Capitolo XLIX

"Tienilo saldo e sfoderalo solo quando te lo dico, intesi?"

Jimin mi guarda con un'aria talmente seria da incutermi timore. Stringo saldamente il ferro tagliente nella mia mano e, una volta usciti dall'auto, lo nascondo furtivamente dietro la schiena.

Gli occhi di Jimin si dipingono di un rosso vermiglio mentre fissa la strana figura di fronte a noi.

Un'ombra alta di un guerriero, porta con sè una spada lunga e pericolosamente affilata. Il volto è coperto da una maschera da Oni, demone giapponese.

L'oscura figura fa un passo verso di noi pricurando con la sua armatura un rumore metallico e Jimin inizia a ringhiare nel petto.

"Chi sei?" domanda Jimin alla strana ombra la quale, procedendo sempre di più verso di noi, si rivela essere effettivamente un guerriero uscito da un libro di mitologia asiatica. È alto e paurosamente imponente.
La sua maschera ha delle corna demoniache, non si prospetta essere una presenza buona.

"Sono il guerriero più fidato di Meng Po, la signora degli inferi. Dovete venire con me ed inchinarvi al suo cospetto".

"Noi non veniamo da nessuna parte" replica Jimin guardando il guerriero dritto negli occhi.

Il guerriero tace e rimane immobile di fronte a noi per degli interminabili secondi.

"Voi, creature non morte, dovete essere punite per il peccato d'immortalità di cui vi siete macchiate. La signora degli inferi vi attende affinché voi possiate scontare la pena per l'eternità."

"Come ho già detto, io e lei non veniamo da nessuna parte".

A questo punto il colossale guerriero sfodera la sua lunga spada, la quale brilla come un gioiello nel buio che ci circonda.

"Il pugnale non mi servirà a niente contro questo colosso, dannazione!" penso tra me in preda al panico.

"Questo è il vostro primo richiamo per il Diyu, l'oblio infernale. Al terzo richiamo sarete destinati all'eterna morte ad opera della grandissima Meng Po."

Detto questo l'imponente guerriero svenisce nel nulla lasciando a terra una pergamena finemente decorata.
Mi avvicino per raccoglierla e leggerla ma pultroppo non riesco a capire cosa ci sia scritto. A giudicare dei disegni di mostri infernali che circondano la scrittura non sembra essere nulla di buono.

"È cinese antico." dice Jimin freddo come il ghiaccio.

"Aspetta.... Guarda Jimin, c'è una mappa sul retro!"

La mappa rappresenta una strana cavità fatta di gironi. Ce ne sono nove in totale, ognuno destinato a dei peccatori in particolare.

"Guardandola così mi ricorda parecchio l'Inferno di Dante" affermo.

"Già, hai ragione. In effetti il Diyu e l'Inferno dantesco sono per certi tratti molto simili. Sembra che siamo destinati al Limbo..."

La scritta del primo girone è colorata di rosso mentre le altre sono nere, una invece è viola.

"Cosa significa questo Jimin? Che ne sarà di noi?"

"A quanto pare Meng Po ci vuole punire nella cerchia dei lussuriosi per la quantità di giorni in cui siamo stati assieme, moltiplicata per trenta e tramutata in anni. Poi verremmo lasciati a marcire nel limbo, privati di ogni nostro ricordo..."

"No! Perché?! Cosa abbiamo fatto di male?!" esclamo sorpresa ed una fitta nel petto mi costringe a stringere i denti e le mani in pugni.

"Cosa ti succede Seoyeon?" Jimin si volta preoccupato.

"No, non è niente. Mi fa solo un pò male il petto...ma ora è passato".

"Hai bisogno di riposare. Su vieni ti aiuto io, andiamo in casa".
Jimin afferra quasi disgustato la pergamena e la inserisce nel borsone preso dal bagaiaio.

Mentre usciamo dal parcheggio, mi accorgo che il viso di Jimin si è fatto più cupo, a tratti triste e malinconico.

Allora allungo una mano e, proprio come ha fatto poco prima lui in macchina, accenno un tenero sorriso.

"Non mi importa dove tutto questo ci porterà. L'importante per me è restare per sempre con te. L'inferno lo renderemo cento, mille, anzi no infinite volte migliore del Paradiso".

"Noi non andremo nel Diyu Seoyeon. Sarò io stesso a far in modo che non accada, per nessuna ragione al mondo."

"Jimin..."

"Domani il guerriero farà ritorno per darci il secondo avviso e il giorno seguente ci darà il terzo"

"E se rifiuteremo anche il terzo?"

Jimin si ferma e mi sorride:

"Se rifiuteremo anche il terzo la signora Meng Po dovrà farsene una ragione e lasciarci in pace".

Il ragazzo guarda verso il basso accennando una timida risatina e proseguiamo entrando in casa. Da buon gentiluomo, mi tiene la porta e mi fa accomodare come una principessa.

"Lasciamoci tutto questo alle spalle, tutte le cose brutte che ci sono capitate oggi. Ceniamo con del delizioso e freschissimo sangue tipo 0 di primissima qualità, poi ti ordinerò il nuovo cellulare, che ne dici?"

Il ragazzo mi da un bacio sulla guancia facendomi arrossire.

La tavola viene imbandita con dei tovaglioli finemente decorati, due elegantissime rose rosse come centro tavolo e due bicchieri di cristallo scintillanti. La bottiglia di sangue 0 è senza dubbio la regina della cena.

