Capitolo V


Jimin mi conduce di nuovo in sala da ballo. La musica parte e riprendiamo a ballare questa volta non sono più restia. Questa volta vorrei conoscerlo per quello che è.

Il suo corpo sinuoso si muove perfettamente a tempo nonostante la coreografia sia del tutto improvvisata.

Sembra che tramite il ballo, Jimin riesca a mostrarsi per quello che è veramente, non un vampiro, ma un artista la cui arte scorre in ogni singolo capillare. Sembra che stia sfogando la sua ira repressa tramite dei movimenti talmente aggraziati da sembrare un angelo venuto dal cielo. Rimango ammaliata da cotanta bellezza.

Non ho più paura di lui, so che se solo dovesse vedere il sangue potrebbe perdere il ragione, so che non è un umano ma un vampiro, so che, se solo volesse, potrebbe attaccarmi e io soccomberei, ma non mi importa, quel ragazzo mi attrae come quella rosa divina ricolma di spine taglienti.

La musica cessa e il ragazzo mi osserva con un sorriso

"Te la cavi piuttosto bene ragazzina, i giudici non hanno mentito"

"Non avevo mai ballato con un essere soprannaturale, direi che sono fiera di me stessa."

"Quindi mi reputi un bravo ballerino?"

"Se devo ballare con qualcuno che non sente la musica, preferisco ballare da sola e tu, la musica, non la senti, tu la domini"

Jimin rimane colpito dalle mie parole facendo una risatina.

Riprendiamo l'allenamento e, questa volta, lui mi guida insegnandomi una coreografia. Ad ogni suo tocco, freddo come la neve, sento un fremito correre lungo la mia schiena, il ragazzo se n'è accorto.

Ballare con lui è qualcosa di magico, qualcosa di diverso. Adoro quando mi sorride timidamente con i suoi denti lucenti quando incrociamo gli sguardi per caso.

Il tempo passa e la lezione è terminata.

"Ci vediami domani" mi dice con tono dolce
".... prenditi cura del tuo labbro"

Lo saluto e annuisco per poi afferrare la maniglia della porta per uscire ma la mia mano viene subito raggiunta dalla sua, lo guardo sorpresa

"Mi dispiace per oggi. Sono stato un completo idiota..."

"Jimin..."

"Ti prego. Non avere paura di me, non sono cattivo, non voglio farti del male, non lo farei mai"

"Tranquillo, va tutto bene. Non rimanerci male, oggi mi sono anche divertita con te, mi è piaciuta la tua lezione, dico davvero" lo consolo ma lui non sembra reagire.
Mi rattrista vederlo così giù di morale.

Lascio perdere la porta e sprofondo nel suo petto stringendolo forte

"Vampiro o creatura strana non mi importa. Tu non mi sembri malvagio, non devi rattristarti per quello che è successo oggi, a tutti capita di sbagliare"

"Si ma il mio sbaglio avrebbe potuto costarti la vita"

"Ma non mi hai ucciso, guardami sono ancora qua viva e vegeta."

"Ti ho ferita"

"Il labbro? Pfft non è nulla, domani è già guarito"

I suoi occhi sono fissi sul mio labbro, la sua mano mi accarezza la bocca dove è ferita ma immediatamente la ritrae

"Scus..."

Afferro di nuovo la sua mano e gliela faccio appoggiare sul mio labbro inferiore, lui mi guarda sorpreso

"Posso aiutarti a gestire il grande peso che ti porti sulle spalle. Tutto il giorno a contatto con umani non deve essere semplice per un vampiro che si rifiuta ancora di bere il sangue"

"Io lo bevo il sangue... Sono piuttosto schizzinoso ma lo bevo. Come ti ho detto, prediligo certi tipi rispetto ad altri... E tu sei la qualità che preferisco, ti ho assaggiata oggi."

"Vorrà dire che ti aiuteró ancor di più a gestire il tuo vampirismo o come si chiama"

Sorride alla parola "vampirismo"

"Sono pericoloso lo sai?"

"Si"

"Potrei morderti in qualsiasi momento"

"Non ho paura"

"Potrei farti molto, molto male"

"Sopporteró"

Si volta e ridacchia tra sè non credendo alle mie parole

"Di solito i vampiri approfittano di chi si fida di loro, sai? All'improvviso potrei avventarmi su di te e godermi la mia qualità di sangue preferita, assaporandone ogni singola goccia. Tu ti fideresti di uno come me? Ti fideresti di un assassino?"

"Anche tanti uomini approfittano di chi ha fiducia in loro. Peró non sono una sprovveduta, mi fideró di te, nonostante tutto"

"Tu sei pazza"

"Facciamo un patto: tu sarai il mio tutor di danza e io saró la tua tutor per controllare il tuo istinto, ti va?"

Mi guarda un pò titubante

"D'accordo, ma non sarà facile per nessuno dei due. Quando vorresti darmi lezioni?"

"Mmm, hai dei momenti della giornata in cui la tua fame e il tuo istinto sono più difficili da domare?"

"La sera. Io alla sera e di notte sono più affamato, di solito ballo per distrarmi"

"Funziona?"

"Non sempre..."

"Capisco. Bhe, vorrà dire che dovremo lavorarci su...che ne dici di vederci stasera? Alle nove ti va?"

