Capitolo XVI
"Vendetta? Scusa Seoyeon ma non ti seguo... Cosa stai dicendo?" lo voce di Mi Sun è confusa. La ragazza si siede accanto a me sul letto per poi stringermi in un caloroso abbraccio
"Lo sai che per qualsiasi cosa io saró sempre con te, pronta ad aiutarti e a sostenerti. Ti prego, non allontanarmi da te in questo modo, mi fai stare male"
Rimango in silenzio ignorando completamente quello che la ragazza mi ha appena detto.
"Ti ringrazio ma ora lasciami stare. Ho di meglio da fare che ascoltare le tue stupidaggini." mi stacco dall'abbraccio e faccio per accompagnarla alla porta
"Ma Seoyeon...!"
"Ciao ciao" chiudo la porta, lasciandola fuori dalla mia stanza.
"Sei una stronza Seoyeon! Perchè mi tratti così! Cerco solo di aiutarti! Sai una cosa? Fottiti!"
La ragazza si allontana mentre borbotta tra sè peggio di una pentola di fagioli.
"Aiutarti? Quella ragazzina non potrà far nulla per te."
Mi volto e vedo Jimin, o meglio, il demone Jimin. Non appena mi vede scoppia in una sonora e sadica risata.
"E Gui. Cosa vuoi? Ci siamo appena lasciati e sei già venuto a cercarmi"
"Vedo che la tua sfacciataggine non è stata cancellata dall'ipnosi. Bhe, la cosa dopo tutto non mi dispiace, è ció che adoro del tuo bel caratterino. In ogni caso sono venuto per dirti che ho un compito per te"
"Di che cosa si tratta?"
"Diventerai la mia assassina no? Dovrai uccidere per me qualcuno"
"Jimin?"
"No cara, un'altra persona. Un umano che non sopporto. Si è preso gioco della mia concubina Daji e in più non l'ha pagata. Prendi il tuo pugnale e fagliela pagare con la vita."
"Come desideri E Gui." mi chino per afferrare il pugnale sotto al letto "Quando dovró agire?"
"Stasera. L'uomo è solito andare nella discoteca che si trova sulla parallela. Lo sedurrai e lo ucciderai nel vicolo che la separa dagli altri edifici."
"Sarà fatto."
Il demone Jimin si avvicina a me sussurrandomi nell'orecchio "... voglio vedere il suo sangue colare a terra per poi gustarmi la sua anima come se fosse il più pregiato dei vini, quindi fai in modo che il suo corpo non venga intaccato da niente e nessuno."
"D'accordo. Farò quanto mi hai chiesto"
E Gui scoppia in un'altra terribile risata per poi sfumare in una nuvola di fumo corvino.
"Seoyeon! La cena è pronta!" schiamazza mia madre. Nascondo il pugnale tra le lenzuola per poi andare cenare con miei.
Durante la cena regna il silenzio. Nessuno osa dire una parola. Si sente solo il rumore delle posate che picchiano sui piatti di ceramica e il rumore dell'acqua e del vino versato nei bicchieri.
"... Bhe Seoyeon, non ci dici nulla?" interviene mio padre, andando a rompere l'atmosfera calma e silenziosa che si era andata a creare
"Non ho nulla da dire. Ho solo trascorso una giornata come le altre"
"Ah si? Eppure Mi Sun mi ha detto che siete state rapite da un pazzo pervertito. Evidentemente si è sbagliata lei" dice sarcasticamente
"È stato così ma tutto si è risolto. Dopo usciró e torneró tardi"
"Come scusa? Dove pensi di andare e restare fino notte fonda? Non se ne parla" dice fermamente mio padre sbattendo le posate nel piatto
Mi alzo in piedi, la sedia digrigna sul pavimento
"Ho detto che devo uscire. Ho un impegno da mantenere."
Mio padre sospira nervosamente
"Vuoi uscire e farti rapire di nuovo?"