Jimin mi versa un bicchiere e io faccio lo stesso con lui.
Ridiamo, ci scambiamo dolci parole eppure poco prima siamo stati minacciati da un guerriero colossale che ci vuole punire nel limbo infernale. Quanto può essere strana una scena del genere agli occhi della gente?
I nostri visi sorridono, ma i nostri cuori tremano alla sola idea di restare per sempre nell'abisso infermale.

Dopo la deliziosa cena, io e Jimin si accomodiamo su un sofà rosso vellutato ed il ragazzo inizia a cercare il miglior modello di smartphone sul mercato.

"No, questo costa troppo poco..."

Indica l'ultimo modello dell' Iphone.

"Ma come?" scoppio a ridere.

"... Questo ha delle ottime prestazioni ma si può avere di meglio"

Jimin continua a cercare.

"Sai, c'è un modello che mi piace molto" dico coccolandomi a lui.

"Ah si? Quale? Te lo compro subito?"

"È un modello unico, non ci sono pezzi simili sul mercato, è del tutto originale"

"Bene! Dimmi pure qual'è e sarà tutto tuo"

"Si chiama Park Jimin. È un modello fantastico, senza dubbio il migliore. Ha un sacco di skills tra le quali farmi battere forte il cuore, farmi arrossire e perdere la testa. Ah! Dimenticavo! Ho già detto che non esiste nessuno come lui?"

Jimin mi sorride e mi afferra il viso tra le guance:

"In effetti non ho mai sentito nessun modello con quel nome prima d'ora. Lo vuoi?"

"Lo voglio tutto per me".

Mi avvicino a Jimin e lo bacio. Il ragazzo ricambia con passione.

"Sei certa di volerlo? Adesso che ci penso ho sentito che ha un pò di complicazioni..."

"Come l'essere iperprotettivo ed estremamente sensuale tanto da fotterti il cervello?"

"Bhe, queste sono due dei possibili difetti. Il fatto è, ho sentito, che quando si fa prendere dalla passione non ce n'è per nessuno..." dice per poi baciarmi nuovamente.

"E poi è così sexy da far sciogliere chiunque come la panna al sole"

Allungo le mani verso il suo lupetto nero che segna i suoi addominali scolpiti da vero dio greco.

Lui mi guarda con aria perversa e maliziosa, io inizio a togliergli il maglioncino di dosso.

"Una recensione diceva che è talmente perfetto da non poter essere paragomato con nulla, nemmeno con una statua del Barocco Ellenistico" dico percorrendo con un dito i suoi addominali.

"Forse hai ragione, ma devi sapere che il modello Park Jimin necessita il modello Seoyeon per sbloccare delle funzioni aggiuntive, estremamente interessanti"

"Tipo?"

Jimin si avvicina al mio orecchio:

"Tipo farla godere di piacere ed urlare il suo nome".

Il bellissimo vampiro si posiziona sopra di me iniziando a baciarmi il collo segnando delle macchie vermiglie che spiccano sulla mia carnagione pallida.
Risaltano come i tulipani in un capo di grano, come le più luminose stelle in una notte d'estate, come l'inchiostro nero sopra la carta bianca.

E la mia mente se ne va, volando chissà dove in preda all'eccitazione.
Le sue mani possiedono il mio corpo, le sue labbra lo accarezzano e lo mordono, il suo sguardo è un'arma estremamente potente.

È strano come noi vampiri ci allontaniamo tanto dalla natura anche nel fare l'amore, che l'attesa dell'orgasmo, l'ansia di arrivarci, rendono teleologico l'amore, ne fanno una cosa di ansie, attese, pressioni.

Quando facciamo l'amore, ci lasciamo possedere completamente. L'amore non dovrebbe essere un fatto localizzato, non sono coinvolti solo gli organi genitali, siamo coinvolti totalmente.

"Vedere e toccare la propria amata nuda è una delle pure, irriducibili epifanie della vita. Se nell'Universo c'è una vera religione, deve comprendere questa verità di contatto o essere per sempre vuota..." Dice Jimin tra un bacio e l'altro segnando una scia in mezzo al mio seno
"...Fare l'amore con la sola vera persona che merita quell'amore è una delle poche assolute ricompense che il Creatore possa darci".

Gli sorrido, un sorriso dolce macchiato dall'eccitazione.

Bacio le sue soffici, tiepide labbra iniziando a possederlo.

Gemiti rieccheggiano nell'immenso salone; le opere d'arte ci osservano immobili come se nulla fosse. Eppure io sono convinta che stanno morendo dall'eccitazione nel vederci fare l'amore e si stiano arrapando nella loro anima dipinta su tela o scolpita nel bianco marmo.

Jimin ansima e geme e mi guarda con quei dannati occhi che mi fottono ad ogni singolo sguardo. Poi li chiude ed il suo viso si corruga in un'espressione di puro piacere:

"Sto per venire...!" dice quasi ringhiando.

Poi la fiamma dell'amore divampa, ardendo e sciogliendo i nostri cuori.

Dopo aver fatto l'amore abbiamo dormito abbracciati. La sua schiena contro il mio ventre. Ed io stringevo le dita dei piedi attorno alle sue caviglie, come delle mollette, perché non potesse volare via la notte. Con la paura nel cuore di perderlo.
Con il terrore che quel possente guerriero potesse rubarmelo ed allontanarlo da me.
Ma rassicurata dalla gioia che, se per qualche brutta sventura dovessimo perderci nel limbo infernale, almeno saremo rimasti insieme, per l'eternità.



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