistema gli strumenti da disegno.
Sul cavalletto c'è una tela di medie proporzioni. Per terra, davanti a lui, una viola, un violino, un rametto d'alloro, una squadra, un compasso, uno spartito musicale e parti di una corazza. Dietro quelli, come se fosse una quinta teatrale, c'è una panca su cui è drapeggiato un lenzuolo bianco.
Gli oggetti sono già a buon punto d'esecuzione.
Sentendomi arrivare, Jimin alza lo sguardo dalla tela e dice: "Manchi solo tu".
"Io, Jimin?"
"Il deputato Cheong mi ha ordinato una figura femminile".
"Si, ma perchè manco io?"
"Perchè tu sarai quella figura".
Sul mio viso compare un sorriso ambiguo: perfetto per ciò che il pittore ha in mente.
"Che devo fare?"
"Spogliati e mettiti vicino alla panca".
"C.. Cosa? Spogliarmi?!"
"Ho bisogno di un nudo Seoyeon" riponde il ragazzo senza imbarazzo.
Il sorriso sfrontato e ammiccante sparisce dal mio volto, al suo posto si fanno rosse le mie guance.
"Ma io... Non credo di essere all'altezza..."
"Sono certo che lo sarai. Sei esattamente la figura che voglio rappresentare" risponde dolcemente il ragazzo.
Allora,con grande imbarazzo, inizio a togliermi la felpa, poi i jeans rimanendo solamente in intimo.
"... Va bene lo stesso se sto così?"
"Devo fare un nudo femminile. Non vergognarti di te stessa e mostrami ancora quel tuo sorriso perfetto"
"Mi aiuteresti...?" mi giro di spalle e il ragazzo mi raggiunge. Anche lui ora par essere in imbarazzo. Al suo tocco gelido un brivido corre lungo la mia schiena, come una scossa elettrica. Il reggiseno cade a terra e dopo di esso le mutande.
Jimin mi aiuta a sistemarmi come ha in mente. E io mi lascio manovrare come un pupazzo, assumendo una posizione sensuale e quasi difficile da tenere, ma necessaria a fare sì che la composizione abbia quel tanto di dinamico e di precario che il vampiro desidera.
"Mostrami quel tuo sguardo per cortesia"
Ho vergogna. Sono completamente nuda di fronte ad un ragazzo. Non mi è mai capitata una cosa del genere.
Eppure, nonostante il grande imbarazzo, mi piace posare per lui. Gli mostro il mio tanto desiderato sorriso.
Il ragazzo inizia ad armeggiare con matita e strumenti e, una volta convinto dello schizzo, inizia a dipingere con la stessa naturalezza con cui volano gli uccelli. Intinge il pennello in un bicchiere di vetro trasparente facendolo tintinnare per poi sporcarlo di colori sempre diversi.
Il suo sguardo e fisso su di me, sul mio corpo, sul mio volto.
"... Chè dentro a li occhi suoi ardeva un riso tal, ch'io pensai coi miei toccar lo fondo de la mia gloria e del mio paradiso". La sua voce infrange improvvisamente la quiete che riempie la stanza.
"Dante. Paradiso canto quindicesimo..."
Jimin alza sorpreso il volto dal dipinto in un'espressione quasi gioiosa
"Esatto" dice, prima di immergersi ancora nella pittura.
"Orribil furon li peccati miei; ma la bontà infinita ha sì gran braccia, che prende ciò che si rivolge a lei".
"Purgatorio Canto terzo, giusto?"
"Si, proprio così. Ti piace la Divina Commedia?"
"La adoro. Quel poeta ha compiuto una rivoluzione letteraria. Ha creato qualcosa di magnifico che resterà per sempre nella storia".
"Uno dei pochi uomini che ha vissuto veramente l'amore."
"Già..."
Il ragazzo rimane concentrato sul dipinto, mescola colori e osserva attento me e tutta la scenografia che mi circonda.
L'atmosfera è calma e pacata,
e, a causa di ciò, temo che si senta il rumore dei miei battiti. Solo dei miei, perchè Jimin pare essere tranquillo, come se stesse facendo la cosa più naturale del mondo.
Di tanto in tanto si sposta per sistemare il drappeggio posto di fianco a me.
Mentre io, nella mia più completa nudità, mi ritrovo a posare per un vampiro.
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