Capitolo XV
Il caldo appiccicoso e umido toglie il respiro.
Mi risveglio frastornata a confusa in un piccolo stanzino, un sorta di cella, segregata all' interno da sbarre di metallo.
Sono incatenata a terra: entrambi i piedi sono cinti da una catena che, per via del calore che aleggia nel piccolo ambiente, quasi scotta.
Con grande sforzo mi alzo in piedi, reggendomi alle robuste grate che proteggono le finestre dello stanzino, già bollenti per il sole del giorno.
L'aria stessa pare densa, quasi liquida; ogni respiro è difficile, ogni gesto pare impossibile.
Tiro la tenda e spalanco la finestra nella vana speranza che l'aria fuori porti del refrigerio. Però non c'è verso. Appena più in là dei tetti di fronte, i palazzoni e il cielo si confondono in un grigiume indistinto e nebbioso. Mentre vago con lo sguardo pregando che qualcuno passi sotto questo rudere che un tempo era una scuola, non faccio altro che riflettere su ció che mi aveva detto Jimin
"...le ragazze rapite vengono trasformate e costrette a guadagnare soldi per il loro capo prostituendosi"
"NO! NON VOGLIO DIVENTARE COSÌ!" il calore del mio viso viene placato dalle lacrime che ora iniziano a correre lungo le mie guance inumidendole e facendomi provare solo ora un pó di freschezza. O meglio, un'amara freschezza.
Sento dei passi avvicinarsi. Toc... Toc.. Toc.
"E Gui! Brutto stronzo fammi uscire!" mi attacco alle sbarre quasi come volessi staccarle a mani nude, sbattendole facendo rimbalzare il loro suono sulle pareti sgretolate.
"Siamo già sveglie bellezza? Vuoi uscire?" mi guarda con un sorriso lubrico e sadico
"Certo che voglio uscire! Che domanda!"
Il demone assomigliante a Jimin allunga una mano e apre le sbarre della cella. Si avvicina a me per poi abbassarsi per liberarmi dalle catene
"... Certo che qui dentro si muore dal caldo. Anche per un demone freddo come me è insopportabile quest'afa" ridacchia tra sè per poi alzarsi e guardarmi dritto negli occhi "Ti porteró in altro posto: se solo osi far qualsiasi cosa per liberarti farai la stessa fine dell'amico del tuo vampiro, intesi?"
Sbuffo : "Almeno con katana infilata nel torace potrò liberarmi per sempre dalla tua prigionia"
E Gui mi conduce in una stanza tetra e scura, come tutte le altre insomma. Ma questa, a differenza delle altre stanze dell'edificio, è arredata con mobili barocchi che rendono l'atmosfera ancora più inquientante di quanto già lo sia. Il demone Jimin mi fa sedere su un sofà di pelle bordeaux legandomi le mani con delle manette per poi accomodarsi di fronte a me sedendosì su un sofà di pelle nera e lucidissima
Alza lo sguardo con aria piuttosto seria facendomi correre un brivido di paura lungo la mia schiena.
"Che cosa vuoi da me E Gui? Dimmelo! Non continuare a tenermi imprigionata ed incatenata in questo rudere. Vediamo di arrivare ad un compromesso, non so fino a che punto sia conveniente per me, ma parlami. Ho bisogno di sapere il motivo per qui mi trovo qui"
"Direi dunque di arrivare subito al punto, senza storie nè presentazioni, quelle sono solo frivolezze. Seoyeon, sai benissimo che nutro un profondo odio verso il tua amato, non è così? Lui ha ucciso una persona a me cara e ora devo ripagarlo con la stessa moneta"
"Cosa intendi dire con questo? Lui è stato tradito da quella persona!"
"Tradito? Questo non lo so. Ma so per certo che dovrà morire. Così come i suoi compagni."
"Non ti permetteró di fare una cosa del genere E Gui. Sai benissimo anche tu che non sarai mai alla loro altezza, verrai sconfitto e soccomberai. Jimin non verrà mai ucciso da te, così come Taehyung, Jungkook e gli altri"
"Io potrei rischiare la vita, ma guardati, persino tu potresti essere uccisa dal tuo amato vampiro. Nessuno stupido si avvicinerebbe al fuoco dopo aver capito che scotta"
"Nessuno, treanne chi ha un motivo valido per bruciarsi."
E Gui sghignazza portando indietro la testa
"Ahh...! Chissà se un felice momento d'amore o la gioia di respirare o di camminare in un chiaro mattino e l'odorare l'aria fresca, non valga tutte le sofferenze e lo sforzo che la vita implica..!"
Rimango a guardarlo in attesa che continui a parlare, lui si sistema meglio seduto avvicinandosi a me
"Seoyeon, Seoyeon, Seoyeon... Tu sei il pezzo mancante del mio puzzle, il mio scacco matto, il mio asso nella manica. Ho proprio un bel lavoretto da farti fare, solo se lo farai potrai essere liberata... O forse no, dipende dal punto di vista"
"Sentiamo"
"Dovrai uccidere per me Park Jimin"
"Io... Cosa?! No! Mai!"