"Già stasera? Dove?"

"Facciamo qui sul tetto"

"D'accordo"

Senza accorgecene, siamo rimasti abbracciati per tutto il tempo di questa discussione. Ci salutiamo per poi rivederci stasera.

A casa, come di consuelo, ad atterndermi c'è la calda e rilassante doccia, la cena e l'odiosità dei miei genitori che, vedendomi uscire, mi domandando immediatamente dove abbia intenzione di andare, dico loro che devo andare da Mi Sun.

Raggiungo a piedi la sede per poi andare sul tetto, Jimin è in piedi a fissare il cielo, il lieve venticiello che accarezza i nostri corpi scompiglia i suoi capelli facendoli muovere dolcemente

"Oh Seoyeon, sei arrivata" si volta e cammina verso di me: indossa una giacca scura che copre la sua silhouette perfetta

Ci sediamo su un divanetto affiancati, il chiarore del suo viso risplende come la luna in cielo che domina le stelle in questa fresca serata d'autunno; i suoi capelli color del miele brillano alla debole luce notturna con riflessi dorati

"Da dove iniziamo?"

"Dal guardarci."

Aggrotta la fronte "In che senso? Ci guardiamo e basta?"

"Si. Tu, vedendo un umano che ha la tua qualità preferita di sangue cosa provi? Cosa vorresti fare?"

Mi osserva "Non è facile, il tuo profumo mi fa venir voglia di assaporarti... Vedo una ragazza che è indifesa, sola, senza nessuno che la difende e dannatamente squisita"

"Mi vedi come una preda facile, come un pasto servito su un piatto d'argento"

"Si. La cosa mi spaventa"

"Avvicinati, ora annusa bene il mio profumo" sposto la testa mostrandogli il collo

"Non posso farlo. Rischierei di morderti."

"Avanti, fatti forza e provaci"

Il ragazzo mi annusa il collo, ammetto che ho un pò paura per la mia incolumità, ma devo resistere, devo aiutarlo.

"Io..."

"So che ce la puoi fare, devi cercare di reprimere quell'istinto che brucia dentro di te. Pensa che si tratti di una  fiamma che man mano deve essere spenta"

Vedo un alone scuro iniziare a contornare i suoi occhi, i quali, si sono già dipinti di un color rosso vivo. Il suo respiro è più affannato

"Jimin. Concentrati. So che è difficile ma so che ci riuscirai. Questo allenamento ci permetterà di restare più vicini mentre balliamo, permetterà a te di viviere con più tranquillità e autocontrollo. Non farti vincere da te stesso ma lotta, lotta e vinci"

Il ragazzo deglutisce, il suo respiro è ancora affannato. Se solo dovessi muovermi, so già che finirei per essere addentata dai suoi canini

"Seoyeon... Seoyeon... Cazzo non ce la faccio, io non riesco, non... Non...."

Spalanca la bocca e mostra i suoi canini affilati come lame di coltello, sgrano gli occhi del terrore

"Jimin!"  mi stringe a sè "Jimin no! Non farlo!"
Mi dimeno per liberarmi dalla sua morsa

"Jimin controllati! Lasciami andare"

Il suo volto è appiccicato al mio collo, il suo respiro affannato è caldo e sembra pronto ad affondare i suoi denti nella mia carne

Di scatto afferro il suo volto e lo guardo negli occhi

"Jimin! Riprenditi! Guardami!"

Il ragazzo ringhia di rabbia

"Seoyeon, vattene, vattene!!"

"No. Mi fido ti te! Non me ne vado"

Jimin emette un ringhio forte mostrandomi i denti, i suoi occhi rubini sono dilatati, la sua pupilla nera oscura il suo sguardo posseduto

Fa un espressione di dolore

"Tu non mi morderai." allungo una mano e accarezzo il suo zigomo. Il ragazzo osserva la mia mano accarezzargli il viso corrugato e sembra calmarsi.

"Bravo, continua così"

Jimin socchiude gli occhi, cerca di controllare il suo respiro per poi aprirli di nuovo spalancandoli: mi spinge facendomi cadere supina sul divano, lui si avveta sopra di me; la sua bocca è sempre più vicina al mio collo quando sento la sua lingua leccarmi la zona della giugulare.

Afferro la sua mano e la intreccio con la mia destra terrorizzata. Quando orami sento che sta per mordermi, urlo il suo nome più forte che posso e lui si solleva da me di scatto, mi guarda disperato

"Cosa cazzo sto facendo, cosa cazzo ho fatto?!! "

Si mette seduto e si copre immediatamente il viso con le sue mani

"Sono un mostro, un dannato mostro!!!" scoppia in lacrime, ma le sue lacrime non sono trasparenti, sono nere come la pece e cadono sul suo collo rigandolo

Faccio un grande sospiro.

"Dobbiamo lavorarci ancora... "

Il ragazzo si pulisce il volto nelle maniche della giacca

"È troppo pericoloso per te"

"Peró, non è stato proprio un fallimento. In parte sei stato in grando di controllarti"

Il vento si alza scompigliando i nostri capelli; per un attimo rimaniamo in silenzio, senza dirci nulla, poi Jimin alza il volto guardando fisso davanti a sè

"Questa volta si, ma la prossima volta potrei prosciugarti"









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