"Non succederà. Con permesso... "
Mi congedo per poi andare in camera mia per cambiarmi per andare in discoteca: indosso un abito nero corto aderente e delle scarpe col tacco rubate a mia madre. Sciolgo i capelli e mi trucco, infilo il pugnale in una borsetta ed esco di casa chiudendomi la porta alle spalle.
La musica della discoteca si sente sin fuori dall'edificio. Ragazzi e ragazze sono pronti ad entrare, alcuni non si fanno mancare le avances per potersi guadagnare un partner per la serata, altri sono già ubriachi, altri ancora spacciano di nascosto senza farsi notare dai buttafuori. Una volta entrata, la musica risuona ad altissimo volume, ma, nonostante ciò, una voce rimbomba nella mia mente
"Un uomo sulla ventina, alto e dai capelli legati da un codino. Indossa camicia bianca e pantaloni scuri. Al polso porta un rolex color oro"
È la voce di E Gui, eppure lui non è qui
"È vicino al bancone, dietro la colonna a sorseggiare il suo drink. Vai da lui."
Mi dirigo dove la voce mi ha ordinato di andare ed eccolo proprio lì, appoggiato alla colonna, il ragazzo descritto da E Gui mentre beve e si guarda attorno in cerca di una preda facile. Mi metto davanti a lui e mi osserva compiaciuto mentre ballo.
"Hey bellezza, vieni qui" mi chiama a lui, e così faccio "Ti va di ballare un pò per me?"
"Certamente". Il suo sguardo è assetato, non vede l'ora di fiondarsi su di me. Mi struscio su di lui come una gatta in calore facendolo impazzire dalla bramosia di avermi tutta per sè. Mi stringe a sè mentre continuo a ballare sensualmente per lui
"Usciamo, questo posto mi sta facendo venir mal di testa" mi afferra la mano e mi conduce verso un'uscita secondaria. Al polso porta il rolex dorato citato da E Gui. Il ragazzo apre la porta ed eccoci nel vicolo.
Mi guarda con aria pervertita e gli sorrido compiaciuta.
"Bhe, ora cosa vuoi fare?" lo istigo
"Andiamo in un hotel ma prima... "
Il ragazzo si fionda sulle mie labbra, baciandole con foga. Stringe le mani sul mio sedere pronto a sollevarmi il vestito. Mentre mi bacia, estraggo dalla borsetta il pugnale rimuovendolo dalla fondina, lo stringo saldamente nella mano destra.
Il ragazzo allunga le mani fino a sollevarmi l'abito e in quel momento affondo con un gesto rapido il pugnale nel suo collo.
Il sangue rubino sgorga impregnando completamente la sua camicia bianca mentre il ragazzo sgrana gli occhi dal dolore. Spalanca la bocca iniziando a boccheggiare e tossire sangue. Lo guardo cadere lentamente mentre gira gli occhi ed espettora il liquido vermiglio.
Qualcuno in fondo al vicolo applaude compiaciuto.
Mi volto sorpresa vedendo E Gui dagli occhi competamente neri venire verso di me.
"Ora lascialo a me"
Si fionda sul ragazzo iniziando a leccare il sangue vivo che cola dalla ferita schioccando la lingua sul palato per assaporarlo. Alza per un secodo la testa in un espressione corrucciata piena di disappunto
"Sai, ho sempre pensato che fossi una persona dal carattere amaro, ora ne ho la conferma perchè il tuo sangue fa schifo"
Il ragazzo lo guarda terrorizzato fino a quando E Gui non gli da il colpo di grazia piegandogli la testa rompendogli l'osso del collo.
"E questo è il prezzo da pagare per aver abusato delle mie cose" scoppia in un orrida risata
"Hai fatto un ottimo lavoro, proprio come speravo. Ora puoi andare, mi sbarazzo io di lui"
"Ti ringrazio" rispondo fermamente
"Aspetta"... E Gui si avvicina passando la mano sulla mia guancia "... questo schifo di sangue non ti dona sul viso, stona con il tuo rossetto"
Lo lascio fare mentre la sua mano gelida mi pulisce il volto. Se non fosse per i suoi occhi scuri e tenebrosi, avrei pensato che si trattasse del vero Jimin. Improvvisamente un brivido corre nel mio stomaco e qualcosa smuove il mio petto.