"E invece lo farai. Sai, credo che tu abbia molto più potenziale delle altre ragazze che ho. Saresti sprecata a far la prostituta per farmi guadagnare, ti vedo meglio come un'assassina"
"Non saró uno strumento della tua malvagità! Scordatelo! Non ucciderò mai il mio amato!" e grazie a quella parola ritrovo quella forza che in questo ultimo periodo è andata persa.
"Userai il pugnale che lui stesso ti ha dato. Sai che bel finale per una tragedia! L'amata uccide l'amato con l'arma che lui le ha donato per difendersi! Meraviglioso!"
"Mai! Non lo faró neanche sotto tortura!"
"Sotto tortura no, ma sotto ipnosi si."
E Gui mi afferra le spalle portando il mio viso attaccato al suo. Faccio di tutto per liberarmi ma appena incrocio il mio sguardo con il suo mi sento persa.
"Tu ora sarai il mio burattino e ucciderai Park Jimim. Tu ucciderai Park Jimin per me."
"No... Io.... No...."
"Tu ucciderai Park Jimin per me! Tu lo farai! È un mio ordine!"
Mi sento confusa, come se fossi sotto qualche tipo di droga. La stanza inizia a muoversi, fatico a chiudere gli occhi. Qualcosa mi tiene incollata al suo sguardo.
"No...! Io... Non..."
Lotto contro me stessa ma non ce la faccio, quella voce sta prendendo il controllo del mio corpo e della mia mente facendo annebbiare qualsiasi altro pensiero.
"Seoyeon! Questo è un ordine! Tu lo ucciderai!"
"Io... Uccideró... Park... Jimin"
Una sola cosa in testa. L'immagine di Jimin riverso a terra con il pugnale conficcato nel cuore. Devo ucciderlo. Io devo ucciderlo. Devo uccidere qualcuno, e quel qualcuno è Park Jimin.
Devo farlo per E Gui.
"Brava, così va molto meglio"
I miei occhi sono vaqui, privi di luce e senza vita. Eppure, dentro di me arde la voglia di sangue, di morte, di grida di terrore.
"Seoyeon, ora farai tutto quello che ti dirò. Verrai rilasciata e non appena ti diró quando agire, andrai da Jimin e lo pugnalerai. Dovrai assicurarti che sia morto se non vuoi essere uccisa anche te. Sai già come uccidere un vampiro quindi non c'è motivo di rispiegartelo. Ora ti lasceró al mio fidato soldato e andrai a casa, ti ci porterà lui."
"Uccideró Park Jimin e mi assicureró che sia morto."
"Esattamente"
E Gui mi slega e mi accompagna fuori dalla stanza per poi chiamare Namjoon. Il demone arriva indicandomi di andare da lui.
Salgo in un auto e Namjoon è alla guida. In un attimo siamo a casa mia..
"Fai solo quello che ti dice il generale, intesi?"
"Si, ho capito."
Il demone se ne va frecciando via per le trafficate vie di Seoul.
Varco la soglia di casa e vengo accolta dai rimproveri dei miei genitori che, come sempre, ignoro. Poi, improvvisamente, qualcuno corre verso di me abbracciandomi forte a sè. È Mi Sun.
"Seoyeon! Stai bene?! Aigoo ho avuto paura per te!"
"Sto bene." rispondo fermamente.
Non provo nessuna emozione. Non mi importa di Min Sun, chissene frega dei miei genitori. Mi scrollo tutti di dosso e vado in camera mia stringendo nella tasca della felpa il manico del pugnale.
Mi siedo sul letto ed estraggo finalmente il pugnale dalla fondina:
me lo immagino già gocciolante e macchiato di sangue vivo rubino
"Devo ucciderlo. Devo ucciderlo per E Gui."
Qualcuno bussa alla porta. Getto il pugnale sotto al letto
"Seoyeon, si puó sapere cosa ti è preso? Capisco che hai affrontato una situazione difficile, ma addirittura scrollarmi di dosso. Ero preoccupata per te, lo sai! Ero terrorizzata al pensiero che quel pazzo pervertito potesse farti qualcosa! "
"Min Sun. Lasciami sola."
"No, Seoyeon! Sono la tua migliore amica, detesto vederti in questo stato!"
Afferra il mio viso nelle sue tiepide mani
"I tuoi occhi sono... Come dire.... Senza vita. Opachi."
"Lasciami stare" mi giro dall'altra parte
"Che ti succede? Non sei la Seoyeon che conosco io! Perchè mi tratti così? Perchè i tuoi occhi sono così? Anche io ci sono passata, sai? Non merito di essere trattata così!"
"Ti ho detto di lasciarmi in pace. Ho un compito da svolgere."
"Compito? Che compito?"
"Vendetta"
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top