"... Anche la tua bellissima arma è sporca..." afferra il mio polso evitando di toccare pugnale, sa che ne rimarrebbe bruciato. Eppure, con mia grande sorpresa, inizia a leccare la lama per poi sputare il sangue sul corpo morto del ragazzo
"Questo sangue è davvero putrido, mi ha rovinato l'appetito" la sua bocca viene corrosa dall'argento e dalla sua lingua fuoriesce un vapore nero che odora di bruciato. Il volto logorato e deforme di E Gui è pauroso mentre mi guarda con i suoi grandi occhi totalmente neri e il sorriso lacerato sadico e psicopatico.
"Ora puoi andare Seoyeon, perdonami se ti ho intrattenuta"
"... Nessun problema" lo guardo ancora sorpresa per quanto accaduto.
Mi incammino verso l'uscita del vicolo dopo aver riposto l'arma nella fondina e poi nella borsetta.
Ho appena ucciso una persona ed è come se avessi fatto la cosa più naturale del mondo. Nessun rimorso. Nessun pentimento. Nessuna emozione. Neanche una scarica di adrenalina. Niente di niente. Mi incammino nelle trafficate vie di Seoul illuminate dai mille colori delle insegne dei negozi e degli edifici.
Mentre mi incammino per tornare a casa, vedo in lontananza una figura che mi par essere Jungkook. Sembra stia avendo una brutta discussione con delle persone incapucciate. Mi dirigo verso di lui.
Il ragazzo non si accorge di me e, mentre si allontana da quelle strane persone, sbatte la spalla contro la mia. In quel momento, alzando lo sguardo, mi accorgo che uno dei ragazzi incapucciati ha gli occhi uguali a quelli di un demone. Jungkook mi guarda sorpreso
"... Seoyeon? Aigoo! Ti stavo cercando ovunque!"
"Perchè?" domando sorpresa
"Jimin è sparito, non lo vedo da giorni, l'hai per caso visto in giro?"
"Jimin è sparito? No, non lo visto"
Questo potrebbe ostacolare il nostro piano per ucciderlo. Devo assolutamente scoprire più informazioni possibili.
"Hai idea dove possa essere andato? Magari è semplicemente a casa sua"
"No, ho già controllato. Non lo trovo da nessuna parte. A casa non c'è, al dormitorio non c'è e nemmeno alla BigHit"
"Ti posso aiutare con le ricerche se vuoi"
"Davvero? Si, mi saresti d'aiuto. Anche Taehyung e gli altri lo stanno cercando ma nessuno di loro l'ha visto."
"Capisco...vi aiuterò a trovarlo"
Ottima occasione per poterlo uccidere.
Jungkook mi fissa con la fronte corrugata "... Odori di sangue, ti sei ferita?"
Cazzo. Deve essere il sangue di quel pervertito bastardo che ho ucciso. Dimenticavo che Jungkook è un vampiro.
"Si, voglio dire, non preoccuparti sto bene"
"Mm...eppure non è il tuo odore..."
Cerco di sviare la sua attenzione da me riportando il discorso sulla scomparsa di Jimin
"Ti ha detto se sarebbe andato da qualche parte?"
"Si, è uscito come sempre ma poi non è più tornato. Temo che gli sia accaduto qualcosa"
"Jimin è forte, sa difendersi. Domani continuiamo insieme le richerche e lo troveremo, stanne certo."
Le mie ultime parole suonano più come una minaccia che come una promessa.
Ecco l'occasione perfetta per eseguire quanto mi ha ordinato E Gui, sarà sicuramente fiero di me.
La lama del mio pugnale già freme per l'insaziabile sete di sangue.
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